Passa ai contenuti principali

pranzo giapponese parte 2: konnyaku, ma anche melanzane e patate dolci


Nello scorso post ho presentato l'intero menù giapponese servito ad amici, soffermandomi su concetto fluido di stagionalità giapponese rispetto all'estate concepita da noi, proponendo di quel pranzo solo un paio di ricette.

Qui riprendo le fila del discorso interrotto, senza più discettare di concetti astratti perchè vado direttamente al sodo delle ricette. Comincio con un'insalata di cetrioli e Konniaku (蒟蒻 oこんにゃく). Si tratta di una gelatina solida, di cui avevo già illustrato qui un possibile utilizzo, ricavata dal bulbo di una pianta genericamente conosciuta con la pronuncia cinese degli stessi kanji, "konjac", ma detta anche akuma no shita, 悪魔の舌, "lingua del diavolo", per l'aspetto particolare e l'inquietante odore* del suo grosso fiore.  
Questo ingrediente, utilizzato in infiniti modi dalla antica tradizione culinaria giapponese, qui in Italia è conosciuto prevalentemente nella versione ridotta in spaghetti, quegli shirataki (白滝 , letteralmente "cascata bianca"), particolarmente famosi tra chi è a dieta perchè danno un grande senso di sazietà nonostante siano gluten free e quasi privi di calorie.
In Giappone il konnyaku viene utilizzato nei formati più disparati e in vari tipi di preparazioni: in inverno è facile trovarlo a cubetti o in matassine di fili sottili in stufati e piatti caldi, mentre in periodi più caldi, oltre agli spaghettini serviti freddi ed altre golosità, viene anche servito a sashimi, ovvero a fettine sottili, aromatizzate in diversi modi, da intingere in salsine dedicate.

Io da questo sono partita: pigramente da una confezione di konnyaku a fettine già pronto profumato allo yuzu (variante tipica di Fukuoka, area famosa per gli agrumi), completo di una bustina di salsa allo yuzu e miso, che mi ha regalato la stessa chef giapponese che mi ha anche suggerito di abbinare questo sashimi ai cetrioli. 
Ecco dunque la mia semplice versione: 
福岡こんにゃくときゅうりの柚子漬け - FUKUOKA KONNYAKU TO KYURI NO YUZUTSUKE - KONNYAKU E CETRIOLI MARINATI NELLO YUZU DI FUKUOKA
ingredienti per 6 persone:
300 g di yuzu konnyaku, con una bustina della loro salsa
2 piccoli cetrioli dalla buccia sottile
1/2 cucchiaio di aceto di riso
scorza di un limone bio (in mancanza di yuzu o di altri agrumi giapponesi)
sale

Lavare molto bene i cetrioli, ridurli a rondelle sottili con la buccia, spolverarli di sale e lasciarli riposare 10 minuti, quindi "stropicciarli" tra le dita in modo da ammorbidirli ulteriormente, sciacquarli sotto un flusso gentile di acqua corrente ed asciugarli con carta da cucina.

Tagliare in due le fettine di konnyaku facendone quadratini. Diluire la salsa con l'aceto, quindi mescolarvi cetrioli e konnyaku e lasciar riposare coperto per almeno mezz'ora (ma anche in frigo fino a 3 ore).

Poco prima di servire tagliare la scorza di limone con la tradizionale sagoma detta matsuba-kiri 松葉切り, “taglio ad ago di pino”: si taglia un rettangolino di scorza, lo si incide a "zeta" e poi si sollevano ed incrociano le due punte di scorza rimaste libere.
Dividere l'insalata nelle ciotole individuali, decorare ogni porzione con una scorzetta e servire.
---
Essendomi dilungata sull'ingrediente insolito della prima ricetta, per le due che seguono sarò molto breve. Tutte e tre le preparazioni sono proponibili sia come antipastini che come componenti dello ichijū sansai, ma le due che seguono le ho già pubblicate nel blog e qui ora aggiungo solo piccole note.
茄子の味噌蒸し - NASU NO MISOMUSHI - MELANZANE AL VAPORE CON MISO
La ricetta è questa, ma ho variato:
- 2 melanzane perline (350 g in tutto), invece di quelle violette
- taglio delle melanzane non a rondelle ma rangiri (乱切りgià visto sempre qui)
- decoro aggiuntivo con rondelline di cipollino verde.

