Coraggiosa, gentile, umile. Dopo vicende di vita davvero alterne trova di nuovo la forza di reinventarsi. Da capo, dal nulla, di nuovo tutta da sola. Inventa energie che non ha, ingigantisce motivazioni per farsele bastare, calpesta gli ostacoli anche se sono quasi tutti fuori scala. La sua disperata tenacia le fa pensare che di nuovo, per l'ennesima volta, può ancora valere la pena di avvicinare un sogno e renderlo reale. Un sogno semplice, solo un piccolo ristorante, in fondo. Osa, e in associazione con un'amica crea questo.
E la cosa poco per volta prende un pochino di slancio, le leva qualche peso dal cuore, le permette di concentrarsi su una routine faticosissima e finalmente bellissima. Ogni giorno di più la dimostrazione che almeno questa volta è valsa la pena di stringere i denti.
Fino al giorno in cui mentre lavora nel suo ristorantino sente un grido nell'altra sala. Poi un'altro, poi il rumore dei clienti che scappano, poi il gorgogliare agghiacciante del fango che le invade la cucina. Esce al volo, con quel miracoloso attimo di anticipo che evita che le cada addosso questo,
un momento prima che il fango arrivi fino a qui,
un istante prima che il suo semplice sogno venga completamente invaso da fango e scoramento. E già, perchè il suo sogno era semplice e genovese.
Nei giorni seguenti parla pochissimo, le energie lasciano le parole asciutte perchè devono alimentare i gesti. Non ha nemmeno più la forza di provare emozioni, è solo stanca. Stanca proprio da morire. Stanca e grata. Al gruppetto di giovani e adolescenti che sono stati con lei per ore e per a spalare fango e detriti. Agli amici che le hanno telefonato e scritto anche se lei non ha tempo ne' forza per rispondere a tutti.
Grata ai tecnici che provano con tutta l'anima a ripararle attrezzature e impianti prima di decretarne la inevitabile dismissione ed ai clienti, che mettono il naso nel ristorante giusto per lanciare un saluto ed un augurio e poi devono scappare verso i loro analoghi tormenti. Lei è fatta così: si danna di fatica e tace, lancia messaggi di fiducia senza nemmeno rendersene conto, parla di gratitudine soprattutto con gli occhi.
Sbaglia però, la nostra amica. Perchè siamo noi "spettatori" (parola amarissima) a doverle essere grati e la prima persona a cui dovrebbe essere grata è a se stessa. La fierezza della sua forza stanca, la sua disperazione discreta, il suo tacere e rimboccarsi le maniche sono grandiosa scuola di vita per noi. L'amore ed il sostegno che le sono arrivati spontaneamente da parte di quasi tutti quelli che la conoscono sono assoluta, semplice testimonianza del suo valore.
Il rispetto e l'affetto se li è guadagnati in anni di gentilezza, di umiltà, di forza nel credere sempre che oltre il buio ci fosse sempre un sogno ad aspettarla, una strada per nascere di nuovo. E' così che chi la conosce non ha mai potuto fare a meno di volerle bene.
Adesso siamo da capo: un'altra caduta in ginocchio, un altro sforzo per rialzarsi in piedi. Dolce e stanco primissimo passo verso un nuovo sogno, quello di sistemare tutto e riaprire il suo ristorante. Con forze, denaro ed attrezzature che non ha più, tutti portati via dalla piena. Con un coraggio che a guardarlo da lontano fa male da piangere.
Guardiamo più da vicino il suo coraggio allora, in modo che le nostre lacrime gonfino le parole che lei non dice e risuoni chiaro un messaggio semplice, pulito, umile e forte come lei:
Mi piacerebbe fare qualcosa di concreto. L'idea è quella di trovarle degli sponsor che in qualche modo le forniscano almeno parte di quello che era contenuto nel suo sogno: attrezzature da cucina, arredamenti, libri gastronomici, stoviglie, pentolame, alimenti. E magari anche quello che il suo sogno lo faceva marciare: impianti, energia, contratti di manutenzione, consulenze...
