Non so se sia il periodo pre-natalizio ad indurre contest e raccolte tra i blog amanti del cibo o se semplicemente mi sono accorta io solo ora che la rete pullula di stimoli allo scambio. Ho partecipato rarissimamente finora, sia perché non amo in generale i "concorsi" sia per una pigrizia latente ma radicata nei confronti dell'apparire.
Qualcuno recentemente scherzava sul fatto che i miei post hanno titoli che rendono irrintracciabili le mie ricette per qualunque motore di ricerca; qualcun altro si è offeso perché non ho ricambiato l'iscrizione tra i follower, non ho citato i premi ricevuti o ho interrotto le catene dei meme; qualcun altro ancora ironizzava sul fatto che proprio non so farmi pubblicità e che sono in pochi a conoscere il mio blog e che se continuo a non accettare gli inviti degli aggregatori resterò un paria. C'è chi mi ha detto ultimamente che per stare nel mondo dei blog sono "proprio stranina". Tutti con piena ragione, naturalmente.
Perchè credo in realtà di non essere davvero mai partita come blogger vera e propria, del tipo che analizza statistiche, conta giornalmente le visite, propone strategicamente i propri commenti su blog molto conosciuti per rincorrere al massimo la visibilità. Limite mio, senza dubbio, pesce fuor d'acqua tra le regole implicite ed i significati reconditi del mondo virtuale a me grandemente sconosciuto, dove se affermi la tua presenza è perchè ha un senso essere protagonista di un luogo dai confini elastici, che parte come personale e poi gradualmente è normale cerchi di allargarsi.
Io invece qui dentro tendo ad annullarmi, mi piace pensare che questo spazio viva quasi di vita propria, che l'acqua vi scorra senza bisogno di un autore "visibile". Chi capita qui per caso e trova qualcosa che lo intriga si ferma, gli altri se ne vanno senza rimpianti. Mi trovo bene così, con pochi "spettatori", con incontri fortuiti che si possono trasformare in "amicizie di penna" (termine segno di un'epoca, lo so...), con tempi lunghi, andate e ritorni, con la direzione imprecisata del tutto, con una logica di incroci lasciata un po' random. Un respiro che si allarga e restringe, più che un universo in continua espansione.
Non pensavo all'inizio che davvero un blog potesse essere altro che parola scritta. Ho dovuto ricredermi. Con il tempo ho scoperto che invece esistono voci e vite e cuori dietro questa montagna di parole. E che forse anche il gioco dei contest e delle raccolte ne fa parte, che lo si può accogliere tranquillamente quando è divertente il tema o la persona che lo ha lanciato, nonostrante la cosa implichi inevitabilmente una visibilità maggiore di quella proporzionata ai miei personali parametri.
E tutto ciò lo racconto oggi perché mi ci ha fatto pensare la raccolta Inventa Mela proposta da Araba Felice, a cui invio una ricetta perché la sua visione ironica e positiva della "vita da blog" forse non è davvero così distante dalla mia, nonostante la mia tendenza a defilarmi. E nonostante gli sproloqui qua sopra, che mi hanno messo al centro di un post che avrebbe invece dovuto ruotare intorno ad una mela!
Ripareggio subito gli equilibri: una mela dunque, da declinare in modo garbato e sottile perché possa risaltare senza mettersi in mostra, più per essenza che per apparenza. Una mela resa "protagonista" attraverso altri ingredienti che ne esaltino le caratteristiche più tipiche: gamberi per la dolcezza, sedano per la croccantezza, gonfia uvetta per la succosità, sumac per la sottile asprezza di una mela verde di quelle come si deve.
Mele ripiene di gamberi e sedano con salsa al sumac
ingredienti x 4 persone:
3 mele verdi
300 gr. di gamberi freschi col guscio
2 gambi di sedano
1 cucchiaio di uva passa
2 cucchiai di maionese
1 cucchiaino di sumac
aceto di mele
zucchero
pepe al mulinello
sale
Mettere a bagno l'uvetta in un bicchierino di acqua tiepida per un quarto d'ora, quindi scolarla senza buttare l'acqua.
Scottare i gamberi a vapore (o lessarli 1 minuto in acqua bollente salata con 1 rondella di limone), lasciarli intiepidire, sgusciarli e, se sono grandi, tagliarli a rondelle spesse 1 cm., conservandone 4 interi per la decorazione.
