Passa ai contenuti principali

non si finisce mai di imparare...

Confesso con soddisfazione di poter dire questa volta non solo "non l'avevo mai fatto" ma anche "non sapevo che gusto avesse"! Quando ho visto che la ricetta per l'MTC di aprile di Menù Turistico era la torta frangipane proposta da Ambra di Gatto Ghiotto sono scoppiata a ridere: si era appena promesso di sviluppare almeno due versioni della ricetta, qualsiasi essa fosse stata, e mi ritrovo non solo con un dolce, ma proprio con una torta che non credo di aver mai mangiato in vita mia...

In questo senso diciamo che sono stata pienamente travolta dallo spirito dell'MTC, che è sostanzialmente una sfida con se stessi. Nel mio caso la prova più difficile non stava tanto nell'eseguire una ricetta mai sperimentata, anche perchè bastava seguire pedissequamente le indicazioni e le dosi di Ambra e sapevo di avere una riuscita garantita, quanto nell'inventarmi accostamenti e variazioni su sapori e consistenze di partrenza che dovevo immagirare a loro volta... perchè, frolla a parte, non avevo davvero presente come fossero!

Decido così di iniziare nel modo più semplice: riproduco una frangipane "basica" farcendola con semplice marmellata e poi me la studio, me la annuso, me la assaggio e la imparo. Ho da poco ricevuto giusto un meraviglioso barattolo di marmellata casalinga di mele cotogne, che con l'aroma di mandorla che presumo abbia la frangipane dovrebbe stare bene... ci aggiungo un profumo di vaniglia, di  limone e rosmarino e sono a posto.

L'esperimento sembra funzionare, anche se confeziono la torta in piccole porzioni: non essendo particolarmente golosa di dolci ho la possibilità di assaggiarne una per i miei esperimenti e distribuire eventualmente le altre ad amici e parenti, in modo da non andare in overdose già alla prima infornata.


Torta frangipane al rosmarino e cotogne

dosi per 4 tortierine da 11 cm.:
per la pasta frolla
200 g. di farina 00
100 g. di zucchero
100 g. di burro
1 uovo
1/2 cucchiaio di scorza di limone grattugiata finissima
1 cucchiaino di aghi di rosmarino tritatissimi, quasi a polvere
1 pizzico di sale

per la crema frangipane
100 g. di farina di mandorle *
100 g. di burro
100 g. di zucchero
1 uovo
30 g. di amido di mais
1/2 cucchiaino di aghi di rosmarino ridotti a polvere
1 goccia di essenza di vaniglia

per farcire e decorare:
5 o 6 cucchiai di marmellata di mele cotogne
2 cucchiai di mandorle a scaglie
200 ml. di panna acida (o mascarpone + 1 cucchiaio di succo di limone)
1 rametto di rosmarino

Per la frolla ridurre il burro freddo a tocchetti e lavorarlo con la punta delle dita con farina, sale e  zucchero fino ad ottenere un composto uniformemente bricioloso.

Aggiungere l'uovo leggermente sbattuto, la scorza di limone e la polvere di rosmarino e lavorare fino ad ottenee una palla di impasto omogenea e compatta, quindi avvolgerla nella pellicola e lasciar riposare in frigorifero un'ora.

Nel frattempo con una frusta montare il burro per la frangipane a temperatura ambiente con lo zucchero fino ad ottenere una crema spumosa.

Unire l'uovo leggermente sbattuto e la vaniglia sempre mescolando, quindi  incorporare la farina di mandorle, il rosmarino e l'amido di  mais poco per volta, continuando a montare (* la mia farina di mandorle è quella scura, ricavata da mandorle macinate con la pellicina).

Stendere la frolla in uno strato spesso cm. e stenderlo negli stampi foderati di carta forno, sforacchiare il fondo con una forchetta, coprire con un altro foglio di carta forno e riempirlo con uno strato uniforme di fagioli secchi.

Cuocere in forno statico a 180° per circa 10 minuti, quindi rimuovere i fagioli e la carta e infornare nuovamente per altri 5 minuti circa, lasciando poi intiepidire.

Spalmare un cucchiaio di marmellata di cotogne in uno strato uniforme sul fondo delle frolle e poi versaci sopra con delicatezza la crema frangipane, spalmandola senza premere in modo che non si misceli alla marmellata sottostante.

