Marco Polo si è svegliato all'improvviso, cominciando a raccontare di carbone e di gamberi senza che la vivandiera fosse chiamata in cucina...
In effetti, per chi fosse curioso di approfondire la logica che porta il carro della vivandiera a seguire le esperienze e gli spostamenti di Marco Polo riportati da Enrico... ecco: la logica non c'è! Ho cominciato a leggere il suo blog chiamato Cultura Cinese per evidenti ragioni di passione personale per l'Oriente, poi ho scoperto che voleva pubblicare una ricostruzione del viaggio di Marco Polo e, senza conoscere ne' lui le' la vera portata del suo progetto, ho commentato che sarebbe stato interessante conoscere anche la cucina dei Paesi citati.
Detto fatto: Enrico ha colto la palla al balzo ed ogni volta che pubblica una puntata del suo viaggio con Marco Polo mi avverte (a volte con un po' di anticipo, altre volte, come oggi, dopo il misfatto) ed io provo a raccontare qualche vivanda tipica della zona e dell'epoca... Insomma: la logica è molto spesso quella raffazzonata del cronista improvvisatore!
Se non che, capito un po' l'andazzo, ho cominciato a tenermi nel cassetto sempre un paio di ricettine cinesi pronte (fino a che Marco Polo se ne resta in Cina la cosa ha anche un senso...) per non farmi cogliere totalmente impreparata. Ho idea che però lo stratagemma avrà vita breve, visto che già Marco Polo sta allungando gli occhi su Tibet, Birmania e mete ancor più lontane...
Per oggi però sono salva. Marco Polo vede gamberi sopra il carbone? Poco male: appena fuori dalle mura del Palazzo Reale di Pechino il sistema dei canali avrebbe permesso alla sua vivandiera di pescare succulenti gamberi di fiume... In quanto alla maniera veloce per arrostirli e profumarli bastava chiedere ai cuochi di corte: la ricetta tradizionale era ben conosciuta nelle cucine di palazzo, dato che si trattava della stessa nata sulla costa per crostacei di mare...
Una ricetta che tra l'altro, particolarità dell'aceto a parte, a guardare bene potrebbe anche non essere così assolutamente cinese...
You bao xia - Gamberi "arrossati" con porri
ingredienti per 4 persone:
16 grossi gamberi, scampi, mazzancolle (come nel mio caso) o gamberi di fiume
40 gr. di porro bianco pulito (in stagione anche cipollini freschi)
6 gr. di zenzero fresco pulito
1 cucchiaio di aceto di riso cinese invecchiato (oppure 1 cucchiaio scarso di aceto bianco + 1 cucchiaino di aceto balsamico)
1 cucchiaino di zucchero
2 cucchiai di olio di arachidi
sale
Levare ai gamberi le zampe, le barbe ed ogni filamento sporgente, sciacquarli bene ed asciugarli con cura, in modo che in cottura non schizzino: tagliare a striscioline porro e zenzero.
Scaldare leggermente l'aceto con due o tre cucchiai di acqua e sciogliervi lo zucchero ed 1 pizzico di sale.
Scaldare l'olio in un largo tegame e scottarvi i gamberi qualche secondo per parte, voltandoli quando cambiano colore e levandoli dall'olio quando sono cotti anche dall'altro lato. Ci vorrà al massimo un minuto.
Versare nello stesso olio i porri e lo zenzero, saltare velocemente e, quando cominciano ad ammorbidirsi, unire la miscela di aceto e scaldare per bene
Rimettere i gamberi nel tegame, mescolare perchè si rivestano bene della salsa e servirli subito ben caldi, oppure spegnere e far raffreddare, servendoli poi come antipasto a temperatura ambiente.
Se si usano come finger food (in Cina vengono spesso serviti nei picnic...) conviene sgusciarli prima di cucocerli, lasciando solo la testa e la punta della coda.
In effetti, per chi fosse curioso di approfondire la logica che porta il carro della vivandiera a seguire le esperienze e gli spostamenti di Marco Polo riportati da Enrico... ecco: la logica non c'è! Ho cominciato a leggere il suo blog chiamato Cultura Cinese per evidenti ragioni di passione personale per l'Oriente, poi ho scoperto che voleva pubblicare una ricostruzione del viaggio di Marco Polo e, senza conoscere ne' lui le' la vera portata del suo progetto, ho commentato che sarebbe stato interessante conoscere anche la cucina dei Paesi citati.
Detto fatto: Enrico ha colto la palla al balzo ed ogni volta che pubblica una puntata del suo viaggio con Marco Polo mi avverte (a volte con un po' di anticipo, altre volte, come oggi, dopo il misfatto) ed io provo a raccontare qualche vivanda tipica della zona e dell'epoca... Insomma: la logica è molto spesso quella raffazzonata del cronista improvvisatore!
Se non che, capito un po' l'andazzo, ho cominciato a tenermi nel cassetto sempre un paio di ricettine cinesi pronte (fino a che Marco Polo se ne resta in Cina la cosa ha anche un senso...) per non farmi cogliere totalmente impreparata. Ho idea che però lo stratagemma avrà vita breve, visto che già Marco Polo sta allungando gli occhi su Tibet, Birmania e mete ancor più lontane...
Per oggi però sono salva. Marco Polo vede gamberi sopra il carbone? Poco male: appena fuori dalle mura del Palazzo Reale di Pechino il sistema dei canali avrebbe permesso alla sua vivandiera di pescare succulenti gamberi di fiume... In quanto alla maniera veloce per arrostirli e profumarli bastava chiedere ai cuochi di corte: la ricetta tradizionale era ben conosciuta nelle cucine di palazzo, dato che si trattava della stessa nata sulla costa per crostacei di mare...
