- Mamma, vado a fare una passeggiata.
- Va' pure, Giovanni, ma stà attento quando attraversi la strada.
- Va bene, mamma. Ciao, mamma.
- Sei sempre tanto distratto.
- Sì, mamma. Ciao, mamma.
Giovannino esce allegramente e per il primo tratto di strada fa bene attenzione. Ogni tanto si ferma e si tocca.
- Ci sono tutto? Sì, - e ride da solo.
E' così contento di stare attento che si mette a saltellare come un passero, ma poi s'incanta a guardare le vetrine, le macchine, le nuvole, e per forza cominciano i guai. Un signore, molto gentilmente, lo rimprovera:
- Ma che distratto, sei. Vedi? Hai già perso una mano.
- Uh, è proprio vero. Ma che distratto, sono. Si mette a cercare la mano e invece trova un barattolo vuoto. Sarà proprio vuoto? Vediamo. E cosa c'era dentro prima che fosse vuoto? Non sarà mica stato sempre vuoto fin dal primo giorno...
Giovanni si dimentica di cercare la mano, poi si dimentica anche del barattolo, perché ha visto un cane zoppo, ed ecco per raggiungere il cane zoppo prima che volti l'angolo perde tutto un braccio. Ma non se ne accorge nemmeno, e continua a correre.
Una buona donna lo chiama: - Giovanni, Giovanni, il tuo braccio! Macché, non sente. Pazienza, - dice la buona donna. - Glielo porterò alla sua mamma.
E va a casa della mamma di Giovanni.
- Signora, ho qui il braccio del suo figliolo.
- Oh, quel distratto. Io non so più cosa fare e cosa dire.
- Eh, si sa, i bambini sono tutti così.
Dopo un po' arriva un'altra brava donna.
- Signora, ho trovato un piede. Non sarà mica del Giovanni?
- Ma sì che è suo, lo riconosco dalla scarpa col buco. Oh, che figlio distratto mi è toccato. Non so più cosa fare e cosa dire.
- Eh, Si sa, i bambini sono tutti così.
Dopo un altro po' arriva una vecchietta, poi il garzone del fornaio, poi un tranviere, e perfino una maestra in pensione, e tutti portano qualche pezzetto di Giovanni: una gamba, un orecchio, il naso.
Ma ci può essere un ragazzo più distratto del mio?
- Eh, signora, i bambini sono tutti così.
Finalmente arriva Giovanni, saltellando su una gamba sola, senza più orecchie ne' braccia, ma allegro come sempre, allegro come un passero, e la sua mamma scuote la testa, lo rimette a posto e gli da un bacio.
- Manca niente, mamma? Sono stato bravo, mamma?
- Sì Giovanni, sei stato proprio bravo.
(Gianni Rodari, La passeggiata di un distratto)
Se devo legare i ricordi della mia infanzia a degli oggetti credo che più che a giocattoli o attrezzature sportive si ritorni inevitabilmente a libri e cibi. In specifico direi i racconti di Gianni Rodari su tutti i libri, i sofficini surgelati e le frittelle del luna-park su tutti i cibi.
Con una mamma svizzera, lavoratrice e poco dedita alla cucina i surgelati erano spesso una risorsa per cena e dei sofficini devo dire noi figli eravamo particolarmente golosi. Ci siamo resi conto molto tardi che non si trattava di un cibo comune, quando cucinando per i primi fidanzatini mia sorella ed io vedevamo le loro facce perplesse di fronte ad un piatto di sofficini che noi presentavamo come una vera prelibatezza...
Ancora oggi in momenti di episodico sconforto o di cene solitarie i sofficini rappresentano per noi una sorta di suadente cibo-rifugio. Ovvio che, una volta presa coscienza dei contenuti simbolici e nutrizionali dell'oggetto in questione si sia cercato un rimedio, che consiste nel prepararmi i sofficini in casa in quantità industriale e congelarmeli, in modo da avere sempre la mia coccola a portata di mano quando serve.
