Passa ai contenuti principali

il cuore chiede sempre attenzione

Bellissima idea per l'MTC di aprile proporre una riflessione sulle frattaglie, ovvero rendere protagonista per un mese una famiglia vasta e spesso guardata con diffidenza di ingredienti "popolari" nel più ampio senso del termine. Artefice di questa geniale proposta è Cri di Beuf a la Mode. Tutti aspettavamo solo che vincesse un MTC, io personalmente coltivando la speranza che proprio questo tema ci avrebbe proposto...

Bando alle ciance: ovvio che la mia prima tentazione è stata etnica, tipo la trippa con limone alla madrilena o gli spiedini giapponesi di pelle di pollo arrotolata; la seconda è stata quella invece di attingere allo scarso ma gustoso patrimonio familiare o a quello locale, visto che in zona abbondano piatti a base di "scarti" del maiale e del manzo. 

Poi ho pensato che, a prescindere dagli infiniti piatti di tradizione italiana e non a base di quinto quarto, sarebbe stato più interessante ripercorrere il senso profondo delle ricette con in quinto quarto, nate come preparazioni di recupero e spesso finite per essere simbolo stesso della cucina popolare della regione. 

La riflessione sull'argomento mi ha portato così a cercare per questi ingredienti "alternativi" alle carni nobili un utilizzo nuovamente "alternativo", cioè un po' più sperimentale rispetto agli abbinamenti acquisiti e, per gli amanti del quinto quarto, assolutamente assurti al ruolo di "classici". Ad esempio è abbastanza inconsueto legare le frattaglie al gioco tra morbido e croccante, oppure farne un contorno o uno snack...

Avendo già affibbiato il ruolo di fingerfood a dei bastoncini di trippa in pastella in tempi non sospetti, questa volta pensavo di giocare diversamente sulle consistenze, rendendo croccante ad un ingrediente che nascerebbe tanto morbido da quasi disfarsi: il sanguinaccio di maiale. 

Per la precisione vorrei quello spagnolo, la morcilla, che nella mia versione preferita è aromatizzata con cannella e paprika affumicata. Ma non ho modo di procurarmela al volo, ne' ho accesso direttamente al sangue fresco di maiale per confezionarla in casa (come, tra l'altro, richiederebbe il regolamento di questo MTC che non accetta insaccati pronti), dunque mi servo di un sanguinaccio nostrano, cui dono una crosticina croccante di ispirazione giapponese, e gli faccio fare solo da antipastino o da contorno.

I bocconcini di sanguinaccio croccante fanno infatti da crostini in un'insalata fresca, da servire come comprimaria in accompagnamento al protagonista vero del mio post: il cuore. 

E' l'ingrediente di cui sono più golosa tra tutte le interiora possibili, un po' per ragioni affettive ed un po' per quella sua consistenza elastica e concreta insieme, che ti obbliga a cotture perfezioniste e a masticature consapevoli. Il cuore chiede attenzione sempre, insomma... 

In famiglia si è sempre consumato cuore di vitello, questa volta, per restare legata all'insalata, mi cimento con un cuore di maiale. E un modo di dimostrargli ancora più attenzione, come dicevo, è quello di abbandonare negli abbinamenti la via più classica. 

Quindi imbocco la via delle spezie. E se la mia insalatina di sanguinaccio si ispira ai profumi in fondo "sdoganati" della morcilla, la ricetta del cuore affonda in un abbinamento tra i più improbabili. Fino a che non lo si prova...


Sminuzzato di cuore di maiale alla liquirizia, curcuma e tamarindo, con insalata ai crostini di sanguinaccio

ingredienti per 4 persone:
per l'insalata di sanguinaccio:
1 sanguinaccio artigianale da circa 200 g
1 cespo di lattuga romana
1 mela
1/2 limone
1 uovo
50? g di grana giovane a scaglie
50 g di panko (*)
1 cucchiaio di farina
1 pizzichino di cannella in polvere
1 pizzichino di paprika affumicata dolce
1 foglia di alloro
200 ml di olio di arachidi
sale

per lo sminuzzato di cuore:
600 g di cuore di maiale (c.a 3 cuori)
1 piccola cipolla
1 gambo di sedano
1 spicchio di aglio
1 rametto di liquirizia da 8 cm
2 cucchiai di farina
1 cucchiaino di pasta di tamarindo (**)
1/2 cucchiaio di prezzemolo tritato
1 cucchiaino di foglioline di aneto
30 g di burro
sale

Per l'insalata sciacquare bene il sanguinaccio, sforacchiarlo con uno stecchino in 5 o 6 punti, coprirlo di acqua fresca, portare a leggero bollore e cuocere per circa 35 minuti, quindi scolarlo, lasciarlo intiepidire, spellarlo e tagliarlo a cubetti da 1 cm.

