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Visualizzazione dei post da settembre, 2009

alla lombarda, tra Messico e Toscana

Perché nelle etichette delle mie ricette dolci ho sempre specificato "vegetariano"? Perché una mente contorta come la mia non accetta di dare niente per scontato: non si può mai sapere cosa ci riserva il destino! E infatti c'è chi propone con nonchalance dei cioccolatini al bacon tostato ... Dunque un tradizionalissimo ragù al cioccolato, in cui il dolce completa l'aroma di una preparazione salata, non sembrerà così stravolgente. Certo, "tradizionalissimo"! Le recentissime teorie del food pairing danno base scientifica  ad usanze antiche: senza scomodare la storia della opulente tavole nobiliari fino al settecento, in cui gli ingredienti erano ostentati e miscelati in base al loro valore ancora prima che per logiche di gusto,   basta rifarsi ad un piatto regionale toscano per l'abbinamento carne-cioccolato-pomodoro, la selvaggina in dolceforte, come anche, per carne-cioccolato-spezie, ad un classico di chi conosceva il cacao ben prima di noi: il  mole

la merenda del Lupo Passeggero...

Un pasticcere di Como una volta mi ha raccontato come suo nonno avesse deciso di riproporre nel forno di sua proprietà un'antica ricetta popolare, facendone una specialità tanto acclamata che con il tempo è un po' diventata il dolce simbolo della città.  Il dolce viene tuttora prodotto nella sua pasticceria durante l'arco dell'intero anno, anche se si utilizzano dei rametti di salice al posto dell'ulivo perchè è un legno meno tannico. Il fascino di questa narrazione orale mi ha talmente coinvolto che sono tornata per un attimo bambina in estatico ascolto della fiaba del nonno... Quando lui era piccolino ed il forno in casa era un miraggio, ogni massaia si recava a cuocere il proprio impasto per il pane al forno comune, portandosi dietro anche una fascina di legna per contribuire ad alimentarne il fuoco. Nelle occasioni speciali chi poteva vi aggiungevano uova, zucchero, burro, uva passa o quel che le scarse possibilità mettevano a disposizione, ed il pane div

ode alla carta

Ho sempre avuto quasi una venerazione per la carta, che sembrerà buffa a chi vive completamente integrato nella civiltà del computer. Rivesto spesso i libri a cui tengo, stampo quasi sempre le ricette interessanti che scopro in rete invece di memorizzarle nel computer, per un periodo ho addirittura collezionato carte da regalo... Trovo infinitamente interessante la somma di sensazioni che vengono comunicate da una lettera, da un libro, da un diario scritti o stampati su dei fogli di carta, che me li fa gustare prima ancora di cominciare a leggerli. Il rumore, il profumo e la consistenza della carta collaborano con la vista nel costruire il piacere che ricavo nel rapporto con questi "oggetti", di cui apprezzo anche la dimensione propriamente "materiale". E naturalmente, per quanto irrazionale possa apparire, provo molto più gusto nel vedere una lettera spuntare dalla cassetta all'ingresso di casa rispetto al lampeggiare dell'avviso di una nuova mail sullo s

il pentolino magico

Mentre il mondo dei gourmet domenica scorsa si è dato appuntamento a Brà per Cheese, io molto più semplicemente ero alla Sagra Nazionale del Gorgonzola a, appunto, Gorgonzola, in provincia di Milano... Sagra vera e quasi popolare, con tanto di street band, mercatino artigianale, dimostrazione di mungitura a mano e mostra di antichi attrezzi e giocattoli contadini, oltre che, naturalmente, un'apoteosi di formaggi erborinati. Ho nutrito il mio stomaco con il risotto al gorgonzola cucinato nel tegame più grande del mondo (2.300 porzioni...), ho nutrito i miei occhi (e la sporta) con bancarelle infinite di formaggi, ho nutrito il mio spirito con la pazienza dei formaggiai che hanno avuto la cortesia di rispondere a tutta la mia cascata di domande,                                       ed ho nutrito il cuore con la compagnia di un'amica che nel marasma della folla e nel mio vagare schizofrenico da una bancarella all'altra è riuscita a non perdermi mai

