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Visualizzazione dei post da ottobre, 2010

il mistero del pipistrello fantasma o della cucina cannibale

Condivido con mia sorella la passione per lo stare in cucina a pasticciare. Abitiamo troppo lontane per poterlo fare insieme, così quando capita di vedersi e magari fare anche un giretto per negozi (quasi sempre di alimenti o di casalinghi, visto che per il vestire e per molte altre cose abbiamo gusti decisamente differenti...) e ci innamoriamo dello stesso oggettino da cucina o dello stesso ingrediente, ne compriamo una coppia e ce lo regaliamo a vicenda. Così facendo nel tempo abbiamo approntato una piccola "doppia collezione" di strumentini improbabili, tra cui spiccava uno stampino da biscotti a forma di pipistrello. Ma di questo indispensabile oggetto parlo putroppo al passato... Non so se capita solo a me, infatti, ma ogni tanto mi  dirigo tranquillamente verso un cassetto od uno sportello della cucina per prendere un attrezzino che ho ivi accuratamente riposto... e non lo trovo. In genere mi tuffo in ogni anfratto, cercando prima un'alternativa logica di posizi

un maiale delicato

La carne più consumata in Cina è quella di maiale. Oltre ad apprezzarne il sapore delicato e facilmente abbinabile agli ingredienti più disparati, si tratta anche di una scelta culturale. Il Cinese medio infatti nel passato consumava raramente il manzo dato che le bestie da lavoro erano ben più preziose della loro carne, e quando lo faceva la miscelava sempre ad abbondanti verdure, perchè la pancia si riempisse con poca spesa. Montone ed agnello erano invece di uso comune solo tra le popolazioni montane od a forte influenza musulmana quindi, pollo a parte, il maiale era l'animale più facile da allevare anche in zone geografiche differenti, da nutrire con qualsiasi risorsa naturale a disposizione ed era considerato per questo un "produttore di carne" molto sano, oltre che redditizio, dato che era sfruttabile in tutte le sue parti... Questo concetto della completa utilizzabilità del maiale è internazionale e diffusissima ovunque, tra le popolazioni che se ne cibano. C

attimi di Sicilia

Ho incontrato l'altro giorno una coppia di ragazzi di ritorno dal viaggio di nozze in Sicilia. Mi parlavano di maniche corte, abbronzatura, bagni in mare ad ottobre... Di fantascienza, insomma, per chi ad ottobre abita come me in luoghi da 10 gradi di giorno e 4 di notte, con termosifoni accesi, foglie rosse e gialle ovunque, maglioni di lana e cappotti a tutto spiano... L'unico legame con la stagione appena terminata sono gli ultimi rimasugli dell'orto, in questo caso dei peperoni che avrebbero tanto voluto diventare gialli ma in gran parte si sono fermati allo stadio verde della loro vita, che rimanendo sulla pianta si sarebbe conclusa in un bluastro da gelata improvvisa. Non c'è questa volta una storia legata alla mia ricetta, solo la suggestione del racconto di un viaggio e la voglia per un attimo di trovarmi anch'io in quei luoghi. Così ecco che dal cilindro esce la citazione di una anticaricetta siracusana, rustica e "calda" a sufficienza per es

Ciccio versus Poldo

Questo mese la sfida dell' MT Challenge   lanciata da Alex e Daniela di Menù Turistico   ruota attorno ad una ricetta classica americana, l' apple pie  proposta da Annalù e Fabio di Assaggi di Viaggio , vincitori della scorsa puntata. Sì, si chiama "challenge", ma in realtà è più una sfida con se stessi che una reale competizione tra cucinieri, ecco perchè mi ci sono accoccolata senza grandi contraccolpi, io che competitiva proprio non sono per niente . Tra tutte le indicazioni date da Annalù e Fabio nel loro post sul super-classico tra le torte di mele americane, quel che mi ha più colpito è la frasetta che hanno scelto per definire con chiarezza ciò di cui si sta propriamente parlando: "la mitica torta di Nonna Papera", quella che faceva impazzire tutti. O quasi. E sì, qui si pone una questione, perchè nei fumetti dell'antica infanzia erano due i veri "golosastri" (termine geniale, anch'esso d'epoca...) della situazione in cui cias

ma ha inventato tutto Marco Polo?!