Mi sto muovendo insieme ad altri in questa direzione. Se qualcuno ha idee, contatti o proposte concrete per collaborare alla nascita di un piccolo sogno genovese basta che mi scriva: acquavivascorre@gmail.com
E' un sogno semplice, un sogno nuovo, che non dovrebbe "rinascere" ma proprio sarebbe bello nascesse da capo, senza tutta la fatica che ha accompagnato la realizzazione di quello precedente. Un sogno semplice, confortante, discreto e coraggioso. Come lei.
AGGIORNAMENTO nr. 1 del 13.11.11:
Grazie a tutte le risposte che ho ricevuto ed ai meccanisno di solidarietà che il tamtam dei blog ha messo in moto, aggiungo qui il conto corrente che altri amici hanno aperto per sottoscrizioni a favore del ristorante ed il logo che ha creato Roberta Cobrizo per l'insieme di iniziative di sostegno che stanno nascendo attorno alle due coraggiose proprietarie:
Difficile cucinare per il blog con queste immagini negli occhi. Ecco dunque una zuppa semplicissima di origine nordica. Popolare negli ingredienti poveri, facile perchè cuoce tutta da sola e tutta nella stessa pentola, essenziale ma dall'aroma davvero sorprendente anche nella sua versione basica, quella senza aggiunte finali (ed al limite senza osso di prosciutto, per chi non l'avesse proprio sotto mano).
In svedese si direbbe husmanskost, traducibile un po' con il nostro "la cucina della sciura Maria", quella insomma casalinga di tutti i giorni, elementare e saporita e nutriente. Zuppa che scalda speriamo anche il cuore, che nutre speriamo anche questo sogno semplice.
Brynt vitkålsoppa - Zuppa svedese di cavolo tostato
ingredienti per 2 persone:
1 osso di prosciutto
400 gr. di foglie di cavolo cappuccio, al netto del torsolo
1 piccola cipolla
700 ml. di brodo di carne
20 gr. di burro
1 cucchiaino di semi di cumino
1 cucchiaio scarso di zucchero di canna
sale
pepe al mulinello
(facoltativo: 2 salsicce oppure 1 fetta spessa di speck o pancetta affumicata)
Tritare la cipolla; ridurre le foglie di cavolo a julienne; portare il brodo a bollore.
Sciogliere il burro in una pentola a bordi alti e rosolarvi la cipolla per un paio di minuti, fino a che comincia a imbiondire.
Unire il cavolo, alzare la fiamma e farlo tostare per circa 5 minuti, fino a che comincia leggermente a brunirsi.
Unire a questo punto lo zucchero ed il cumino, mescolare bene e coprire con il brodo caldo.
Unire anche l'osso di prosciutto e portare a bollore, quindi abbassare la fiamma e cuocere semicoperto per circa 40 minuti, rimestando ogni tanto.
Se si vuole una zuppa più saporita unire a questo punto le salsicce leggermente bucherellate oppure la fetta di speck o pancetta tagliata in due e lasciar cuocere per circa 5 minuti.
Levare a questo punto l'osso, regolare se serve di sale, pepare leggermente e servire bel caldo in ciotole individuali, ognuna eventualmente con la sua salciccia o il suo pezzo di speck.
Per una versione vegetariana eliminare l'osso di prosciutto e sostituire il brodo di carne con quello vegetale.
In questo caso al posto di salsicce o salumi, sempre restando in sapori della tradizione nordica, si può eventualmente aggiungere ad ogni ciotola un cucchiaio di funghi saltati con burro, aneto ed erba cipollina.
E la cosa poco per volta prende un pochino di slancio, le leva qualche peso dal cuore, le permette di concentrarsi su una routine faticosissima e finalmente bellissima. Ogni giorno di più la dimostrazione che almeno questa volta è valsa la pena di stringere i denti.
