Nella vita faccio altro e questo blog fino ad ora era sempre stato per me un mondo piccolo, quasi privato, tenuto volutamente defilato rispetto alla grande visibilità che si suppone dovrebbe avere un blog "come si deve". Cominciano solo ora, dopo circa tre anni, ad apparirmi chiare le motivazioni per cui ho iniziato a raccontare in rete il cibo tramite parole mie, finendo in verità per raccontare me attraverso la cucina. Devo ancora indagare le ragioni per cui questa cosa poi è davvero continuata.
Le persone capitavano qui per caso, mi leggevano e quasi sempre passavano oltre. In qualche modo questa mia noncuranza rispetto alla visibilità si è rivelata selettiva perché, conoscendo le regole formali e strategiche per creare appeal ed evitandole accuratamente, il blog ha finito per attrarre solo persone fondamentalmente interessate ai miei stessi contenuti.
Poi, non so come, le cose hanno cominciato a muoversi un po' diversamente. E a prendere anche una sottile velocità. Ed è arrivato, tra le altre cose, l'invito da parte del Consorzio Formaggi Svizzeri a partecipare, proprio in qualità di food blogger, ad un viaggio alla scoperta di alcuni loro prodotti tipici.
Mi sono trovata catapultata nella vita da blogger vera. Attorniata da macchine fotografiche professionali, micropost istantanei via twitter, sensazione di isolamento per assenza di connessione nelle valli più interne o per mal funzionamento di una scheda di memoria. Da una parte per me quasi fantascienza, dall'altra un respiro di familiarità e apertura. Che mi stava succedendo?!
La mia dotazione consisteva in una macchinetta fotografica da turista e in uno smartphone che non sapevo usare, piovuto dal cielo una settimana prima dopo quasi un decennio con lo stesso telefonino scassone che di fatto mi serviva solo per telefonare. Eppure non mi sono sentita spaesata in quel gruppo. Tecnologicamente e fotograficamente arretrata senza dubbio, ma per niente fuori luogo.
Seguiranno post illustrativi su tutte le cose interessantissime che ho imparato durante questo educational: pensando che la mamma svizzera mi ha mostrato da bambina quasi ogni angolo del suo Paese di origine ed il papà veneto ha prodotto burro e formaggio in casa fino a pochi anni fa, il fatto di essere tornata a casa piena di spunti significa che l'organizzazione del tour è stata proprio di quelle con i controfiocchi.
Prima di parlare di Svizzera e di Svizzeri, di formaggi e di mucche, di paesaggi e di sapori, vorrei riportare però una sensazione molto personale che questo viaggio mi ha lasciato: mi sono resa conto di aver condiviso con Pippi di Io come sono, con Chiara de Il pranzo di Babette, con Elisa di Kitty's Kitchen, con Giulia di Rossa di sera e con Olivia de La cuoca errante la visione curiosa ed entusiasta di ogni dettaglio.
Coglievamo spunti con gli occhi (che per loro diventavano inquadrature ed obiettivi, per me un po' meno...) e con il palato, si intrecciavano memoria e sorpresa, citazioni e rimandi. I discorsi erano sempre fluidi e reciproci, la volontà di condivisione e di scambio andava a braccetto con la curiosità di scoprire e con il gusto di riportare ad altri tutto ciò che di questa esperienza ci rimaneva dentro.
La visione da food blogger, in poche parole... Osservavo loro come fossero me. E mi sono accorta che ci somigliamo. E la cosa mi ha sconvolto. E allora le ho fotografate, le "vere" food blogger, con la mia macchinetta da turista. Perché avevo insieme voglia e pudore nel considerarmi davvero anche io una di loro, e ritrarle attraverso una fotocamera mi aiutava a tenere la cosa dietro il vetro, a sentirmi insieme parte del gruppo ed osservatrice esterna.
E le foto sono queste (prevalentemente senza volti perché resto dell'idea che serva comunque un po' di discrezione...), che ritraggono con affetto i comportamenti di chi è blogger inside:
di fronte al mondo animale...
