Passa ai contenuti principali

zucchine, mandorle ed un tocco di ambiguità

Mi stavo giusto chiedendo cosa potermi inventare con un favoloso panetto di latte di mandorle arrivato dalla Sicilia qualche tempo fa ed ecco che arriva l'invito di Stefania di Cardamomo & Co. a partecipare alla sua raccolta Per un pugno di mandorle, dove basta inventarsi una ricetta gluten free a base di mandorle per trovarsi tra amici ed essere felici.

Detto fatto! Trascrivo altrove tutte le idee che mi sono venute in mente e decido di osare in questa sede un esperimento barocco: introdurre lo zucchero in una preparazione che non vuole essere un dessert

Ora ci sembra strano, ma per secoli lo zucchero è stato un ingrediente costosissimo, presente solo sulle tavole più nobili. Per questo era considerato dai cuochi di corte una spezia preziosa, da utilizzare ovunque più per dimostrare l'opulenza della tavola del proprio signore che per una questione di gusto. Spessissimo abbinato alle mandorle, che spesso fungevano da legante, sia in piatti dolci che salati, al posto di farina o pane.

Il mio scopo qui è quello invece di preparare un piatto dall'aspetto "salato" ma dal gusto intermedio, praticamente ambivalente. Parto avvantaggiata, visto che il panetto di latte di mandorle siciliano, nato per essere sciolto in acqua e diventare una dolce bevanda, è semplicemente una perfetta miscela di mandorle al 25% e zucchero al 75%. 

Ed è così che, invece di trasformarsi in bibita, una cucchiaiata di questa preziosa pasta prende la forma di una insolita farcitura per delle zucchine. L'animo ambiguo di questa preparazione viene poi "esasperato" da una goccia di aceto balsamico, che va a completare il piatto in modo che il profumo dell'aceto si misceli a quello delle zucchine farcite appena uscite dal forno. 

Il resto degli ingredienti, per sottolineare la dolcezza ambivalente di latte di mandorle e aceto balsamico, è per contrasto di origine assolutamente povera, direi un po' pastorizia: una ricotta dura di buona qualità, qualche erba fresca ed un ruspantissimo tocco di aglio, che con le mandorle, come ci insegnano secoli di tradizioni gastronomiche di tutto il Mediterraneo, è pazzescamente buono.

Attendo ospiti per cena: chissà che ne penseranno... Sono indecisa se presentarlo come antipastino o come dessert!


Corolle di zucchine con latte di mandorle dolce, ricotta salata e erbe

ingredienti per 8 bocconcini:
2 zucchine
60 g di ricotta salata
30 g di latte di mandorle in pasta
1 spicchio di aglio
2 cucchiai di succo di limone
1 cucchiaio di prezzemolo e menta tritati insieme
1 cucchiaio di aceto balsamico
1 cucchiaio di olio extravergine + 1 per la teglia
sale
pepe nero al mulinello


Lavorare in un mortaio il latte di mandorle con l'aglio a pezzetti ed il succo di limone fino ad ottenere una crema fluida.

Grattugiare la ricotta con una grattugia a fori medi ed unirla all'impasto, insieme con le erbe tritate, l'olio, un abbondante pizzico di sale ed una bella grattata di pepe.

Eliminare le estremità di ogni zucchina e tagliarla in 4 tronchetti cilindrici; incidere ogni tronchetto in 8 spicchi arrivando con il coltello ad 1 cm. dal fondo, in modo da ottenere 8 "petali" uniti alla base.

Cuocere le zucchine a vapore per 5 minuti, oppure, come ho fatto io, al microonde in un contenitore ermetico con 2 cucchiai di acqua, per 5 minuti a 900 w, in modo da ammorbidire i "petali" a sufficienza perché si possano aprire con facilità ma senza che la zucchina diventi troppo molle. Salare leggermente.

Farcire ogni "corolla" di zucchina con un cucchiaio di composto e adagiarla in una teglietta da forno appena unta e cuocere a 180 °C in forno ventilato con accesa la resistenza superiore per 15 minuti.

Servire caldo, tiepido o a temperatura ambiente. Incredibilmente originale è il profumo del bocconcino di zucchina appena tolto dal forno e completato al volo con una goccia di aceto balsamico. Proporre invece l'aceto balsamico a parte se non si servono le corolle calde.


Con queste dosi escono 8 "corolle", che possono essere servite come antipasto o secondo leggero per due persone, oppure fare da contornino divertente o fingerfood per 4 persone. Per i più audaci costituisce anche, volendo un insolita chiusura di pasto, a metà tra il formaggio ed il dessert!


