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galleggiare

Luigi è sospeso tra l'andare ed il restare, tra stasi e cambiamento. Ha condotto una vita serena fino ad ora, densa di emozioni ma fondamentalmente priva di reali scelte: la scuola adatta per prepararsi alla professione di famiglia, il militare vicino a casa, il lavoro ereditato, in società con il figlio del socio di suo padre, la fidanzatina del liceo che diventa serenamente moglie e madre dei suoi figli. La sua vita sembra un manuale di regolarità e predestinazione.

Una famiglia di tradizione sportiva naturalmente l'ha portato ad appassionarsi al movimento all'aria aperta e ogni domenica mattina, estate ed inverno, che piova o tiri vento, come ha fatto per tanti anni con suo padre anche oggi Luigi si ritrova ora con i due amici di una vita, quelli che ha contagiato con il ciclismo già dai tempi della scuola. Ogni volta fanno "il giro del fiume" in bicicletta, risalendo una riva del torrente che taglia in due la loro cittadina fino al Ponte di Monte, una ventina di chilometri più su, e riscendendo poi sulla sponda opposta.

Uno dei due amici è proprietario di un autosalone, l'altro cardiologo. Da oltre vent'anni la domenica mattina i tre condividono pedalando le esperienze di lavoro, gli aneddoti curiosi capitati in settimana, le piccole liti coniugali e l'orgoglio per le conquiste quotidiane dei loro figli in crescita.

E naturalmente si scambiano favori professionali, così uno è il fornitore ufficiale di automobili per le loro famiglie fino ai rami più estesi, un altro tiene sotto controllo i cuori di entrambi gli amici e dispensa paternamente consigli medici d'emergenza ad ogni ora del giorno e della notte alle mogli allarmate da un'improvvisa febbre del bambino o da un calo di voce che proprio non vuole passare.

Luigi fino ad ora con la sua attività, oltre a tenere alto in nome della famiglia d'origine nella tradizione manifatturiera locale e mantenere materialmente la sua famigliola, ha raccontato agli amici le future tendenze moda, procurando alle loro signore con una stagione di anticipo i tessuti da lui prodotti e scelti dai più noti stilisti per le future collezioni. La moglie del commerciante in particolare ha una sarta bravissima che con quei tessuti di campionario ha sempre confezionato modelli tra i più ricercati, rendendo il loro gruppetto particolarmente soddisfatto ed elegante.

Luigi oggi galleggia, invece. Pedana e non se ne accorge neppure. Pensa e non se ne rende conto. Per calo verticale delle commesse negli ultimi tempi ma soprattutto per mancanza assoluta di prospettive future si sta preparando all'idea che prima o poi l'azienda di famiglia andrà chiusa o ceduta.

Una evenienza su cui medita da tempo, anche se di fatto ha sempre cercato di restare sospeso sopra al problema, agganciandosi al tempo che passa a vuoto, sperando che rimandare servisse, attendendo un colpo di fortuna oppure un deus ex machina che gli porgessero con grazia una comoda soluzione. Nella sua vita di fatto è sempre successo così, in fondo.

Non ha idea di come salvare il buon nome dell'azienda e della famiglia da vergognosi pettegolezzi. E neppure sa come eventualmente trasformare le sue conoscenze in materia oppure qualcuno dei suoi pacati hobby in una professione alternativa, che gli consenta di continuare a mantenere i figli con uno standard dignitoso.

In un colloquio serio con l'amico cardiologo, preoccupato dai distrurbi fisici che gli sta causando lo stress di questi inaspettati eventi, è stato messo in guardia sugli esiti degli ultimi esami, per niente rassicuranti. Anche quella una tradizione di famiglia d'altronde, con un padre morto di infarto dopo ripetute trombosi ed una madre da sempre fragile per un soffio al cuore...

La salute più incerta del previsto non aiuta, perché il problema principale di Luigi è sempre stato l'ignavia: il sommarsi di pensieri per lui completamente fuori scala invece che spingerlo a reagire con lucidità ed energia tende ad affossarlo. La mente gira e rigira tra toni cupi e borbottii, inconcludente, sorda a tutto, ora anche con la paura di sentire il cuore accellerare il ritmo in petto senza preavviso. Dovrà decidere anche per il cuore se continuare o meno con la bicicletta domenicale.

Ha ricevuto qualche settimana fa un'offerta di collaborazione da un'azienda sua omologa. Invece di farsi concorrenza su un mercato nazionale che sta languendo il collega gli propone di unire le forze e produrre insieme per un nuovo cliente estero, il quale esige quantità e finiture che da solo non riuscirebbe a garantire.

Cliente nuovo. Mercato profondamente diverso. Potenzialmente buono. Potenzialmente... Operazione in cui condividere gli evidenti rischi in prospettiva di un possibile  ma concreto comune vantaggio. Viaggiare spesso, decidere velocemente, rischiare che vada tutto all'aria per fattori di quel mercato che lui conosce troppo poco. Certo, se questa collaborazione non risolve la situazione in assoluto certamente permette almeno di tirare in là con del lavoro concreto per il prossimo paio di anni. Sempre che funzioni.

Gli altri due amici pedalano al suo fianco per risalire il fiume e tacciono. Sanno di non poterlo consigliare. Il mercato tessile non è materia loro ma soprattutto conoscono il carattere placido di Luigi, sanno che non ha alcun senso pressarlo, che ha sempre lasciato accadere le cose, che la sua vita è stata decisa dal corso degli eventi, da un naturale fluire praticamente mai disturbato da una decisione importate, determitata, contro corrente. Presa in prima persona.

