Passa ai contenuti principali

Post

Visualizzazione dei post da marzo, 2015

trippa rumena e il gusto per l'acido

Prima che la Pasqua ci travolga con tutti quei bei piattini simil-primaverili fatti di primizie e fiorellini, per la serie "facciamoci del male" gemellata alla serie "quando fuori piove e ci sono sei gradi" io mi dedico liberamente a cibi poco delicati e mi disinteresso del calendario secondo cui siamo in primavera. Qui ecco una ricetta a favore di ciò che conforta l'animo ed il palato, oltre ad un corpo intirizzito. E che racconta anche una tradizione che purtroppo incuriosisce poco gli Italiani, attualmente concentrati su mode come il sushi giapponese o la pasticceria americana (e se solo sapessero che incredibili ricette di pesce ci sono negli Stati Uniti e quanti dolci innovativi in Giappone...!). Si parla oggi di trippa cucinata alla rumena, più precisamente di   c iorbă ţărănească de burtă , zuppa acida di trippa alla contadina. Quello acido è un gusto molto apprezzato in Romania e in generale nell'Europa dell'Est, probabilmente retaggio dei co

tartufini con profumi giapponesi

Mentre scrivevo l'articolo per MTC   sul rapporto dei Giapponesi con il burro, mi è venuta voglia di preparare qualcosa di dolce e burroso legato ai sapori nipponici.  Addentrarsi su cosa sia considerato "goloso" a livello di dolcetti nel Paese del Sol Levante richiederebbe tempo, cosa che oggi non ho. Di certo è che, al di là delle loro tradizioni, i Giapponesi hanno imparato abbastanza di recente ad apprezzare alcune "dolcezze" tipiche dell'Occidente, come, tra le altre cose, cacao e cioccolato,  ingredienti sconosciuti in Giappone fino quasi a fine '800. Oggi ci sono   maître   chocolatier giapponesi che "bagnano il naso" ( come avrebbe detto mio nonno,  ovvero surclassano) molti specialisti occidentali, contribuendo alla "moda del cioccolato" nipponica che vede reparti dedicati in ogni grande magazzino di lusso, organizza ogni anno anche a  Tokyo , dopo Parigi e New York, un Salon du Chocolat, e che ha reso oramai pre

quiche di cipolle banane e funghi: solo per personalità sfaccettate...

Ogni promessa è debito. Un po' per celia un po' seriamente avevo pubblicamente dichiarato, in tempi non sospetti e qualcuno forse sa anche perché, che quando fosse stata Flavia di Cuocicucidici  a vincere l' MTC  (certissima che presto ci sarebbe riuscita!) qualsiasi ricetta lei avesse proposto io l'avrei realizzata con delle banane.  Ora: la sua scelta è caduta su una brisée salata ... Io vado molto d'accordo con la frutta interpretata non come dessert, come si evince dalla quantità inusitata di piatti salati raccolti in questo blog sotto il tag  frutta . E, tra l'altro, dopo una perversa incursione subito rientrata tra i meandri di un possibile  ripieno americano , l'idea delle banane ha preso definitivamente il sopravvento spingendomi verso una brisée che parlasse sostanzialmente di me ed in cui le banane rappresentassero l'elemento di ironia che avvicinava infine la ricetta alla dedica per Flavia. Ringrazio dunque lei per avermi fornito lo spunt

nei meandri di un bayou... di gamberi

I pregiudizi in cucina sono duri da sfatare, anche se per fortuna non sempre hanno conseguenze gravi come in altri ambiti. Uno di quelli classici è che negli Stati Uniti non ci siano tradizioni culinarie accreditate e ci si nutra di poco altro oltre che di hamburger, bistecche e, più di recente, torte colorate. Pensavo a questo mentre la mente vagava in cerca di ispirazione per la ricetta da dedicare all' MTC di Flavia (che di certo avrebbe apprezzato un tema americano!) e mi sono messa a scandagliare la cucina degli Stati del Sud, visto che lì non hanno grande tradizione di pie salate ma si sono inventati piatti dai sapori inenarrabili, assolutamente degni di entrare nel ripieno di una quiche. Poi ho pensato che un tema statunitense o giapponese avrebbe rappresentato una sorta di captatio benevolentiae e ho desistito. Ma oramai nella cucina della Louisiana ero praticamente immersa fino al collo e mi sono detta: tanto vale farci comunque un post! Quindi questo è un piatto c