Questo l'esperimento tra il barocco e l'agreste con cui partecipo alla raccolta di Stefania Per Un Pugno di Mandorle.


PS: mannaggia a te Stefania: mi sono scapicollata per pubblicare entro il 30 aprile e oggi scopro che avete aggiunto altre due settimane! Quasi quasi mi vendico con un'altra ricetta. Magari meno sperimentale. E magari pure fotografata con un minimo di criterio... 


  • rivoli affluenti:
  • qui tutte le interessantissime ricette proposte per questa raccolta

Commenti

  1. Certo che la fantasia non ti manca! Sto per andare in Sicilia e la pasta di mandorle è in cima ai miei pensieri, vedremo...

    RispondiElimina
  2. @giulia: attenza che se non te l'aspetti il sapore zuccheroso destabilizza un pochino! Sostituendo farina di mandole al latte si elimina lo zucchero e si rientra nella categoria "zucchine ripiene", con grande tranquillità di tutti...

    @enrico: guarda che la pasta di mandorle è una cosa, il preparato per latte di mandorle un'altra... Io ti consiglierei di portarteli a casa entrambi!

    RispondiElimina
  3. Inizio dalla fine: sono felice che tu ne faccia un'altra! E mia cara sperimenta pure se i risultati sono questi!
    Per me, siciliana verace soprattutto dal punto di vista culinario, il contrasto dolce salato è un must, quindi sperimentare in tal senso mi piace assolutamente e mi sembra assolutamente "normale"… cioè, io non sarei a tanto, io solo cose già testate, ma il sapore mi è noto ed è fra i miei preferiti!!! Quanto darei per poterlo assaggiare!

    RispondiElimina
  4. @stefania: mi è venuta un'idea, proprio parlando di dolce/salato, e se ci riesco... Ma ti avverto che non è niente di neanche vagamente siciliano!

    RispondiElimina
  5. Sight! Pensa che io non so neanche cosa sia un panetto di latte di mandorle...!

    RispondiElimina
  6. @virò... vedi quante cose hai sbagliato, nella vita...

    RispondiElimina
  7. In effetti, questa realizzazione è una vera meraviglia, grazie per questo articolo in ogni caso.

    voyance gratuite

    RispondiElimina

Posta un commento

post più popolari

MTC di settembre 2014: un sacco di riso!

Diceva un vecchio slogan anarchico: "con l'ironia abbatteremo il potere e un sacco di riso lo seppellirà".  A no? Erano risate?! Va be'... per un MTC di questa portata ci si può anche concedere una licenza! Premessa... ... avevo scritto un post lunghissimo per raccontare perché e per come ho scelto questo tema per l'MTChallenge di settembre 2014. Poi l'ho ridotto della metà, lasciando solo alcune note che mi sembravano indispensabili, e l'ho mandato alla Gennaro per un parere.  E lei ha detto che un terzo di quanto le ho mostrato era già troppo! Allora ho ricomposto alcuni dei contenuti in articoli di supporto da pubblicare più avanti ed ho cassato il resto. Qui è rimasto il riassunto della selezione della selezione, ovvero il puro tema dell'MTC. Che, mi spiace, adesso vi tocca leggere per intero! Se scegliere un ingrediente invece che una ricetta tende ad allargare gli orizzonti, questa volta scegliere IL RISO , come capirete, li spalanca fran

a tu per tu con il Fleischkäse svizzero, questo sconosciuto di famiglia

Nel curioso elenco dei cibi svizzeri che hanno caratterizzato la mia infanzia mi rendo conto che, fatto strano, sul blog non ho ancora parlato del  Fleischkäse, una via di mezzo tra un polpettone ed un würstel gigante di cui da bambini venivamo spesso nutriti. Ma un episodio di vita vera me lo ha messo sotto il naso proprio l'altro giorno, ed eccomi qui con il mio reportage storico-familiare. Alcuni Svizzeri, come quelli di casa mia, vivono il   Fleischkäse come un salume, da comprare pronto, intero o affettato sottile in buste, da servire in tavola come fosse prosciutto cotto o da infilare nei panini per merenda con maionese, senape e cipolline sottaceto (Be'... che c'è?! Se mia mamma per evitare che noi figli mangiassimo troppa Nutella la teneva in frigo ad indurire, così era più difficile da spalmare e sul pane se ne metteva di meno, perché stupirsi di quella che lei invece considerava una merenda "sana"?!) Altri amanti del  Fleischkäse  lo compran

