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Visualizzazione dei post da gennaio, 2019

polenta viola e moscardini rosè... viaggiare per tornare (vicino) casa!

Sono cresciuta in una famiglia appassionata di polenta e fino a che c'è stato mi nonno praticamente era il "piatto speciale" di ogni domenica. C'era chi la preferiva accompagnata dallo spezzatino, chi dalle salsicce, chi dai funghi, chi dal formaggio, chi dai cetrioli (!), chi dalla soppressa, chi dal baccalà, chi tuffata in una tazza di latte... La cosa che non cambiava mai era la polenta in sè: rigorosamente gialla e rigorosamente "soda". Perché della polenta esistono fondamentalmente due partiti: quello della "polenta vera", come sostenevano a casa mia, e quello da loro decisamente disprezzato della "polentina molla", ovvero della polenta cremosa. In famiglia erano solo due gli estimatori della seconda versione: una delle mie adorate zie anziane, sorella di mio nonno... ed io, che da lei ho imparato il trucco per ottenere una polenta morbida e cremosa anche se si parte da farina bramata. E che così la preparo sempre, tranne qua

la qualità dei contenuti: zuppa di taro yoshoku

Sono momentaneamente orfana di macchina fotografica, uno dei tanti piccoli guai con cui è iniziato questo nuovo anno. In attesa che il destino si decida prima o poi a sorridermi (spero!), continuo a cucinare. Anche se, dato il periodo, si tratta per la maggior parte di piatti molto semplici e di scarso interesse per il blog, per cui alla fine, se decido di pubblicare lo stesso, basta uno scatto veloce con il cellulare. Anche la zuppa di oggi appartiene alla categoria "piatti del caso", creato da quello che c'era senza un grande pensiero dietro, quindi senza una valenza tale da finire in rete con convinzione. Almeno per come concepisco io la pubblicazione di una ricetta. Poi vedo su facebook far faville un passato di zucca o un riciclo di panettone a strati con panna montata, per non parlare di altri social dove non serve nemmeno una ricetta perchè basta una foto, e mi viene il dubbio di essere io quella sfasata e non tutto questo pubblico osannante. Se mi fermo a pe

il deragliamento di una zuppa di fagioli che diventa crema di piselli e indivia

Un mese di silenzio sul blog, che non deriva dal turbinio delle feste o da chissà quali impegni di vita, ma semplicemente dalla necessità di chiudermi un poco in me stessa e riflettere su cosa vorrei che mi aspettasse. E su come fare in modo di realizzarlo. Non ero sui "temi di stagione", insomma: per chi pubblica di cucina in qualsiasi forma questo mese è stato il tempo prima di ricette natalizie dedicate a biscotti, regali mangerecci, poi di idee per pranzi e cene delle feste, e nei giorni seguenti era il tema del riciclo a dominare, per finire ora quello dei piatti detox. Io invece mi sono gustata per tutto il tempo la pura l'atmosfera natalizia, che poco per volta mi ha avvolto come una estrema coccola, caratterizzata da piatti caldi, densi, brodosi, accoglienti. Quelli che accentuano la meravigliosa sensazione di potersi rifugiare in casa chiudendo fuori un clima rigido o la stanchezza di un anno impegnativo. Non ho avuto poi in effetti tempo per veri esperi

precisazione:

Per carattere tendo a tenermi in disparte e so che un comportamento simile in rete rema contro la normale volontà di visibilità di un blog che si rispetti: ho ricevuto spesso critiche per questo.
Mi hanno anche fatto notare che non sempre racconto le manifestazioni a cui sono invitata da aziende e che non polemizzo con chi ha utilizzato i miei testi o le mie foto senza citare il mio blog.
Ringrazio con passione chi mi rivolge queste critiche per affetto e chi mi sopporta lo stesso, nonostante non segua i loro consigli!