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la prospettiva del coniglio

Per il mio dodicesimo compleanno ricevetti in regalo due libri con storie di animali. Entrambi erano in realtà romanzi di formazione ed entrambi mi fornirono gli strumenti per acquisire una inaspettata consapevolezza di me, non tanto per l'evoluzione delle vicende in se stesse quanto per alcuni dettagli che contribuirono a darmi la sveglia...

Il primo, donatomi con piena consapevolezza dalla famosa zia svizzera intelligente, era la storia di un gabbiano che cominciava a concepire nella vita scopi diversi dalla ricerca di cibo nella stolta compagnia dello stormo, ne veniva allontanato e, meraviglia delle meraviglie, imparava a spostarsi con il pensiero, senza bisogno di volare. Ciò che mi sconvolse in Johnatan (dai, tanto si capiva che parlavo di lui!) fu la rivelazione che la propria vita poteva essere percepita anche con uno sguardo "esterno", non vissuta pedissequamente per come si presentava...

Il secondo libro raccontava di un coniglio la cui colonia selvatica è minacciata dall'uomo e che intraprende un viaggio con alcuni compagni in cerca di una nuova tana. Tra le mille avventure che affronta c'è anche il soggiorno in un allevamento recintato di conigli domestici, i cui abitanti hanno nutrimento facile fornito dal contadino ed in cambio sono rassegnati a veder sparire ogni tanto un loro compagno... Questi conigli domestici sono privi dell'incoscienza dei nuovi arrivati ed amaramente consapevoli del destino che li aspetta; a differenza dei loro colleghi selvatici, che pensano solo a procurarsi cibo scorrazzando in lungo e in largo, vivono prevalentemente all'interno della loro tana in insoliti spazi comuni ed hanno sviluppato delle forme di comunicazione evolutissime fino a sfiorare l'arte, tipo il disegno di forme decorative con sassi colorati incastonati alle pareti della tana.

Mi folgorò il dettaglio che i conigli selvatici non riuscivano a "vedere" animali, alberi e nuvole ritratti nelle decorazioni ma solo i sassi che le componevano. Come potevano "non capire"?! E cosa non riuscivo a percepire io della mia vita, persa com'ero nei singoli dettagli? Da lì smisi di divorare i romanzi dell'infanzia di cui mi avevano fino ad allora nutrita, tipo Piccole Donne, Pattini d'argento ed amenità varie, cominciai a leggere riviste, giornali, libri non espressamente dedicati ai bambini... e spiccai il mio personale volo.

Mentre il gabbiano è oramai nell'immaginario collettivo un simbolo di libertà, penso che la prospettiva rivelatrice del coniglio sia molto meno diffusa... Non ho fatto un'icona di questo animaletto, a differenza di chi lo considera un pet da compagnia io non mi formalizzo e lo cucino e lo mangio volentieri, ma mi capita sempre, quando sono davanti ad una conigliera, di chiedermi che cosa succederebbe se cominciassi a disegnare nel cortile un coniglio con i sassolini...


Coniglio e cipolle al miele di timo

ingredienti per 4 persone:
1 coniglio di circa 1,2 kg, a pezzi
2 grosse cipolle
4 cucchiai di olio extravergine leggero
2 cucchiai di salsa di soja
2 cucchiai di sherry secco
1 cucchiaio aceto di riso
1 lime
1 cucchiaio e 1/2 di miele di timo
1 spicchio d'aglio
1 cucchiaio tra rosmarino, salvia e timo tritati (più qualche rametto di timo intero per decorare)
1 cucchiaino di semi di coriandolo
sale
pepe
(purè di patate per accompagnare)

Lavare ed asciugare bene il coniglio, salarlo, peparlo e metterlo a marinare per almeno 4 ore (ma anche 24)con 3 cucchiai di olio, la soja, lo sherry , l'aceto ed 1 cucchiaio di miele ben miscelati tra loro ed insaporiti con le erbe tritate, metà del succo di lime e della sua scorza grattugiata e l'aglio ed il coriandolo schiacciati.

Nel frattempo affettare le cipolle a rondelle sottilissime e saltarle in un tegame con 1 cucchiaio d'olio a fuoco vivace fino a quando cominciano appena a dorarsi, quindi unire un bicchiere d'acqua, salare, pepare e far stufare a fuoco basso coperto per una quarantina di  minuti, fino a che le cipolle sono morbidissime, lasciando poi riposare in caldo.

