Passa ai contenuti principali

ultimi esperimenti estivi

Poi basta, che  dal punto di vista climatico la stagione delle melanzane qui è decisamente archiviata, ma mi è rimasta nel cassetto una ricetta che non posso proprio fare a meno di pubblicare...

Con i prodotti lucani entrati in casa mia grazie alla partecipazione a Io Chef, prima di proporre la ricetta che rispondesse ai requisiti richiesti ho fatto un po' di esperimenti di testa mia, prevalentemente per capire cosa avevo tra le mani...

I primi ingredienti sono stati quelli più "deperibili": a legumi, conserve e formaggio stagionato potrò dedicarmi con calma, ma melanzane fresche e pane occorreva venissero valorizzati quando erano al loro meglio.

Con le melanzane rosse di Rotonda dopo una prima ricetta abbastanza tranquilla ho provato ad osare di più: un piatto di ispirazione tailandese, una Lucania in versione orientale.Mentre gli esperimenti con pane e altro non erano così legati alla stagione urge ora che termini di parlare di queste verdure, per me simbolo di sole ed estate e che mal si combinano con l'umido ed il freschetto tutti autunnali di questi giorni.

Allora: in questo piatto orientale ho sostituito le piccole melanzane thai, che assomigliano a grossi piselli, con quelle rosse e tonde lucane che sembrano pomodori. Rispetto alle grosse melanzane viola più comuni entrambe hanno polpa più soda e buccia più consistente, dettaglio che in questa preparazione ha permesso alle melanzane di rimanere protagoniste, mantenendosi benissimo sia per consistenza che nell'aspetto.

Ho poi operato grandi variazioni nelle verdure di questo stufato al curry verde, mantenendomi invece abbastanza fedele all'originale negli altri ingredienti. Ma soprattutto, con buona pace del mio palato extrasensibile, ho impiegato solo 1/3 del piccante originario, tra pasta di curry e peperoncini, e 1/3 dell'aglio. 

Il tutto è risultato molto aromatico e appena piccantino. Quel che serviva per non sovrastare i sapori delle verdure e per valorizzare quello un po' speciale delle melanzane di Rotonda...



Curry verde di melanzane rosse con pollo e semi di finocchio

ingredienti per 4 persone:
6 melanzane rosse di Rotonda (circa 400 gr.)
250 gr. di petto di pollo
2 carote
2 patate
250 gr. di funghi freschi (qui porcini) (o 50 gr. di funghi secchi)
1 cipolla
1/2 porro
2 spicchi di aglio
1 cubetto di zenzero fresco da 3 cm.
2 steli di lemongrass
1 lime
1 cucchiaio di semi di finocchio
1 ciuffo di coriandolo fresco
1 peperoncino rosso fresco
1 cucchiaio di pasta di curry verde
3 foglie di kaffir lime
500 ml. di brodo di pollo bollente
300 ml. di latte di cocco
4 cucchiai di olio di arachidi
1 cucchiaio di zucchero di canna
sale

Tagliare le melanzane, le patate e le carote a cubotti; tagliare l'aglio e lo zenzero a filettini; tritare le foglie di coriandolo e, separatamente, tagliare a pezzetti anche i gambi; tagliare a rondelle sottili porro, cipolla e lemongrass.

Se le foglie di kaffir sono essiccate metterle a bagno in poca acqua tiepida e fare lo stesso con i funghi secchi; se si usano funghi freschi tagliarli a fettine sottili; pestare leggermente i semi di finocchio in un mortaio; tagliare il pollo a bocconcini.

Scaldare in un wok 2 cucchiai di olio e dorarvi le melanzane a fuoco vivace fino a che cominciano appena ad ammorbidirsi, quindi levarle dal tegame e salare leggermente.

Aggiungere nel wok una goccia di olio e saltare porri e cipolle a fuoco leggermente più basso fino a che sono morbidi; trasferire anche questi con le melanzane e salare leggermente.

Unire ancora un po' di olio nel wok e insaporirlo a fuoco medio con l'aglio e i semi di finocchio, fin quando l'aglio si è colorato.