Quando Caris ha lanciato qui una struggente iniziativa di raccolta firme/ricette per salvare in concreto il progetto della Fondazione santa Lucia di Roma, ha chiesto di contribuire con una ricetta per bambini allegra e colorata. E a me che cosa è saltato subito alla mente?! Ovvio: Rodari con il suo bimbo un po' spezzettato ma "allegro come un passero" e, naturalmente, i sofficini...
La ricetta è senz'altro infantile e gioiosa. Poi, ecco... colorata mica tanto, perchè avevo anche predisposto un po' di scenografia ma si trattava di un pranzo in famiglia e piccole mani rapaci, molto più veloci delle mie, mi hanno impedito di "mettere in posa" i protagonisti della ricetta in modo sufficientemente aggraziato prima di portarseli alla bocca! Ecco perchè in queste foto di rapina il poco di colore che resta da intravedere è quello dei ripieni...
Due ripieni, per la precisione. Uno un po' più per adulti, l'altro per i bambini "ufficialmente riconosciuti" e per quelli che anche noi grandi abbiamo sempre dentro...
110 gr. di farina, (+ un paio di cucchiai per la spianatoia)
220 ml. di latte (+ un paio di cucchiai per la panatura)
40 gr. di burro
1 tazza scarsa (circa 60 gr.) di pangrattato
1 uovo
sale
olio per friggere (io uso quello di arachidi)
Portare a bollore il latte, unire 1 presa abbondante di sale ed il burro e, quando è tutto ben sciolto, spegnere ed aggiungere la farina tutta in un colpo, mescolando energicamente con un cucchiaio di legno fino ad ottenere una palla che si stacca dai bordi della pentola.
Lasciare riposare l'impasto per un'ora circa a temperatura ambiente e nel frattempo preparare il/i ripieno/i.
Dividere l'impasto in circa 12 palline un po' più grosse di una noce e stenderne ciascuna su un piano leggermente infarinato con 4 o 6 colpi delicati di mattarello, fino ad ottenere dei dischi di 10 cm circa di diametro, che devono poi completamente raffreddare, meglio sotto un telo.
Formare con il ripieno una sorta di salsicciotto compatto con una sac a poche o premendone una manciata per volta nel palmo, deporre sul pRimo disco di pasta e chiudere a mezzaluna, premendo bene i bordi ma badando a non rompere l'involucro, che è abbastanza fragile. Ripetere l'operazione con tutti i dischi.
Passare ogni sofficino prima nell'uovo, leggermente sbattuto con uno o due cucchiai di latte ed un pizzico di sale, e successivamente nel pangrattato. Volendo a questo punto si possono anche surgelare, avvolgendoli singolarmente con pellicola o dividendoli con carta forno per evitare che si attacchino e che si crei ghiaccio in superficie. Si conservano per 1 mese e si possono friggere ancora surgelati.
Friggere i sofficini in abbondante olio caldo, tenendo la fiamma media per evitare che si brucino durante la cottura; lasciar scolare su carta da cucina e tenere in caldo in forno a 60° fino a che sono tutti pronti, quindi servire caldissimi.
RIPIENO "PER GRANDI", DI POLLO, SPINACI E FUNGHI AL BRANDY
dosi per circa 6-8 sofficini:
40 gr. di petto di pollo
150 gr. di champignon
250 gr. di spinaci
30 gr. di fontina
1 spicchio di aglio
2 porcini secchi
3 cucchiai di vino bianco
1 cucchiaio di brandy
1 foglia di alloro
un cucchiaino di timo
olio extravergine
noce moscata
sale
pepe
Mondare con cura i funghi freschi e tagliarli a fette; mettere a bagno i porcini in acqua tiepida, fino a che sono molto morbidi, scolarli (conservando l'acqua) e tritarli; ridurre il pollo a dadini.
Scaldare un paio di cucchiai di olio con l'aglio schiacciato e la foglia di alloro, unirvi i funghi secchi e quelli freschi e cuocere a fuoco vivo fino a che hanno rilasciato tutta la loro acqua.
Salare e condire con la noce moscata, spruzzare di vino e far evaporare, quindi cuocere fino a che i funghi sono morbidissimi, bagnando, se serve, con un po' dell'acqua di ammollo dei porcini ben filtrata, quindi spegnere, lasciar intiepidire e tritare grossolanamente.
