Passa ai contenuti principali

spaghetti alla cinese?!

Per sopravvivere alla cucina della mamma svizzera mia sorella ed io abbiamo cominciato presto a dedicarci alla materia ed entrambe abbiamo finito per appassionarcici (!). Ci siamo abbonate a riviste di cucina, abbiamo acquistato qualche libro ed intervistato le mamme degli amici e poi abbiamo a poco a poco cominciato ad invadere il territorio domestico, cominciando d'estate, quando la mamma lavorava e noi, a casa da scuola, avevamo tempo di approfondire e sperimentare.

Mia sorella è uscita presto di casa per sposare l'amore della sua vita, un sant'uomo ora come allora, che come unico difetto aveva quello di abitare a 600 chilometri di distanza. La cosa ha avuto effetti di vario genere in famiglia, alcuni abbastanza pittoreschi, non ha però interrotto il flusso comunicativo a livello culinario tra mia sorella e me. Tra le varie missive (ancora tutte cartacee, qui si parla di preistoria!) che la posta ogni tanto si degnava di consegnarci a vicenda, spessissimo erano contenuti appunti di cucina, ritagli di riviste e ricette trascritte a mano, a formare due copie identiche di "quaderni di sopravvivenza" per continuare a districarci al meglio in cucina.

La nostra comune passione ha con il tempo imboccato strade leggermente diverse, come era naturale: lei si è specializzata in dolci mentre io ho abbracciato la causa della cucina di contaminazione... ed entrambe per un po' abbiamo pure simpaticamente cercato di convertirci a vicenda!

Risale a quella fase la mia ricetta degli "spaghetti alla cinese", pescata chissà dove, accuratamente ricopiata e spedita a mia sorella per convincerla che i miei piatti "etnici" non erano a base di formiche fritte ed altri ingredienti strani verso cui lei mostrava meno curiosità di me...

La versione di allora si è evoluta, eliminando il burro (già, ma che c'entrava?!) ed arricchendosi di verdure, e anche se sinceramente non me la sentirei di definirla propriamente "cinese" devo dire che contiene in nuce le basi per potersi avvicinare ad un concetto orientale di pasta, dato che vi compare lo zucchero insieme alla salsa di soia e che le cotture brevi e al salto sono proprio gesti "da wok".

Eccoli qua dunque, quelli che con linguaggio contemporaneo un po' trendy chiamerebbero "yoshoku noodles" ma che in realtà è semplicemente un modo per cucinare con ingredienti quasi solo occidentali un piatto di ispirazione orientale (ed infatti metto tra parentesi gli ingredienti che ho effettivamente usato oggi, giusto perchè ora li ho in dispensa, a differenza di vent'anni fa...):
TAGLIOLINI ALL'ORIENTALE

dosi per 4 persone:
350 gr. tagliolini all'uovo o capelli d'angelo (o 700 gr. udon, spaghettoni giapponesi)
100 gr. prosciutto cotto non troppo magro in una fetta sola
2 piccole zucchine
1 grossa carota
2 scalogni
1 bicchiere brodo di pollo (brodo dashi)
1 cucchiaio di prezzemolo tritato
1 cucchiaio di aceto bianco (aceto di riso)
1 cucchiaino di zucchero
2 cucchiai salsa di soia
olio di arachidi
sale

Lessare la pasta in acqua salata, scolarla molto al dente e tenerla da parte in una ciotola con un filo di olio (scottare 1 minuto gli udon senza sale e sciacquarli sotto acqua fredda).

Nel frattempo tagliare il prosciutto a dadini e le verdure a julienne e saltarli in un largo tegame (wok) per un paio di minuti in un cucchiaio d'olio a fuoco vivace, in modo che si insaporiscano ma rimangano croccanti.

Unire la pasta e saltare per 30 secondi a fuoco vivace, quindi unire lo zucchero, la salsa di soja ed il brodo, facendo ben amalgamare.