大学芋 - DAIGAKU-IMO - PATATE DOLCI CARAMELLATE
La ricetta è questa , dove avevo anche riportato un po' di curiosità in merito al piatto, ma:
ho cambiato la varietà di patate dolci, che in questo caso avevano buccia rossa e polpa viola
- ho sbagliato preparando le patate il giorno prima: nella notte hanno assorbito praticamente tutto il condimento! Quando le ho riscaldate il giorno dopo (al microonde 900 w per 90 secondi) ho dovuto aggiungere un filo di acqua e, mentre il sapore era buono, l'aspetto non era più glassato.
  • rivoli affluenti:
  • * l'odore ed il colore rosso cupo del fiore ricordano quelli di una carcassa, attirando insetti saprofaghi (mangiatori di carne in decomposizione) che sono i loro principali impollinatori
  • la foto dei fiori di konnyaku è presa qui, quella degli shirataki qui
  • come già detto, per quasi tutti i piatti di questo pranzo ho foto scarse e brutte perchè ho privilegiato la convivialità rispetto al reportage. 

Commenti

  1. La descrizione della pianta konjac è un po' inquietante...qual è il sapore della gelatina che si ricava dal bulbo?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. sapore praticamente nullo, è una goduria pe rla consitenza

      Elimina

Posta un commento

post più popolari

MTC di settembre 2014: un sacco di riso!

Diceva un vecchio slogan anarchico: "con l'ironia abbatteremo il potere e un sacco di riso lo seppellirà".  A no? Erano risate?! Va be'... per un MTC di questa portata ci si può anche concedere una licenza! Premessa... ... avevo scritto un post lunghissimo per raccontare perché e per come ho scelto questo tema per l'MTChallenge di settembre 2014. Poi l'ho ridotto della metà, lasciando solo alcune note che mi sembravano indispensabili, e l'ho mandato alla Gennaro per un parere.  E lei ha detto che un terzo di quanto le ho mostrato era già troppo! Allora ho ricomposto alcuni dei contenuti in articoli di supporto da pubblicare più avanti ed ho cassato il resto. Qui è rimasto il riassunto della selezione della selezione, ovvero il puro tema dell'MTC. Che, mi spiace, adesso vi tocca leggere per intero! Se scegliere un ingrediente invece che una ricetta tende ad allargare gli orizzonti, questa volta scegliere IL RISO , come capirete, li spalanca fran...

a tu per tu con il Fleischkäse svizzero, questo sconosciuto di famiglia

Nel curioso elenco dei cibi svizzeri che hanno caratterizzato la mia infanzia mi rendo conto che, fatto strano, sul blog non ho ancora parlato del  Fleischkäse, una via di mezzo tra un polpettone ed un würstel gigante di cui da bambini venivamo spesso nutriti. Ma un episodio di vita vera me lo ha messo sotto il naso proprio l'altro giorno, ed eccomi qui con il mio reportage storico-familiare. Alcuni Svizzeri, come quelli di casa mia, vivono il   Fleischkäse come un salume, da comprare pronto, intero o affettato sottile in buste, da servire in tavola come fosse prosciutto cotto o da infilare nei panini per merenda con maionese, senape e cipolline sottaceto (Be'... che c'è?! Se mia mamma per evitare che noi figli mangiassimo troppa Nutella la teneva in frigo ad indurire, così era più difficile da spalmare e sul pane se ne metteva di meno, perché stupirsi di quella che lei invece considerava una merenda "sana"?!) Altri amanti del  Fleischkäse  lo ...

una salsa di cipolle svizzera per würstel e per mamme lavoratrici

Lo so: sono rimasta indietro di una puntata! Parlavo di  ricette svizzere  quando un'irrefrenabile tentazione di cibo americano  si è intrufolata in cucina ed ha avuto  la meglio. Riprendo ora il filo con un piatto che ho proposto pochi giorni fa anche alla mia cara mammina svizzera in occasione del suo compleanno: Bratwurst con salsa di cipolle. L'aspetto curioso non sta tanto nel tipo di würstel utilizzato, una salsiccia bianca di vitello il cui nome per alcuni significa "salsiccia di carne spezzettata" e per altri "salsiccia da arrostire". In Germania di solito viene speziata in modo deciso con pepe, noce moscata e/o cumino, mentre in Svizzera il suo sapore è molto più delicato. In Ticino ne esiste una versione mignon, una "collana" di micro-salsiccine detta cipollata  non perchè contenga cipolle ma perchè, appunto, di solito si serve in salsa di cipolle. Ma, a casa della mia mamma lavoratrice senza tempo ne' passione per la cucina,...