Scottare gli spinaci ben mondati e sciacquati in mezzo dito di acqua con un pizzico di sale ed il coperchio, scolandoli appena si sono appassiti e strizzandoli bene per eliminare più acqua possibile, quindi tritarli grossolanamente. Dovrebbero risultarne circa due cucchiai.
Saltare il pollo in un altro tegame con un filo di olio ben caldo appena il tempo di schiarirsi, condendo con sale e pepe e spegnendo appena il pollo inizia a dorare, in modo che rimanga molto morbido, quindi lasciar intiepidire il pollo e sfilacciarlo in striscioline sottili. In realtà questa volta io ho usato della polpa di gallina lessa che era servita per un brodo.
Tritare grossolanamente il formaggio ed unire al pollo insieme agli spinaci, al timo ed ai funghi, versando vi poi il brandy e regolando se serve di sale. Mescolare bene: deve risultarne un impasto un po' granuloso ma umido e compatto, nel caso fosse troppo morbido legare con un po' di pangrattato, se fosse troppo asciutto ammorbidire con un cucchiaio di formaggino morbido tipo robiola.
RIPIENO "PER PICCOLI", DI MORTADELLA E EMMETHALER
dosi per 6 circa sofficini:
50 gr. di mortadella
50 gr. di emmenthaler
1 cucchiaio di pistacchi sgusciati
1/2 cucchiaino di pepe in grani (facoltativo per i bambini)
Tritare grossolanamente (o frullare brevemente) tutto insieme, fino ad ottenere un composto granuloso e compatto, regolandone eventualmente la densità come spiegato sopra.
Allo stesso modo per il "ripieno per piccoli" si possono usare anche un mucchio di altre cose: prosciutto cotto e scamorza con pinoli tostati, oppure würstel e fontina con 1 cucchiaino di senape, o anche salame fresco e mozzarella (quella compatta "da pizza") con origano e olive, eccetera... Se si cucina insieme il modo migliore è quello di disporre tutto sopra il tavolo e far scegliere il ripieno ai bambini!
- Va' pure, Giovanni, ma stà attento quando attraversi la strada.
- Va bene, mamma. Ciao, mamma.
- Sei sempre tanto distratto.
- Sì, mamma. Ciao, mamma.
Giovannino esce allegramente e per il primo tratto di strada fa bene attenzione. Ogni tanto si ferma e si tocca.
- Ci sono tutto? Sì, - e ride da solo.
E' così contento di stare attento che si mette a saltellare come un passero, ma poi s'incanta a guardare le vetrine, le macchine, le nuvole, e per forza cominciano i guai. Un signore, molto gentilmente, lo rimprovera:
- Ma che distratto, sei. Vedi? Hai già perso una mano.
- Uh, è proprio vero. Ma che distratto, sono. Si mette a cercare la mano e invece trova un barattolo vuoto. Sarà proprio vuoto? Vediamo. E cosa c'era dentro prima che fosse vuoto? Non sarà mica stato sempre vuoto fin dal primo giorno...
Giovanni si dimentica di cercare la mano, poi si dimentica anche del barattolo, perché ha visto un cane zoppo, ed ecco per raggiungere il cane zoppo prima che volti l'angolo perde tutto un braccio. Ma non se ne accorge nemmeno, e continua a correre.
Una buona donna lo chiama: - Giovanni, Giovanni, il tuo braccio! Macché, non sente. Pazienza, - dice la buona donna. - Glielo porterò alla sua mamma.
E va a casa della mamma di Giovanni.
- Signora, ho qui il braccio del suo figliolo.
- Oh, quel distratto. Io non so più cosa fare e cosa dire.
- Eh, si sa, i bambini sono tutti così.
Dopo un po' arriva un'altra brava donna.
- Signora, ho trovato un piede. Non sarà mica del Giovanni?
- Ma sì che è suo, lo riconosco dalla scarpa col buco. Oh, che figlio distratto mi è toccato. Non so più cosa fare e cosa dire.
- Eh, Si sa, i bambini sono tutti così.
Dopo un altro po' arriva una vecchietta, poi il garzone del fornaio, poi un tranviere, e perfino una maestra in pensione, e tutti portano qualche pezzetto di Giovanni: una gamba, un orecchio, il naso.
