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una boccata di semplicità

Non credo siano solo le atmosfere autunnali o la sera che arriva presto grazie al ripristino dell'ora solare. Ovvio, tutto ciò alimenta la voglia di cibi caldi, avvolgenti e di sostanza, ma mi sono chiesta da cosa dipendesse questo mio recente attacco di "formaggite" e mi sono resa conto che per me il formaggio non è solo una golosità o una coccola, è proprio una rassicurazione.

Se vado più a fondo so benissimo che non si tratta di una simbolica regressione al latte materno (tra le molte cose ricevute da mia madre non c'è quasi mai stata la protezione), nè dell'inconscio ritorno ad un'infanzia felice in cui polenta e formaggio erano i classici della domenica in famiglia. E' invece una sorta di forma archetipica di cibo, racconto di una elaborazione primaria che ha trasformato il latte per mano altrui in qualcosa di diverso proprio per me, e di una potenzialità evolutiva successiva per tutto ciò che con il formaggio posso inventare io in tema di consistenze, sapori, abbinamenti...

Ha una sorta di valore "evolutivo", che in questo mio periodo di cambiamenti mi àncora alla certezza che le cose non si fermano, anche se a volte sembra di non arrivare mai ad un punto in realtà con il fluire creano una direzione... Deve entrarci in qualche modo anche il colore bianco, che nella luce è somma di molti colori ma sulla carta rappresenta anche l'assenza di colore, è dunque simbolo insieme di sapienza e di silenzio, che sommati danno la saggezza...

Con i post sul formaggio però mi sembra siamo un po' in overdose, così ripiombo nel riso, che è l'altro mio alimento affettivo e conserva l'effetto per me tranquillizzante del bianco, in una boccata di semplicità. E dati gli innumerevoli post in cui cito il riso giapponese a vapore come accompagnamento alla ricetta del giorno, mi sembra pure arrivato il momento di raccontarne la preparazione, che poi risulta più complessa a parole che nei fatti!

Qui lo abbino ad un condimento molto casalingo che si chiama soboro, una sorta di insaporitore in briciole che può essere a base di maiale, manzo o pesce, ma che oggi preparo con il pollo (carne "bianca" anche lei...) e a cui, in omaggio alle recenti nascite di libri e bambini, affianco l'uovo... perchè quello tra pollo e uovo è un abbinamento che in altri piatti i Giapponesi simbolicamente chiamano oyako, ovvero "genitore e figlio"...



Soboro gohan, riso bianco con briciole di pollo

ingredienti per 4 persone:
2 bicchieri di riso giapponese oppure Originario (circa 320 gr.)
200 gr. di cosce di pollo disossate (va bene anche il petto, ma risulterà un filo più asciutto)
3 uova
2 cucchiai di salsa di soja
5 cucchiai di sakè
zucchero
cetrioli, taccole o carote per guarnire, a seconda della stagione

Sciacquare il riso più volte in acqua fredda, mescolandolo con le mani in poca acqua come per "spremerlo", e poi scolandolo in un colino, ogni volta per un paio di minuti, fino a che l'acqua esce limpida.  

Metterlo in un colino e far riposare per circa 15 o 20 minuti, in modo che assorba l'acqua residua. In inverno, quando con i riscaldamenti accesi il riso è particolarmente secco, lo si può lasciare a bagno in acqua pulita  per una decina di minuti.

Versarlo in una pentola dal fondo spesso e coprirlo gentilmente con 2 bicchieri di acqua pulita, usando come misura lo stesso bicchiere con cui si è dosato il riso. L'acqua deve superare il livello del riso di circa 7 o 8 millimetri (se si posa la mano sopra il riso l'acqua deve lambire l'osso sporgente del polso di una donna, a sfiorare la seconda fila di nocche per la mano di un uomo). 

Chiudere la pentola con un coperchio pesante, meglio se avvolto in un panno in modo che non faccia gocciolare il vapore sul riso, porre su fuoco medio/basso e portare gradualmente ad un bollore deciso. Bisogna "ascoltare" fino a che si sente che l'acqua comincia a bollire, senza però mai aprire il coperchio; ci vorranno circa 10 minuti.

Abbassare leggermente la fiamma per evitare che l'acqua fuoriesca e cuocere altri 3 o 4 minuti, quindi spegnere e, sempre senza aprire, lasciar riposare il tutto almeno mezz'oretta. 