Cospargere con le mandorle a scaglie e  cuocere a 180° in forno statico per circa 20-22 minuti, fino a che è dorata in superficie ma morbida al taglio, e lasciar raffreddare su una gratella prima di sformare.


Poco prima di servire miscelare la panna acida 1 cucchiaio di marmellata di cotogne e servirne una cucchiaiata a fianco di ogni tortina, decorando con un ciuffetto di rosmarino.


Ora so. Ho capito cosa dovrebbe essere una torta frangipane... o meglio: so come è venuta la mia seguendo le istruzioni, dunque posso partire con una variante più creativa, in modo da riportare il concetto di "torta dolce" dentro gli strani confini del mio gusto personale. In realtà con i dessert ho in genere la fantasia più pigra e mi vengono in mente prevalentemente accostamenti salati. Uffa...

Sì, ma... chi mi impedisce di partire da un ingrediente tradizionalmente non dolce?! In fondo i Giapponesi (e te pareva...) non farciscono i loro dolcetti con l'anko, la marmellata di fagioli azuki?

E allora perchè non usarli "dentro" la torta, quei fagioli che dovrebbero servire solo a non far gonfiare la frolla? In fondo se addolciti invece che salati il loro sapore assomiglia a quello delle castagne, che con le mandorle ci stanno pure bene. Vai così con la seconda torta, questa volta coraggiosamente intera e con la frolla versione Michel Roux (per le basi di pasticceria preferisco non inventarmi nulla e andare sul sicuro, non mi fido troppo di me)...


Torta frangipane ai cannellini, cioccolato bianco e Grand Marnier
dosi per 2 tortiere da 22 cm.
per la frolla:
250 gr. di farina
125 gr. di burro
1 cucchiaio e 1/2 di zucchero (Roux ne usa di meno ma a me non serve una base neutra...)
1 uovo
40 gr. di acqua ghiacciata
la scorza di 1/2 arancia (Roux non la usa)
1 pizzico di sale

per la frangipane:
gli stessi ingredienti e dosi della ricetta qui sopra ma senza rosmarino e vaniglia
1/2 cucchiaio di Grand Marnier

per farcire e decorare:
250 gr. di cannellini secchi
50 gr. di cioccolato bianco
2 cucchiaio di Grand Marnier
1 baccello di vaniglia
50 gr. di zucchero
1/2 cucchiaio di scorza di arancia grattugiata finissima
1 uovo

Ammollare i fagioli cannellini per una notte, sciacquarli e metterli in un tegame (meglio di coccio) con il baccello di vaniglia 1 cucchiaio di zucchero, versare acuq fredda a superare di un dito il livello dei fagioli, coprire, portare a bollore e cuocere poi a fuoco basso per circa un'ora e mezza.


Nel frattempo preparare la frolla miscelando la farina con il burro morbido a dadini, l'uovo leggermente sbattuto, lo zucchero e il sale, lavorando in punta di dita.

Aggiungere l'acqua fredda fino a che l'impasto da grumoloso diventa compatto, avvolgere in pellicola e lasciar riposare in frigo fino a che gli altri infredienti sono pronti.

Passare i fagioli quando sono ancora caldi, eliminando eventuali bucce. Se si preferisce frullarli vanno prima tutti sbucciati.

Incidere per il lungo la stecca di vaniglia spremerne sui fagioli il liquido contenuto e raschiarne i semini sopra il passato di cannellini, poi unire lo zucchero rimasto, il liquore, la scorza d'arancia, il tuorlo leggermente sbattuto e l'albume montato a neve, amalgamando il tutto con delicatezza.

Preparare la crema frangipane come nella ricetta precedente, ovviamente senza rosmarino e vaniglia ma unendo anche il liquore.
Preparare i gusci di frolla come nelle tortine precedenti, spalmarvi la crema di cannellini, cospargerla con metà del cioccolato ridotto in bricioline, coprire il tutto con la frangipane e cuocere a 180° in forno statico per circa 35 minuti.


Lasciar raffreddare il dolce e servire spolverizzando con il resto del cioccolato bianco ridotto in briciole grossolane (oppure decorando con scorzette d'arancia rivestite di cioccolato, ma non le avevo...).


