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Visualizzazione dei post da aprile, 2014

zucchine, mandorle ed un tocco di ambiguità

Mi stavo giusto chiedendo cosa potermi inventare con un favoloso panetto di latte di mandorle arrivato dalla Sicilia qualche tempo fa ed ecco che arriva l'invito di Stefania di  Cardamomo & Co.  a partecipare alla sua raccolta   Per un pugno di mandorle , dove basta inventarsi una ricetta gluten free a base di mandorle per trovarsi tra amici ed essere felici. Detto fatto! Trascrivo altrove tutte le idee che mi sono venute in mente e decido di osare in questa sede un esperimento barocco: introdurre  lo zucchero  in una preparazione che non vuole essere un dessert .  Ora ci sembra strano, ma per secoli lo zucchero è stato  un ingrediente costosissimo, presente solo sulle tavole più nobili. Per questo era considerato dai cuochi di corte una spezia preziosa, da utilizzare ovunque più per dimostrare l'opulenza della tavola del proprio signore che per una questione di gusto. Spessissimo abbinato alle mandorle, che spesso fungevano da legante, sia in piatti dolci che salati,

il cuore chiede sempre attenzione

Bellissima idea per l' MTC di aprile  proporre una riflessione sulle  frattaglie , ovvero rendere protagonista per un mese una famiglia vasta e spesso guardata con diffidenza di ingredienti "popolari" nel più ampio senso del termine. Artefice di questa geniale proposta è Cri di  Beuf a la Mode . Tutti aspettavamo solo che vincesse un MTC, io personalmente coltivando la speranza che proprio questo tema ci avrebbe proposto... Bando alle ciance: ovvio che la mia prima tentazione è stata etnica, tipo la trippa con limone alla madrilena o gli spiedini giapponesi di pelle di pollo arrotolata; la seconda è stata quella invece di attingere allo scarso ma gustoso patrimonio familiare o a quello locale, visto che in zona abbondano piatti a base di "scarti" del maiale e del manzo.  Poi ho pensato che, a prescindere dagli infiniti piatti di tradizione italiana e non a base di quinto quarto, sarebbe stato più interessante ripercorrere il senso profondo delle ricette con

una pastiera senza ruoto

Post post-pasquale sulla pastiera (che cacofonia di "P"!). O almeno sul mio tentativo di pastiera... Perché dopo essere venuta a conoscenza di tutti i possibili segreti della pastiera "classica" da amici e quasi-parenti napoletani, e dopo pure una dotta lezione sulla sua storia, ho commesso un errore tra i più classici, banali e gravi: non possedere un ruoto!  Quindi oggettivamente senza l'apposito stampo non ho di fatto preparato una pastiera, bensì una crostata di grano e ricotta...  E qui avverto: a chi non è interessato ai miei abituali sproloqui conviene saltare direttamente alla ricetta, perchè la metto giù lunga.  Ma andiamo con ordine... Come da manuale mi sono organizzata per produrre la pastiera durante la Settimana Santa, visto che  la tradizione  prevede che il lunedì si metta a bagno il grano per 3 giorni ed il giovedì si prepari la pastiera vera e propria.  Sarebbe meglio però parlare di "pastiere" in più esemplari  perché, oltr

... e un (quasi) "normale" coniglio alle melanzane...

So che le melanzane non sono di stagione ad aprile ma, come dicevo qualche giorno fa ,    le avevo comunque in casa  per una ricetta commissionata. Visto che ne sono golosa... perché non approfittarne? Sempre nel mood delle ricette tranquille, senza esotismi, mi ero riproposta, come per il polpettone. Ma questa volta ho osato un po' di più: ho presentato a tavola un coniglio con qualche aroma inaspettato ma travestito da classico mediterraneo, comprensivo di piatto rustico di terraglia e tovaglia a quadri in stile trattoria.  Il cammuffamento ha funzionato: tutti  ad apprezzare senz a chiedersi se ci fosse qualcosa di "diverso", tutti a spazzolare persino il sughetto rimasto nella padella... Nonostante in questi giorni io abbia la testa  proprio da un'altra parte del mondo  evidentemente la cucina"normale" (quasi) italiana mi è rimasta un pochino nelle mani. Quasi quasi alla prossima puntata provo pure un altro classico... magari... un dolce?! Poi per

