Questa domenica sono invitata a "portare qualcosa" ad un picnic nel Canavese. Tutte le altre preparazioni immagino saranno tipiche italiane, purtroppo...
No, nel senso che apprezzo molto la cucina del luogo, ma il vero picnic nella mia testa è fondamentalmente una forma d'arte tutta inglese, fatto dunque, per principio base (come cita ogni buon romanzo inglese che si rispetti quando descrive una colazione all'aperto), di rituali cesti di vimini ordinatamente riempiti di formaggi con la frutta, carni fredde, pesci affumicati, patè con gallette, una bella torta, limonata fresca ed una bottiglia di vino buono, e completati con una serie di plaid spessi oppure dei tavolini pieghevoli sempre rivestiti con tovaglie in tessuto, ombrelli (non si sa mai che combina il cielo, anche nella bella stagione...) e da stoviglie adeguate allo stile dell'evento.
Già, perchè i picnic in stile britannico sono veri e propri riti declinabili all'infinito. Ne esistono ad esempio versioni invernali complete di thermos di zuppe calde, versioni tea-time con sandwich al salmone e cetrioli e colorate cupcakes, versioni easy-chic da gita al parco cittadino, con uova sode aromatizzate e insalate un po' etniche, o versioni "semplificate" per gite a piedi o in bicicletta, ma un semplice panino sbocconcellato seduti sull'erba non appartiene assolutamente alla categoria!
Il gusto sta nella cura della preparazione e nella sorpresa di un menù proporzionato ma sempre variato. Si raggiunge l'apoteosi nella pienezza della versione elegante, che è spessissimo è organizzata in automobile, considerata in queste occasioni parte integrante dell'attrezzatura.
Ma qui tra gli amici piemontesi, saldamente affezionati alla tradizione nostrana, nessuno sembra interessato, così all'elenco di proposte super-ispirate che ho subito sciorinato mi sono sentita rispondere: "ma no... non ti scomodare... basta un'insalata di riso!" ...Sigh!
Senza perdermi d'animo ho cercato comunque un'idea carina che idealmente potesse non sfigurare sulla tavola di un picnic inglese "classico", di quelli che porta la domenica gli appassionati a trascorrere qualche ora in cucina, a percorrere poi lentamente le stradine di campagna e, individuato un bello scorcio all'ombra protettiva di un grande albero o di un vecchio rudere, estrarre vivande ed armamentario dal baule e disporre tutto con cura vicino (appunto!) al retro dell'auto.
Suppongo che, una volta estinti carrozze e valletti, con la comparsa dell'automobile il senso pratico si sia impadronito della tradizione, decidendo semplicemente di utilizzare il baule aperto come piano di appoggio di servizio al posto di ulteriori attrezzature da scaricare e montare.
L'abitudine non è ancora tramontata, come ho potuto scoprire in Inghilterra ad un raduno di auto d'epoca, dove sia i veicoli in concorso che quelli contemporanei che circondavano la zona espositiva erano tutti raffinatamente dotati sul retro di simpatici personaggi inglesi che banchettavano con lo stesso gusto attorno a tavole impeccabili.
Piatti in ceramica o porcellana, bicchieri in vetro o cristallo, tovaglie in cotone o lino ricamato, bottiglie di frizzantino o di champagne, sempre e comunque una meravigliosa cura nella disposizione del tutto. Banditi carta e plastica, presenti solo nelle componenti "di servizio" come i moderni contenitori da asporto, che non comparivano mai però direttamente sulla tavola. Come non rimanerne incantati?!
Tornando in Italia, dunque, mi munisco di adeguato cappello scenoso, apro un cestino di vimini e ci ripongo una bella insalata di riso dai sapori conosciuti (vuoi mai che gli amici piemontesi mi lincino!) ma dallo spirito british: assolutamente il pollo, un tocco di quella maionese a cui sembra non riescano a rinunciare... e poi un goccio di whisky scozzese, per ribadire il concetto che oggi sulle colline piemontesi, in mezzo a tutto il resto si mangia anche un pochino inglese!
