Una puntatina al mare di giugno. Non per il sole o la spiaggia, ma per quella sensazione di vacanza, di luogo speciale, di essere in un deciso "altrove". E per stare fuori dalle convenzioni chi meglio di Oscar Wilde?
Prima di tutto bisogna assistere alla sua commedia L'importanza di Chiamarsi Ernesto, o almeno leggerne con grazia e cura il testo. Il resto viene da sè, niente di impegnativo: basta prendere una capiente borsa di cuoio, riempirla di fogli di appunti (oppure deporci un bambino, a scelta), recarsi a Victoria Station a Londra, acquistare un biglietto per la linea diretta a Brighton, dimenticare naturalmente la borsa al deposito bagagli, accomodarsi in treno e ricordarsi di scendere alla fermata di Worthing...
Si dice che soggiornasse proprio qui Oscar Wilde mentre scriveva L'Importanza di Chiamasi Ernesto (la traduzione che preferisco perchè non perde il doppiosenso è la molto più sottile Importanza di Essere Franco), il cui protagonista prende rocambolescamente il nome proprio da questa località balneare della costa meridionale inglese... Ed è proprio in omaggio a questo capolavoro dell'ironia che ho scelto di scendere dal treno qui, a Worthing, invece che nella più blasonata Brighton.
Un'atmosfera perfetta, in questo giorno qualsiasi, infrasettimanale, fuori stagione (già, perchè qui gli Inglesi vengono prevalentemente a luglio ed agosto). Niente di malinconico, di elegiaco, di romantico. Neppure nessun profumo di mare, stranamente, forse perchè il vento proviene da terra.
Silenzio puro, aria come lucida, qualche stridìo di gabbiani, coppie di vecchietti che passano senza notare altro, totalmente immersi nel loro modo di vivere queste gocce di vita preziosa.
La perfezione. Da godersi lentamente, ad occhi sgranati, a bavero alzato, a capelli sciolti. Con l'Ernesto di Wilde sottobraccio, naturalmente.
Non ho altre parole per oggi. Parla meglio di me la luce di questo fantastico cielo inglese che domina su tutto.
Sopra le case vittoriane
Insalata di coda di rospo e cannellini al timo
ingredienti per 2 o 3 persone come secondo, per 6 come antipasto:
180 gr. di polpa di coda di rospo a dadini
125 gr. di cannellini cotti
1 bel pomodoro cuore di bue
1 spicchio d'aglio
4 rametti di timo
4 cucchiai di vino bianco secco
1 cucchiaio di maionese soda
2 cucchiai di olio
sale, pepe bianco al mulinello
Ridurre la polpa di pesce a dadini non più grandi di 1 cm. ed asciugarli bene con carta da cucina; schiacciare l'aglio non sbucciato con un colpo deciso di coltello tenendo la lama di piatto; sfogliare il timo raccogliendone le foglioline in un piattino.
Scaldare l'olio in un largo tegame e saltarci velocemente i dadini di pesce insieme all'aglio dfino a quando la coda di rospo non è diventata bianca su tutti i lati e l'aglio comincia a dorare.
Eliminare l'aglio, spolverare con metà del timo, salare leggermente e sfumare con il vino, lasciandolo restringere un minuto o due, quindi pepare leggermente, spegnere e lasciar intiepidire.
Nel frattempo tagliare il pomodoro a dadini, eliminare i semi e lasciar scolare leggermente salato su un tagliere inclinato; se si usano fagioli in scatola scolarli e risciacquarli dal liquido di conservazione.
Diluire la maionese con due o tre cucchiai di fondo di cottura del pesce fino ad ottenere un salsa fluida, regolare se serve di sale, unirvi il timo rimasto ed un'altra macinata di pepe.
Miscelare i dadini di pesce scolati del resto del loro fondo con i cannellini ed i pomodori, condire con la maionese aromatizzata e servire in ciotole individuali o in bicchieri di vetro, eventualmente accompagnando (o miscelando, se serve "far volume") con foglie di insalata verde.
Prima di tutto bisogna assistere alla sua commedia L'importanza di Chiamarsi Ernesto, o almeno leggerne con grazia e cura il testo. Il resto viene da sè, niente di impegnativo: basta prendere una capiente borsa di cuoio, riempirla di fogli di appunti (oppure deporci un bambino, a scelta), recarsi a Victoria Station a Londra, acquistare un biglietto per la linea diretta a Brighton, dimenticare naturalmente la borsa al deposito bagagli, accomodarsi in treno e ricordarsi di scendere alla fermata di Worthing...