Scaldare appena (io al microonde 10 secondi a 900 w) 1 cucchiaino di olio, stemperarvi la paprika e lasciar raffreddare; sbattere l'uovo con la cannella, la farina, 2 cucchiai di acqua gelata e l'olio alla paprika. 

Passare i dadini di sanguinaccio nella pastella d'uovo e rotolarli poi nel panko, quindi friggerli una decina per volta in olio caldo a 170 °C per meno di un minuto, fino a che sono ben dorati; scolare su carta assorbente e salare.

Spezzettare la lattuga con le mani e affettare sottilmente la mela senza sbucciarla, spruzzandola subito con poco succo di limone. 

Al momento di servire unire alla lattuga la mela e condire con una citronette di olio di arachidi, succo di limone e sale, dividere in ciotole individuali e disporvi sopra il grana a scaglie ed i crostini di sanguinaccio.


Per il cuore: tritare grossolanamente sedano e cipolla; schiacciare leggermente l'aglio; dividere il bastoncino di liquirizia in 3 o 4 pezzi aiutandosi con un coltello pesante o un pestacarne per sfilacciarlo un po'.

Tagliare i cuori di maiale a fettine spesse 4 mm, eliminando pellicole, filamenti, grumi di sangue e grasso, e passarle nella farina

Fondere il burro in un ampio tegame, saltarvi un paio di minuti sedano cipolla e aglio con i pezzetti di liquirizia spaccata. Salare, unire una tazzina di acqua (c.a 70 ml), abbassare la fiamma e stufare le verdure per una decina di minuti.

Unire la curcuma, rialzare la fiamma e versare nel tegame il cuore infarinato, saltandolo su tutti i lati fino a che cambia colore.

Unire la pasta di tamarindo, amalgamare bene, unire un'altra tazzina di acqua e cuocere per circa 6-8 minuti, fino a che il cuore è tenero e saporito ed il fondo si è ristretto in una salsa cremosa.


Salare, mescolare bene, spolverizzare con il trito di erbe, spegnere e servire subito, eventualmente decorato con i pezzetti di liquirizia.


Questa la mia proposta di cuore (!) piena di attenzioni per l'MTC di aprile...

  • rivoli affluenti:
  • altri miei esperimenti con il quinto quarto, tra tradizione internazionale e creatività: questi
  • * il panko è pangrattato giapponese a fiocchetti. Lo si può preparare in casa asciugando in forno del pancarré senza dorarlo e grattugiandolo poi con delicatezza con una grattugia a fori non troppo piccoli.
  • ** la pasta di tamarindo è un ingrediente mediorientale dal sapore dolce ed insieme asprigno. La si può sostituire con succo di limone ed un pizzico appena di zucchero.

Commenti

  1. Ho visto ricette che non avrei mai pensato di sentire nemmeno dopo 100 anni passati in cucina, ma questa le batte tutte... Mi vergogno profondamente delle mie semplicissime proposte...

    RispondiElimina
  2. Beh ma come si fa a commentare? Come al solito son rapita dal percorso che ti porta a preparare una ricetta, son rapita dalla tua conoscenza, son rapita dalle spezie e dagli abbinamenti: mi piace molto il tuo piatto e, anche se ho avuto qualche difficoltà con il cuore, lo assaggerei molto volentieri!!

    RispondiElimina
  3. Ti aspettavo con un certo timore che non saresti arrivata, timore giustificato: guarda che meraviglie mi sarei persa! Sei l'unica a proporre il sanguinaccio, anche per la difficoltà nel reperirlo...ma lo proponi in una versione totalmente nuova accostandolo alla croccantezza della frittura fatta con delle "briciole" di pane (me la passi??) che secondo me vanno a creare un contrasto molto interessante rispetto all'interno morbido. Aggiungi la mela acidula che probabilmente attenua il tutto e sgrassa la bocca. Con il maiale segui la strada dei sapori nuovi: con la liquirizia e la pasta di tamarindo ( che ho comprato e mai usato). Scegli il cuore di maiale che credo di non aver mai mangiato e lo accompagni a questa salsa che mi lascia senza parole...grazie: per fortuna che sei arrivata! P.S. Per Elisa qui sopra: nel post sull'amore per il cuore Annalena parla di carne che non sa di carne...forse è questo quello che ti ha colta impreparata! Un bacio

    RispondiElimina
  4. Senza parole...
    ogni volta mi lasci senza parole. Leggendo i tuoi post mi faccio rapire dal percorso che ti porta alla ricetta...per poi rimanere sbalordita una volta che la leggo.
    E' come il pellegrino medievale che arrivava dopo il dedalo di stradine a piazza S. Pietro a Roma. Fortunatamente (pur bella che sia) qui non abbiamo via della conciliazione, ed il colpo al cuore rimane.
    Immensa, sei immensa!!!!

