Da qualche tempo curo l'articolo annuale sul rapporto tra cibo e arte per Il Calendario del Cibo Italiano e ne approfitto per parlare anche qui nel blog di un tema che mi affascina oltremodo. Mi è capitato così di ragionare sulla simbologia nella natura morta del '600 , oppure sulla definizione che ne dava invece De Chirico, che la riteneva piuttosto la raffigurazione di "vita silente ". Lo scorso anno invece, avevo riassunto per il Calendario l'iniziativa "Uffizi da mangiare" lanciata dalla Galleria degli Uffizi di Firenze, che qui nel blog ho "inseguito" da gennaio a giugno in una quindicina di articoli, raccolti sotto il tag Arte da mangiare . Torno oggi a parlare nel Calendario del rapporto tra natura, cibo e arte descrivendo la mostra Flora e Pomona: dall'antichità all'arte digitale NFT inaugurata a maggio dalla Galleria Altomani di Milano e che, a grande richiesta, è stata prorogata per fortuna fino alla fine di giugno. un
Pubblico oggi una ricetta che mi è stata richiesta, che magari non è particolarmente creativa ma, proprio per il suo ammiccare ad una serie di abbinamenti consolidati, risulta molto piacevole a prescindere dalla su storia. So infatti che non sembra una ricetta proprio di stagione, che non si capisce bene da che area culturale provenga e che da la sensazione di interrompere la mia serie di post dedicata alla cucina ucraina... però, a guardar bene, l'utilizzo del cavolo e della senape è diffuso in tutta la cucina del Rus' di Kyiv e, come dicevo in tempi ancora non sospetti, il mondo è davvero piccolo e ricette "sorelle" si trovano nei luoghi più impensati. Quindi questa è una ricetta che potrebbe sembrare altoatesina come mitteleuropea (cavolo e mele...), ma assolutamente anche americana (lo sciroppo d'acero), come pure greca o mediorientale, se addolciamo con miele invece dell'acero, per arrivare persino all'India, in fondo, se sostituiamo le mele con fr