Quando lo zucchero è ben sciolto ed il brodo assorbito (non ci vorrà più di un minuto) unire l'aceto ed quasi tutto il prezzemolo, mescolare bene e cuocere altri 3 o 4 minuti, regolare di sale, se serve, quindi suddividere ben caldo in 4 ciotole spolverando con il prezzemolo rimasto.
  • rivoli affluenti:
  • barare cucinando orientale con ingredienti e logiche occidentali: Piero Antolini, Cucina all'Orientale, Arnoldo Mondadori Editore
  • cucinare orientale contaminandosi seriamente con la loro cultura gastroomica: Jane Lawson, Yoshoku, Cucina giapponese stile occidentale, Guido Tommasi Editore
  • formiche fritte ed altri tabù alimentari: Marvin Harris, Buono da mangiare. Enigmi del gusto e consuetudini alimentari, Einaudi

Commenti

post più popolari

MTC di settembre 2014: un sacco di riso!

Diceva un vecchio slogan anarchico: "con l'ironia abbatteremo il potere e un sacco di riso lo seppellirà".  A no? Erano risate?! Va be'... per un MTC di questa portata ci si può anche concedere una licenza! Premessa... ... avevo scritto un post lunghissimo per raccontare perché e per come ho scelto questo tema per l'MTChallenge di settembre 2014. Poi l'ho ridotto della metà, lasciando solo alcune note che mi sembravano indispensabili, e l'ho mandato alla Gennaro per un parere.  E lei ha detto che un terzo di quanto le ho mostrato era già troppo! Allora ho ricomposto alcuni dei contenuti in articoli di supporto da pubblicare più avanti ed ho cassato il resto. Qui è rimasto il riassunto della selezione della selezione, ovvero il puro tema dell'MTC. Che, mi spiace, adesso vi tocca leggere per intero! Se scegliere un ingrediente invece che una ricetta tende ad allargare gli orizzonti, questa volta scegliere IL RISO , come capirete, li spalanca fran

a tu per tu con il Fleischkäse svizzero, questo sconosciuto di famiglia

Nel curioso elenco dei cibi svizzeri che hanno caratterizzato la mia infanzia mi rendo conto che, fatto strano, sul blog non ho ancora parlato del  Fleischkäse, una via di mezzo tra un polpettone ed un würstel gigante di cui da bambini venivamo spesso nutriti. Ma un episodio di vita vera me lo ha messo sotto il naso proprio l'altro giorno, ed eccomi qui con il mio reportage storico-familiare. Alcuni Svizzeri, come quelli di casa mia, vivono il   Fleischkäse come un salume, da comprare pronto, intero o affettato sottile in buste, da servire in tavola come fosse prosciutto cotto o da infilare nei panini per merenda con maionese, senape e cipolline sottaceto (Be'... che c'è?! Se mia mamma per evitare che noi figli mangiassimo troppa Nutella la teneva in frigo ad indurire, così era più difficile da spalmare e sul pane se ne metteva di meno, perché stupirsi di quella che lei invece considerava una merenda "sana"?!) Altri amanti del  Fleischkäse  lo compran

una salsa di cipolle svizzera per würstel e per mamme lavoratrici

Lo so: sono rimasta indietro di una puntata! Parlavo di  ricette svizzere  quando un'irrefrenabile tentazione di cibo americano  si è intrufolata in cucina ed ha avuto  la meglio. Riprendo ora il filo con un piatto che ho proposto pochi giorni fa anche alla mia cara mammina svizzera in occasione del suo compleanno: Bratwurst con salsa di cipolle. L'aspetto curioso non sta tanto nel tipo di würstel utilizzato, una salsiccia bianca di vitello il cui nome per alcuni significa "salsiccia di carne spezzettata" e per altri "salsiccia da arrostire". In Germania di solito viene speziata in modo deciso con pepe, noce moscata e/o cumino, mentre in Svizzera il suo sapore è molto più delicato. In Ticino ne esiste una versione mignon, una "collana" di micro-salsiccine detta cipollata  non perchè contenga cipolle ma perchè, appunto, di solito si serve in salsa di cipolle. Ma, a casa della mia mamma lavoratrice senza tempo ne' passione per la cucina,

MTC giugno 2011... verso Oriente!