Al momento dell'utilizzo ricordarsi di levare il coperchio con gesto rapido in modo che non goccioli dell'acqua sopra il riso. Disporre un telo umido sopra l'eventuale riso in avanzo in modo che non si asciughi durante l'attesa.

Nel frattempo passare il pollo al tritacarne a fori larghi oppure batterlo al coltello fino a quando è la cane è ridotta in piccole briciole ma non è ancora impastata; metterlo in un tegame antiaderente con la soja e 2 cucchiai di zucchero e cucoere per una quindicina di minuti rimesando spesso, a fiamma vivace all'inizio e più moderata verso la fine, fino a che pollo è ridotto a briciole ben separate, asciutte, saporite e quasi croccanti. Spegnere e tenere in caldo.

Sbattere le uova con il sakè, 2 cucchiai di zucchero ed una presa di sale, quindi versarle in una padella antiaderente e cuocere a fuoco medio per un paio di minuti sempre mescolando, in modo che l'uovo formi delle briciole morbide ma asciutte grossomodo della stessa dimensione di quelle di pollo.

Dividere il riso in 4 ciotole con un cucchiaio di legno bagnato, coprirne la superficie con il pollo e distribuire sopra al pollo le uova, decorando poi con una delle verdure: qualche taccola sbollentata 1 minuto in acqua salata e raffreddata nel ghiaccio perchè rimanga croccante, oppure dei bastoncini di cetriolo lasciati per una decina di minuti sotto sale e poi ben sciacquati, oppure carote ridotte a nastri con il pelapatate e poi tagliate a losanghe.
  • rivoli affluenti:
  • Kiyoshi Hayamiza, Yuhei Hoshino, Giappone. Il Paese, la gente e le ricette tradizionali, Vallardi

Commenti

  1. Accuratezza nei gesti e conoscenza di un rituale che culturalmente non mi appartiente, fanno di questo post un angolo nuovo dal quale sbirciare un mondo che ravviso sempre come estraneo. Non per diffidenza ma proprio per mancanza di ponti.
    Non posso che apprezzare ed alimentare con quest spunti la mia curiosità a saperne di più.
    Bella la ricetta.

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  2. @acqua
    ma gambetto si è infatuato del blog? :-)
    @gambetto
    o dell'autrice? :-)

    ps: sul cavoletto vogliono sapere come e quando hai partorito!!!!!!

    RispondiElimina
  3. @gambetto: io ti consiglierei di assaggiare qualcosa di giapponese, possibilmente non sushi, sashimi o tempura ma piatti più veri e "casalinghi" come zuppe, pasta, uova o qualche piatto di pesce o carne cotti e accompagnati dal riso bianco. Su Napoli non ho indirizzi testati, ma se ti va una gita a Roma un ristorante onestamente credibile è il piccolissimo Sushiko, vicino all'università della Sapienza: (http://www.nipponico.com/dizionario/s/sushiko_rm.php). Se ti piace quel cibo giapponese ti assicuro che da lì ti si apre un mondo, che magari diventa piacevole riprodurre a casa. E allora subentra tutto il fascino dei rituali altrui...

    @babs: ebbene sì, siamo fan dei reciproci blog... perchè, si nota?
    Sì, sul Cavoletto ho visto le domande di Ily e BarbaraT ed ho già risposto nello stesso post. In effetti ho aggiunto la specifica "io sono la zia!" anche qui nel post di ieri perchè in effetti poteva non essere proprio chiaro...

    RispondiElimina
  4. mi piacciono molto le ricette che ricordano un pò il giappone...sopratutto quelle ricette a base di riso....però amo anche il formaggio e quindi il tuo periodo di "formaggiate" mi piace comunque.

    (Volevo anche dirti che non so il perchè il mio link non si aggiorna nel blogroll non so proprio quale possa essere il problema)

    RispondiElimina
  5. @aria: ecco, adesso si è aggiornato! Forse il sistema si ricorda del link con me solo quando tu commenti da me o io da te!!! Che strano tipo...

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  6. no...ho fatto una prova...ho aggiunto il mio link del blog di archeologia al blog creativo e il risultato è lo stesso, ho notato che l'aggiornamento arriva dopo 6 giorni ( caspita veloci!!!) ieri sera ho iniziato a toccare tutte le impostazioni possibili, alla fine sono riuscita a far aggiornare anche l'ultimo post inserito....ma se dovessi rifare quello che ho fatto non ricordo proprio cosa ho toccato.... :)

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