Unire il lemongrass, i gambi di coriandolo, le foglie di kaffir e il peperoncino, tostare qualche secondo quindi versare il brodo (e l'eventuale acqua di kaffir e/o di funghi filtrata) e lasciar sobbollire per 5 minuti.

Sciogliere nel brodo la pasta di curry ed unirvi patate, carote e funghi; cuocere a fuoco basso una decina di minuti quindi unire melanzane, cipolle e pollo, mescolando bene.

Versare nel wok lo zucchero di canna e la parte più densa del latte di cocco, stemperarlo bene ed unire poi tanto liquido quanto basta a rendere il fondo simile ad una crema un po' liquida.

Lasciar restringere il fondo per circa 5 minuti in modo che diventi bello cremoso, regolare di sale, spegnere e unire le foglie di coriandolo tritate ed il succo di lime, mescolando bene.


Servire con riso bianco a vapore e spicchietti di lime. Aggiungendo più acqua di cocco si può servire anche come zuppa.


  • rivoli affluenti:
  • la ricetta di partenza, che prevede patate dolci, funghi orientali, niente carote e niente pollo, è in: Judy Bastyra, Becky Johnson, The Cook's Encyclopedia of Thai Cooking, Hermes House, 2003, ISBN 1-84309-940-3

Commenti

post più popolari

MTC di settembre 2014: un sacco di riso!

Diceva un vecchio slogan anarchico: "con l'ironia abbatteremo il potere e un sacco di riso lo seppellirà".  A no? Erano risate?! Va be'... per un MTC di questa portata ci si può anche concedere una licenza! Premessa... ... avevo scritto un post lunghissimo per raccontare perché e per come ho scelto questo tema per l'MTChallenge di settembre 2014. Poi l'ho ridotto della metà, lasciando solo alcune note che mi sembravano indispensabili, e l'ho mandato alla Gennaro per un parere.  E lei ha detto che un terzo di quanto le ho mostrato era già troppo! Allora ho ricomposto alcuni dei contenuti in articoli di supporto da pubblicare più avanti ed ho cassato il resto. Qui è rimasto il riassunto della selezione della selezione, ovvero il puro tema dell'MTC. Che, mi spiace, adesso vi tocca leggere per intero! Se scegliere un ingrediente invece che una ricetta tende ad allargare gli orizzonti, questa volta scegliere IL RISO , come capirete, li spalanca fran

a tu per tu con il Fleischkäse svizzero, questo sconosciuto di famiglia

Nel curioso elenco dei cibi svizzeri che hanno caratterizzato la mia infanzia mi rendo conto che, fatto strano, sul blog non ho ancora parlato del  Fleischkäse, una via di mezzo tra un polpettone ed un würstel gigante di cui da bambini venivamo spesso nutriti. Ma un episodio di vita vera me lo ha messo sotto il naso proprio l'altro giorno, ed eccomi qui con il mio reportage storico-familiare. Alcuni Svizzeri, come quelli di casa mia, vivono il   Fleischkäse come un salume, da comprare pronto, intero o affettato sottile in buste, da servire in tavola come fosse prosciutto cotto o da infilare nei panini per merenda con maionese, senape e cipolline sottaceto (Be'... che c'è?! Se mia mamma per evitare che noi figli mangiassimo troppa Nutella la teneva in frigo ad indurire, così era più difficile da spalmare e sul pane se ne metteva di meno, perché stupirsi di quella che lei invece considerava una merenda "sana"?!) Altri amanti del  Fleischkäse  lo compran

una salsa di cipolle svizzera per würstel e per mamme lavoratrici

Lo so: sono rimasta indietro di una puntata! Parlavo di  ricette svizzere  quando un'irrefrenabile tentazione di cibo americano  si è intrufolata in cucina ed ha avuto  la meglio. Riprendo ora il filo con un piatto che ho proposto pochi giorni fa anche alla mia cara mammina svizzera in occasione del suo compleanno: Bratwurst con salsa di cipolle. L'aspetto curioso non sta tanto nel tipo di würstel utilizzato, una salsiccia bianca di vitello il cui nome per alcuni significa "salsiccia di carne spezzettata" e per altri "salsiccia da arrostire". In Germania di solito viene speziata in modo deciso con pepe, noce moscata e/o cumino, mentre in Svizzera il suo sapore è molto più delicato. In Ticino ne esiste una versione mignon, una "collana" di micro-salsiccine detta cipollata  non perchè contenga cipolle ma perchè, appunto, di solito si serve in salsa di cipolle. Ma, a casa della mia mamma lavoratrice senza tempo ne' passione per la cucina,

MTC giugno 2011... verso Oriente!