Queste le due proposte per l'MTC di aprile che dovrebbero avermi aiutato a correggere un pochino la mia gigantesca ignoranza in tema di frangipane. Un ringraziamento sincero ad Ambra ed un ultimo appello alle altre due giudici: ora che mi avete fatto mangiare torte per una settimana aspettate un po' prima di riproporre altre ricette di pasticceria... vero?!


  • rivoli affluenti:
  • la marmellata di cotogne è un regalo di Alexandra, che spero possa tornare presto a gustarsene qualche bella cucchiaiata...
  • ovviamente per la frolla della seconda torta faccio riferimento a: Michel Roux, Frolla & Sfoglia. Teoria e pratica dell'impasto, Guido Tommasi.

Commenti

  1. Tu hai già vinto, non puoi fare certe meraviglie... semmai passale a chi no ha mai vinto!
    :*

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La vuoi smettere di togliermi le parole d'in bocca? :))

      Elimina
  2. Ora, non è per voler rigirare il coltello nelle piaghe della madame qui sopra, ma il tuo primo esperimento alla "cammino-sulle-uova" è l'equivalente della crostata alle mele e rosmarino a cui Erns Knam deve gran parte della sua meritatissima fama. Con la piccola variante che lui c'è arrivato dopo essersi diplomato maestro pasticcere ed essersi affermato per quello che è- tu aprendo la dispensa. (e siccome amo knam sopra ogni cosa, mi fermo qui, e non gli dico chela tua sembrerebbe pure più buona ;-)

    sulla seconda, invece, posso dire che mi aspettavo qualcosa del genere, da te? avevo pensato agli azuki, a dire il vero, ma se tu non riuscissi mai a sorprendermi, che razza di acquaviva saresti??? ;-)
    bacioni

    RispondiElimina
  3. L'abbinamento mi incuriosisce molto...deve essere proprio buono. Complimenti

    RispondiElimina
  4. Mi piacciono da matti queste due frangipane, la frolla al rosmarino deve essere ottima , sull'abbinamento con la marmellata di cotogne poi ti posso credere, io la mangiavo spalmata sui crackers al rosmarino!!

    Ai fagioli non sarei mai arrivata ad utilizzarli in un ripieno simile, sono incuriosita dalla vaniglia utilizzata per la cottura e poi spremuta , insamma ogni volta passare da te è come entrare in una dimensione parallela, dove niente ha più lo stesso senso , nè sapore.

    Complimenti

    loredana

    RispondiElimina
  5. No, con i cannellini è davvero geniale! Credo che mi piacerebbe molto questa versione, ma anche l'altra l'avrei addentata volentieri!

    RispondiElimina
  6. pazzesche le tue versioni! troppo brava e fantasiosa. anzi, più che brava, geniale!!!!

    RispondiElimina
  7. Entrambi sorprendenti.
    Anch'io non ho mai assaggiato una frangipane, ma non ho certamente il tuo talento e la tua fantasia. cannellini e cioccolato bianco? mai mi verrebbe alla mente.
    I miei più sinceri complimenti.
    E grazie per questa bellissima lezione.
    Sabrina

    RispondiElimina
  8. E pensa che invece questa volta non mi stupisco...conosco la versatilità dei fagioli nei dolci ed avallo il tuo accostamento con il cioccolato bianco.

    Non è che grazie a MT stai pericolosamente VIRANDO in ambiti zuccherosi?!

    RispondiElimina
  9. Ma non ho parole!!! Mi parti con un accostamento azzeccatissimo e collaudato sottoforma di meravigliosa monoporzione e poi ti lanci in qualcosa di tanto temerario quanto fantasticamente creativo e riuscito...complimentiiiii!!! Davvero un ottimo lavoro!!Ce n'è per tutti i gusti!!Smack!

    RispondiElimina
  10. mamma mia... addirittura due! :) e io che sono ancora qui che penso... :)

    RispondiElimina
  11. Come sempre qui c'e' il lusso di trovare 2 ricette per il prezzo di una!Interessante l'idea( che provero' sicuramente) del frangipane con l'amido...
    Un bacione :)

    RispondiElimina
  12. mai e poi mai nella vita avrei pensato di poter usare i fagioli per una crema dolce, ed è per questo che amo l'mtc e le sue seguaci, non c'è niente di banale!!

