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Visualizzazione dei post da dicembre, 2021

ravioli ai porri, farciti di gamberi come in Cina e brasati come in Giappone

Dopo la scorpacciata di biscottini natalizi svizzeri , che qui sul blog ha seguito una serie di preparazioni miste tra orientali e italiane, non posso che chiudere questo 2021 con una ricetta che miscela tre culture: sono dei ravioli, ma anche un po' xiao mai  e un po' gyoza,  la cui sfoglia viene pensata e stesa all'italiana, la cui farcitura è concettualmente cinese e la cui cottura risulta tipicamente giapponese. Degli xiao mai , i ravioli aperti cinesi, avevo già parlato qui , proponendo un ripieno misto di maiale e gamberi e spiegando come la farcitura di soli gamberi esiga una sfoglia più sottile. Ho invece nominato spesso i gyoza giapponesi  senza però mai raccontarne la storia e i dettagli. In attesa di dedicare loro un post specifico ne propongo qui il tipico metodo di cottura, che mi riservo di illustrare in futuro in modo più ampio. A livello di ingredienti, questa diventa una ricetta tutta italiana se si sostituisce il vino di riso con due parti di Marsala dilu

biscottini natalizi di famiglia, puntata 3: gli Spitzbuben e i Brezeln dolci

Terminiamo per quest'anno la serie dei biscotti natalizi svizzeri, dopo Brunsli e Gipfeli , con gli Spitzbuben , che adoro non solo per il sapore, quello di una rassicurante frolla appena profumata di cannella, quanto soprattutto per gli intagli che li caratterizzano, e che li rendono molto "natalizi" anche quando, come da tradizione, vengono semplicemente cosparsi di zucchero a velo oppure lucidati con un pochino di uovo. Ma io preferisco decorarli con la ghiaccia*... Il loro ripieno classico sarebbe la gelatina di ribes ma io uso confettura di fragole e rabarbaro, quella che ha segnato la mia infanzia. In alternativa va benissimo una confettura di frutti rossi ma si usano anche, a seconda della zona e dei gusti di famiglia, un ripieno tipico del  Birnenweggen  di Lucerna a base di pere, cotte a densa pasta e profumato con frutta secca, spezie e grappa o vino, che assomiglia un po' alle farciture di alcuni tortelli dolci regionali italiani. Si usano anche confettura

biscottini natalizi svizzeri di famiglia, puntata 2: i Gipfeli

Dopo i Brunsli , i secondi in classifica a mio puro gusto personale tra i biscottini natalizi svizzeri tradizionali sono i cornetti alla vaniglia, di cui esistono fondamentalmente due versioni: quella della Svizzera interna, detta Kipferli , per cui si monta il burro morbido con lo zucchero e vi si aggiungono farina, uova e il resto, e quella ticinese, i Gipfeli (pronuncia con la G dura, come “ghiro”) che è senza uova, si lavora come una sablée ed è quella che preparo io. In entrambe le versioni i profumi dominanti sono sempre vaniglia, burro e mandorle. La cosa che hanno in comune questi con altri cornetti che, tra Germania, Austria e Ungheria, hanno nomi simili come  Kipfel, Kipferl o Kifli , è la forma curva. Qualsiasi siano gli ingredienti, infatti, la sagoma di questi biscotti è storicamente importante come tutti i dolci "a mezzaluna" che hanno preso piede in Europei nel '700 per una ragione storica comune a tutti ma sconosciuta ai più. A dar fama e fortuna a ques

biscottini natalizi svizzeri di famiglia, puntata 1: i Brunsli

Ho avuto occasione ultimamente di dover spiegare ad amici recenti come la mia famiglia composita non abbia in verità sviluppato vere e proprie tradizioni di ricette natalizie. Se mediamente nel Nord Italia è poco considerata la cena della Vigilia e si da più importanza al pranzo di Natale, sia come momento di riunione familiare che come allestimento di un pasto speciale.  Eppure noi abbiamo invece due curiose abitudini: la colazione della Vigilia , primo momento in cui tutta la famiglia si siede attorno allo stesso tavolo, e la "cena leggera" della sera della Vigilia, come continua a definirla mia madre, che prevede zuppa di cipolle  di nostra mamma e  baccalà  di nostro padre, a volte affiancato o sostituito da  trippa .  Per quanto riguarda il pranzo di Natale la tradizione di famiglia, da quando sono mancati la nonna paterna ed il suo pollo arrosto, è stata rifarci ogni volta ad un tema differente, allestendo di anno in anno un pranzo sempre diverso e sempre speciale, che

all'inseguimento di Uffizi da Mangiare 16: Giuseppe Recco e il menù di Natale a tema artistico

Sono deliziata: dopo aver seguito qui nel blog dal 25 gennaio al 24 giugno di quest'anno tutto il percorso di Uffizi da Mangiare con il mio umilissimo Inseguendo l'Arte da Magiare , scopro che per chiudere in bellezza l'anno le Gallerie degli Uffizi per Natale ne propongono l'estensione con  Aggiungi un posto a Tavola . L'iniziativa riprende infatti con un post  dell'8 dicembre sulla or pagina Facebook, che recita: A partire da oggi entriamo nelle vostre cucine per sentire il profumo del Natale. Il cibo è Arte, in particolar modo in Italia, terra di cultura, tradizione, gusto e immaginazione. Nasce a Natale la prima call to action delle Gallerie degli Uffizi dedicata al connubio fra cibo e arte dove i protagonisti siete Voi, cuochi non professionisti con la passione per la buona tavola!  L’ispirazione viene dai dipinti del ‘600 delle nostre collezioni, dispense ricche o tavole imbandite con tutti gli ingredienti utili per preparare un piatto ad arte. Potete far

non tutti i roll giapponesi sono sushi: involtini giapponesi di carne e funghi

Nonostante io cucini spessissimo giapponese, mi rendo conto che da troppo tempo non pubblico sul blog una di quelle ricettine nipponiche che tanto adoro nel quotidiano. Essendo appena passato in Italia il momento dei funghi, ecco che racconto una delle mie ultime prove casalinghe, un piatto di carne e funghi, per contraddite chi pensa che la cucina giapponese sia fatta solo di pesce! Appartiene al filone degli  Yawata-maki , 八幡巻, che avevo già presentato qui in versione primaverile con asparagi tanto tempo fa. Il termine inizialmente definiva degli involtini di carne e bardana, pianta tipicamente coltivata nella prefettura di Yawata, ma con il tempo si è esteso a tutti gli involtini cotti di carne e verdura. Qui le fettine di manzo avvolgono degli  enokitake,  funghi   allungati, sottili e dalla piccola capocchia che crescono in famigliole, in natura sui ceppi di alcune piante, dove prendendo luce e diventano marroncini. In quel caso sono chiamati nameko , なめこ, mentre quelli coltivati,

precisazione:

Per carattere tendo a tenermi in disparte e so che un comportamento simile in rete rema contro la normale volontà di visibilità di un blog che si rispetti: ho ricevuto spesso critiche per questo.
Mi hanno anche fatto notare che non sempre racconto le manifestazioni a cui sono invitata da aziende e che non polemizzo con chi ha utilizzato i miei testi o le mie foto senza citare il mio blog.
Ringrazio con passione chi mi rivolge queste critiche per affetto e chi mi sopporta lo stesso, nonostante non segua i loro consigli!