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Visualizzazione dei post da febbraio, 2023

tovchanka: delizia ucraina di patate, fagioli e semi di papavero

Riprendo il filo delle ricette ucraine, dopo una pausa in cui sono stata a lungo con amici in fuga dalla guerra, che mi hanno anche raccontato un po' delle loro ricette di famiglia.  Cominciamo, per riallacciarci al mio ultimo post ucraino  sul pollo alla Kyiv , con quello che si intravedeva nella foto insieme gli involtini: è un purè di fagioli e patate profumato di semi di papavero, il cui nome deriva dalla parola tovchut , pestato.  Si serve sia come contorno che tra gli antipasti nei pranzi importanti, o serve da ripieno per i  knish , sfoglie di patate e formaggio ed è caratterizzato da consistenza e sapore molto specifici. Peccato mi manchi la perizia ucraina nel ricavare dai semini una vera e propria pasta profumata! Il piatto avrebbe dovuto venire una crema molto più uniforme come sapore e nella sua morbidezza, come questa. Invece se l'aspetto del mio piatto è simile, solo per scelta un po'più rustico, a causa del mio errore tecnico sotto i denti i semi di papavero

voglia di Giappone, ma con tecnica un po' cinese: tori no yawatamaki, involtini di pollo e porri

Dopo una lunga full immersion nei piatti delle feste e prima di riprendere il mio viaggio nella cucina ucraina sento il bisogno, sia fisico che mentale, di qualcosa di decisamente orientale. "Cascano a fagiuolo", come si suol dire, i giapponesissimi  yawatamaki , che qui nel blog avevo già presentato preparati con manzo e asparagi . Si tratta di involtini, in genere di manzo o di anguilla, il cui nome giapponese è scritto 八幡 巻き, accoppiando i kanji 八幡, che si possono leggere Yahata, Yawata o Hachiman (tutti nomi di un'area in cui si coltiva la bardana, pianta la cui radice rappresenta l'antica farcitura tradizionale di questa specialità) con i caratteri 巻き, maki , ovvero "involtini".  Avevo un bel petto di pollo che si prestava ad essere tagliato sottile, così ho cercato nei siti di cucina giapponese aggiungendo anche il kanji 鳥, tori , che significa in generale "uccello" ma se si parla di cucina definisce il pollo poiché viene sottinteso che si pa

Passate le feste 6: panettone con crema al baileys fatto in casa

Fatto in casa il Baileys, intendo, non il panettone! Almeno per questa volta. Il dessert che chiude questo pranzo di Natale tutto bianco è molto "classico" per come lo intendono i miei, semplicissimo e molto goloso: il panettone, artigianale di grandissima qualità*, viene servito con una crema dolce a base di mascarpone. E fin qui pare tutto normale... La crema, servita in ciotoline individuali a fianco della fetta di panettone, ciascuna con il suo cucchiaino, permette a ciascuno di intingervi i bocconcini di dolce, di versarla sulla fetta intera o anche di mangiarsela da sola a cucchiaiate. Lo spunto "tecnico" è un misto tra farcitura densa da cream tart e crema morbida al mascarpone da tiramisù, quella con le uova crude che in famiglia abbiamo preparato per anni da servire con il panettone a Natale, incredibilmente sopravvivendo tutti senza problemi. Sostituendo uova e zucchero con panna montata e latte condensato, come va tanto di moda adesso, ho lasciato la crem

precisazione:

Per carattere tendo a tenermi in disparte e so che un comportamento simile in rete rema contro la normale volontà di visibilità di un blog che si rispetti: ho ricevuto spesso critiche per questo.
Mi hanno anche fatto notare che non sempre racconto le manifestazioni a cui sono invitata da aziende e che non polemizzo con chi ha utilizzato i miei testi o le mie foto senza citare il mio blog.
Ringrazio con passione chi mi rivolge queste critiche per affetto e chi mi sopporta lo stesso, nonostante non segua i loro consigli!