Diluire la maionese con 2 cucchiai dell'acqua delle uvette ed 1 cucchiaio di aceto di mele, condire con il sumac, 1 pizzichino di zucchero ed un abbondante grattata di pepe e regolare, se serve, di sale.
Tagliare due mele a metà, eliminarne i torsoli e scavarne leggermente la polpa per ricavare quattro vaschette regolari con i bordi spessi circa 1 cm.. Spruzzarle leggermente con qualche goccia di aceto di mele, una spolverata di sale e zucchero e lasciare in attesa capovolte, perché prendano meno aria possibile.
Sbucciare e tagliare la terza mela a dadini insieme ai ritagli delle altre due e ridurre a dadini anche il sedano, conservandone qualche bella foglia verde per la decorazione.
Miscelare i dadini di sedano e mele, l'uvetta ed i gamberi alla salsa, dividere il composto nei quattro gusci di mela, decorare con le foglie di sedano, i gamberi interi ed una spolveratina di pepe e servire.
Questa ricetta partecipa alla raccolta Inventa Mela di Araba Felice, direi nella categoria antipasti.
Qualcuno recentemente scherzava sul fatto che i miei post hanno titoli che rendono irrintracciabili le mie ricette per qualunque motore di ricerca; qualcun altro si è offeso perché non ho ricambiato l'iscrizione tra i follower, non ho citato i premi ricevuti o ho interrotto le catene dei meme; qualcun altro ancora ironizzava sul fatto che proprio non so farmi pubblicità e che sono in pochi a conoscere il mio blog e che se continuo a non accettare gli inviti degli aggregatori resterò un paria. C'è chi mi ha detto ultimamente che per stare nel mondo dei blog sono "proprio stranina". Tutti con piena ragione, naturalmente.
Perchè credo in realtà di non essere davvero mai partita come blogger vera e propria, del tipo che analizza statistiche, conta giornalmente le visite, propone strategicamente i propri commenti su blog molto conosciuti per rincorrere al massimo la visibilità. Limite mio, senza dubbio, pesce fuor d'acqua tra le regole implicite ed i significati reconditi del mondo virtuale a me grandemente sconosciuto, dove se affermi la tua presenza è perchè ha un senso essere protagonista di un luogo dai confini elastici, che parte come personale e poi gradualmente è normale cerchi di allargarsi.
Io invece qui dentro tendo ad annullarmi, mi piace pensare che questo spazio viva quasi di vita propria, che l'acqua vi scorra senza bisogno di un autore "visibile". Chi capita qui per caso e trova qualcosa che lo intriga si ferma, gli altri se ne vanno senza rimpianti. Mi trovo bene così, con pochi "spettatori", con incontri fortuiti che si possono trasformare in "amicizie di penna" (termine segno di un'epoca, lo so...), con tempi lunghi, andate e ritorni, con la direzione imprecisata del tutto, con una logica di incroci lasciata un po' random. Un respiro che si allarga e restringe, più che un universo in continua espansione.
Non pensavo all'inizio che davvero un blog potesse essere altro che parola scritta. Ho dovuto ricredermi. Con il tempo ho scoperto che invece esistono voci e vite e cuori dietro questa montagna di parole. E che forse anche il gioco dei contest e delle raccolte ne fa parte, che lo si può accogliere tranquillamente quando è divertente il tema o la persona che lo ha lanciato, nonostrante la cosa implichi inevitabilmente una visibilità maggiore di quella proporzionata ai miei personali parametri.
E tutto ciò lo racconto oggi perché mi ci ha fatto pensare la raccolta Inventa Mela proposta da Araba Felice, a cui invio una ricetta perché la sua visione ironica e positiva della "vita da blog" forse non è davvero così distante dalla mia, nonostante la mia tendenza a defilarmi. E nonostante gli sproloqui qua sopra, che mi hanno messo al centro di un post che avrebbe invece dovuto ruotare intorno ad una mela!