Ma ci può essere un ragazzo più distratto del mio?
- Eh, signora, i bambini sono tutti così.
Finalmente arriva Giovanni, saltellando su una gamba sola, senza più orecchie ne' braccia, ma allegro come sempre, allegro come un passero, e la sua mamma scuote la testa, lo rimette a posto e gli da un bacio.
- Manca niente, mamma? Sono stato bravo, mamma?
- Sì Giovanni, sei stato proprio bravo.
(Gianni Rodari, La passeggiata di un distratto)
Se devo legare i ricordi della mia infanzia a degli oggetti credo che più che a giocattoli o attrezzature sportive si ritorni inevitabilmente a libri e cibi. In specifico direi i racconti di Gianni Rodari su tutti i libri, i sofficini surgelati e le frittelle del luna-park su tutti i cibi.
Con una mamma svizzera, lavoratrice e poco dedita alla cucina i surgelati erano spesso una risorsa per cena e dei sofficini devo dire noi figli eravamo particolarmente golosi. Ci siamo resi conto molto tardi che non si trattava di un cibo comune, quando cucinando per i primi fidanzatini mia sorella ed io vedevamo le loro facce perplesse di fronte ad un piatto di sofficini che noi presentavamo come una vera prelibatezza...
Ancora oggi in momenti di episodico sconforto o di cene solitarie i sofficini rappresentano per noi una sorta di suadente cibo-rifugio. Ovvio che, una volta presa coscienza dei contenuti simbolici e nutrizionali dell'oggetto in questione si sia cercato un rimedio, che consiste nel prepararmi i sofficini in casa in quantità industriale e congelarmeli, in modo da avere sempre la mia coccola a portata di mano quando serve.
La ricetta è senz'altro infantile e gioiosa. Poi, ecco... colorata mica tanto, perchè avevo anche predisposto un po' di scenografia ma si trattava di un pranzo in famiglia e piccole mani rapaci, molto più veloci delle mie, mi hanno impedito di "mettere in posa" i protagonisti della ricetta in modo sufficientemente aggraziato prima di portarseli alla bocca! Ecco perchè in queste foto di rapina il poco di colore che resta da intravedere è quello dei ripieni...
Due ripieni, per la precisione. Uno un po' più per adulti, l'altro per i bambini "ufficialmente riconosciuti" e per quelli che anche noi grandi abbiamo sempre dentro...
SOFFICINI MAISON
ingredienti per circa 12 pezzi:110 gr. di farina, (+ un paio di cucchiai per la spianatoia)
220 ml. di latte (+ un paio di cucchiai per la panatura)
40 gr. di burro
1 tazza scarsa (circa 60 gr.) di pangrattato
1 uovo
sale
olio per friggere (io uso quello di arachidi)
Portare a bollore il latte, unire 1 presa abbondante di sale ed il burro e, quando è tutto ben sciolto, spegnere ed aggiungere la farina tutta in un colpo, mescolando energicamente con un cucchiaio di legno fino ad ottenere una palla che si stacca dai bordi della pentola.
Lasciare riposare l'impasto per un'ora circa a temperatura ambiente e nel frattempo preparare il/i ripieno/i.
Dividere l'impasto in circa 12 palline un po' più grosse di una noce e stenderne ciascuna su un piano leggermente infarinato con 4 o 6 colpi delicati di mattarello, fino ad ottenere dei dischi di 10 cm circa di diametro, che devono poi completamente raffreddare, meglio sotto un telo.
Formare con il ripieno una sorta di salsicciotto compatto con una sac a poche o premendone una manciata per volta nel palmo, deporre sul pRimo disco di pasta e chiudere a mezzaluna, premendo bene i bordi ma badando a non rompere l'involucro, che è abbastanza fragile. Ripetere l'operazione con tutti i dischi.
Passare ogni sofficino prima nell'uovo, leggermente sbattuto con uno o due cucchiai di latte ed un pizzico di sale, e successivamente nel pangrattato. Volendo a questo punto si possono anche surgelare, avvolgendoli singolarmente con pellicola o dividendoli con carta forno per evitare che si attacchino e che si crei ghiaccio in superficie. Si conservano per 1 mese e si possono friggere ancora surgelati.