Insalata di riso e pollo allo scotch whisky
dosi per 4 persone come portata principale, per 6-8 come parte di un menù:
200 gr. riso Fino Ribe parboiled
205 gr. petto di pollo a spessore uniforme
1 peperone verde
150 gr. fagiolini
2 coste di sedano
1 pomodoro cuore di bue
150 gr. quartirolo
2 uova
2 cucchiai maionese
2 cucchiai pistacchi sgusciati
1 dadino di zenzero fresco
1 cucchiaio scotch whisky
1 cucchiaio aceto bianco
olio extravergine molto leggero (ligure o del Garda) o di arachide
sale
pepe al mulinello
Scottare il petto di pollo in una padella antiaderente calda con un goccino d'olio e lo zenzero a fettine fino a che si colora su entrambi i lati ma è ancora morbido; salare, pepare, spegnere, coprire e lasciarlo riposare per una decina di minuti, in modo che il calore si diffonda bene anche all'interno senza asciugarlo.
Quando è tiepido tagliarlo a striscioline sottili e lasciarlo completamente raffreddare nel suo fondo, quindi trasferire in un'ampia ciotola, se piace con lo zenzero ridotto a filettini sottili.
Con le due uova, un pizzico di sale ed uno di zucchero preparare una frittatina sottile, tagliarla a striscioline ed unirla al pollo.
Mondare i fagiolini e tagliarli a pezzetti lunghi 2 o 3 cm.
Lessare il riso in acqua bollente salata, unendovi i fagiolini dopo 5 minuti e raffreddando poi subito appena scolati sotto un getto di acqua fredda; lasciare ben asciugare allargato su un telo pulito ed unire al pollo.
Scottare qualche minuto il peperone tagliato a falde su una piastra calda dalla parte della pelle, poi coprire e lasciare che il vapore aiuti a separare la polpa dalla pelle; quando sono tiepide spellare bene le falde, tagliarle a filettini, spolverare leggermente di sale ed unirle al riso.
Tagliare il formaggio ed il pomodoro a dadini ed il sedano a lamelle un po' sottili, salare leggermente ed unire al riso.
Tritare grossolanamente i pistacchi ed unirvi 4 o 5 cucchiai di olio, una presa di sale, una macinata di pepe, la maionese, l'aceto e lo scotch, mescolando fino ad ottenere una salsa fluida.
Versare sul riso, mescolare bene, se serve regolare di sale, quindi coprire e tenere in frigo almeno un'oretta perchè i sapori si amalgamino prima di servire.
No, nel senso che apprezzo molto la cucina del luogo, ma il vero picnic nella mia testa è fondamentalmente una forma d'arte tutta inglese, fatto dunque, per principio base (come cita ogni buon romanzo inglese che si rispetti quando descrive una colazione all'aperto), di rituali cesti di vimini ordinatamente riempiti di formaggi con la frutta, carni fredde, pesci affumicati, patè con gallette, una bella torta, limonata fresca ed una bottiglia di vino buono, e completati con una serie di plaid spessi oppure dei tavolini pieghevoli sempre rivestiti con tovaglie in tessuto, ombrelli (non si sa mai che combina il cielo, anche nella bella stagione...) e da stoviglie adeguate allo stile dell'evento.
Già, perchè i picnic in stile britannico sono veri e propri riti declinabili all'infinito. Ne esistono ad esempio versioni invernali complete di thermos di zuppe calde, versioni tea-time con sandwich al salmone e cetrioli e colorate cupcakes, versioni easy-chic da gita al parco cittadino, con uova sode aromatizzate e insalate un po' etniche, o versioni "semplificate" per gite a piedi o in bicicletta, ma un semplice panino sbocconcellato seduti sull'erba non appartiene assolutamente alla categoria!
Il gusto sta nella cura della preparazione e nella sorpresa di un menù proporzionato ma sempre variato. Si raggiunge l'apoteosi nella pienezza della versione elegante, che è spessissimo è organizzata in automobile, considerata in queste occasioni parte integrante dell'attrezzatura.
Ma qui tra gli amici piemontesi, saldamente affezionati alla tradizione nostrana, nessuno sembra interessato, così all'elenco di proposte super-ispirate che ho subito sciorinato mi sono sentita rispondere: "ma no... non ti scomodare... basta un'insalata di riso!" ...Sigh!
Senza perdermi d'animo ho cercato comunque un'idea carina che idealmente potesse non sfigurare sulla tavola di un picnic inglese "classico", di quelli che porta la domenica gli appassionati a trascorrere qualche ora in cucina, a percorrere poi lentamente le stradine di campagna e, individuato un bello scorcio all'ombra protettiva di un grande albero o di un vecchio rudere, estrarre vivande ed armamentario dal baule e disporre tutto con cura vicino (appunto!) al retro dell'auto.