un "normale" polpettone ai peperoni

Da un estremo all'altro: involtini svizzeri, zuppine cinesi, polpette di ispirazione spagnola, spiedini giapponesi... e poi un eccomi qui con bel polpettone casalingo! Già, perchè ogni tanto sembra ci debba stare sulla tavola anche un po' di "normalità". A me per essere sinceri tutto quello che cucino e pubblico in questo blog sembra "normale", ma a quanto pare un piatto classico italiano ogni tanto sembra dia una sorta di immagine rassicurante della mia tavola a chi la condivide. Quindi oggi e nei prossimi giorni un paio di classici dei classici: un polpettone e uno spezzatino di coniglio. Avendo in casa  peperoni e melanzane (lo so...  due verdure completamente fuori stagione per aprile, ma non è colpa mia: sono ingredienti per altri piatti su commissione!) li ripartisco equamente tra le due ricette. E oggi mi tocca il polpettone ai peperoni. E qui, per evitare tentazioni personali che mi spingerebbero a brasare i peperoni alla giapponese, frullarli

yakitori giapponesi: un mondo...

Tutti li nominano, tutti li ordinano nei ristoranti asiatici, che spesso sono giapponesi ma a volta anche cinesi tailandesi o coreani, e pochi sanno che dietro la parola yakitori si apre un mondo. Perché, come per ogni cosa nella cultura nipponica, si prende un gesto e se ne fa un'arte... Come in Occidente anche in Giappone la griglia è roba da uomini e gli spiedini di pollo non fanno differenza. Per mettere un po' d'ordine chiariamo che l'arte in questione è il kushiyaki ,che significa "spiedino alla griglia", di cui lo yakitori è la categoria con protagonista il pollo, che si apre a sua volta in mille sotto-specialità. Quella di cui si parla oggi è la versione negima , cioè con pollo e cipollotti, che si potrebbero servire anche semplicemente insaporiti con un pizzico di sale. In Giappone è un argomento classico di discussione ed una domanda abituale nelle yakitori-ya , bancarelle o ristorantini specializzati in spiedini di pollo: shio-yaki , grigliati

spinaci, polpette e voglia di mettersi in gioco

Ad aprile  Salutiamoci  ci parla di  spinaci  freschi, con una raccolta accolta questo mese da   Alice   di Passato tra le mani .  Ragionando un po' sul sapore di questo ortaggio, l o spunto decisivo è nato dalla curiosità di unire l'eleganza dello zaff erano al il mix più rustico di spinaci cumino  e  ceci , collaudato protagonista di una delle mie  tapas spagnole preferite .  E poi, oramai totalmente dentro il moo d di Salutiamoci, mi è venuta inevitabilmente la voglia di cogliere questi spunti per proporre delle polpettine vegetali e presentarle anche alla raccolta  di   Kitchen Pinching , a cui mi ha invitato  Rosaria  e  che stimola ad un  confronto di idee  sulle polpette . A dire la verità mentre cucinavo mi son partiti una marea di spunti, sia per spinaci che per polpette, e non è detto che, visto che questa volta ho un mese intero davanti, non riesca a metterne in pratica ancora qualcuna. Mettersi in gioco, quando si tratta di imparare e condividere invece che di

precisazione:

Per carattere tendo a tenermi in disparte e so che un comportamento simile in rete rema contro la normale volontà di visibilità di un blog che si rispetti: ho ricevuto spesso critiche per questo.
Mi hanno anche fatto notare che non sempre racconto le manifestazioni a cui sono invitata da aziende e che non polemizzo con chi ha utilizzato i miei testi o le mie foto senza citare il mio blog.
Ringrazio con passione chi mi rivolge queste critiche per affetto e chi mi sopporta lo stesso, nonostante non segua i loro consigli!