Diana adora il gelato e la marmellata. Adora l'estate, il frinire dei grilli la sera, l'abito leggero che le lascia scoperte le braccia. E ancora di più adora le pesche mature ed il rivolo dolce di succo che le cola dal mento quando ne addenta una a grandi morsi. Una bella pesca rossa e gialla, ancora tiepida di sole, appena staccata dal ramo dell'albero del piccolo giardino della madre.
Diana adora anche la madre, a dire la verità, che l'ha cresciuta tutta da sola dopo l'abbandono del padre. In quella casetta poco fuori città ereditata dai nonni, con il suo minuscolo orto circondato da fiori ed ombreggiato da due peschi, Diana ha imparato dalla mamma il valore della semplicità, della tenacia, del rispetto e dell'autonomia. Ed ha coltivato pomodori, basilico, rosmarino e uno smisurato amore filiale.
Due piccole donne dentro un mondo strano e difficile, a far gelati e marmellate di pesche d'estate sotto il portico della cucina per condividere gesti e sogni e difese, chiuse in casa le sere d'inverno, a scaldarsi accoccolate insieme davanti al fuoco del caminetto, per raccontarsi esperienze e paure e soluzioni. E' cresciuta così Diana: forte e appassionata e prodiga e piena di amore.
La sua vita, da quando ha lasciato la casa materna, ha incontrato l'amore e la sofferenza, la fatica degli sforzi delusi e la gioia delle piccole gratificazioni inaspettate. Una vita un po' difficile ed un po' sorprendente, come quella di tutti, del resto. Dunque non si ritiene una persona speciale. Però, a differenza di molti altri, non ha avuto bisogno di arrivare ad essere genitore in prima persona per conoscere la forza generosa della maternità.
Diana regala se stessa a piene mani da una vita, a tutte le persone che ama. Ora anche ai suoi due bambini, che ha accompagnato sempre, ad ogni momento libero, a casa della nonna a raccogliere pesche o a cuocere patate sotto la cenere del caminetto. Ma è stata così anche con gli amici dell'adolescenza, le compagne di università, i colleghi di lavoro, i vicini di pianerottolo, i due di fidanzati di gioventù e poi con il marito.
E' la cosa più importante che ha imparato da sua madre, questo essere "materna": accudire e proteggere ed insieme stimolare, e poi anche incoraggiare e consolare, e quando serve istruire, altrimenti suggerire. E dimostrare con i gesti di ogni giorno come sia giusto contare sempre su se stessi e sulle proprie risorse ma anche, perché no, avere la capacità di chiedere aiuto, quando serve.
Diana a fare il gelato di pesche nella cucina della madre. I suoi bambini intorno, fuori dalla finestra la notte fresca ed il frinire dei grilli. Il marito di là, con pareti ed amici, alla veglia. La porta è aperta ma il sussurro delle preghiere si sente appena.
La madre le sorride da una vecchia foto infilata nella vetrina della credenza: loro due nell'orto, lei piccola che mostra con orgoglio un enorme pomodoro, la mamma che glielo prende dalle mani con amore e gli occhi emozionati di felicità. Diana sorride al ricordo e mentre frullano le pesche cotte racconta ai suoi figli la storia di quel pomodoro gigante. Un po' si commuove. Ognuno ha il proprio modo di pregare.
Gelato di pesche e mandorle al profumo di rum
per una vaschetta da 6-8 porzioni:
3 o 4 pesche e/o pesche noci (nettarine) belle mature, per un totale di circa 450/480 gr.
2 cucchiai di crema di mandorle
2 cucchiai di mandorle a lamelle
1 uovo e 1 tuorlo (*)
250 ml. di latte
250 ml. di panna fresca
100 gr. di zucchero semolato
1/2 cucchiaio di succo di lime
2 cucchiai di rum
2 gocce di essenza di vaniglia
foglioline di menta per decorare
Scaldare il latte spegnendo prima che prenda il bollore e nel frattempo sbattere le uova con lo zucchero rimasto fino a che sono ben chiare e spumose.
Versare un goccio del latte caldo nelle uova rimestando continuamente, poi un altro goccio, poi unirvelo tutto a filo, sempre mescolando, fino a che si sono perfettamente incorporati.
Mettere la miscela su fuoco bassissimo e cuocere, sempre rimestando con un cucchiaio di legno, fino a che comincia ad addensarsi e vela il dorso del cucchiaio.
Trasferire il tegame in una ciotola piena di acqua ghiacciata e mescolare dal basso all'altro perché la crema perda velocemente calore, quindi lasciarla raffreddare completamente e riporla in frigo coperta per almeno un paio di ore (più riposa meglio è. Io l'ho preparata con un giorno di anticipo).
