Passa ai contenuti principali

Post

Visualizzazione dei post da luglio, 2011

eleganza del giovane sabato sera inglese

Cosa si intende per "eleganza"? Se ne potrebbe discettare per ore, a maggior ragione se reduci da uno spettacolo come quello a cui ho assistito qualche settimana fa a Cambridge... Pigro pomeriggio di un giugno turista, in pellegrinaggio tra le architetture degli storici college della cittadina e tra la gente che li popola, tutto a testimonianza di un modo antico e sempiterno di fare cultura, che è la somma di trasmettere conoscenze ed insegnare ad interpretarle per metterle a frutto nella vita vera. Mi accolgono vicoli silenziosi (il cartello è un divieto di parcheggio per biciclette), bianche tende sul lungofiume, vestite a festa in attesa degli ospiti per una festa serale, scene bucoliche nel cuore della cittadina, in cui placide mucche pascolano a fianco dei perfetti prati rasati dei college, languide passeggiate in barca su cui saggi studenti arrotondano la settimana prestandosi come gondolieri, soste rilassate per due chiacchiere ed una foto, un p

varianti in tema di pane

Marco Polo questa volta si aggira per le regioni dell' India Meridionale , dove ha la possibilità di confrontarsi con una grande varietà di religioni, ognuna con i propri specifici costumi alimentari. Esiste però un cibo permesso dai dettami di tutte le religioni allora presenti in quell'area geografica: sono i pappadam , le croccanti cialde indiane di lenticchie che cita anche Enrico. Detti papad al nord o anche popodom o appalam a seconda della zona, possono essere semplici oppure aromatizzati con peperoncino, cumino, pepe, aglio, coriandolo e si possono considerare una delle infinite varianti in tema di pane esistenti in India. Si sgranocchiano come stuzzichino tra un pasto e l'altro o si usano a tavola per assaggiare salse ed insalate o per raccogliere gli intingoli dei curry, anche se nei ristoranti indiani all'estero li propongono prevalentemente ad inizio pasto come appetizer, accompagnati in genere da un tris di salse: una a base di yogurt, un chutney ag

quando il caso dice la combinazione

Che combinazione, guarda che fatalità! Siamo usciti di casa non sapendo bene cosa fare e poi così per caso, e anch'io per caso, sono qua! Potrei cominciare con una citazione di Edoardo Bennato il mio sproloquio sugli effetti del caso, oltre a quella di Totò a cui appartiene il titolo di questo post. E decido che sì, essendo entrambi (guarda un po'!) napoletani, e trattando qui io di mozzarella e pomodoro, la cosa ha pure un suo senso. In adolescenza ero convinta che l'istinto fosse una forma di razionalità nascosta, che ti guidava lungo un percorso al momento per te oscuro salvo poi, raggiunta la meta, scoprire a posteriori che tutto aveva avuto un senso preciso. Ho passato i decenni successivi a riflettere dopo ogni scelta fatta prima istintivamente e la teoria si è sempre confermata. Oppure sono io troppo dietrologa, che devo trovare a tutti i costi un senso a quel che faccio? Con il tempo mi sono resa conto che non sono solo le scelte personali ad avere un &qu

un saggio equilibrio

Marco Polo dopo il tour delle isole rientra in continente, approdando sulle coste del Malabar  e cominciando come al solito a curiosare in giro ed annotare i suoi pensieri. Lui non lo sa, ma il nome Malabar in lingua locale sembra significhi "regione delle colline", anche se per esteso si riferisce più in generale alla costa sud-ovest dell'India e, sia ora che ai tempi di Marco Polo, l'area era molto più famosa per i suoi porti e per gli scambi commerciali che vi avvenivano che per il paesaggio collinoso. I porti del Malabar erano infatti all'epoca una sorta di diramazione della famosa Via della Seta e rappresentavano per la penisola indiana i principali punti di esportazione di spezie e filati verso l'Occidente. Grazie a questa vocazione commerciale le città costiere hanno sempre avuto una popolazione multietnica ed una grande tolleranza nella convivenza di culture e religioni differenti, accogliendo pacificamente, oltre ad Ebrei e Musulmani, anche le prime

aria d'Italia

A bocce ferme tiro un respiro. Sono stati molto intensi questi ultimi mesi, fuori e dentro il blog. Iniziative legate al terremoto in Giappone, il fascinoso ma incalzante viaggio di Marco Polo da rincorrere, l'espolsione di emozioni e la richiesta di energie dell'MTC di giugno, tutto a farcirmi (anche positivamente, non lo nego!) una vita già densa di suo di pensieri impegnativi. Poi l'altra sera cambia tutto: un piccolo tifone arriva a spezzare la lenta fatica di questa strana estate. Alberi abbattuti sopra tetti, vetri di finestre infranti, auto travolte da rami e rottami, noci di ghiaccio a martellare automobili e fracassare insegne. E vortici di aria che polverizza la pioggia e le foglie, una bora fuori sede che viaggia a 100 km all'ora e copre qualsiasi altro rumore e lascia poi luce opaca e silenzio assoluto, insieme ad una temperatura di venti gradi più bassa. Cammino in mezzo a questa distruzione che ha tinto tutto di verde seminando mucchi di foglie e fram

cielo inglese condito con samba

Come conoscere al meglio possibile un Paese? Vivendo ogni occasione con la stessa logica dei suoi abitanti. Ad esempio... cosa fanno i Britannici in estate? Svariate cose, a seconda di localizzazione, ceto, abitudini familiari e così via, ma tutte rigorosamente all'aperto. Una delle scelte più gettonate nei villaggi di campagna lontani dai grandi centri abitati è quella delle sagre di paese (... come dar loro torto? Facciamo lo stesso pure noi!). Ed io mi ci sono andata ad infilare diritta diritta: quando ho dovuto scegliere come trascorrere due mezze giornate in Gran Bretagna non ho avuto dubbi, una delle due andava assolutamente spesa alla St John´s Street Annual Street Fayre di Bury St. Edmund, ridente cittadina del Suffolk. Il programma prometteva banda, rinfreschi, barbecue, bancarelle, riffa ed intrattenimenti vari dal vivo per grandi e per bambini. E tutto ciò ho avuto, tranne la lotteria che sarebbe stata per me fuori orario. Ecco, magari non tutti i dettagli erano pro

precisazione:

Per carattere tendo a tenermi in disparte e so che un comportamento simile in rete rema contro la normale volontà di visibilità di un blog che si rispetti: ho ricevuto spesso critiche per questo.
Mi hanno anche fatto notare che non sempre racconto le manifestazioni a cui sono invitata da aziende e che non polemizzo con chi ha utilizzato i miei testi o le mie foto senza citare il mio blog.
Ringrazio con passione chi mi rivolge queste critiche per affetto e chi mi sopporta lo stesso, nonostante non segua i loro consigli!