(con tanto di padrone di casa che osserva perplesso...)
di fronte al mondo vegetale...
per caseifici e cantine (i vestimenti stile CSI erano per l'igiene)
ed in occasioni più mondane...
E dato che si è assodato che non di semplici blogger si tratta bensì di food blogger, ci vuole una ricetta, per concludere. Ovviamente a base di formaggio svizzero, anche se lontana dalle tradizioni culinarie elvetiche. Tanto per gradire...
Emmentaler nelle melanzane nei ceci
ingredienti per 4 persone:
120 g di Emmentaler
1 melanzana da circa 350 g (qui ne ho usata una tonda ma quelle allungate sarebbero meglio perché danno fette dal diametro più uniforme)
50 g di ceci secchi (o 200 g di ceci in scatola, peso da sgocciolati)
1 zucchina
1 carota
2 pomodori secchi
1 spicchio di aglio
1 ciuffo di prezzemolo
2 cucchiai di farina
1/2 tazza di olio extravergine leggero
sale
pepe al mulinello
La sera prima mettere a mollo i ceci in acqua fresca per circa 10 ore, quindi scolarli, metterli in un tegame con i gambi del prezzemolo, coprire con acqua fredda abbondante, portare a bollore e cuocere a fiamma bassa coperto per un'ora e mezza, fino a che i ceci sono morbidi, salando dieci minuti prima di spegnere.
Tagliare la melanzana nella parte centrale in 6 fette tonde spesse 1 cm. e grossomodo dello stesso diametro conservando le parti non utilizzate, incidere lateralmente ogni rondella con un coltello affilato in modo da creare una tasca interna abbastanza ampia ma con una piccola imboccatura, salare internamente ed esternamente e lasciar scolare in un colapasta per una mezz'oretta.
Frullare brevemente i ceci scolati lasciandone anche qualcuno intero o a pezzetti grossi; grattugiare con una grattugia a fori grossi la carota e la zucchina; tritare grossolanamente i ritagli di melanzana; tritare finemente le foglie di prezzemolo; sbucciare e pestare l'aglio con la lama del coltello di piatto, in modo che si apra senza spappolarsi.
Tagliare l'emmentaler a fettine sottili, ridurne circa la metà a quadretti ed il testo tritarlo grossolanamente.
Sciacquare le melanzane dal sale, asciugarle bene, infilare due o tre quadretti di formaggio in ogni tasca (quelli che avanzano tritarli ed unirli al resto dell'emmentaler), chiudere con un mezzo stuzzicadenti, quindi infarinare leggermente le melanzane.
Mettere un paio di cucchiai di olio in un largo tegame con l'aglio e, quando comincia a dorare, levarlo ed unire zucchine, carote e melanzane tritate, facendo insaporire a fiamma vivace per un paio di minuti.
Unire il frullato di ceci ed il prezzemolo e far insaporire bene, quindi regolare di sale, pepare leggermente, spegnere ed unire l'emmentaler tritato (tranne 1 cucchiaio), mescolando perché si sciolga.
Accendere il forno a 200° statico e intanto scaldare il resto dell'olio in una pentola da fritti, quindi friggervi le melanzane a fuoco vivace (l'olio dovrebbe essere intorno ai 170/180°) in modo che si dorino da entrambi i lati, scolandole poi su carta da cucina.
Distribuire il composto di verdure in 4 terrine da forno, levare gli stecchini dalle rondelle di melanzana, tagliarle in due mezzelune ed infilarne 3 pezzi nella verdura di ogni ciotola con il lato tagliato verso l'alto, spolverizzare poi con il formaggio tenuto da parte.
Cuocere in forno per 10 minuti, servendo poi caldo o tiepido, eventualmente decorato con una fogliolina di prezzemolo e qualche scaglietta di emmentaler fresco (che qui non ho messo perché me le sono mangiate!).
