Ho parlato spesso dell'importanza del numero 5 nella cucina giapponese tradizionale, dunque in questo caso non sorprenderà che, per accogliere ospiti molto importanti, il mio riso si mostri con 5 colori, in specifico il goshoku, 五色, l'insieme dei colori base che devono essere tutti presenti per garantire l'armonia visiva di un pasto e/o, come in questo caso, di un singolo piatto: blu (compreso il verde), rosso, giallo (compreso l'arancione), bianco e nero.
Si parte dal riso bianco, che una volta cotto si chiama gohan,ご飯, e ci si adagiano sopra gli altri ingredienti lascandone un pezzettino scoperto, in modo che tutti i colori, compreso il suo bianco, siano visibili in contemporanea. Mi scuso se l'assemblaggio qui è poco ordinato ed il riso in pratica non si vede, ma la foto è stata scattata a tavola, con il piatto già toccato dal commensale.
Sopra al riso si dispongono edamame verdi e poi varie striscioline: rosa di zenzero marinato, nere di alga nori, e gialle di usu tamagoyaki,うす卵焼き, tipica frittatina molto sottile. Con l'angolino di riso bianco che rimane scoperto ecco i nostri 5 colori in bella vista!
Nonostante a qualcuno possa sembrare, questo NON è un chirashi, che nella sua forma completa si chiama chirasizushi,ちらし寿司 ed è, come dice la parola, una versione di sushi, dove il riso è dunque condito con una miscela di aceto, sale e zucchero. Questo alla base non è riso condito con aceto, dunque il piatto non è un sushi, dunque non è nemmeno un chirashi.
Allo stesso modo questo NON è un poke, piatto hawaiano il cui nome significa "pesce crudo a pezzettini" e che descriveva originariamente pesce di riva o di laguna, l'unico che i pescatori potevano consumare, che veniva spezzettato come snack e condito con sale, alghe e semi locali, sia per donagli sapore che per allungarne la conservazione.
La base di riso arriva solo dopo, nell'800, con gli immigrati giapponesi, e lo trasforma da snack a piatto completo. Cambiano intanto le regole sociali e non più solo la nobiltà può cibarsi del pesce pescato in alto mare, oltre la barriera corallina, così sopra il riso si cominciano a usare anche tonno e altri pesci pregiati, e negli anni '90 del secolo scorso, con l'influenza culturale americana, ci si aggiungono verdure ed altri componenti.
Ma questo mio piatto, comunque lo si voglia vedere al di là della storia, non avendo pesce, ne' crudo ne' cotto, di fatto non è un poke. Allora torniamo alla tradizione giapponese e diamogli il suo nome:
- rivoli affluenti:
- * a seconda della regione del Giappone, gli stessi kanji, a parità di significato, si possono pronunciare anche "goshiki".
- il piatto è naturalmente vegetariano (addirittura vegano se si sostituisce la frittata con una verdura gialla o arancione) ed è naturalmente gluten free. Per chi è allergico alla soia attenzione agli edamame, facilmente sostituibili con fagiolini a pezzetti, spinacini o piselli.
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