Friggere i sofficini in abbondante olio caldo, tenendo la fiamma media per evitare che si brucino durante la cottura; lasciar scolare su carta da cucina e tenere in caldo in forno a 60° fino a che sono tutti pronti, quindi servire caldissimi.
RIPIENO "PER GRANDI", DI POLLO, SPINACI E FUNGHI AL BRANDY
dosi per circa 6-8 sofficini:
40 gr. di petto di pollo
150 gr. di champignon
250 gr. di spinaci
30 gr. di fontina
1 spicchio di aglio
2 porcini secchi
3 cucchiai di vino bianco
1 cucchiaio di brandy
1 foglia di alloro
un cucchiaino di timo
olio extravergine
noce moscata
sale
pepe
Mondare con cura i funghi freschi e tagliarli a fette; mettere a bagno i porcini in acqua tiepida, fino a che sono molto morbidi, scolarli (conservando l'acqua) e tritarli; ridurre il pollo a dadini.
Scaldare un paio di cucchiai di olio con l'aglio schiacciato e la foglia di alloro, unirvi i funghi secchi e quelli freschi e cuocere a fuoco vivo fino a che hanno rilasciato tutta la loro acqua.
Salare e condire con la noce moscata, spruzzare di vino e far evaporare, quindi cuocere fino a che i funghi sono morbidissimi, bagnando, se serve, con un po' dell'acqua di ammollo dei porcini ben filtrata, quindi spegnere, lasciar intiepidire e tritare grossolanamente.
Scottare gli spinaci ben mondati e sciacquati in mezzo dito di acqua con un pizzico di sale ed il coperchio, scolandoli appena si sono appassiti e strizzandoli bene per eliminare più acqua possibile, quindi tritarli grossolanamente. Dovrebbero risultarne circa due cucchiai.
Saltare il pollo in un altro tegame con un filo di olio ben caldo appena il tempo di schiarirsi, condendo con sale e pepe e spegnendo appena il pollo inizia a dorare, in modo che rimanga molto morbido, quindi lasciar intiepidire il pollo e sfilacciarlo in striscioline sottili. In realtà questa volta io ho usato della polpa di gallina lessa che era servita per un brodo.
Tritare grossolanamente il formaggio ed unire al pollo insieme agli spinaci, al timo ed ai funghi, versando vi poi il brandy e regolando se serve di sale. Mescolare bene: deve risultarne un impasto un po' granuloso ma umido e compatto, nel caso fosse troppo morbido legare con un po' di pangrattato, se fosse troppo asciutto ammorbidire con un cucchiaio di formaggino morbido tipo robiola.
dosi per 6 circa sofficini:
50 gr. di mortadella
50 gr. di emmenthaler
1 cucchiaio di pistacchi sgusciati
1/2 cucchiaino di pepe in grani (facoltativo per i bambini)
Tritare grossolanamente (o frullare brevemente) tutto insieme, fino ad ottenere un composto granuloso e compatto, regolandone eventualmente la densità come spiegato sopra.
- rivoli affluenti:
- un unico riferimento: la Fondazione Santa Lucia
- e naturalmente: Gianni Rodari, La passeggiata di un distratto, Emme Edizioni
N° 100, ciao. Ottimi sofficini.
RispondiEliminaE' un post colorato dentro....Baci
RispondiElimina@max: cento volte benvenuto!
RispondiElimina@glu.fri: diciamo che è un post ripeno... Grazie!
Con te ho un pò di arretrati...non di letture ma di piacevole participazione :)
RispondiEliminaInizio dall'ultimo post quindi :P
Confesso la mia ignoranza e confermo che non conoscevo la storia. Probabilmente ero e sono anche io molto sbadato o più semplicemente mi accontentavo, prima, solo dei cartoni animati mentre adesso da adulto faccio leva su alibi credibili (ma pur sempre alibi) che attutiscono il colpo :P
Insomma vengo qui a prendere spunti interessanti di cucina di spessore e scopro che anche io ho qualche pezzo mancante...ironica la cosa eh?! :P ehehehehehe
Ecco quindi che ho concluso il post con la lista della spesa...quella maggiormente pertinente ai sofficini home-made che non avendoli mai mangiati (incredibile eh!) mi suscitano grande curiosità e quella più attinente la sfera personale che invece probabilmente mi condurà in libreria :)
PS
Un unica domanda...la cottura in forno come la vedi?