Fino al giorno in cui mentre lavora nel suo ristorantino sente un grido nell'altra sala. Poi un'altro, poi il rumore dei clienti che scappano, poi il gorgogliare agghiacciante del fango che le invade la cucina. Esce al volo, con quel miracoloso attimo di anticipo che evita che le cada addosso questo,
un momento prima che il fango arrivi fino a qui,
un istante prima che il suo semplice sogno venga completamente invaso da fango e scoramento. E già, perchè il suo sogno era semplice e genovese.
Nei giorni seguenti parla pochissimo, le energie lasciano le parole asciutte perchè devono alimentare i gesti. Non ha nemmeno più la forza di provare emozioni, è solo stanca. Stanca proprio da morire. Stanca e grata. Al gruppetto di giovani e adolescenti che sono stati con lei per ore e per a spalare fango e detriti. Agli amici che le hanno telefonato e scritto anche se lei non ha tempo ne' forza per rispondere a tutti.
Grata ai tecnici che provano con tutta l'anima a ripararle attrezzature e impianti prima di decretarne la inevitabile dismissione ed ai clienti, che mettono il naso nel ristorante giusto per lanciare un saluto ed un augurio e poi devono scappare verso i loro analoghi tormenti. Lei è fatta così: si danna di fatica e tace, lancia messaggi di fiducia senza nemmeno rendersene conto, parla di gratitudine soprattutto con gli occhi.
Sbaglia però, la nostra amica. Perchè siamo noi "spettatori" (parola amarissima) a doverle essere grati e la prima persona a cui dovrebbe essere grata è a se stessa. La fierezza della sua forza stanca, la sua disperazione discreta, il suo tacere e rimboccarsi le maniche sono grandiosa scuola di vita per noi. L'amore ed il sostegno che le sono arrivati spontaneamente da parte di quasi tutti quelli che la conoscono sono assoluta, semplice testimonianza del suo valore.
Il rispetto e l'affetto se li è guadagnati in anni di gentilezza, di umiltà, di forza nel credere sempre che oltre il buio ci fosse sempre un sogno ad aspettarla, una strada per nascere di nuovo. E' così che chi la conosce non ha mai potuto fare a meno di volerle bene.
Adesso siamo da capo: un'altra caduta in ginocchio, un altro sforzo per rialzarsi in piedi. Dolce e stanco primissimo passo verso un nuovo sogno, quello di sistemare tutto e riaprire il suo ristorante. Con forze, denaro ed attrezzature che non ha più, tutti portati via dalla piena. Con un coraggio che a guardarlo da lontano fa male da piangere.
Guardiamo più da vicino il suo coraggio allora, in modo che le nostre lacrime gonfino le parole che lei non dice e risuoni chiaro un messaggio semplice, pulito, umile e forte come lei:
AIUTO
Mi piacerebbe fare qualcosa di concreto. L'idea è quella di trovarle degli sponsor che in qualche modo le forniscano almeno parte di quello che era contenuto nel suo sogno: attrezzature da cucina, arredamenti, libri gastronomici, stoviglie, pentolame, alimenti. E magari anche quello che il suo sogno lo faceva marciare: impianti, energia, contratti di manutenzione, consulenze...
Mi sto muovendo insieme ad altri in questa direzione. Se qualcuno ha idee, contatti o proposte concrete per collaborare alla nascita di un piccolo sogno genovese basta che mi scriva: acquavivascorre@gmail.com
E' un sogno semplice, un sogno nuovo, che non dovrebbe "rinascere" ma proprio sarebbe bello nascesse da capo, senza tutta la fatica che ha accompagnato la realizzazione di quello precedente. Un sogno semplice, confortante, discreto e coraggioso. Come lei.