    RispondiElimina
  13. @fantasie: Stefania... con la tua idea che rose e pistacchio sia "banale" hai superato te stessa: ma come fai a non renderti conto di quanto sei brava?! Scusa se commento poco, in questo periodo sono un po' distratta dal blog, ma sappi che ti apprezzo invece tantissimo, e non solo per la simpatia!

    @sabrina: vota Stefania, vota Stefania, vota Stefania...

    @alessandra: tutto quello che vuoi, basta che non mi fate vedere dolci per qualche mese.!

    @dario: in realtà oltre al sapore devo dire che quel che mi ha divertito di più nella versione con i cannellini è la sequenza delle consistenze in bocca. Chi l'ha assaggiata in realtà non ha capito che fossero fagioli...

    @loredana: niente ha più lo stesso senso?! A dire la verità poche cose nella mia vita attuale hanno senso davvero... Che dipenda da quello? Grazie, sei sempre troppo carina con me a dire il vero!

    @chiarina-ina: la tradizione giapponese di dolci è esigua, ma una cosa che ho imparato da loro è proprio che lo zucchero aiuta i piatti salati e che i dolci si possono fare con qualsiasi cosa. Davvero: i fagioli dolci non li ho inventati io...

    RispondiElimina
  14. Rimango senza parole per l'originalità!

    RispondiElimina
  15. @la gaia celiaca: no no, pazzesche, inteso come "non proprio normali" mi va più che bene. I geni qua nell'MTC, specie in fatto di dolci, sono beln altri...

    @sabrina: non è che gli abbinamenti mi vengano in mente per approfonditi studi di food pairing... è che davvero sono pigra e metto insieme ciò che ho in casa!

    @virò: no, per carità... dopo questa sbafata di frangipane ho diritto ad una pausa di decompressione!

    @ambra: il merito è solo tuo. Se non avessi compreso grazie alle tue spiegazioni il sottile equilibrio di questo dolce non sarei mai stata in grado di stravolgerlo. Grazie davvero, il titolo del post non è ha caso: mi hai insegnato davvero qualcosa di nuovo e buono!

    RispondiElimina
  16. @sere: come potremmo chiamarlo se non il coraggio dell'incoscienza?! Grazie...

    @edith pilaff: guarda che il merito dell'amido è tutto di Ambra! Di contro ti assicuro che oggi è il terzo giorno in cui pranzo a golezme! Oggi spinaci e stracchino, per la precisione. Ci voleva proprio il tuo ritorno alla grande...

    @dauly: assolutamente d'accordo con te: l'MTC non ha concorrenti o amici, si è proprio SEGUACI, pieni di fede nell'allegria dello stare insieme a scambiarsi segreti e sorrisi...

    @enrico: a chi lo dici! Però devo ammettere di essermele assaggiate con gusto queste torte. Le terrò presente non solo per versioni salate (che qui erano vietate)ma anche per dei pasticcini dolci. In microporzioni anche per il mio palato sono assolutamente golose!

    RispondiElimina
  17. @gloria: grazie, in realtà i fagioli dolci non sono un'invenzione mia...

    RispondiElimina
  18. Gesù.. non ho parole.... i cannellini?!?!?!?
    vabbè io la DEVO provare.....
    un bacione!

    RispondiElimina
  19. Wow!!! Al rosmarino ci ho pensato anch'io per la mia seconda versione ma in accostamento con un 'altra cosa....per i cannellini....oh mi Dio!
    Buona giornata
    Valeria

    RispondiElimina
  20. @signorina pici e castagne: e poi DEVI dirmi che te ne sembra. non son pratica di pasticceria, mi servono pareri esperti per crescere meglio!

    @valeria: rosmarino e cosa?! Be', vengo a scoprirlo appena pubblichi. Grazie, mi fai sentire meno sola nei miei deliri.

    RispondiElimina
  21. Davvero golose le tue tartellette, adoro la versione in monoporzione, mi farebbe sentire meno in colpa a mangiarne almeno 2 o 3. :-)

    RispondiElimina
  22. "dentro gli strani confini del mio gusto personale"...quindi vul dire che c' è consapevoleza e se c'è lucidità allora non ci sono alibi di sorta...e quindi vai condannata senza pietà a vivere il resto della tua vita in in laboratorio di un pasticciere francese senza che ci sia il benchè minimo ingrediente giappo-nippo-thai-orien-giallo-mandarino-indiano-afghano-uzbeko-tibetano-caucasico....
    PS Serio
    Ma un viaggio sull'Orient Express lo hai mai messo in programma? :D

    RispondiElimina
  23. @chiara picoco: mai sentirsi in colpa per il cibo... piuttosto facciamo sport oppure accettiamo di ingrassare! Grazie, sei gentile.