Le persone capitavano qui per caso, mi leggevano e quasi sempre passavano oltre. In qualche modo questa mia noncuranza rispetto alla visibilità si è rivelata selettiva perché, conoscendo le regole formali e strategiche per creare appeal ed evitandole accuratamente, il blog ha finito per attrarre solo persone fondamentalmente interessate ai miei stessi contenuti.
Poi, non so come, le cose hanno cominciato a muoversi un po' diversamente. E a prendere anche una sottile velocità. Ed è arrivato, tra le altre cose, l'invito da parte del Consorzio Formaggi Svizzeri a partecipare, proprio in qualità di food blogger, ad un viaggio alla scoperta di alcuni loro prodotti tipici.
Mi sono trovata catapultata nella vita da blogger vera. Attorniata da macchine fotografiche professionali, micropost istantanei via twitter, sensazione di isolamento per assenza di connessione nelle valli più interne o per mal funzionamento di una scheda di memoria. Da una parte per me quasi fantascienza, dall'altra un respiro di familiarità e apertura. Che mi stava succedendo?!
La mia dotazione consisteva in una macchinetta fotografica da turista e in uno smartphone che non sapevo usare, piovuto dal cielo una settimana prima dopo quasi un decennio con lo stesso telefonino scassone che di fatto mi serviva solo per telefonare. Eppure non mi sono sentita spaesata in quel gruppo. Tecnologicamente e fotograficamente arretrata senza dubbio, ma per niente fuori luogo.
Seguiranno post illustrativi su tutte le cose interessantissime che ho imparato durante questo educational: pensando che la mamma svizzera mi ha mostrato da bambina quasi ogni angolo del suo Paese di origine ed il papà veneto ha prodotto burro e formaggio in casa fino a pochi anni fa, il fatto di essere tornata a casa piena di spunti significa che l'organizzazione del tour è stata proprio di quelle con i controfiocchi.
Prima di parlare di Svizzera e di Svizzeri, di formaggi e di mucche, di paesaggi e di sapori, vorrei riportare però una sensazione molto personale che questo viaggio mi ha lasciato: mi sono resa conto di aver condiviso con Pippi di Io come sono, con Chiara de Il pranzo di Babette, con Elisa di Kitty's Kitchen, con Giulia di Rossa di sera e con Olivia de La cuoca errante la visione curiosa ed entusiasta di ogni dettaglio.
Coglievamo spunti con gli occhi (che per loro diventavano inquadrature ed obiettivi, per me un po' meno...) e con il palato, si intrecciavano memoria e sorpresa, citazioni e rimandi. I discorsi erano sempre fluidi e reciproci, la volontà di condivisione e di scambio andava a braccetto con la curiosità di scoprire e con il gusto di riportare ad altri tutto ciò che di questa esperienza ci rimaneva dentro.
La visione da food blogger, in poche parole... Osservavo loro come fossero me. E mi sono accorta che ci somigliamo. E la cosa mi ha sconvolto. E allora le ho fotografate, le "vere" food blogger, con la mia macchinetta da turista. Perché avevo insieme voglia e pudore nel considerarmi davvero anche io una di loro, e ritrarle attraverso una fotocamera mi aiutava a tenere la cosa dietro il vetro, a sentirmi insieme parte del gruppo ed osservatrice esterna.
E le foto sono queste (prevalentemente senza volti perché resto dell'idea che serva comunque un po' di discrezione...), che ritraggono con affetto i comportamenti di chi è blogger inside:
di fronte al mondo animale...
di fronte al mondo vegetale...
per caseifici e cantine (i vestimenti stile CSI erano per l'igiene)
ed in occasioni più mondane...
E dato che si è assodato che non di semplici blogger si tratta bensì di food blogger, ci vuole una ricetta, per concludere. Ovviamente a base di formaggio svizzero, anche se lontana dalle tradizioni culinarie elvetiche. Tanto per gradire...