Si dice che soggiornasse proprio qui Oscar Wilde mentre scriveva L'Importanza di Chiamasi Ernesto (la traduzione che preferisco perchè non perde il doppiosenso è la molto più sottile Importanza di Essere Franco), il cui protagonista prende rocambolescamente il nome proprio da questa località balneare della costa meridionale inglese... Ed è proprio in omaggio a questo capolavoro dell'ironia che ho scelto di scendere dal treno qui, a Worthing, invece che nella più blasonata Brighton.
Un'atmosfera perfetta, in questo giorno qualsiasi, infrasettimanale, fuori stagione (già, perchè qui gli Inglesi vengono prevalentemente a luglio ed agosto). Niente di malinconico, di elegiaco, di romantico. Neppure nessun profumo di mare, stranamente, forse perchè il vento proviene da terra.
Silenzio puro, aria come lucida, qualche stridìo di gabbiani, coppie di vecchietti che passano senza notare altro, totalmente immersi nel loro modo di vivere queste gocce di vita preziosa.
La perfezione. Da godersi lentamente, ad occhi sgranati, a bavero alzato, a capelli sciolti. Con l'Ernesto di Wilde sottobraccio, naturalmente.
Non ho altre parole per oggi. Parla meglio di me la luce di questo fantastico cielo inglese che domina su tutto.
Sopra le case vittoriane
sopra la voglia di ammirare il mare rimanendo riparati
sopra quei moli di inizio secolo senza cui perderebbero completamente senso tanti meravigliosi romanzi (so che il mio è prevalentemente un ricordo visivo, ma non posso non pensare alla breve passeggiata di Emma Thompson e Antony Hopkins nella versione cinematografica di Quel che resta del giorno...),
sopra i fasti dei grandi alberghi
e sopra i giochi dei piccoli abitanti
e poi sopra i preparativi per la stagione a venire, con ritocchi e luminarie
e sopra tutte quelle profonde sensazioni di appartenenza e benessere che non hanno assolutamente niente di razionale ma ti fanno sentire "a posto" in un luogo mai visto prima.
Sensazioni talmente potenti che ti fanno pure passare la fame, come se in quel momento si potesse assolutamente vivere d'aria. Così di cibi locali non ho memoria al momento. In attesa che mi si schiariscano le idee, anche se la ricetta non è per niente anglosassone, oggi almeno mi tengo sul pesce...
ingredienti per 2 o 3 persone come secondo, per 6 come antipasto:
180 gr. di polpa di coda di rospo a dadini
125 gr. di cannellini cotti
1 bel pomodoro cuore di bue
1 spicchio d'aglio
4 rametti di timo
4 cucchiai di vino bianco secco
1 cucchiaio di maionese soda
2 cucchiai di olio
sale, pepe bianco al mulinello
Ridurre la polpa di pesce a dadini non più grandi di 1 cm. ed asciugarli bene con carta da cucina; schiacciare l'aglio non sbucciato con un colpo deciso di coltello tenendo la lama di piatto; sfogliare il timo raccogliendone le foglioline in un piattino.
Scaldare l'olio in un largo tegame e saltarci velocemente i dadini di pesce insieme all'aglio dfino a quando la coda di rospo non è diventata bianca su tutti i lati e l'aglio comincia a dorare.
Eliminare l'aglio, spolverare con metà del timo, salare leggermente e sfumare con il vino, lasciandolo restringere un minuto o due, quindi pepare leggermente, spegnere e lasciar intiepidire.
Nel frattempo tagliare il pomodoro a dadini, eliminare i semi e lasciar scolare leggermente salato su un tagliere inclinato; se si usano fagioli in scatola scolarli e risciacquarli dal liquido di conservazione.
Diluire la maionese con due o tre cucchiai di fondo di cottura del pesce fino ad ottenere un salsa fluida, regolare se serve di sale, unirvi il timo rimasto ed un'altra macinata di pepe.
Miscelare i dadini di pesce scolati del resto del loro fondo con i cannellini ed i pomodori, condire con la maionese aromatizzata e servire in ciotole individuali o in bicchieri di vetro, eventualmente accompagnando (o miscelando, se serve "far volume") con foglie di insalata verde.
- rivoli affluenti:
- in qualsiasi lingua capiti sottomano, assolutamente imprescindibile: Oscar Wilde, The Importance of Being Earnest, 1895
- tra Giappone e Gran Bretagna (come il mio mood più recente): Kazuo Ishiguro, The Remains of the Day, 1989 e film omonimo di James Ivory, 1993.
Aaaaaaaaaaah questo post me lo tatuo!