AGGIORNAMENTO nr. 1 del 13.11.11:
Grazie a tutte le risposte che ho ricevuto ed ai meccanisno di solidarietà che il tamtam dei blog ha messo in moto, aggiungo qui il conto corrente che altri amici hanno aperto per sottoscrizioni a favore del ristorante ed il logo che ha creato Roberta Cobrizo per l'insieme di iniziative di sostegno che stanno nascendo attorno alle due coraggiose proprietarie:
IBAN: IT86T0617501410000001648580
Intestato a: OFFICINA DI CUCINA S.N.C. FONDI ALLUVIONE 2011 NEGOZIO
AGGIORNAMENTO nr. 2 del 15.11.11:
è nato un gruppo facebook per aiutare nell'impresa di coordinare tutti quelli che si sono offerti di dare una mano nei modi più disparati: FOODBLOGGER PER OFFICINA DI CUCINA. Tutti gli aggiornamenti sono disponibili anche lì, io resto ovviamente a disposizione per chi su facebook non c'è (come era per me fino a due giorni fa...) o preferisce comunque un canale più privato.Difficile cucinare per il blog con queste immagini negli occhi. Ecco dunque una zuppa semplicissima di origine nordica. Popolare negli ingredienti poveri, facile perchè cuoce tutta da sola e tutta nella stessa pentola, essenziale ma dall'aroma davvero sorprendente anche nella sua versione basica, quella senza aggiunte finali (ed al limite senza osso di prosciutto, per chi non l'avesse proprio sotto mano).
In svedese si direbbe husmanskost, traducibile un po' con il nostro "la cucina della sciura Maria", quella insomma casalinga di tutti i giorni, elementare e saporita e nutriente. Zuppa che scalda speriamo anche il cuore, che nutre speriamo anche questo sogno semplice.
ingredienti per 2 persone:
1 osso di prosciutto
400 gr. di foglie di cavolo cappuccio, al netto del torsolo
1 piccola cipolla
700 ml. di brodo di carne
20 gr. di burro
1 cucchiaino di semi di cumino
1 cucchiaio scarso di zucchero di canna
sale
pepe al mulinello
(facoltativo: 2 salsicce oppure 1 fetta spessa di speck o pancetta affumicata)
Tritare la cipolla; ridurre le foglie di cavolo a julienne; portare il brodo a bollore.
Sciogliere il burro in una pentola a bordi alti e rosolarvi la cipolla per un paio di minuti, fino a che comincia a imbiondire.
Unire il cavolo, alzare la fiamma e farlo tostare per circa 5 minuti, fino a che comincia leggermente a brunirsi.
Unire a questo punto lo zucchero ed il cumino, mescolare bene e coprire con il brodo caldo.
Unire anche l'osso di prosciutto e portare a bollore, quindi abbassare la fiamma e cuocere semicoperto per circa 40 minuti, rimestando ogni tanto.
Se si vuole una zuppa più saporita unire a questo punto le salsicce leggermente bucherellate oppure la fetta di speck o pancetta tagliata in due e lasciar cuocere per circa 5 minuti.
Levare a questo punto l'osso, regolare se serve di sale, pepare leggermente e servire bel caldo in ciotole individuali, ognuna eventualmente con la sua salciccia o il suo pezzo di speck.
Per una versione vegetariana eliminare l'osso di prosciutto e sostituire il brodo di carne con quello vegetale.
In questo caso al posto di salsicce o salumi, sempre restando in sapori della tradizione nordica, si può eventualmente aggiungere ad ogni ciotola un cucchiaio di funghi saltati con burro, aneto ed erba cipollina.
- rivoli affluenti:
- la ricetta è tratta da: Renate Kissel, Delights of Scandinavian Cooking, Anglo-Nordic Imprints
io mi son presa un cappuccino di lacrime e disperazione, con questa meravigliosa fanciulla, proprio ieri. E un'idea ce l'ho. E stavo per chiamarti...
RispondiEliminaci sentiamo domani mattina, se ci sei
ale
1) lo so
RispondiElimina2) ovvio che ci sono!
io ti ho mandato una mail e prego che il sogno possa ripartire.