Ripareggio subito gli equilibri: una mela dunque, da declinare in modo garbato e sottile perché possa risaltare senza mettersi in mostra, più per essenza che per apparenza. Una mela resa "protagonista" attraverso altri ingredienti che ne esaltino le caratteristiche più tipiche: gamberi per la dolcezza, sedano per la croccantezza, gonfia uvetta per la succosità, sumac per la sottile asprezza di una mela verde di quelle come si deve.
ingredienti x 4 persone:
3 mele verdi
300 gr. di gamberi freschi col guscio
2 gambi di sedano
1 cucchiaio di uva passa
2 cucchiai di maionese
1 cucchiaino di sumac
aceto di mele
zucchero
pepe al mulinello
sale
Mettere a bagno l'uvetta in un bicchierino di acqua tiepida per un quarto d'ora, quindi scolarla senza buttare l'acqua.
Scottare i gamberi a vapore (o lessarli 1 minuto in acqua bollente salata con 1 rondella di limone), lasciarli intiepidire, sgusciarli e, se sono grandi, tagliarli a rondelle spesse 1 cm., conservandone 4 interi per la decorazione.
Diluire la maionese con 2 cucchiai dell'acqua delle uvette ed 1 cucchiaio di aceto di mele, condire con il sumac, 1 pizzichino di zucchero ed un abbondante grattata di pepe e regolare, se serve, di sale.
Tagliare due mele a metà, eliminarne i torsoli e scavarne leggermente la polpa per ricavare quattro vaschette regolari con i bordi spessi circa 1 cm.. Spruzzarle leggermente con qualche goccia di aceto di mele, una spolverata di sale e zucchero e lasciare in attesa capovolte, perché prendano meno aria possibile.
Sbucciare e tagliare la terza mela a dadini insieme ai ritagli delle altre due e ridurre a dadini anche il sedano, conservandone qualche bella foglia verde per la decorazione.
Miscelare i dadini di sedano e mele, l'uvetta ed i gamberi alla salsa, dividere il composto nei quattro gusci di mela, decorare con le foglie di sedano, i gamberi interi ed una spolveratina di pepe e servire.
Questa ricetta partecipa alla raccolta Inventa Mela di Araba Felice, direi nella categoria antipasti.
- rivoli affluenti:
- sempre per tenere le mele bene al centro: Katharina Hagena, Il sapore dei semi di mela, Garzanti
Interpretazione magistrale, complimenti.
RispondiEliminaSi, e' meglio se non partecipi ai concorsi.
Meglio per gli altri!!
Un bacio virtuale
Guarda che tu sia iscritta o no tra followers e varie, che tu partecipi o no ai contest ....a me poco importa...nel senso che a me il tuo blog piace tanto comunque e me lo vengo a leggere sempre volentieri....però se evitavi di partecipare al contest di Arabafelice....noi eravamo più contenti... :D ... perchè surclassi tutte le nostre ricette...ahahahahah...dai scherzo...buona giornata, baci!!!
RispondiEliminaEh sì anch'io ero partito per aprire uno spazio personale senza interessarmi al mondo esterno, ma accidenti perchè adesso tutti i giorni corro a vedere le statistiche ecc.ecc. L'uomo è un esibizionista inguaribile, altro che le donne!
RispondiElimina@corradoT: dovevo pur trovare qualcosa a cui dedicarmi on questi giorni, visto che non sono in volo per una vacanza parigina...
RispondiElimina@eli.fla: il fatto che qui si fermi solo chi si diverte con le mie stesse emozioni è infatti non tanto una selezione naturale ma proprio una questione di affinità elettive..
PS: altro che surclassare, le mie ricette fortunatamente non hanno mai vinto niente!
@enrico: l'uomo ne ha tanti, di difetti, se è per quello...
(ma anche le donne in verità, però non diciamolo a voce troppo alta...)
Com'è che stamattina sotto la doccia pensavo cose simili?????? .....sto vagolando per la rete......pensando a gentili parole da dire.....ad una blogger.....che mi ha dato un premio.....un pensiero gentile, ma anche una terribile catena di sant'antonio. E non ho mai fatto un contest, una raccolta, mai commentato forzatamente 100 blog al giorno: sono una rompiballe integralista.
RispondiElimina@pamrilla: sai benissimo che niente succede per caso, dunque evidentemente oggi serviva sapere che non siamo mosche bianche quanto immaginavamo...
RispondiEliminaChe flash!
RispondiEliminaHai servito nelle mele la ricetta del cocktail di gamberetti della mia mamma svizzera!