MTC giugno 2011... verso Oriente!

Continuo a pensare che le giudici  titolari  e aggiunte  dell'MTC fossero completamente fuori quando hanno passato a me il testimone e nessuno potrà convincermi del contrario, anche perchè potevano ben immaginare in che gorgo storico-etnico-confusionale avrei trascinato la sfida... ma si sono fidate lo stesso! No, è oggettivo: non possono essere completamente normali... Accertato questo, dichiaro anche di non essermi mai emozionata tanto nello scrivere un post e soprattutto nel proporre una ricetta, sentendo tanti occhi puntati addosso ed il fiato trattenuto di tanti MTC addicted... Ebbene sì, rilassatevi (o disperatevi) pure: come temevate, questa volta si va davvero tutti in Giappone! Niente succede per caso, si sa. Tanto è vero che l'eterno girovagare di Marco Polo (a cui faccio da qualche tempo da vivandiera ) l'ha portato proprio a questo punto del suo viaggio a confrontarsi con  Cipango , il Paese del Sol Levante... Come potevo non cogliere il suggerimento ...

peperoni farciti alla croata: massaia batte bustina millemila a zero!

Riprendere a parlare di cucina non è facilissimo, soprattutto con il tono scanzonato che avevo in mente per questo post. Mi limiterò all'aspetto "documentaristico" ed umano, che l'umore magari sa beneficiare della concentrazione e della dolcezza richieste da una simile impostazione. Dopo una lunga serie di articoli e ricette a base di riso penso di cambiare direzione dedicandomi ai peperoni bianchi croati che di solito si cucinano ripieni di carne, per scoprire poi che nella farcia è presente riso crudo. Quando si dice il caso... I peperoni bianchi, babura paprika, in Croazia sono reperibili facilmente proprio in questa stagione. Ne ho in frigo tre e decido di prepararli, appunto, come  punjene paprike , ovvero farciti e cotti nel pomodoro, ricetta tipica che con piccole varianti è diffusa anche in altri Paesi limitrofi e che ogni famiglia, ovviamente, prepara secondo i propri criteri. La versione più semplice prevede di profumare carne trita di manzo o m...

riso Otello: un nero integral(ista)

Il primo giorno di autunno una ricetta con le ultime verdure estive, che sono ancora buone visto che sembra far più caldo ora che nei mesi trascorsi... Sollecitata da alcuni dubbi posti sulle modalità di cottura del riso integrale e sull'utilizzo di varietà di riso "esotiche", ho pensato di provare le risposte sul campo e chiarire soprattutto le idee a me stessa, la prima che ha tutto ancora da imparare. Così, per prendere due piccioni con una fava, ho scelto un riso sia nero che integrale. No, non famoso ed idolatrato riso Venere, fantastica varietà di nobile origine cinese che, grazie a opportune ibridazioni, ora è coltivato anche in Italia.  Ho pescato  invece una varietà tutta italiana: il riso Otello, che deriva anch'esso da varietà cinesi ma è di concezione e di coltivazione tutta nostrana. Chissà se il  nome è stato ispirato ispirato dal famoso personaggio shakespeariano, dalla sua pelle scura e dalla sua natura piuttosto integral ista... Si utilizz...

precisazione:

Per carattere tendo a tenermi in disparte e so che un comportamento simile in rete rema contro la normale volontà di visibilità di un blog che si rispetti: ho ricevuto spesso critiche per questo.
Mi hanno anche fatto notare che non sempre racconto le manifestazioni a cui sono invitata da aziende e che non polemizzo con chi ha utilizzato i miei testi o le mie foto senza citare il mio blog.
Ringrazio con passione chi mi rivolge queste critiche per affetto e chi mi sopporta lo stesso, nonostante non segua i loro consigli!