Sai che mi hai dato un'idea? A volte torniamo entrambi tardi e svogliati dal lavoro e non si sa cosa preparare per cena. Il metodo "sofficini maison" e' senz'altro da adottare!!!
RispondiElimina- Va' pure, Giovanni, ma stà attento quando attraversi la strada.
- Va bene, mamma. Ciao, mamma.
- Sei sempre tanto distratto.
- Sì, mamma. Ciao, mamma.
Giovannino esce allegramente e per il primo tratto di strada fa bene attenzione.
Poi scende distrattamente dal marciapiede e un tram gli passa sopra.
Anche in questo caso lo riportano a casa a pezzetti :)
P.S. - chiedo scusa per il cazzeggio....
buoni buoni!
RispondiEliminabaci buon we
Sul commento di Corrado resto senza parole e rido... a volte il macabro è anche comico! :D
RispondiEliminaSu tuo post, invece, come sempre un fiume di parole da dire, emozioni tante... non conoscevo questa storiella di Rodari sai? E la storia dietro a quella dei sofficini me ne ricorda altre, vissute in altre case e in altri luoghi...un pochino malinconica la nostra acquaviva... ma si porta un arcobaleno dentro che illumina anche questo piatto con i suoi colori!
ho adorato anch'io rodari, chissà se i bambini di oggi lo leggono ancora... grazie per averci ricordato questa storiella deliziosa! che i sofficini si potessero fare home-made proprio non lo immaginavo :-)
RispondiEliminaps per corrado: ma daaaaaaai!! sei cattivello eh?
@gambetto: credo che per il forno la panatura sia superflua e penso basti spennellare la superficie dell'involucro con un po' di uovo... ma non ho mai provato perchè la frittura è parte integrante della goduriosità dei sofficini. Dai, in fondo semel in anno...
RispondiEliminaPer Rodari che dire?! Favole al telefono, Cipollino, La freccia azzurra... il fanciullino che è in te se li gusterebbe perchè parlano proprio la lingua dei bambini che eravamo. Di Rodari c'è pure una sua favola sul lago di Varese...
@corradoT: chissà che direbbe Rodari del tuo umorismo dissacrante. Magari ci mangerebbe sopra un sofficino...
@patrizia: il divertente è che davvero te li farcisci come ti pare, anche supersofisticati volendo, e sempre ne nasce un sorriso.
@ginestra: Rodari anche quando diverte spinge sempre a riflettere. Per questo mi sembrava adatto ad affrontare con levità, speranza e sorridente serietà la questione della mancanza di fondi per la cura dei bimbi con un problema neuro-motorio.
La malinconia che sapientemente cogli è la paura che le nostre parole di solidarietà, per quanto numerise, da sole non bastino...
@cristina.b: i bambini di oggi leggono (o si fanno leggere) quello che noi proponiamo.
Io personalmente sono per miscelare stimoli differenti, anche più antichi di Rodari ed anche più moderni dei cartoni in 3D, purchè sempre accompagnati da un bello scambio di opinioni e mai fatti fruire passivamente.
Provac i sofficini fatti in casa, rischi che diventino un vizio!
@Corrado T: e la mamma gli dice ti sei comportato bene...
RispondiEliminaBeh Rodari è uno spettacolo, con lui non si rischia mai la noia! E la storia di questo bambino riesce a dare colore anche ai sofficini!
RispondiEliminaE, a proposito di questi: aaargh che nostalgia, mi mancano da matti!!!!
A casa tua , anche i " sofficini " sono una meraviglia ;-) bacio !
RispondiEliminaLo so già, mi detesteranno tutti...ma vado controcorrente e faccio outing: NON amo Rodari!