Una ricetta che tra l'altro, particolarità dell'aceto a parte, a guardare bene potrebbe anche non essere così assolutamente cinese...
ingredienti per 4 persone:
16 grossi gamberi, scampi, mazzancolle (come nel mio caso) o gamberi di fiume
40 gr. di porro bianco pulito (in stagione anche cipollini freschi)
6 gr. di zenzero fresco pulito
1 cucchiaio di aceto di riso cinese invecchiato (oppure 1 cucchiaio scarso di aceto bianco + 1 cucchiaino di aceto balsamico)
1 cucchiaino di zucchero
2 cucchiai di olio di arachidi
sale
Levare ai gamberi le zampe, le barbe ed ogni filamento sporgente, sciacquarli bene ed asciugarli con cura, in modo che in cottura non schizzino: tagliare a striscioline porro e zenzero.
Scaldare leggermente l'aceto con due o tre cucchiai di acqua e sciogliervi lo zucchero ed 1 pizzico di sale.
Scaldare l'olio in un largo tegame e scottarvi i gamberi qualche secondo per parte, voltandoli quando cambiano colore e levandoli dall'olio quando sono cotti anche dall'altro lato. Ci vorrà al massimo un minuto.
Versare nello stesso olio i porri e lo zenzero, saltare velocemente e, quando cominciano ad ammorbidirsi, unire la miscela di aceto e scaldare per bene
Rimettere i gamberi nel tegame, mescolare perchè si rivestano bene della salsa e servirli subito ben caldi, oppure spegnere e far raffreddare, servendoli poi come antipasto a temperatura ambiente.
- rivoli affluenti:
- ricetta ispirata da una traccia in: Xiao Hui Wang, Cornelia Schinharl, Cina. Il Paese, la Gente e le Ricette Tradizionali, Vallardi
E bravo marco polo...mi sa che questa piace anche al Gamby e giuro, ma ti giuro che io non ti ci metto la panna...Baci
RispondiEliminaNon amo la cucina cinese, ma questa ricetta mi sa che me la sparo....grazie!!!
RispondiEliminaglu.fri: la frasetta che 'sta ricetta non sempra nemmeno troppo cinese ce l'ho messa apposta!
RispondiEliminaOk, tu niente panna, io niente alghe o soja e magari questa volta ci si può anche arrischiare a provare davvero la ricetta...
eli.fla: tanti sapori interessantissimi della cucina cinese a noi restano sconosciuti perchè nei ristoranti cinesi "per occidentali" ci vediamo proporre sempre le stesse quattro cose, spesso pure cucinate malino... Invece la Cina è un continente gastronomico davvero ampio, che in pratica ha insegnato a cucinare a quasi tutti i Paesi limitrofi.
Questa ricetta ne è un esempio: come dicevo non sembra nemmeno cinese rispetto ai sapori stereotipati che siamo abituati ad aspettarci. Sparatela... e poi fammi sapere che ne pensi!
mmm... una delizia , purtroppo in Cina hanno la pessima abitudine di non sgusciarli mai e i cinesi sputazzano tutti residui di gusci sulla tovaglia!
RispondiElimina@enrico: se è per quello succhiano anche rumorosamente e ed emettono ogni genere di suoni... ma a me interessa molto di più quel che succede in cucina che in tavola, in questo frangente...
RispondiEliminaAlla faccia dell'improvvisazione...!
RispondiElimina@virò: avendo gli ingredienti in casa è veramente una ricetta facile e superveloce.
RispondiEliminaE poi ognuno è fatto a suo modo sia per carattere che per dispensa: c'è chi improvvisa biscotti o pastasciutte chi ricette orientali...
Co9me sta la tua scorta di summac?
E'il concetto di improvvisazione che mi sfugge!!! :D ahahhaahhahah
RispondiEliminaOvviamente la risposta già l'hai data ma sai come è...io faccio sempre una fatica maggiore :P
PS
Levo lo zenzero e la fò! :))))
@gambetto: levi lo zenzero?! Vabbè, se proprio proprio non vuoi orìsare almeno in cambio mettici un pezzettino di aglio e due fili di scorza di limone...
RispondiEliminaAdoro questo piatto, soprattutto quel cucchiaino di zucchero!!
RispondiEliminaun abbraccio
pat
La ricetta è splendida, l'introduzione mi piace ancora di più. Mi piace la cooperazione tra blog: uno viaggia, l'altra cucina e insieme creano una sinergia esplosiva!
RispondiEliminaQuesta ricetta mi piace tantissimo e concordo con te che la cucina cinese è molto più ricca e varia di quella che vediamo nei ristoranti cinesi nostrani. Tra l'altro fuori Cina questa cucina è adattata ai gusti del Paese ospitante, quindi si mangia cinese in modo diverso da Paese a Paese.
Grazie davvero per questa ricetta. Se lo trovo prendo l'aceto cinese invecchiato, altrimenti seguirò la tua dritta.
Un beso!
P.S.: mi è capitato un capttcha incredibile: explo, come exploratori di Paesi e gusti ignoti! :-D
@patricia: devo dire che non è dispiaciuto affatto neanche a me... Abbraccio ricambiato.
RispondiElimina@mapi: davvero in questa rete di conoscenze virtuali nascono le amicizie e la collaborazioni più impensate...
(PS: nulla succede per caso...)