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Visualizzazione dei post da settembre, 2013

frutti (e insalate) del passeggio

Ho scoperto il vero sapore delle nocciole in adolescenza, durante una visita a dei parenti in Veneto che avevano un vecchio nocciolo in cortile ed ancora mi ricordo la mia incapacità di mollare lo schiaccianoci e lasciare nella cesta del centrotavola quelle nocciole piccole e gustosissime... Per conoscere il sapore vero delle noci invece ho dovuto attendere un po' di più, perché il noce di mio padre è cresciuto ma non ha mai fruttato più di tanto, tanto che un giorno anni fa lui si risolse a tagliarlo e, una volta stagionatone il legno, preparò dei taglieri e degli utensili di legno per tutta la famiglia.Bellissimi oggetti... ma niente noci da sgranocchiare! Ho ripescato questi ricordi grazie a   Salutiamoci , che per il mese di settembre invita a rivalutare in cucina quei diffusi e straordinari prodotti di stagione che sono   noci e nocciole , come ci indica Sabrina di  Les madeleines di Proust . Avevo pensato ad una ricetta mista ma poi ho virato decisamente sulle noci, gr

p-assaggio bellunese

Come già detto  in questo periodo ho una intensa frequentazione con il Veneto.   In specifico la mia ricerca si è arrampicata sulle alture del Bellunese per ritrovare parte delle mie radici familiari, in cui mi ero tuffata come si deve l'ultima volta ben trent'anni fa. Molto è cambiato nel frattempo, ma quel che ho ritrovato intatto sono la sensazione di respiro che cielo e vette trasmettono ad ogni scorcio, il silenzio che avvolge e dona poesia anche ai luoghi più semplici, la storia appassionata e terribile dell'amore per la propria terra che intride ogni pietra... Anche nei sapori devo dire che mi sono ritrovata in pieno, soprattutto grazie ad alcune piccole trattorie che hanno conservato la tradizione della cucina popolare, permettendomi un salto assoluto della memoria in gusti di famiglia della mia infanzia. Quattordici chilometri separano uno dei miei "paesini del cuore" dalla ben più famosa Lamon. Eccone un piccolo assaggio.

questioni di famiglia. Vinose...

Questo  MTC di settembre , in cui Elisa dei  Sapori di Elisa   lancia la sfida sulle  raviole del plin ,   arriva in una mia fase "veneta". Questioni di famiglia. D i ricorrenze, di memorie. Questioni di affetti da confermare sempre, al di là di tutte le stanchezze procurate dall'età, dal mondo che corre troppo veloce e non fa che complicarsi, dagli occhi che sempre meno riescono a distinguere tra realtà, fantasia e ricordo. Il regalo è stato un piccolo viaggio nel passato: una serie di cene con invitati e menù diversi, tutte che ruotavano attorno a pietanze "dell'infanzia", ovvero piatti poveri  di tradizione nelle famiglie contadine  venete  degli anni '30. Abbiamo richiamato a tavola gli affetti di tempi e di luoghi lontani da decenni, che ora farebbe paura rivedere dal vivo. Ci siamo seduti assieme alle persone del cuore presenti ed assenti, quelle insomma che abitano dentro di noi e  che... sono sempre state golose degli stessi nostri cibi. E abb

ultimi esperimenti estivi

Poi basta, che  dal punto di vista climatico la stagione delle melanzane qui è decisamente archiviata, ma mi è rimasta nel cassetto una ricetta che non posso proprio fare a meno di pubblicare... Con i prodotti lucani entrati in casa mia grazie alla partecipazione a  Io Chef , prima di proporre la ricetta che rispondesse ai requisiti richiesti ho fatto un po' di esperimenti di testa mia, prevalentemente per capire cosa avevo tra le mani... I primi ingredienti sono stati quelli più "deperibili": a legumi, conserve e formaggio stagionato potrò dedicarmi con calma, ma melanzane fresche e pane occorreva venissero valorizzati quando erano al loro meglio. Con le melanzane rosse di Rotonda dopo una prima ricetta  abbastanza tranquilla ho provato ad osare di più: un piatto di ispirazione tailandese, una Lucania in versione orientale.Mentre gli esperimenti con pane e altro non erano così legati alla stagione urge ora che termini di parlare di queste verdure, per me simbolo d

Lucania con intruso varesino...