RispondiEliminaPerchè dare per scontato che i bambini amino i racconti surreali? C'è differenza tra le principesse, i draghi, i lupi che parlano e un bambino che si perde i pezzi per distrazione: una è fantasia e sogno l'altra è una forzatura...
Caso mai ne avessi voglia, ti segnalo Pinin Carpi (in particolare Cion Cion Blu), che gioca con le parole ed i sogni dell'infanzia senza quella vena di ironia che trovo fastidiosa quando è rivolta ai bambini.
Là dove, comunque, l'affetto per un autore è un fatto decisamente soggettivo, l'amore incondizionato per i sofficini è oggettivo, obiettivo ed irrinunciabile...una sorta di valore assoluto direi!
Quindi a Gambetto raccomando di colmare quanto prima la sua lacuna gastronomica ed a te una lode infinita per la condivisione di questa goduria...
@ Virò: sai che non sei l'unica a non impazzire per Rodari? A me da bambina non piaceva proprio, e da adulta, pur continuando a non impazzire per le sue storie, ne ho invece capito l'importanza.
RispondiEliminaTu dici che c'è differenza fra draghi che parlano e bambini che perdono pezzi per distrazione, ed è vero, c'è differenza, ed è proprio questo a rendere Rodari funzionale nel campo dell'educazione e dell'intrattenimento di un bambino.
Rodari è infatti, paradossalmente, più realistico della favola tradizionale.
Il bambino è perfettamente consapevole del fatto che non puoi uscire per strada e perderti i pezzi così, senza che nulla di spiacevole accada, è un esercizio che lo aiuta a scindere il concreto dall'astratto, e che lo spinge ad un utilissimo dialogo col genitore, e di conseguenza il bambino non si riduce ad essere solo un ascoltatore passivo.
La favola classica invece aiuta dall'altro punto di vista: stimola la fantasia, è catartica, è densa di simbolismi, di significati nascosti, ed offre sempre nuovi spunti per altre storie, fantasie, dialoghi, e comparazioni.
Insomma, un tipo di storia non esclude l'altra, anzi, l'una completa l'altra.
E a proposito di libri sull'argomento, se non lo avete ancora letto, e se non avete paura di scoprire quali siano i veri e "tremendi" significati delle favole, vi consiglio "Il mondo incantato" di Bruno Bettelheim.
@muscaria: be'... i sofficini ora che conosci il trucco puoi anche farteli!
RispondiElimina@chiara: se non ci fossero i precedenti industriali e non considerassimo questi una loro derivazione... potremmo semplicemente considerarli una variazione sul tema del panzerotto e chiamarli con un altro nome!
@virò e muscaria: non credo sia ironia quella di Rodari, penso invece lui faccia leva su una sorta di minimo senso implicito dell'assurdo, per cui leggere Rodari a 8 anni è un po' come leggere Calvino a 13: o ti mette a disagio o ti piace un sacco ma non sai perchè.
Capisci come funziona anni dopo, ma intanto il seme è istillato. Un po' come i giocattoli progettati da Enzo Mari: non ti offrono rassicurazioni o schemi fissi, ti insegnano il dubbio e la curiosità.
Ma vedo che Muscaria ha parlato molto meglio di me!
Di Pinin Carpi conosco le opere che spiegano la pittura ai bambini (ed il libro di suo padre, il pittore Aldo Carpi, internato a Gusen...!).
Me ne leggerò senz'altro le favole, così come quelle di Bettelheim che non conosco per niente. Grazie ad entrambe.
Sto leggendo i tuoi post e sono uno più bello dell'altro!
RispondiEliminaAdesso sono diventata la tua 101esima follower!:))
spero di vederti anche da me, se ti fa piacere!
Baci, barbara
complimenti la ricetta dei sofficini non è male, solo che poi quando si cresce cambia anche il palato che diventa più ricercato, imporatante non è dove si inzia con il gusto ma dobe si arriva e quindi sono molto belli
RispondiElimina@ Acquaviva & Muscaria: questo dev'essere il bello di rileggere un autore in tempi diversi, con occhi nuovi ed un'esperienza differente.