    RispondiElimina
  5. stefania: anche io ho visto meraviglie questa volta... e anche io vedo i limiti della mia ricetta con grande evidenza!

    @elisa: perchè, io non mi farei di tutti i tuoi plin dalla mattina alla sera?!

    @cristiana: sono l'unica a proporre il sanguinaccio... perchè salumi e salsicciotti vari erano fuori concorso! Cmunque il cuore di maiale è stato una fantastica scoperta anche per me e nella cottura è meno importante "cogliere l'attimo", come invece succede per quello bovino.

    @saparunda: tu esageri sempre, ma questa volta con la meraviglia del pellegrino ti sei superata! Che dovrò mai fare mo' con la prossima ricetta per tentare di restare nei vicoli?! Grazie.

    RispondiElimina
  6. ma come mi piacerebbe riuscire a disfare e rifare accostamenti, consistenze, sapori e profumi.... che bello.
    E poi tu sei riuscita a trovare il sanguinaccio.... io ho fallito, stagione troppo avanti.....

    RispondiElimina
  7. @vitto: ti svelo un segreto: l'avevo preso fresco e poi congelato! Lasciato sgelare in frigo e cotto come al solito è risultato solo un filino più asciutto del normale, ma ne è valsa comunque la pena

    RispondiElimina
  8. La ringrazio molto per questa informazione utile e prezioso. Super blog, bravo!

    voyance par mail gratuite

    RispondiElimina

Posta un commento

post più popolari

MTC di settembre 2014: un sacco di riso!

Diceva un vecchio slogan anarchico: "con l'ironia abbatteremo il potere e un sacco di riso lo seppellirà".  A no? Erano risate?! Va be'... per un MTC di questa portata ci si può anche concedere una licenza! Premessa... ... avevo scritto un post lunghissimo per raccontare perché e per come ho scelto questo tema per l'MTChallenge di settembre 2014. Poi l'ho ridotto della metà, lasciando solo alcune note che mi sembravano indispensabili, e l'ho mandato alla Gennaro per un parere.  E lei ha detto che un terzo di quanto le ho mostrato era già troppo! Allora ho ricomposto alcuni dei contenuti in articoli di supporto da pubblicare più avanti ed ho cassato il resto. Qui è rimasto il riassunto della selezione della selezione, ovvero il puro tema dell'MTC. Che, mi spiace, adesso vi tocca leggere per intero! Se scegliere un ingrediente invece che una ricetta tende ad allargare gli orizzonti, questa volta scegliere IL RISO , come capirete, li spalanca fran...

a tu per tu con il Fleischkäse svizzero, questo sconosciuto di famiglia

Nel curioso elenco dei cibi svizzeri che hanno caratterizzato la mia infanzia mi rendo conto che, fatto strano, sul blog non ho ancora parlato del  Fleischkäse, una via di mezzo tra un polpettone ed un würstel gigante di cui da bambini venivamo spesso nutriti. Ma un episodio di vita vera me lo ha messo sotto il naso proprio l'altro giorno, ed eccomi qui con il mio reportage storico-familiare. Alcuni Svizzeri, come quelli di casa mia, vivono il   Fleischkäse come un salume, da comprare pronto, intero o affettato sottile in buste, da servire in tavola come fosse prosciutto cotto o da infilare nei panini per merenda con maionese, senape e cipolline sottaceto (Be'... che c'è?! Se mia mamma per evitare che noi figli mangiassimo troppa Nutella la teneva in frigo ad indurire, così era più difficile da spalmare e sul pane se ne metteva di meno, perché stupirsi di quella che lei invece considerava una merenda "sana"?!) Altri amanti del  Fleischkäse  lo ...