Mi fa piacere che abbia deciso di partecipare, davvero. Poi hai usato il mio amatissimo sumak...in bocca al lupo :-)
RispondiEliminaPassami immediatamente quel sumac!!! (anzi, aspetta che mi introduco direttamente in casa tua e te ne rubo un po')
RispondiEliminaMi serviva proprio in questi giorni e stupidamente mi sono dimenticata di portarmelo dietro da Parigi, ora qui non lo trovo da nessuna parte, oltre al fatto che mi guardano come se avessi chiesto una pietra lunare.
Queste mele devono essere deliziose...
Si puo' dire idem con patate?
RispondiEliminaL'hai detto tu che abbiamo qualche malattia in comune....
Non e' che ogni tanto ti siedi da qualche parte in un cimitero a leggere un libercolo per un paio d'ore?
Un bacio
@virò: mamma svizzera?! Allora siamo conciate nello stesso modo...
RispondiElimina@arabafelice: grazie a te per la scossa!
@muscaria: senza sumac è impossibile sopravvivere, vero? Vabbè, se non hai tempo per tornare a Parigi fai un salto a Milano...
@edith.pilaff: certo. Nei cimiteri raramente, ma in gnerale in luoghi della città insoliti, defilati, un po' speciali, in mezzo a gente talmente presa da sè che nemmeno si accorge della situazione leggermente incongrua...
Io dico continua così... se certi meccanismi non fan parte della tua natura non entrarci... che per certe cose che vedo è meglio così! ognuno ha i proprio "fini"... se tu sei felice nel vivere il tuo blog così ... questo è quel che conta... mica per forza bisogna diventar popolari! :)
RispondiEliminaio adoro la tua sincerità, curiosità, schiettezza... e se vogliamo "libertà"! :)
bacioni ...e bellissima ricetta per il contest!!! :)))
@ramona: ...appunto...
RispondiElimina@terry: brava, è proprio il "dovere alla popolarità" che trovo orripilante ed inadattissimo a me. E' giusto che ci arrivi chi è bravo davvero e solo se ci tiene, mentre mi sembra che spesso sia considerato un valore intrinseco del gestire un blog. A me invece non sembra per niente scontato. Ne' indispensabile. Sì, fose è una forma di libertà, in fondo.
Vero, verissimo, è difficile la vita senza sumac!!!
RispondiEliminaDovevo tornare su a Parigi fra pochi giorni e invece mi sa che dovrò rimandare di qualche settimana, mi conviene Milano a questo punto :-D
...acquaviva,ma quanto é bello questo post...e quanto ti capisco..io ancora non ho capito bene perché ho un blog (di cucina...), forse perché cosí scopro il sumac...! ( e mi vengono idee strane.;-).) Baci
RispondiEliminaI tuoi post mi piacciono sempre per l'accento sulla riflessione profonda, vera, senza infingimenti prima di tutto verso te stessa. Credimi, è una dote rara. I più sono abituati a mentire a se stessi e credono regolarmente a tali menzogne. Tu invece no. Guardi, ironica e distaccata, giudichi e poi agisci come meglio credi. E surclassi tutti con le tue ricette che, diciamolo, sono favolose.
RispondiEliminaUn abbraccio!
Io direi che questo post merita una OLA coi fiocchi, di quelle che solo la Mapi sa tirare su! :-D
RispondiElimina@glu.fri: secondo me hai un blog perchè attraversare l'oceano ogni volta che ti prende l'essenza italiano-europea sarebbe più impegnativo...
RispondiElimina@mapi + muscaria: secondo me esagerate. Mi sembra che tutto questo club di cialtroni sia sincero allo stesso modo...
Mi piace l'idea del club dei cialtroni... Nonostante sia caduta anche io recentemente nella protagonistica scelta di aprire (si dice così?) un contest, resto comunque molto defilata, per natura, imbarazzo, senso d'inferiorità...chissà. Comunque mi sento poco incline al gruppone, al presenzialismo, al "famo festa".E lontana, lontanissima, dallo stare in cattedra, o accanto a cattedre. Sto bene, sempre, quando vengo qui da te. Si respira un'aria di raffinata e colta eleganza, di intelligente equilibrata visione delle cose e della vita, di sincero impegno nel conoscere, di attenta sensibilità nel giudizio.
RispondiEliminaPoche storie, qui si sta bene. E si torna volentieri!
@patrizia: ... come da te, in pratica!
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