Oggi, in onore al World Bread Day , seguiamo Marco Polo al mercato, lontano dai fasti della cucina di corte, a gironzolare bello bello in mezzo alle bancarelle di merce ed ai banchetti di cibo da strada del mercato di Pechino . Probabilmente il nostro guarda ogni novità con occhi sgranati, soppesa il valore commerciale di tutte quelle curiosità e di certo assaggia qualche goloso boccone dalle infinite bancarelle di golosità che in Cina propongono quotidianamente semplici ed appetitosi street food. E, tra le altre cose, non può non incappare oggi nei  cong you bing, le tradizionali focaccine ai cipollotti di cui sembra fosse diventato ghiotto. Testimonianza ne sia il fatto che proprio da questo incontro è nata l'ennesima leggenda sul suo conto... C'è infatti chi pensa che la pizza italiana sia un'evoluzione di queste focaccine   e che il responsabile sia proprio Marco Polo, il quale, una volta rientrato in Italia, sentiva talmente la mancanza dei bing da cercare a lung

tutto quello che vuoi

Il mio tentativo di interrompere questa lunga serie di post orientali con una ricetta europea è miseramente naufragata in un mare di patate altrui, dunque rimanderò il post tuberoso di qualche giorno (vero Gambetto che però usciamo in coppia anche noi, con le nostre patatine?!) e per oggi mi rassegno di nuovo al Giappone. E forse tutto ciò è okonomi , cioè proprio quello che voglio... Più precisamente ci tuffiamo nello scarno resoconto fotografico del Mi Japan Festival a cui ho partecipato qualche giorno fa . Ad essere sincera ero troppo occupata a vivermela per ricordarmi di immortalare gli eventi, anche se il mio piccolo scoop a modo mio l'ho pure portato a casa... Ecco in ordine sparso: l'angolo dei bonsai la mostra fotografica i furoshiki annodati la stilista all'opera i testi della scuola di manga alcuni origami  e per ultimo gli aspetti della cultura contemporanea giapponese che meno mi coinvolgono: bimbi alle prese con l

ab ovo

Sarei stata pronta tra domenica e lunedì con un piccolo, semplice post con una ricetta di patate al forno... poi ho visto la stessa ricetta annunciata da  Menù Turistico e, anche se non riuscivo ad accedere davvero alla loro ricetta, mi sono detta "Ma pensa che coincidenza..." e mi sono riproposta di aspettare qualche momento, fino a che il loro post fosse stato leggibile per capire che insegnamento trarne. Poi la giornata mi ha preso la mano ed ho rimandato la faccenda alla sera. Salvo che, tornando in rete all'ora di cena, ho trovato che anche la Cialtrona Muscaria aveva pensato alla stessa ricetta! Ho deciso di non intagare oltre le profonde implicazioni di questa strana assonanza a tre e mi sono buttata sulla Cina anche perchè, a furia di aspettare gli eventi questa volta sono gli eventi che hanno travolto me, con Marco Polo che nel frattempo ha ripreso con decisione le sue esplorazioni per le vie dell'antica Pechino. Io invece, tra il lusco ed il brusco, ho

precisazione:

Per carattere tendo a tenermi in disparte e so che un comportamento simile in rete rema contro la normale volontà di visibilità di un blog che si rispetti: ho ricevuto spesso critiche per questo.
Mi hanno anche fatto notare che non sempre racconto le manifestazioni a cui sono invitata da aziende e che non polemizzo con chi ha utilizzato i miei testi o le mie foto senza citare il mio blog.
Ringrazio con passione chi mi rivolge queste critiche per affetto e chi mi sopporta lo stesso, nonostante non segua i loro consigli!