una salsa di cipolle svizzera per würstel e per mamme lavoratrici

Lo so: sono rimasta indietro di una puntata! Parlavo di  ricette svizzere  quando un'irrefrenabile tentazione di cibo americano  si è intrufolata in cucina ed ha avuto  la meglio. Riprendo ora il filo con un piatto che ho proposto pochi giorni fa anche alla mia cara mammina svizzera in occasione del suo compleanno: Bratwurst con salsa di cipolle. L'aspetto curioso non sta tanto nel tipo di würstel utilizzato, una salsiccia bianca di vitello il cui nome per alcuni significa "salsiccia di carne spezzettata" e per altri "salsiccia da arrostire". In Germania di solito viene speziata in modo deciso con pepe, noce moscata e/o cumino, mentre in Svizzera il suo sapore è molto più delicato. In Ticino ne esiste una versione mignon, una "collana" di micro-salsiccine detta cipollata  non perchè contenga cipolle ma perchè, appunto, di solito si serve in salsa di cipolle. Ma, a casa della mia mamma lavoratrice senza tempo ne' passione per la cucina,...

MTC giugno 2011... verso Oriente!

Continuo a pensare che le giudici  titolari  e aggiunte  dell'MTC fossero completamente fuori quando hanno passato a me il testimone e nessuno potrà convincermi del contrario, anche perchè potevano ben immaginare in che gorgo storico-etnico-confusionale avrei trascinato la sfida... ma si sono fidate lo stesso! No, è oggettivo: non possono essere completamente normali... Accertato questo, dichiaro anche di non essermi mai emozionata tanto nello scrivere un post e soprattutto nel proporre una ricetta, sentendo tanti occhi puntati addosso ed il fiato trattenuto di tanti MTC addicted... Ebbene sì, rilassatevi (o disperatevi) pure: come temevate, questa volta si va davvero tutti in Giappone! Niente succede per caso, si sa. Tanto è vero che l'eterno girovagare di Marco Polo (a cui faccio da qualche tempo da vivandiera ) l'ha portato proprio a questo punto del suo viaggio a confrontarsi con  Cipango , il Paese del Sol Levante... Come potevo non cogliere il suggerimento ...

peperoni farciti alla croata: massaia batte bustina millemila a zero!

Riprendere a parlare di cucina non è facilissimo, soprattutto con il tono scanzonato che avevo in mente per questo post. Mi limiterò all'aspetto "documentaristico" ed umano, che l'umore magari sa beneficiare della concentrazione e della dolcezza richieste da una simile impostazione. Dopo una lunga serie di articoli e ricette a base di riso penso di cambiare direzione dedicandomi ai peperoni bianchi croati che di solito si cucinano ripieni di carne, per scoprire poi che nella farcia è presente riso crudo. Quando si dice il caso... I peperoni bianchi, babura paprika, in Croazia sono reperibili facilmente proprio in questa stagione. Ne ho in frigo tre e decido di prepararli, appunto, come  punjene paprike , ovvero farciti e cotti nel pomodoro, ricetta tipica che con piccole varianti è diffusa anche in altri Paesi limitrofi e che ogni famiglia, ovviamente, prepara secondo i propri criteri. La versione più semplice prevede di profumare carne trita di manzo o m...

riso Otello: un nero integral(ista)

Il primo giorno di autunno una ricetta con le ultime verdure estive, che sono ancora buone visto che sembra far più caldo ora che nei mesi trascorsi... Sollecitata da alcuni dubbi posti sulle modalità di cottura del riso integrale e sull'utilizzo di varietà di riso "esotiche", ho pensato di provare le risposte sul campo e chiarire soprattutto le idee a me stessa, la prima che ha tutto ancora da imparare. Così, per prendere due piccioni con una fava, ho scelto un riso sia nero che integrale. No, non famoso ed idolatrato riso Venere, fantastica varietà di nobile origine cinese che, grazie a opportune ibridazioni, ora è coltivato anche in Italia.  Ho pescato  invece una varietà tutta italiana: il riso Otello, che deriva anch'esso da varietà cinesi ma è di concezione e di coltivazione tutta nostrana. Chissà se il  nome è stato ispirato ispirato dal famoso personaggio shakespeariano, dalla sua pelle scura e dalla sua natura piuttosto integral ista... Si utilizz...

precisazione:

Per carattere tendo a tenermi in disparte e so che un comportamento simile in rete rema contro la normale volontà di visibilità di un blog che si rispetti: ho ricevuto spesso critiche per questo.
Mi hanno anche fatto notare che non sempre racconto le manifestazioni a cui sono invitata da aziende e che non polemizzo con chi ha utilizzato i miei testi o le mie foto senza citare il mio blog.
Ringrazio con passione chi mi rivolge queste critiche per affetto e chi mi sopporta lo stesso, nonostante non segua i loro consigli!