Il socio in azienda sarebbe favorevole a correre il rischio ma la maggioranza delle quote appartiene a Luigi. Sfortunatamente, pensa Luigi, perché ora  sta solo a lui, in ultima analisi, decidere che direzione prendere. Per la loro attività, per le famiglie loro e dei dipendenti, per la sua vita personale. Tocca a Luigi l'indeciso, l'ignavo. A Luigi galleggiante sulla vita, che sta lasciando scorrere il tempo.

Luigi che oggi saluta gli amici, sistema la bici in garage, si leva con calma i guanti sudati e ciabatta con le scarpette slacciate su per le scale in direzione di una bella doccia calda. Luigi. Che anche oggi non decide. Che probabilmente nemmeno domani farà nulla.

Oggi invece qui si sfogliano gli appunti dietetici dell'occasione light di questa estate. Con ritmo lento, su musica che fa galleggiare. Si decide per una piccola ricetta leggera, senza quasi condimenti. Anche questa a suo modo con qualcosa di galleggiante.


Bottoni di manzo, ricotta e fiori di zucca su crema di zucchine e salvia
ingredienti per 6 persone (circa 40 pezzi):
300 gr. carne trita di manzo
200 gr. di ricotta
3 zucchine (circa 600 gr.), qui sono trombette
8 fiori di zucca
1 uovo
2 cucchiai di grana grattugiato
1 cucchiaio di farina
4 foglie di salvia
1 cucchiaio scarso di olio extravergine saporito
sale
pepe al mulinello

Tagliare le zucchine a dadini e saltarle nell'olio caldo con due foglie di salvia fino a che cominciano a dorare.

Spolverizzare con la farina e lasciarla tostare, quindi salare e versarvi un bicchiere di acqua, lasciando cuocere le zucchine per un'altra decina di minuti, fino a che sono morbide ed il fondo di cottura si è ridotto ad una crema molto densa.

Nel frattempo mondare i fiori di zucca privandoli del pistillo, lavarli e tamponarli bene e ridurli a julienne grossolana.

Frullare le zucchine cotte fino a ridurle ad una crema liscia, incorporare le altre foglie di salvia fresche tritate finissime, pepare e mettere un terzo del composto in un'ampia terrina, tenendo da parte il resto e mantenedolo possibilmente tiepido.

Quando la crema di zucchine nella terrina si è intiepidita unirvi la carne, la ricotta ben scolata dall'eventuale siero, la julienne di fiori, il formaggio grattugiato, l'uovo, una bella macinata di pepe e regolare, se serve, di sale.

Impastare bene il tutto e suddividere in stampini antiaderenti per tartellette da 4 cm. bombando un po' la superficie superiore, quindi infornare a 160° ventilato (o 180° statico). Il tempo di cottura dipende dal formato degli stampini e dallo spessore delle polpette: così circa 15 minuti.

Per la versione fingerfood distribuire un cucchiaio o due della crema di zucchine rimasta in ogni ciotolina individuale e adagiare un bottone di carne a galleggiare su ciascuna,


Per un servizio a tavola dividere i bottoni sformati nei piatti individuali su un letto di crema di zucchine, oppure servire la crema a parte. Ugualmente buono se tutto è caldo, è tiepido o è a temperatura ambiente.

  • rivoli affluenti:
  • la colonna sonora della giornata è quella galleggiante, elegante e sommessa di: Erik Satie, Gymnopédies, 1888.

    Commenti

    1. LA ricetta come sempre qui da te è deliziosa....ma un in bocca al lupo grandissimo a Luigi.... a volte è bello galleggiare...ma raggiungere la rive.... è tutta un'altra cosa....baci, Flavia

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    2. In bocca al lupo a Luigi, cui spetta un compito molto difficile; complimenti a te per l'appetitosissima ricetta, invece. E' l'esempio concreto di cosa può fare l'amicizia. :-9

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    3. ottima ricetta, galleggiare....galleggiare....., quante persone galleggiano? ciao

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    4. Sicuramente le cose cambieranno per Luigi.
      L'importante è non arrendersi mai e sperare sempre nel meglio.
      Incupirsi a volte può solo peggiorare le cose.
      Luigi sono sicura che ce la farai come hai sempre fatto fino ad ora, devi crederlo ancora.

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    5. @eli.fla: deliziosamente sagge le tue parole!

      @mapi: l'amicizia... ed il pensiero creativo quando devi trovare profumi nuovi per sostituire l'aroma goloso del fritto!

      @flavio: il problema è che non hai certezze sul dove ti porti l'abbandonarti alla deriva...

      @annamaria: non agire mai affidandosi solo alla speranza del cambiamento rischia però di farti finire in guai peggiori. D'accordo, non serve a nulla adombrarsi, ma magari darsi una mossa in una qualche direzione potrebbe agevolare l'evolversi della situazone. Sempre ceh non si voglia ristagnare come stato permanente.

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    6. bella scrittura, bella ricetta,povero Luigi....

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    7. Complimenti per il blog!! davvero originaleee ^_^ Passa a trovarci,ti aspettiamo ;)

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    8. @poverimabelliebuoni: un piccolo spunto di riflessione con un tentativo di sprone. E una consolazione nella ricetta!

      @fava.pasiòn: molto carine le vostre opere, complimenti a voi.

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