cozze cime di rapa e ceci: un'iniziale per tre finali

Cena tra amici dove ognuno porta qualcosa, zero tempo per cucinare e il grande vantaggio di saperlo. Così ho pensato ad una ricetta da sviluppare nell'arco di un paio di giorni, preparando in anticipo i tre ingredienti principali e decidendo all'ultimo come assemblarli. L'ispirazione è vagamente napoletana, comunque decisamente mediterranea, visto che in un sacco di tradizioni dei Paesi affacciati sul nostro bacino ci sono molti i piatti tipici che legano legumi e verdure a foglia verde, legumi e cozze,  legumi e foglie verdi. Alla fine per alla serata ho deciso di portare una zuppa, visto che nel gruppo c'era chi avrebbe preparato verdure, chi una teglia con pesce e chi delle fantastiche lasagne.  Ma nel frattempo, con gli ingredienti pronti già sottomano, dai miei esperimenti sono usciti anche un'insalata tiepida ed una pasta...  Qui ho raccolto tutte le varianti di questa ricetta, che ha  tre possibili finali  e tre ingredienti principali, tutti con la stes

zuppa shabby di cipolle e salsa tamari

Avrei voluto pubblicare ieri questo post perché era l'11 marzo. Data che in Italia non dice niente a ma che è scritta con le lacrime nella memoria giapponese.  Il mio legame con il terremoto di quattro anni fa è personale per la circostanza che stavo vivendo quel giorno  e, soprattutto, per il mio sentirmi un pochino nipponica inside. Quindi fatico a scordare. E come me tutte le persone che mi circondano e che hanno in qualche modo a che fare con il Giappone. Ho assistito in questi anni a moltissime iniziative concrete per supportare la rinascita di aree davvero devastate e di un paio voglio parlare per bene appena avrò il tempo e la testa. Magari non per forza vicino all'11 marzo, intendo... Perché un evento così non si ricorda solo il giorno dell'anniversario: ti entra nella pelle e fa parte del tuo vissuto quotidiano come qualsiasi altra cicatrice di cui porti i segni ogni giorno. E vale la pena in qualsiasi giorno dell'anno ricordare che esistono anche dei bal

quattro anni di polpo e patate

Ho   in archivio  la ricetta di polpo e patate in salsa di prezzemolo dal 13 giugno 2011. Non era stata pubblicata ai tempi perché nella foto non comparivano i pomodorini, che avevo stupidamente tenuto da parte al momento dello scatto, chissà perché.  Mi proponevo sempre di ripetere  la ricetta  per fotografarla completa, ma n ell'arco dei successivi quattro anni me ne sono sempre scordata. E così è andata pure questa volta, quando avevo pensato  di tenere da parte un po' del polpo destinato ad una nuova variante per fotografarlo anche in versione "vecchia ricetta". Così ho deciso di tagliare la testa al toro della vergogna e della imprecisione e di pubblicare comunque le foto originali, e o ggi racconto due ricette, entrambe semplicissime.  Hanno in comune la base di polpo e patate e sono la testimonianza che quattro anni di blog forse sono serviti pure a qualcosa, se non altro a livello fotografico e di presentazione basica. Per il resto mi chiedo quanto invec

precisazione:

Per carattere tendo a tenermi in disparte e so che un comportamento simile in rete rema contro la normale volontà di visibilità di un blog che si rispetti: ho ricevuto spesso critiche per questo.
Mi hanno anche fatto notare che non sempre racconto le manifestazioni a cui sono invitata da aziende e che non polemizzo con chi ha utilizzato i miei testi o le mie foto senza citare il mio blog.
Ringrazio con passione chi mi rivolge queste critiche per affetto e chi mi sopporta lo stesso, nonostante non segua i loro consigli!