Qualche settimana fa ero a tenere un corso di cucina vegana per monaci buddisti in Trentino e, fuori dal lavoro, mangiavo locale. Quindi canederli. Quindi me ne è tornata la voglia, nonostante me li prepari spessissimo (anche se ne ho pubblicati qui troppo pochi). Eccone dunque una nuova ricetta, improvvisata con quello che avevo in casa una volta rientrata dal Trentino. Che è il vero spirito con cui nascevano i canederli, per quell'arte del riciclo che i Giapponesi chiamano もったいない, mottainai . Ovviamente qui la versione è poco ortodossa, oserei dire quasi improbabile a prima vista, dato che non accoglie formaggi trentini o speck ma rimasugli di feta greca e di prosciutto crudo toscano, mentre pane e farina sono di grano saraceno, profumo innegabilmente lombardo. Si possono servire i canederli in brodo, come qui, oppure asciutti, insieme ad aromi un po' greci che si riallaccino alla feta. Ne avevo infatti scolato qualcuno... ma erano talmente buoni anche solo in br...
Qualche sera fa, ho di nuovo presentato un film al cinema. Dopo un precedente a tema gastronomico questa volta l'argomento non era la cucina ma il Giappone. Titolo italiano del film " L’innocenza" , titolo originale giapponese 怪物, Kaibutsu , tradotto in altri Paesi occidentali come "Il mostro" anche se letteralmente i kanji da cui è composta la parola significano “cosa misteriosa”. Cerco di non spoilerare per chi non lo avesse ancora visto: il protagonista è un preadolescente alla scoperta delle proprie relazioni con il mondo e la sua vicenda è presentata prima con gli occhi della madre, poi con quelli del suo insegnante ed infine attraverso i suoi, uno stile narrativo che la cinematografia internazionale credo abbia imparato da Rashomon di Kurosawa nel 1950 e che ha poi sfruttato egregiamente in molti thriller, come Prospettive di un delitto del 2008. Ma questo film, anche se si intuisce che sotto sotto ci sia qualcosa di misterioso (ecco il senso del ti...