il fascino discreto dell'etimologia

Nella varietà di destini a cui aspiravo da bambina quando mi chiedevano che avrei voluto fare da grande, tra la trapezista ed il medico missionario ho vissuto anche la fase della bibliotecaria/insegnante di lettere. Il fascino delle parole da allora non mi ha più abbandonato ed ogni tanto rispunta, anche se non in forma grave... L'altra sera a separare due giornate nuvolose è scoppiata una stellata da togliere il fiato e io, piccina piccina sotto quel cielo "infinito, immortale" ho ripreso per un momento il mio antico vizio... Non mi è mai capitato che si avverasse un desiderio espresso in una notte di stelle cadenti, nonostante la parola stessa "desiderio" nasca dalle stelle. ... L'origine è controversa, perchè in latino  de sideribus, significa "proveniente dalle stelle", cioè concesso dagli dei, ma anche "lontano dalle stelle" nel senso sacro o  irraggiungibile, o anche "che parla di stelle", cioè di una qualità superiore.

per Alina... young&easy!

Ho anche un'amica di diciassette anni... incredibile ma vero! Nel vorticare della sua indaffaratissima vita, tra compagni di scuola, amici, spasimanti, studio, sport, viaggi, musica, film, facebook, telefonino, shopping, patente, fratello e genitori vari... se ne esce ogni tanto anche con un sms per me, una telefonatina a sorpresa, una confidenza sottovoce mentre il resto del mondo è occupato in un'altra stanza a darsi importanza come solo gli adulti sanno fare quando tentano di prendersi sul serio... Dire che la adoro è riduttivo: da quando la conosco lei mi ha sempre sorpreso per il suo fantastico mix di intuito e sensibilità elevatissimi miscelati ad alcuni atteggiamenti spettacolarmente infantili. Nella sua incredibilità è una delle persone più credibili in assoluto che io conosca. Così, dopo un paio di mesi di esperimenti in privato, è stata la prima persona a cui ho mostrato il mio blog "dal vivo", giusto il giorno prima di aprirlo ai visitatori esterni. E lei

i bocconcini pacifici

Uno dei primi libri di cucina orientale sui miei scaffali mi è stato regalato per Natale nel lontano 1987 da una coppia di amici che conoscevano bene la mia passione per la cucina. Si trattava di una raccolta di ricette cinesi preceduta da una breve introduzione alle tecniche ed agli ingredienti, la cui frase d'esordio era un proverbio dell'antica Cina: "per essere un bravo cuoco bisogne essere prima di tutto un buon paraninfo, che conosce l'armonia e l'unione di sapori diversi". L'armonia è la base di partenza di quasi tutte le cucine, però in quelle orientali che conosco risulta particolarmente evidente perchè non si limita alla miscela dei sapori o all'aspetto finale del piatto, ma si allarga ad investire l'intera tavola ed i gesti con cui vi si accede. La presentazione della quasi totalità dei piatti in piccoli bocconcini, ad esempio, ha molteplici e garbatissime ragioni...  Quando si prepara del cibo per una ricetta orientale "è impor

la prospettiva del coniglio

Per il mio dodicesimo compleanno ricevetti in regalo due libri con storie di animali. Entrambi erano in realtà romanzi di formazione ed entrambi mi fornirono gli strumenti per acquisire una inaspettata consapevolezza di me, non tanto per l'evoluzione delle vicende in se stesse quanto per alcuni dettagli che contribuirono a darmi la sveglia... Il primo, donatomi con piena consapevolezza dalla famosa zia svizzera intelligente, era la storia di un gabbiano che cominciava a concepire nella vita scopi diversi dalla ricerca di cibo nella stolta compagnia dello stormo, ne veniva allontanato e, meraviglia delle meraviglie, imparava a spostarsi con il pensiero, senza bisogno di volare. Ciò che mi sconvolse in Johnatan (dai, tanto si capiva che parlavo di lui!) fu la rivelazione che la propria vita poteva essere percepita anche con uno sguardo "esterno", non vissuta pedissequamente per come si presentava... Il secondo libro raccontava di un coniglio la cui colonia selvatica è