Suppongo che, una volta estinti carrozze e valletti, con la comparsa dell'automobile il senso pratico si sia impadronito della tradizione, decidendo semplicemente di utilizzare il baule aperto come piano di appoggio di servizio al posto di ulteriori attrezzature da scaricare e montare.
L'abitudine non è ancora tramontata, come ho potuto scoprire in Inghilterra ad un raduno di auto d'epoca, dove sia i veicoli in concorso che quelli contemporanei che circondavano la zona espositiva erano tutti raffinatamente dotati sul retro di simpatici personaggi inglesi che banchettavano con lo stesso gusto attorno a tavole impeccabili.
Piatti in ceramica o porcellana, bicchieri in vetro o cristallo, tovaglie in cotone o lino ricamato, bottiglie di frizzantino o di champagne, sempre e comunque una meravigliosa cura nella disposizione del tutto. Banditi carta e plastica, presenti solo nelle componenti "di servizio" come i moderni contenitori da asporto, che non comparivano mai però direttamente sulla tavola. Come non rimanerne incantati?!
Tornando in Italia, dunque, mi munisco di adeguato cappello scenoso, apro un cestino di vimini e ci ripongo una bella insalata di riso dai sapori conosciuti (vuoi mai che gli amici piemontesi mi lincino!) ma dallo spirito british: assolutamente il pollo, un tocco di quella maionese a cui sembra non riescano a rinunciare... e poi un goccio di whisky scozzese, per ribadire il concetto che oggi sulle colline piemontesi, in mezzo a tutto il resto si mangia anche un pochino inglese!
dosi per 4 persone come portata principale, per 6-8 come parte di un menù:
200 gr. riso Fino Ribe parboiled
205 gr. petto di pollo a spessore uniforme
1 peperone verde
150 gr. fagiolini
2 coste di sedano
1 pomodoro cuore di bue
150 gr. quartirolo
2 uova
2 cucchiai maionese
2 cucchiai pistacchi sgusciati
1 dadino di zenzero fresco
1 cucchiaio scotch whisky
1 cucchiaio aceto bianco
olio extravergine molto leggero (ligure o del Garda) o di arachide
sale
pepe al mulinello
Scottare il petto di pollo in una padella antiaderente calda con un goccino d'olio e lo zenzero a fettine fino a che si colora su entrambi i lati ma è ancora morbido; salare, pepare, spegnere, coprire e lasciarlo riposare per una decina di minuti, in modo che il calore si diffonda bene anche all'interno senza asciugarlo.
Quando è tiepido tagliarlo a striscioline sottili e lasciarlo completamente raffreddare nel suo fondo, quindi trasferire in un'ampia ciotola, se piace con lo zenzero ridotto a filettini sottili.
Con le due uova, un pizzico di sale ed uno di zucchero preparare una frittatina sottile, tagliarla a striscioline ed unirla al pollo.
Mondare i fagiolini e tagliarli a pezzetti lunghi 2 o 3 cm.
Lessare il riso in acqua bollente salata, unendovi i fagiolini dopo 5 minuti e raffreddando poi subito appena scolati sotto un getto di acqua fredda; lasciare ben asciugare allargato su un telo pulito ed unire al pollo.
Scottare qualche minuto il peperone tagliato a falde su una piastra calda dalla parte della pelle, poi coprire e lasciare che il vapore aiuti a separare la polpa dalla pelle; quando sono tiepide spellare bene le falde, tagliarle a filettini, spolverare leggermente di sale ed unirle al riso.
Tagliare il formaggio ed il pomodoro a dadini ed il sedano a lamelle un po' sottili, salare leggermente ed unire al riso.
Tritare grossolanamente i pistacchi ed unirvi 4 o 5 cucchiai di olio, una presa di sale, una macinata di pepe, la maionese, l'aceto e lo scotch, mescolando fino ad ottenere una salsa fluida.
Versare sul riso, mescolare bene, se serve regolare di sale, quindi coprire e tenere in frigo almeno un'oretta perchè i sapori si amalgamino prima di servire.
- rivoli affluenti:
- gli spuntini fuori casa di un signore inglese: qualsiasi romanzo di P. D. James con protagonista Adam Dalgliesh
- classici menù da picnic all'inglese: David Herbert, Picnics, Conran Octopus Ltd.
- luoghi perfetti per un picnic in Gran Bretagna: Mark Price, The Great British Picnic Guide, Ebury Press
Naaaa...decisamente troppo british! Mi unisco spiritualmente ai tuoi amici piemontesi più ruspanti!
RispondiElimina(Però il cestino fuxia ha decisamente un suo perchè!)