Continuo a pensare che le giudici  titolari  e aggiunte  dell'MTC fossero completamente fuori quando hanno passato a me il testimone e nessuno potrà convincermi del contrario, anche perchè potevano ben immaginare in che gorgo storico-etnico-confusionale avrei trascinato la sfida... ma si sono fidate lo stesso! No, è oggettivo: non possono essere completamente normali... Accertato questo, dichiaro anche di non essermi mai emozionata tanto nello scrivere un post e soprattutto nel proporre una ricetta, sentendo tanti occhi puntati addosso ed il fiato trattenuto di tanti MTC addicted... Ebbene sì, rilassatevi (o disperatevi) pure: come temevate, questa volta si va davvero tutti in Giappone! Niente succede per caso, si sa. Tanto è vero che l'eterno girovagare di Marco Polo (a cui faccio da qualche tempo da vivandiera ) l'ha portato proprio a questo punto del suo viaggio a confrontarsi con  Cipango , il Paese del Sol Levante... Come potevo non cogliere il suggerimento di un s

peperoni farciti alla croata: massaia batte bustina millemila a zero!

Riprendere a parlare di cucina non è facilissimo, soprattutto con il tono scanzonato che avevo in mente per questo post. Mi limiterò all'aspetto "documentaristico" ed umano, che l'umore magari sa beneficiare della concentrazione e della dolcezza richieste da una simile impostazione. Dopo una lunga serie di articoli e ricette a base di riso penso di cambiare direzione dedicandomi ai peperoni bianchi croati che di solito si cucinano ripieni di carne, per scoprire poi che nella farcia è presente riso crudo. Quando si dice il caso... I peperoni bianchi, babura paprika, in Croazia sono reperibili facilmente proprio in questa stagione. Ne ho in frigo tre e decido di prepararli, appunto, come  punjene paprike , ovvero farciti e cotti nel pomodoro, ricetta tipica che con piccole varianti è diffusa anche in altri Paesi limitrofi e che ogni famiglia, ovviamente, prepara secondo i propri criteri. La versione più semplice prevede di profumare carne trita di manzo o m

riso Otello: un nero integral(ista)

Il primo giorno di autunno una ricetta con le ultime verdure estive, che sono ancora buone visto che sembra far più caldo ora che nei mesi trascorsi... Sollecitata da alcuni dubbi posti sulle modalità di cottura del riso integrale e sull'utilizzo di varietà di riso "esotiche", ho pensato di provare le risposte sul campo e chiarire soprattutto le idee a me stessa, la prima che ha tutto ancora da imparare. Così, per prendere due piccioni con una fava, ho scelto un riso sia nero che integrale. No, non famoso ed idolatrato riso Venere, fantastica varietà di nobile origine cinese che, grazie a opportune ibridazioni, ora è coltivato anche in Italia.  Ho pescato  invece una varietà tutta italiana: il riso Otello, che deriva anch'esso da varietà cinesi ma è di concezione e di coltivazione tutta nostrana. Chissà se il  nome è stato ispirato ispirato dal famoso personaggio shakespeariano, dalla sua pelle scura e dalla sua natura piuttosto integral ista... Si utilizz

precisazione:

Per carattere tendo a tenermi in disparte e so che un comportamento simile in rete rema contro la normale volontà di visibilità di un blog che si rispetti: ho ricevuto spesso critiche per questo.
Mi hanno anche fatto notare che non sempre racconto le manifestazioni a cui sono invitata da aziende e che non polemizzo con chi ha utilizzato i miei testi o le mie foto senza citare il mio blog.
Ringrazio con passione chi mi rivolge queste critiche per affetto e chi mi sopporta lo stesso, nonostante non segua i loro consigli!