RispondiEliminama dov'è? Giulietta (Genova)
RispondiEliminaNon son riuscito a leggere tutto il tuo post. Ero in zona per lavoro e ho avuto la fortuna di allontanarmi un paio d'ore prima che succedesse la tragedia delle cinque terre. Vedere quei luoghi che non ci sono più o, per lo meno, sono completamente diversi da come te li ricordavi mi ha schiacciato l'anima. Ho passato qualche attimo con amici al telefono che mi raccontavano di quanto fango stavano spalando nei loro negozi a Genova e altri che mi descrivevano l'acqua che riempiva le loro strade. Ho raccolto lacrime, delusioni e speranze, ma anche frasi come "nemmeno questa volta ci arrendiamo!" Mi piacciono i liguri con la loro musica, i loro sorrisi e la loro energia.
RispondiEliminaTi auguro di trovare tanti sponsor per aiutare quel ristorante e non solo quello.
Un abbraccio by Luca&Sabrina&Alice Ginevra
Un'altra cara amica, che molti di voi hanno conosciuto sul suo blog, ha avviato una sottoscrizione tra gli amici, se qualche blogger volesse partecipare riporto qua sotto i dati...
RispondiEliminaPer Chiara ho avviato una sottoscrizione per contribuire a rimettere in piedi il suo locale:
IBAN: IT86T0617501410000001648580
Intestato a: OFFICINA DI CUCINA S.N.C. FONDI ALLUVIONE 2011 NEGOZIO
Se ritenete potete contribuire anche voi alla ricostruzione dell'Officina di Cucina, anche solo diffondendo la notizia.
@silvia: grazie mille! Raduno le idee in base a tutte le mail arrivate e poi rispondo individualmente entro domani. Grazie ancora.
RispondiElimina@giulietta: in via Colombo 17/r. Grazie
@luca: grazie a te ed alle tue donne, ogni parola gentile fa bene al cuore.
@corradoT: hai fatto bene a segnalare questa iniziativa, ogni forma di contributo conta tantissimo.
Non sono in Italia ma appena rientro a Genova mi metto in contatto con Ale e vedo cosa si puo' fare per darle una mano!
RispondiEliminaSì, ci stiamo muovendo anche nell'estrema punta d'Italia!
RispondiEliminaUn bacio a te e a lei!
@muscaria: io non capisco cosa te ne stai sempre nei posti sbagliati nei momenti sbagliati! Figurati che qui per gestire le situazione aiuti, che per fortuna si è davvero allargata a macchia d'olio, mi hanno pure costretto ad iscrivermi a fecabook...
RispondiEliminaDai, ti aspettiamo!
@fantasie: citerei uno dei miei motti ricorrenti: perchè mai porre limiti alla divina provvidenza?! Guarda un po' ocsa si è messo in moto. Merito di decine di persone. Che meraviglia! Altro che l'Italia brutta e cattiva che tanti dipingono...
NOOOOOOOOOOOOOO facebook? (fecabook è spettacolare!)
RispondiEliminaE sarei poi io quella che si trova nei posti sbagliati?
@muscaria:... noooooooo lo dico io!
RispondiEliminaAnnalena, buongiorno..
RispondiEliminagrazie per questo post. Ho seguito da lontano quel che è successo a Genova e sentito nella voce di Chiara l'abbattimento, da far stringere il cuore. E' bellissima e preziosa questa rete che state creando. Un abbraccio, Emanuela
@emanuela: e stanno arrivando davvero dei risultati, dovuti solo alla generosità delle persone ed all'efficacia del passaparola. E' tutta questa bellezza che si cerca di regalare a chi è in difficoltà, oltre all'aiuto materiale. E lei, come sai, si merita tutta la bellezza del mondo.
RispondiEliminaAnnalena grazie!
RispondiEliminaHai espresso i sentimenti di tutti!
Bella l'iniziativa e bella la partecipazione di tutta la rete!!
Spero proprio che dia a Chiara la spinta morale giusta per combattere ancora!!
Vai Chiara!
Sei tutti noi!!
@marcella: gliela sta danto, te lo assicuro. Ogni giorno sento la sua voce sempre più stanca di fatica e sempre meno di scoramento. Domenica vado a Genova e poi vi aggiorno seriamente.
RispondiElimina