RispondiEliminaRodari l'ho lasciato là, nel cassetto dei libri sbagliati perchè il seme della curiosità non ha germogliato pur a tanti anni di distanza mentre Calvino, per citare un Autore segnalato da Acquaviva, non mi ha fatto lo stesso effetto, forse perchè le sue opere non nascono destinate ai bambini e a 13 anni si hanno più strumenti per godere del surreale.
Il commento di Muscaria però me l'ha ripresentato sotto una veste nuova e potrei anche rileggere qualcosa...oltre certamente a Bettelhaim, che neppure io conoscevo.
P.s. Che Pinin Carpi fosse il figlio di Aldo Carpi mi sconvolge: ma così piccolo è il mondo?!
A me la ricetta piace parecchio ma anche il racconto! Spero di fare in tempo anch'io a partecipare all'iniziativa! Un abbraccio e buona giornata
RispondiElimina@barbara: grazie, verrò sensz'altro a curiosare.
RispondiElimina@günther: devo dirti che in effetti li farcisco spesso con ripieni un po' più evoluti di quelli infantili, anche se sempre abbastanza rustici perchè la natura stessa del piatto non permette sapori troppo rarefatti. Comunque il flash dall'infanzia mi arriva senpre, deve essere per me una questione di imprinting.
Mi piace molto quello che hai detto sul gusto, un ottimo spunto di riflessione.
@virò: te l'ho segnalato apposta. Perchè è bello che il mondo sia piccolissimo!
@marifra79: hai tempo fino al 29 marzo... se trovi un momento provaci, sarebbe un bell'arriccihmento sia per te che per l'iniziativa.
Grande Acquaviva,
RispondiEliminaSto scrivendo la tesi su Rodari! Rimane il miglior scrittore per ragazzi che abbiamo mai avuto in Italia (e non solo).
Che simpatica l'idea dei sofficini, grazie!
Francesca
@francesca: maddai! Vedi qui che interessante discussione è andata in piedi sul nostro caro Rodari?! Una tesi per laurearti in cosa?
RispondiEliminaQuando ero piccolina, mia mamma studiava al Magistero (per le più giovani,oggi è Scienze della formazione) e mi offriva le storie bellissime di Rodari, della Lagerlof (avete letto "il viaggio meraviglioso di Nils Holgersson.."?)...ma niente sofficini, per carità.Non che ci cucinasse grandi pranzi, niente più che pasta in bianco o al pomodoro e fettina, ahimé, ma per le proibizioni era fantastica: niente sofficini, niente Coca Cola (l'ho assaggiata per la prima volta, giuro, a 22anni!!), ecc. Appena un po' grandi, mia sorella ed io trafficavamo in sofficini come pusher provette, di nascosto e con gusto...mai pensato di farli in casa! Ora mi vado a pensare una ricetta per l'iniziativa, troppo importante per lasciarla scivolare via...Grazie, un abbraccio
RispondiEliminaPatrizia
Colpita e affondata!
RispondiEliminaFavole al telefono è ancora sul mio comodino e la copertina dimostra tutteeee le sue primavere!
Appena sono riuscita a cucinare riproducevo i sofficini ai funghi che adoravo! Però io artigianalmente usavo le crespelle :-)
Baci
ps: ritorno all'infanzia .... che profumo di ricordi!
@patrizia: ognuno ha i propri, di traumi infantili...
RispondiEliminaMentre tu cucini per il Santa Lucia io vado a leggere Lagerlof, che non conosco.
@twostella: anche per me quelli ai funghi erano i preferiti! Mma si parla di tarda adolescenza, perchè all'epoca della mia (preistorica) infanzia esistevano solo quelli al formaggio.
Ciao! Come stai? Che buone queste ricette!
RispondiEliminaUn saluto.
Enrico
@lefrancbuveur: grazie, sei sempre gentile. E tu, qualche viaggio in programma qua nel profondo Nord?!
RispondiElimina@ Acquaviva: mi laureo in Scienze della Formazione, indirizzo Scuola dell'Infanzia. In particolare mi sto occupando delle tecniche di riscrittura delle fiabe tradizionali indicata da Rodari nella sua Grammatica. Quale autore più adatto per l'infanzia?
RispondiEliminaComunque mi sto divertendo un sacco!
Francesca