Continuo a pensare che le giudici  titolari  e aggiunte  dell'MTC fossero completamente fuori quando hanno passato a me il testimone e nessuno potrà convincermi del contrario, anche perchè potevano ben immaginare in che gorgo storico-etnico-confusionale avrei trascinato la sfida... ma si sono fidate lo stesso! No, è oggettivo: non possono essere completamente normali... Accertato questo, dichiaro anche di non essermi mai emozionata tanto nello scrivere un post e soprattutto nel proporre una ricetta, sentendo tanti occhi puntati addosso ed il fiato trattenuto di tanti MTC addicted... Ebbene sì, rilassatevi (o disperatevi) pure: come temevate, questa volta si va davvero tutti in Giappone! Niente succede per caso, si sa. Tanto è vero che l'eterno girovagare di Marco Polo (a cui faccio da qualche tempo da vivandiera ) l'ha portato proprio a questo punto del suo viaggio a confrontarsi con  Cipango , il Paese del Sol Levante... Come potevo non cogliere il suggerimento di un s

peperoni farciti alla croata: massaia batte bustina millemila a zero!

Riprendere a parlare di cucina non è facilissimo, soprattutto con il tono scanzonato che avevo in mente per questo post. Mi limiterò all'aspetto "documentaristico" ed umano, che l'umore magari sa beneficiare della concentrazione e della dolcezza richieste da una simile impostazione. Dopo una lunga serie di articoli e ricette a base di riso penso di cambiare direzione dedicandomi ai peperoni bianchi croati che di solito si cucinano ripieni di carne, per scoprire poi che nella farcia è presente riso crudo. Quando si dice il caso... I peperoni bianchi, babura paprika, in Croazia sono reperibili facilmente proprio in questa stagione. Ne ho in frigo tre e decido di prepararli, appunto, come  punjene paprike , ovvero farciti e cotti nel pomodoro, ricetta tipica che con piccole varianti è diffusa anche in altri Paesi limitrofi e che ogni famiglia, ovviamente, prepara secondo i propri criteri. La versione più semplice prevede di profumare carne trita di manzo o m

riso Otello: un nero integral(ista)

Il primo giorno di autunno una ricetta con le ultime verdure estive, che sono ancora buone visto che sembra far più caldo ora che nei mesi trascorsi... Sollecitata da alcuni dubbi posti sulle modalità di cottura del riso integrale e sull'utilizzo di varietà di riso "esotiche", ho pensato di provare le risposte sul campo e chiarire soprattutto le idee a me stessa, la prima che ha tutto ancora da imparare. Così, per prendere due piccioni con una fava, ho scelto un riso sia nero che integrale. No, non famoso ed idolatrato riso Venere, fantastica varietà di nobile origine cinese che, grazie a opportune ibridazioni, ora è coltivato anche in Italia.  Ho pescato  invece una varietà tutta italiana: il riso Otello, che deriva anch'esso da varietà cinesi ma è di concezione e di coltivazione tutta nostrana. Chissà se il  nome è stato ispirato ispirato dal famoso personaggio shakespeariano, dalla sua pelle scura e dalla sua natura piuttosto integral ista... Si utilizz

precisazione:

Per carattere tendo a tenermi in disparte e so che un comportamento simile in rete rema contro la normale volontà di visibilità di un blog che si rispetti: ho ricevuto spesso critiche per questo.
Mi hanno anche fatto notare che non sempre racconto le manifestazioni a cui sono invitata da aziende e che non polemizzo con chi ha utilizzato i miei testi o le mie foto senza citare il mio blog.
Ringrazio con passione chi mi rivolge queste critiche per affetto e chi mi sopporta lo stesso, nonostante non segua i loro consigli!