il rovescio della medaglia

Ogni difficoltà nasconde una risorsa e ad ogni fine segue un nuovo inizio. Questo l'insegnamento base del "Libro dei mutamenti", un millenario testo cinese di saggezza che racchiude dei consigli di vita a cui accedere nei momenti di dubbio. Non si tratta di un "oracolo" come viene banalmente inteso dalla cultura occidentale qualsiasi accenno a possibili sviluppi del futuro, bensì di un costante invito alla conoscenza di se stessi, del proprio carattere e delle proprie motivazioni. In sostanza: la risposta è già dentro di noi, basta fermarsi a cercarla: consultare questo testo è un possibile modo per fermarsi... Nella Cina antica la scelta del consiglio più adatto avveniva attraverso la paziente manipolazione di 49 steli di millefoglie, oggi invece, dato che tutto deve essere veloce e facilitato, vi si accede anche con una semplice serie di lanci di monete. Il che mi fa venire in mente un'associazione tra il nostro "testa o croce" ed il concetto d

il ristoro magico

Una cosa che ho sempre adorato dei Paesi mitteleuropei è il considerare le zuppe calde come degli antipasti, degli scaldacuore, dei simboli di benvenuto alla tavola domestica, dei liquidi confortanti da portarsi dietro nel thermos quando fuori si gela. In realtà non è proprio una loro esclusiva, dato che ogni forma di cultura alimentare a questo mondo si esprime attraverso le proprie zuppe.  E' il simbolo per eccellenza del fare civile, dell'uomo che trasforma una serie di ingredienti diversi in qualcosa di buono, nutriente, dall'aroma unico e locale, che non è la semplice somma dei sapori delle sue parti ma una vera e propria "creazione" distintiva della cultura di appartenenza. Sarà per questo che gli scienziati hanno chiamato "brodo primordiale" (in inglese primordial soup ) quella soluzione da cui milioni di anni fa ebbero origine le prime molecole organiche da cui discendono poi tutte le forme di vita terrestri? Si dice addirittura che l'uom

ispirazione giapponese o tradizione contadina?

Un attimo solo di cibo giapponese e poi mi ripiglio... Oggi un flash perchè il pochissimo tempo a disposizione l'ho speso tutto a cucinare e non me ne rimane per scrivere un post come si deve! So di non essere il massimo della coerenza... ma non potevo aspettare: vado in crisi di astinenza se sto troppo a lungo lontana dal mio gohan, il riso bianco. Una volta l'ho visto cuocere ad un'anziana signora giapponese insieme a delle fave. Oggi avevo un po' di prosciutto cotto buono in frigo e nel congelatore una confezione di edamame , fagioli di soja di un verde brillante che in qualche modo ricordano vagamente le fave... L'associazione è stata automatica: ho cotto il mio riso alla giapponese insieme agli edamame (lo so, dovrei spiegarlo meglio. E' che oggi mi manca il tempo e soprattutto una persona che fotografi i passaggi in cui mi occorrono due mani!), ne ho messo da parte un po' per farci una zuppina chazuke stasera (e racconterò in merito l'arte dei

precisazione:

Per carattere tendo a tenermi in disparte e so che un comportamento simile in rete rema contro la normale volontà di visibilità di un blog che si rispetti: ho ricevuto spesso critiche per questo.
Mi hanno anche fatto notare che non sempre racconto le manifestazioni a cui sono invitata da aziende e che non polemizzo con chi ha utilizzato i miei testi o le mie foto senza citare il mio blog.
Ringrazio con passione chi mi rivolge queste critiche per affetto e chi mi sopporta lo stesso, nonostante non segua i loro consigli!