Emmentaler nelle melanzane nei ceci
ingredienti per 4 persone:
120 g di Emmentaler
1 melanzana da circa 350 g (qui ne ho usata una tonda ma quelle allungate sarebbero meglio perché danno fette dal diametro più uniforme)
50 g di ceci secchi (o 200 g di ceci in scatola, peso da sgocciolati)
1 zucchina
1 carota
2 pomodori secchi
1 spicchio di aglio
1 ciuffo di prezzemolo
2 cucchiai di farina
1/2 tazza di olio extravergine leggero
sale
pepe al mulinello
La sera prima mettere a mollo i ceci in acqua fresca per circa 10 ore, quindi scolarli, metterli in un tegame con i gambi del prezzemolo, coprire con acqua fredda abbondante, portare a bollore e cuocere a fiamma bassa coperto per un'ora e mezza, fino a che i ceci sono morbidi, salando dieci minuti prima di spegnere.
Tagliare la melanzana nella parte centrale in 6 fette tonde spesse 1 cm. e grossomodo dello stesso diametro conservando le parti non utilizzate, incidere lateralmente ogni rondella con un coltello affilato in modo da creare una tasca interna abbastanza ampia ma con una piccola imboccatura, salare internamente ed esternamente e lasciar scolare in un colapasta per una mezz'oretta.
Frullare brevemente i ceci scolati lasciandone anche qualcuno intero o a pezzetti grossi; grattugiare con una grattugia a fori grossi la carota e la zucchina; tritare grossolanamente i ritagli di melanzana; tritare finemente le foglie di prezzemolo; sbucciare e pestare l'aglio con la lama del coltello di piatto, in modo che si apra senza spappolarsi.
Tagliare l'emmentaler a fettine sottili, ridurne circa la metà a quadretti ed il testo tritarlo grossolanamente.
Sciacquare le melanzane dal sale, asciugarle bene, infilare due o tre quadretti di formaggio in ogni tasca (quelli che avanzano tritarli ed unirli al resto dell'emmentaler), chiudere con un mezzo stuzzicadenti, quindi infarinare leggermente le melanzane.
Mettere un paio di cucchiai di olio in un largo tegame con l'aglio e, quando comincia a dorare, levarlo ed unire zucchine, carote e melanzane tritate, facendo insaporire a fiamma vivace per un paio di minuti.
Unire il frullato di ceci ed il prezzemolo e far insaporire bene, quindi regolare di sale, pepare leggermente, spegnere ed unire l'emmentaler tritato (tranne 1 cucchiaio), mescolando perché si sciolga.
Accendere il forno a 200° statico e intanto scaldare il resto dell'olio in una pentola da fritti, quindi friggervi le melanzane a fuoco vivace (l'olio dovrebbe essere intorno ai 170/180°) in modo che si dorino da entrambi i lati, scolandole poi su carta da cucina.
Distribuire il composto di verdure in 4 terrine da forno, levare gli stecchini dalle rondelle di melanzana, tagliarle in due mezzelune ed infilarne 3 pezzi nella verdura di ogni ciotola con il lato tagliato verso l'alto, spolverizzare poi con il formaggio tenuto da parte.
Cuocere in forno per 10 minuti, servendo poi caldo o tiepido, eventualmente decorato con una fogliolina di prezzemolo e qualche scaglietta di emmentaler fresco (che qui non ho messo perché me le sono mangiate!).
- rivoli affluenti:
- è tutto partito dall'iniziativa del Consorzio dei Formaggi Svizzeri...
- per fotografie più attendibili e per resoconti più professionali sulla produzione di formaggio in Svizzera valgono i link ai blog veri, quelli citati sopra...
Che bella questa avventura!!!
RispondiEliminadico solo post bellissimo :-)
RispondiEliminache bello poter vivere esperienze così entusiasmanti e vedere cose nuove!
RispondiElimina@angelica: concordo... e questo è solo il primo capitolo.
