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Visualizzazione dei post da giugno, 2016

paccheri fritti farciti come calcioni marchigiani

Ho sviluppato, nell'arco della mia vita, diversi rapporti con persone delle Marche ed ho così avuto negli anni tanti motivi differenti per visitare la loro splendida regione: prima un fidanzatino di Osimo e poi uno di Falconara, rapporti professionali con realtà del Pesarese e di Tolentino, una conoscenza lavorativa che si è trasformata in amicizia nell'Ascolano, un amico di infanzia che ora insegna all'università a Macerata. Senza contare le esperienze da pura turista, a volte nate come intere vacanze e a volte come brevi gite quando già mi trovavo nei paraggi: Urbino, Loreto, Porto Recanati, solo per dirne qualcuna. E ogni volta che approfondivo la cultura gastronomica locale il legame con quella terra si approfondiva sempre di più e pensavo che non sarei più voluta ripartire! A parte le scorpacciate di olive ascolane e di vincisgrassi, di cresce sfogliate con infinite farciture di salumi e formaggi fantastici e di brodetti di ogni profumo e colore, di coniglio

curry veloce e un po' thai di vitello e coste

Dopo un weekend in cucina all'insegna dei meze mediterranei (di (di cui seguirà ampia documentazione!), sono dilagate la voglia di tornare a cibarmi verso Est e la curiosità di provare un curry tutto mio, messo insieme con ingredienti di frigo ma con una concezione orientale della cosa. Curry inteso come stufato speziato, intendo dire. In casa mi ritrovavo, caso strano, del vitello, carne che non utilizzo praticamente mai ma che avevo acquistato per una uso a cui poi non era più stata destinata. Avevo pure delle coste ma, soprattutto, della pasta di curry gialla thai, quella che, tra le paste pronte di spezie (che non sono solo indiane...), mi piace di più.  Sarà che contiene nella miscela alcuni dei miei aromi preferiti come lemongrass, foglie di kefir lime, macis e cannella, e, pur essendoci anche peperoncino, nell'insieme non è terribilmente piccante, ma, insomma: ne faccio una passione! E poi con il latte di cocco ci sta da favola, che ovviamente è un'altra mia

pescatrice speziata al limone ed entità sottilissime

Lo so, ultimamente il limone compare volentieri nelle ricette del blog. Sarà che ho bisogno di freschezza. E se il profumo di un piatto può contribuire a levare pesantezza a queste giornate, per me un po' soffocanti non solo per il clima... allora ben venga! Avevo inizialmente pensato a line, che con lemon grass e foglie keffir costituiscono la tilica base "limonosa" di molti piatti tailandesi. Ma oggi non mi interessava, per la verità, una ricetta particolarmente esotica, solo un gusto particolarmente fresco.  Se non si reperissero, le foglie di keffir (un piccolo lime esotico) possono essere sostituite con semplici foglie di limone ben lavate, al posto dello stelo di lemon grass invece si può aggiungere un po' di scorza di limone in più e magari una fogliolina di menta fresca. Piatto perfetto da essere servito sia caldo che tiepido, come secondo per due persone, ma si presta anche a diventare un delicato antipasto, magari per quattro, servito a temperatura

pizza un po' storica con guizzo (non?) partenopeo

Stavo cercando da giorni un’idea per la guarnizione della pizza da presentare all' MTC n. 58 . Fatta salva la bibbia operativa che  Antonietta  ci ha gentilmente fornito per la preparazione della base (...una vera e propria Trappola Golosa  nel senso pieno del termine!), ovviamente. Non possedendo padelle grandi di ghisa o piani di pietra, che lei suggeriva per la cottura della pizza al piatto, ho provato ad arrangiarmi con il retro della piastra di ghisa scanalata che di solito uso per grigliare. Il che mi ha costretto a rivedere il formato classico, rimpicciolendo le mie pizze. Spero che la cosa serva a stimolare la fantasia dell’essere napoletano che vive con me in previsione del mio prossimo regalo di compleanno e che gli si apra la mente in merito all’indispensabilità di una piastra pesante ed ampia come si deve! Si comprenderà dunque perché la mia pizza al piatto si sia trasformata in una serie di “pizza al piattino”! Ma ero trooooooppo stimolata a sperimentare i

maccheroni con gli scescilli: quasi un piatto del Molise

Con l'oramai avviatissimo #girodeiprimi siamo giunti in Molise, una terra che ho frequentato poco, quasi solo di passaggio, ma che apprezzo tantissimo sia per paesaggi e storia, sia in termini gastronomici per gli innumerevoli prodotti tipici e per alcuni piatti di cui sono particolarmente golosa.  Essendo terra storica di pasta non è difficile trovare abbondanza di sughi e salse tradizionali, sia di terra che di mare, con cui viene condita non solo la pasta nei suoi formati tipici locali ma spesso anche la polenta... altro motivo di adorazione da parte di una montagnina come me!  E a tutti questi sughi, spesso densi e di solito molto saporiti, si adattano perfettamente diversi formati del Pastificio di Canossa, grazie alla trafilatura al bronzo che contraddistingue la sua produzione. Questa lega, infatti, permette alla superficie della pasta di rimanere appena ruvida e non la "brucia" scaldandosi troppo, come capita ad altri materiali, quindi la lascia anche legg

precisazione:

Per carattere tendo a tenermi in disparte e so che un comportamento simile in rete rema contro la normale volontà di visibilità di un blog che si rispetti: ho ricevuto spesso critiche per questo.
Mi hanno anche fatto notare che non sempre racconto le manifestazioni a cui sono invitata da aziende e che non polemizzo con chi ha utilizzato i miei testi o le mie foto senza citare il mio blog.
Ringrazio con passione chi mi rivolge queste critiche per affetto e chi mi sopporta lo stesso, nonostante non segua i loro consigli!