    @gambetto: viaggio impegnativo, l'Orient express non basterebbe. Ho barato: in cucina di fatto i confini non ce li ho...

    RispondiElimina
  24. Ciao! mi piacciono moltissimo i tuoi abbinamenti e il tuo metterti in gioco! hai ragione, non si finisce mai di imparare, questo è il bello della vita e... dell'MTC!! un bacione!

    RispondiElimina
  25. @francy: grazie, davvero questo MTC non finisce mai di stupire...

    RispondiElimina
  26. le tue versioni sono superbe bravissimaaaaaaaaa

    RispondiElimina
  27. Ciao fata, io l'ho abbandonato l'MTC, sai..incompatibilità di carattere però ciò non mi impedisce di andare a curiosare da chi mi "vuole ancora bene" :-D
    Io sono troppo "grezza" per un contest così "blasonato", un bacetto.

    RispondiElimina
  28. @mamma papera: grazie, esageriiiiiii

    @libera: ohibò...che succede?! Mi sono persa qualcosa? Mi spiace, nulla di grave spero...

    RispondiElimina

Posta un commento

post più popolari

MTC di settembre 2014: un sacco di riso!

Diceva un vecchio slogan anarchico: "con l'ironia abbatteremo il potere e un sacco di riso lo seppellirà".  A no? Erano risate?! Va be'... per un MTC di questa portata ci si può anche concedere una licenza! Premessa... ... avevo scritto un post lunghissimo per raccontare perché e per come ho scelto questo tema per l'MTChallenge di settembre 2014. Poi l'ho ridotto della metà, lasciando solo alcune note che mi sembravano indispensabili, e l'ho mandato alla Gennaro per un parere.  E lei ha detto che un terzo di quanto le ho mostrato era già troppo! Allora ho ricomposto alcuni dei contenuti in articoli di supporto da pubblicare più avanti ed ho cassato il resto. Qui è rimasto il riassunto della selezione della selezione, ovvero il puro tema dell'MTC. Che, mi spiace, adesso vi tocca leggere per intero! Se scegliere un ingrediente invece che una ricetta tende ad allargare gli orizzonti, questa volta scegliere IL RISO , come capirete, li spalanca fran

MTC giugno 2011... verso Oriente!

Continuo a pensare che le giudici  titolari  e aggiunte  dell'MTC fossero completamente fuori quando hanno passato a me il testimone e nessuno potrà convincermi del contrario, anche perchè potevano ben immaginare in che gorgo storico-etnico-confusionale avrei trascinato la sfida... ma si sono fidate lo stesso! No, è oggettivo: non possono essere completamente normali... Accertato questo, dichiaro anche di non essermi mai emozionata tanto nello scrivere un post e soprattutto nel proporre una ricetta, sentendo tanti occhi puntati addosso ed il fiato trattenuto di tanti MTC addicted... Ebbene sì, rilassatevi (o disperatevi) pure: come temevate, questa volta si va davvero tutti in Giappone! Niente succede per caso, si sa. Tanto è vero che l'eterno girovagare di Marco Polo (a cui faccio da qualche tempo da vivandiera ) l'ha portato proprio a questo punto del suo viaggio a confrontarsi con  Cipango , il Paese del Sol Levante... Come potevo non cogliere il suggerimento di un s

a tu per tu con il Fleischkäse svizzero, questo sconosciuto di famiglia

Nel curioso elenco dei cibi svizzeri che hanno caratterizzato la mia infanzia mi rendo conto che, fatto strano, sul blog non ho ancora parlato del  Fleischkäse, una via di mezzo tra un polpettone ed un würstel gigante di cui da bambini venivamo spesso nutriti. Ma un episodio di vita vera me lo ha messo sotto il naso proprio l'altro giorno, ed eccomi qui con il mio reportage storico-familiare. Alcuni Svizzeri, come quelli di casa mia, vivono il   Fleischkäse come un salume, da comprare pronto, intero o affettato sottile in buste, da servire in tavola come fosse prosciutto cotto o da infilare nei panini per merenda con maionese, senape e cipolline sottaceto (Be'... che c'è?! Se mia mamma per evitare che noi figli mangiassimo troppa Nutella la teneva in frigo ad indurire, così era più difficile da spalmare e sul pane se ne metteva di meno, perché stupirsi di quella che lei invece considerava una merenda "sana"?!) Altri amanti del  Fleischkäse  lo compran