RispondiEliminaTorno più tardi a commentare meglio, ma sappi che mi hai toccato il cuore :-)
Buona giornata!
Sentirsi cittadini del mondo in terra straniera è una sensazione piacevole, fin troppo come sottolineavi prima...da levare anche la fame. Istantanea pressochè perfetta di uno stato d'animo che poi a posteriori suscita sempre sorrisi lenti e confortevoli.
RispondiEliminaAlmeno lo è stato per me.
Adoro la coda di rospo ma mai l'ho preparata all'insalata. Grazie per l'ottimo spunto :)
sei tornata :-)
RispondiEliminae a quanto pare è stato un bel we!
brava :-)
tornate pure noi da una 6 giorni di mare 4 e mezzo sotto il diluvio....
meglio, molto meglio il tuo mini viaggio, la prossima volta mi aggrego!
bacione :-)
ah l'Inghilterra, ma non è che sono io quello seminascosto dal separé? la rotondità mi sembra uguale...
RispondiEliminaWilde mi ricorda tantissimo l'università e il mio periodo a Bristol...grazie per avermi fatto ricordare ed emozionare!
RispondiEliminaChe bella insalata, che bellissimi accostamenti di sapori :)
RispondiEliminaE che bella prosa.
(Ti leggo sempre con piacere)
@muscaria: certo che... tra me che scrivo alle tre di notte e tu che leggi alle cinque del mattino siamo proprio conciate bene!!!
RispondiElimina@mi piaciono da matti questi stati d'animo che tardano a passare...
@babs: sì, ho letto ed ammirato... nel tuo caso direi molto più la figlia che il panorama!
@enrico: ti sapevo su altri lidi ma in effetti il mondo è talmente piccolo che non ci sarebbe da stupirsi...
(PS e se continuo così non è detto che le raggiunga pure io certe rotondità...)
@blueberry: grazie a te. Wilde comunque potrebbe quasi essere una fede...
@corradoT: grazie della pazienza!!!
England in my heart...so far, so near, even here.
RispondiElimina@glu.fri: certo che se te vai via così, dall'altra parte del mondo...
RispondiEliminaFacciamo che cerco di compensare con qualche altro piccolo post in tema, prossimamente. Può aiutare?
Si dai organizziamoci..!!.questi giorni sono stata sul mare atlantico, esperienza non esaltante dal punto di vista gastronomico, ma l'oceano e' stato emozionante...Un abbraccio
RispondiEliminadeve essere stato proprio un bel viaggetto!
RispondiEliminae quest'insalata sembra deliziosa =)
dai un occhio a
www.modemuffins.blogspot.com
Come disse qualcuno,e' difficile vivere all'altezza delle proprie porcellane,ma tu ci riesci senza sforzo...
RispondiEliminaWilde era un genio e quell'angolino di terra dove si trova adesso,a Pere Lachaise,e'un luogo che io considero magico.Per quanto riguarda il commento lasciato nel mio blog,ti rispondo qui:
ne sarei onorata!
Un abbraccio.
@mmm: fatto...
RispondiElimina@edith pilaff. tu ci credi che la prima volta che ho visto Parigi, con due soli giorni a disposizione, uno l'ho dedicato al Pere Lachaise?!! E non per i Doors...
Struggente il tuo lato british...
RispondiElimina@virò: e tu che aspetti a venirci con me?!
RispondiEliminaQuei paesi sulla costa... che avventure, in una vacanza-studio ormai fuori dal tempo!
RispondiEliminaGrazie del tuo bel racconto che ha risvegliato cari ricordi :-)
Tu mi colpisci al cuore... con questo post, parole, foto, ricordi... luoghi... tutto evoca... muove emozioni!!!
RispondiElimina:)
la mia amata Inghilterra....ahhh sospiro!!!
Bella la ricettina... un bel finale che sa di mare!!!:)
@stef: pensa che ne avevo sempre letto ma sulla costa inglese non ero ancora stata. Devo dire che mi è sembrato un buon inizio. Credo che ora che sei cresciuto la vedresti con occhi diversi anche tu...
RispondiElimina@terry: e che, non lo sapevo?! Ti aspettavo al varco...
favorevole alle uscite, ai momenti rubati e al fuori stagione sempre...mi sono immaginata in questi colori con grigi e bianchi predominanti, meravigliosi. mai avrei pensato al mare inglese. invece dovrò...e poi quel film!
RispondiEliminaE' vero, siamo messe davvero bene come orari!!!! :-D
RispondiElimina@mogliedaunavita: il mare inglese è una vera e propria una categoria di pensiero...
RispondiEliminaCome "Quel che resta del giorno!, daltronde...