RispondiElimina@sara.b: grazie, evidentemente questa esperienza ha messo in moto riflessioni che era ora di fare
@roberta: per me la novità, per assurdo, non sono stati tanto la Svizzera o i caseifici, che mi erano già familiari, quanto il vederli con occhi da bolgger. Un flash potentissimo!
Ciao. Dici che i foodblogger si assomigliano. E' anche la mia sensazione. Mi stupisco tutte le cvolete che scopro che oltre alla cibo ed alla cucina, i food blogger, senza saperlo, condividono anche ulteriori interessi. Resto attonita di fronte alla scoperta che tra gli interessi c'è, spesso, l'amore per la lettura; in alcuni casi in comune c'è anche l'amore per la musica ed il canto. E' come un filo che lega persone che non si conoscono ma che sono destinate ad incontrasi perchè percorrono sentieri simili. Bacio
RispondiEliminaQuando si ha talento, sensibilità, intelligenza è inutile "nascondersi, ti scovano comunque..per fortuna c'è anche chi ha il coraggio di scavalcare il muro che trovano di fronte...non si mangiano le"briciole" di formaggio,e le foto? ;-) Una vera food-blogger non lo fa :-P
RispondiElimina@giulietta: mi piace molto il tuo discorso sui destini incrociati sopra sentieri comuni, come pure quello sulla letteratura! baci a te
RispondiElimina@libera: e quanto siamo brave noi a costruire muri...
Quanto alle briciole... non ho idea di come si comporti una "vera" food blogger ma io resto golosa!
Costruire muri è la mia specialità, nata come "esigenza di copione" è diventata neltempo "modus vivendi" ;-) Sei grandissima...
Eliminatalmente grande che strabordo dai muri! Piantala: siamo tutte grandi uguali.
EliminaBel resoconto e ottima ricetta!! Da provare!
RispondiEliminaUn bacio,
B.
Ho il sospetto che dovro' sposarti.(Suona un po' minaccioso,vero?).
RispondiEliminaSono d'accordo che spesso scopriamo che le cose in comune sono tante,e vanno bel aldila' del semplice interesse per il cibo.
P.S. Ottolenghi mi deve una cena o due:lo contatto per il buffet del matrimonio?.....
:)
:-) tu
RispondiEliminaSEI una foodblogger!! :-D
Siamo legate da tanti tantissimi fili..a volte sono allentati...altre volte si avvicinano si sfiorano e spesso accade che questi fili rimangano per sempre vicini. Abbiamo tante cose in comune...prima fra tutte che siamo golose (che poi per me è l'essenziale). Chi ama il cibo generalmente ama la vita.
Tu sei una formidabile foodblogger!
a presto
Pippi
:-*
@bunny: grazie, in effetti una volta tanto è vegetariana assoluta...
RispondiElimina@edith.pilaff: ottimo, basta stabilire solo la data allora!
(PS: Questo giugno non vengo a Londra come al solito purtroppo, ma entro fine anno giuro che ci riprovo!)
@pippi: una formidabile foodblogger senza macchina fotografica, senza biglietti da visita... e senza il tempo di procurarseli! Che dici, vale lo stesso?
Hai ragione in tutto.
RispondiEliminaI foodbloggers hanno un piccolo filo che li lega, ed appare all'improvviso anche in chi non avresti pensato.
L'amore per la vita, è questo che viene fuori.
Un abbraccio, ed un po' di sospiri a vedere queste belle foto, quando dalla finestra si vede tanta sabbia :-)
@stefania: dici una cosa bellissima! Grazie.
RispondiEliminaPS: allora è meglio che non pubblichi le foto successive, quelle dei verdi pascoli e della brezza tra i pini...
@tekeros: grazie.
RispondiEliminaComplimentoni alla più grande foodblogger che conosco! Te lo meriti davvero.
RispondiElimina@enrico: certo, grazie ma è facile essere la più grande... sono praticamente l'unica che conosci!
RispondiElimina