una salsa di cipolle svizzera per würstel e per mamme lavoratrici

Lo so: sono rimasta indietro di una puntata! Parlavo di  ricette svizzere  quando un'irrefrenabile tentazione di cibo americano  si è intrufolata in cucina ed ha avuto  la meglio. Riprendo ora il filo con un piatto che ho proposto pochi giorni fa anche alla mia cara mammina svizzera in occasione del suo compleanno: Bratwurst con salsa di cipolle. L'aspetto curioso non sta tanto nel tipo di würstel utilizzato, una salsiccia bianca di vitello il cui nome per alcuni significa "salsiccia di carne spezzettata" e per altri "salsiccia da arrostire". In Germania di solito viene speziata in modo deciso con pepe, noce moscata e/o cumino, mentre in Svizzera il suo sapore è molto più delicato. In Ticino ne esiste una versione mignon, una "collana" di micro-salsiccine detta cipollata  non perchè contenga cipolle ma perchè, appunto, di solito si serve in salsa di cipolle. Ma, a casa della mia mamma lavoratrice senza tempo ne' passione per la cucina,

Milano matsuri: una festa popolare giapponese... sotto casa!

Il 26 maggio nessuno mi cerchi: non ci sarò! Il 26 maggio succederà una cosa bellissima, tanto che non sto più nella pelle dalla voglia che arrivi presto, e trascorrerò l'intera giornata a Milano vivendo un'esperienza giapponese davvero unica. A meno di non abitare in Giappone, intendo, cose così in Italia non si vedono spesso... A Milano tra via Keplero e piazza Carbonari (pochi passi dalle stazioni metrò di Zara o Sondrio) una domenica tutta dedicata alle tradizioni giapponesi. Non le solite che conoscono tutti, tipo sushi o manga, ma proprio quelle popolari, i divertimenti delle persone semplici che affollano una festa di piazza... insomma: un vero e originale matsuri giapponese, con le sue bancarelle, i suoi suoni, i suoi profumi ed i suoi colori! In alcune città d'Italia si sono tenuti degli eventi denominati " matsuri ", ma mai è stata ricostruita la vera atmosfera della sagra di paese giapponese, mai è stata presentata una così vasta gamma di aute

riso Otello: un nero integral(ista)

Il primo giorno di autunno una ricetta con le ultime verdure estive, che sono ancora buone visto che sembra far più caldo ora che nei mesi trascorsi... Sollecitata da alcuni dubbi posti sulle modalità di cottura del riso integrale e sull'utilizzo di varietà di riso "esotiche", ho pensato di provare le risposte sul campo e chiarire soprattutto le idee a me stessa, la prima che ha tutto ancora da imparare. Così, per prendere due piccioni con una fava, ho scelto un riso sia nero che integrale. No, non famoso ed idolatrato riso Venere, fantastica varietà di nobile origine cinese che, grazie a opportune ibridazioni, ora è coltivato anche in Italia.  Ho pescato  invece una varietà tutta italiana: il riso Otello, che deriva anch'esso da varietà cinesi ma è di concezione e di coltivazione tutta nostrana. Chissà se il  nome è stato ispirato ispirato dal famoso personaggio shakespeariano, dalla sua pelle scura e dalla sua natura piuttosto integral ista... Si utilizz

precisazione:

Per carattere tendo a tenermi in disparte e so che un comportamento simile in rete rema contro la normale volontà di visibilità di un blog che si rispetti: ho ricevuto spesso critiche per questo.
Mi hanno anche fatto notare che non sempre racconto le manifestazioni a cui sono invitata da aziende e che non polemizzo con chi ha utilizzato i miei testi o le mie foto senza citare il mio blog.
Ringrazio con passione chi mi rivolge queste critiche per affetto e chi mi sopporta lo stesso, nonostante non segua i loro consigli!