Sono stata onoratissima di aderire a IO CHEF , contest per blogger promosso dalla Federazione Italiana Cuochi  in occasione del loro congresso annuale e segnalato in rete dalla entusiasta Teresa di   Scatti Golosi .  Ho testato prima (come qui  e  qui ) , anche un po' dietro le quinte, alcuni prodotti tipici della Basilicata che mi avevano particolarmente stuzzicato. In specifico le melanzane di Rotonda, leggermente più sode e meno dolci di quelle viola, ed il ficotto, mosto di fichi più caramellato e dunque decisamente più amarognolo di quanto mi aspettassi. Poi sono partita in quarta con una ricetta ben precisa in testa. Ma (in questo caso) purtroppo vivo a Varese... e i l fascino della scoperta dei sapori lucani è stato un po' attutito dalla delusione di non trovare in commercio la maggior parte dei fantastici pesci dell'elenco proposto, a parte seppie, polpi,   triglie  e qualche volta pesce sciabola e   rombo , di cui non è però sempre mediterranea la provenienza. 

mais, tra Veneto America e Provenza

Ho trascorso un paio di giorni sul Sile,  in una campagna veneta dolcemente autunnale,    tra viti prossime alla vendemmia  e turgide pannocchie di mais che sembravano sussurrare: "raccoglimi, raccoglimi...".  Adoro il granoturco fresco e alla vista di quelle pannocchie, così fresche e maestose, la prima tentazione è stata di accaparrarmene un paio delle più giovani per preparare lo   ntsidigo'i , il "pane inginocchiato"  navajo  tipico del tempo di raccolta, quando si  pestano i teneri chicchi di mais fino a farne una pasta e li si cuoce con la brace in una buca del terreno avvolti nelle loro foglie. All'atto pratico la cosa purtroppo risultava un po' complicata, così un po' di pannocchie sono finite semplicemente arrostite e spalmate di burro salato, come in qualsiasi barbecue statunitense di stagione che si rispetti. Da quelle che mi sono poi portata a casa è nata invece una zuppa di  ispirazione centroamericano/provenzale.

ricostuire

Quattro anni di blog, quarantanove di vita, l'impulso costante di guardare avanti, il desiderio di qualche certezza in più.  I ricordi di momenti in cui tutto sembrava più facile non portano malinconia ma sferzate di energia, la ferma volontà di ricostruire, di potersi ancora permettere quella leggerezza di pensiero. Maiale in agrodolce: una delle prime prime "scoperte" di cucina etnica, che preparare oggi mi da la misura di quanto sia distante, non solo nel tempo, quella ricetta da pseudo-ristorante piena di peperoni e ananas, da ciò che ho imparato nel frattempo.  Perchè quello che allora mi sembrava un piatto perfetto ora so essere stato preparato con salse pronte, bustine e prodotti in scatola, gli stessi che si possono tuttora acquistare nei negozi etnici insieme, per dire, ai ravioli al sugo in lattina. E mi rendo conto che il tempo trascorre per insegnare a non vivere di rimpianti ma a godersi con voluttà tutto ciò che si è imparato lungo il cammino. Ques

casa che vai, "sarata" che trovi

Avrei decine di ricette arretrate fresche fresche e a base di prodotti di stagione, da pubblicare prima che il prossimo acquazzone si porti definitivamente via l'estate, come succede di solito alle mie latitudini. Ma il mood jap sta tornando alla carica, più intenso e volitivo che mai. Dunque oggi una versione pseudoestiva di yamaimo sarata , una sorta di "insalata russa" giapponese casalinghissima, che avevo già preparato  qui   in versione molto classica e che mi sono ora divertita a reinterpretare. Come in ogni ricetta tradizionale che si rispetti, infatti, ognuno ha l'abitudine di personalizzare il piatto con la propria "mano" ed il proprio gusto (un po' come da noi l'insalata di riso...). A maggior ragione per questa preparazione, che in Giappone viene spesso servita durante i pasti di famiglia perché è molto gradita a tutte le età. Devo dire che ne ho assaggiate anche versioni piuttosto improbabili... Di solito questa  sarata  (la definiz

una melanzana che sembra un pomodoro

Conosco poco la Lucania, l’ho visitata anni fa un paio di volte molto velocemente e quasi solo di passaggio. Credo allora di aver fatto un grave errore, me ne sono resa conto da tempo… ma hanno contribuito a ricordarmelo Teresa con l'iniziativa Io Chef  organizzata dal blog  Scatti Golosi   insieme alla Federazione Italiana Cuochi, che quest'anno si riunisce per il suo Congresso Nazionale  proprio a Metaponto. Come? Semplice: hanno inviato alcuni prodotti tipici a un po' di blogger invitando ad utilizzarli in cucina. Nel fortunato gruppo ci sono pure io che, se già conoscevo il pane di Matera o il cacioricotta lucano, devo dire sono rimasta a bocca aperta di fronte ad alcune altre specialità tipiche della zona, come le merlingiane a pummadora , le melanzane rosse di Rotonda, e il ficotto , un mosto cotto di fichi rosa di Pisticci. Comincio subito dalle melanzane, il prodotto più deperibile nel cesto degli assaggi e quello forse che scatena di più la mia curiosità

precisazione:

Per carattere tendo a tenermi in disparte e so che un comportamento simile in rete rema contro la normale volontà di visibilità di un blog che si rispetti: ho ricevuto spesso critiche per questo.
Mi hanno anche fatto notare che non sempre racconto le manifestazioni a cui sono invitata da aziende e che non polemizzo con chi ha utilizzato i miei testi o le mie foto senza citare il mio blog.
Ringrazio con passione chi mi rivolge queste critiche per affetto e chi mi sopporta lo stesso, nonostante non segua i loro consigli!