Scolare grossolanamente il coniglio dalla marinata e saltarlo in un largo tegame in un unico strato a fuoco vivace fino a che è leggermente dorato su tutti i lati, quindi versarvi sopra la sua marinata, abbassare la fiamma e cuocere per una trentina di minuti coperto, alzando la fiamma verso fine cottura e deglassando il fondo con il resto del succo di lime.

Scaldare le cipolle a fiamma viva, unire 1/2 cucchiaio di miele e cuocere scoperto fino a che cominciano a caramellare, spolverando eventualmente con qualche fogliolina di timo.
Servire il coniglio ben caldo affiancato dalle cipolle e decorato con rametti di timo fresco, con eventualmente una cucchiaiata di purè di patate spolverizzato con abbondante pepe e qualche scorzetta di lime grattugiata fine.
  • rivoli affluenti:
  • volare oltre: Richard Bach, Il gabbiano Johnatan Livingston, BUR Rizzoli
  • la prospettiva del coniglio: Richard Adams, La collina dei conigli, Rizzoli

Commenti

  1. questa del coniglio non la facciamo trapelare in direzione camilla, lei per simpatia i conigli non li mangia (ma basta non dirle che nel piatto hai messo il grazioso animaletto!)

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  2. Per me puoi anche saltare ottocento post di ricette e focalizzarti direttamente sui libri...

    Io sono rimasta a Piccole Donne un po' più di te, fino ai 14/15 anni, poi è cominciata una bellissima saga in cui ad ogni periodo della mia vita corrispondevano determinati autori...

    Come non seguire la Fallaci con i suoi eroi maledetti e Sartre con le sue perversioni mentali durante l'adolescenza?

    Come non innamorarsi della penna di Baricco e della capacità di coinvolgere della Allende quando la mia vita ha cominciato ad essere più concreta?

    Come non restare intrappolata ed ammaliata nei racconti surreali di Salvatore Niffoi quando la Sardegna mi è diventata familiare?

    Come evitare di farsi travolgere da Amado per tutta la vita?

    Va beh...freno la mia logorrea: potrei andare avanti per ore e ore e ore...

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  3. Mi piace la ricetta, mi piace la storia dei conigli, mi piace non avere remore nel mangiare gli animali.
    Rispetto tutte le altre opinioni, ma vegetarianismo e veganismo (avro' declinato giusto? speriamo...) mi sembrano posizioni di persone bendate, che non vedono o non vogliono vedere. Tutto cio' che ci circonda e' vivo, anche i vegetali, e la vita comprende la morte. Basta vedere come si comporta la natura intorno a noi, dove tutte le specie sopravvivono a spese di altre. L'argomento meriterebbe delle discussioni approfondite e non e' questa la sede, mi scuso per l'off topic.

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  4. @babs e corradoT: la mia è una posizione semplice: il coniglio fa parte della mia personale cultura alimentare. Da bimba avevo nonni con il pollaio e zii con la conigliera e mi sembrava naturale mangiarne le carni; oggi li acquisto in macelleria con la stessa semplicità di allora.
    Mi sento più a disagio nei confronti della cacciagione (come di fatto anche del pesce in generale!)probabilmente perchè in famiglia non c'erano cacciatori ne' pescatori assidui, quindi non si è creata spontaneamente l'abitudine. Mi sento un'espressione dell'appartenenza geografica e culturale... Invece proverei certamente grossi sensi di colpa nei confronti di animali (ma anche di vegetali!) rari o protetti.
    Non sono mai stata tentata dal vegetarianesimo per una serie di motivi che potrebbe essere interessante sviluppare in un apposito post, ma lo rispetto tantissimo in tutte le sue forme ed in realtà la mia alimentazione è prevalentemente vegetariana... come dimostra in modo un po' sommario anche il numero di ricette del blog prive di carne e pesce.

    @virò: qui siamo un po' sbilanciati sulla cucina, anche se i libri non sono mai assenti... Dato che per te è invece il contrario appoggio incondizionatamente chi l'evidente richiesta a furor di popolodi chi ti spinge ad aprire un blog "formato virò"...

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  5. certo che potevi pure dirmelo eh... ste cose segrete!
    :)

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  6. @robiciattola:... no, è che pensavo di restare in un limbo "di prova" un po' più a lungo, poi le cose sono involontariamente precipitate... e mi sono ritrovata schiaffata in prima pagina senza nemmeno il tempo di realizzare cosa stesse succedendo! Comunque il blog è pubblico da nemmeno una settimana, ci sono ampie possibilità di recupero...

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