una salsa di cipolle svizzera per würstel e per mamme lavoratrici

Lo so: sono rimasta indietro di una puntata! Parlavo di  ricette svizzere  quando un'irrefrenabile tentazione di cibo americano  si è intrufolata in cucina ed ha avuto  la meglio. Riprendo ora il filo con un piatto che ho proposto pochi giorni fa anche alla mia cara mammina svizzera in occasione del suo compleanno: Bratwurst con salsa di cipolle. L'aspetto curioso non sta tanto nel tipo di würstel utilizzato, una salsiccia bianca di vitello il cui nome per alcuni significa "salsiccia di carne spezzettata" e per altri "salsiccia da arrostire". In Germania di solito viene speziata in modo deciso con pepe, noce moscata e/o cumino, mentre in Svizzera il suo sapore è molto più delicato. In Ticino ne esiste una versione mignon, una "collana" di micro-salsiccine detta cipollata  non perchè contenga cipolle ma perchè, appunto, di solito si serve in salsa di cipolle. Ma, a casa della mia mamma lavoratrice senza tempo ne' passione per la cucina,

MTC giugno 2011... verso Oriente!

Continuo a pensare che le giudici  titolari  e aggiunte  dell'MTC fossero completamente fuori quando hanno passato a me il testimone e nessuno potrà convincermi del contrario, anche perchè potevano ben immaginare in che gorgo storico-etnico-confusionale avrei trascinato la sfida... ma si sono fidate lo stesso! No, è oggettivo: non possono essere completamente normali... Accertato questo, dichiaro anche di non essermi mai emozionata tanto nello scrivere un post e soprattutto nel proporre una ricetta, sentendo tanti occhi puntati addosso ed il fiato trattenuto di tanti MTC addicted... Ebbene sì, rilassatevi (o disperatevi) pure: come temevate, questa volta si va davvero tutti in Giappone! Niente succede per caso, si sa. Tanto è vero che l'eterno girovagare di Marco Polo (a cui faccio da qualche tempo da vivandiera ) l'ha portato proprio a questo punto del suo viaggio a confrontarsi con  Cipango , il Paese del Sol Levante... Come potevo non cogliere il suggerimento di un s

peperoni farciti alla croata: massaia batte bustina millemila a zero!

Riprendere a parlare di cucina non è facilissimo, soprattutto con il tono scanzonato che avevo in mente per questo post. Mi limiterò all'aspetto "documentaristico" ed umano, che l'umore magari sa beneficiare della concentrazione e della dolcezza richieste da una simile impostazione. Dopo una lunga serie di articoli e ricette a base di riso penso di cambiare direzione dedicandomi ai peperoni bianchi croati che di solito si cucinano ripieni di carne, per scoprire poi che nella farcia è presente riso crudo. Quando si dice il caso... I peperoni bianchi, babura paprika, in Croazia sono reperibili facilmente proprio in questa stagione. Ne ho in frigo tre e decido di prepararli, appunto, come  punjene paprike , ovvero farciti e cotti nel pomodoro, ricetta tipica che con piccole varianti è diffusa anche in altri Paesi limitrofi e che ogni famiglia, ovviamente, prepara secondo i propri criteri. La versione più semplice prevede di profumare carne trita di manzo o m

riso Otello: un nero integral(ista)

Il primo giorno di autunno una ricetta con le ultime verdure estive, che sono ancora buone visto che sembra far più caldo ora che nei mesi trascorsi... Sollecitata da alcuni dubbi posti sulle modalità di cottura del riso integrale e sull'utilizzo di varietà di riso "esotiche", ho pensato di provare le risposte sul campo e chiarire soprattutto le idee a me stessa, la prima che ha tutto ancora da imparare. Così, per prendere due piccioni con una fava, ho scelto un riso sia nero che integrale. No, non famoso ed idolatrato riso Venere, fantastica varietà di nobile origine cinese che, grazie a opportune ibridazioni, ora è coltivato anche in Italia.  Ho pescato  invece una varietà tutta italiana: il riso Otello, che deriva anch'esso da varietà cinesi ma è di concezione e di coltivazione tutta nostrana. Chissà se il  nome è stato ispirato ispirato dal famoso personaggio shakespeariano, dalla sua pelle scura e dalla sua natura piuttosto integral ista... Si utilizz

precisazione:

Per carattere tendo a tenermi in disparte e so che un comportamento simile in rete rema contro la normale volontà di visibilità di un blog che si rispetti: ho ricevuto spesso critiche per questo.
Mi hanno anche fatto notare che non sempre racconto le manifestazioni a cui sono invitata da aziende e che non polemizzo con chi ha utilizzato i miei testi o le mie foto senza citare il mio blog.
Ringrazio con passione chi mi rivolge queste critiche per affetto e chi mi sopporta lo stesso, nonostante non segua i loro consigli!