Tagliare le pesche a pezzettoni (si otterranno circa 400-450 gr. di polpa) e saltarle velocemente in un tegame con 1 cucchiaio e 1/2 di zucchero ed il succo di lime fino a quando si sono ammorbidite, circa 3 o 4 minuti, quindi sfumare con il rum.
Abbassare poi la fiamma e lasciar cuocere piano, fino a che le pesche sono belle asciutte e si disfano sotto la pressione del cucchiaio.
Eliminare per quanto possibile le bucce e frullare il resto, facendo poi raffreddare e riponendo in frigo per almeno un paio di ore. Anche questo composto deve essere ben freddo al momento dell'utilizzo.
(Le pesche si possono sbucciare anche prima della cottura per abbreviare il lavoro ma saltando la sola polpa si otterrà un gelato decisamente più pallido. Se si vuole un gelato meno rustico meglio omogeneizzare le pesche o passare il frullato allo staccio, in modo da evitare possibili filamenti di polpa nel gelato.)
Mettere in freezer per una mezz'oretta il contenitore che conterrà il gelato (il mio è di alluminio). Nel frattempo sciogliere la crema di mandorle e l'essenza di vaniglia nella panna.
Tostare velocemente i filetti di mandorla a secco in un tegame antiaderente levando dalla padella appena le mandorle cominciano a dorarsi, tenerne da parte un cucchiaio e pestare finemente l'altro, unendo anch'esso alla panna.
Miscelare la crema di uova, la purea di pesche e la panna aromatizzata in modo che sia tutto ben amalgamato, versare nel contenitore freddo, coprire bene e mettere in freezer per 1 ora e 1/2.
Estrarre il contenitore dal freezer e mescolare bene il composto con una frusta; ripetere l'operazione per 3 o 4 volte di seguito, ad intervalli sempre di un'ora e mezza, fino a quando si sarà un po' consolidato ed avrà la consistenza cremosa del gelato.
Servire decorato con le mandorle tostate rimaste e qualche fogliolina di menta,
oppure conservare in freezer coperto a filo con carta forno perché non si formino cristalli in superficie. Il gelato di frutta tende a formare dei micro-cristalli di ghiaccio all'interno, meglio quindi consumare nell'arco di un paio di giorni per non perderne la texture cremosa, passando il contenitore in frigo per una mezz'ora prima di servire in modo che si ammorbidisca.
(* avrei voluto un gelato più cremoso; non so se ha un senso ma la prossima volta proverò ad utilizzare tre tuorli)
Diana adora anche la madre, a dire la verità, che l'ha cresciuta tutta da sola dopo l'abbandono del padre. In quella casetta poco fuori città ereditata dai nonni, con il suo minuscolo orto circondato da fiori ed ombreggiato da due peschi, Diana ha imparato dalla mamma il valore della semplicità, della tenacia, del rispetto e dell'autonomia. Ed ha coltivato pomodori, basilico, rosmarino e uno smisurato amore filiale.
Due piccole donne dentro un mondo strano e difficile, a far gelati e marmellate di pesche d'estate sotto il portico della cucina per condividere gesti e sogni e difese, chiuse in casa le sere d'inverno, a scaldarsi accoccolate insieme davanti al fuoco del caminetto, per raccontarsi esperienze e paure e soluzioni. E' cresciuta così Diana: forte e appassionata e prodiga e piena di amore.
La sua vita, da quando ha lasciato la casa materna, ha incontrato l'amore e la sofferenza, la fatica degli sforzi delusi e la gioia delle piccole gratificazioni inaspettate. Una vita un po' difficile ed un po' sorprendente, come quella di tutti, del resto. Dunque non si ritiene una persona speciale. Però, a differenza di molti altri, non ha avuto bisogno di arrivare ad essere genitore in prima persona per conoscere la forza generosa della maternità.
Diana regala se stessa a piene mani da una vita, a tutte le persone che ama. Ora anche ai suoi due bambini, che ha accompagnato sempre, ad ogni momento libero, a casa della nonna a raccogliere pesche o a cuocere patate sotto la cenere del caminetto. Ma è stata così anche con gli amici dell'adolescenza, le compagne di università, i colleghi di lavoro, i vicini di pianerottolo, i due di fidanzati di gioventù e poi con il marito.
E' la cosa più importante che ha imparato da sua madre, questo essere "materna": accudire e proteggere ed insieme stimolare, e poi anche incoraggiare e consolare, e quando serve istruire, altrimenti suggerire. E dimostrare con i gesti di ogni giorno come sia giusto contare sempre su se stessi e sulle proprie risorse ma anche, perché no, avere la capacità di chiedere aiuto, quando serve.
Diana a fare il gelato di pesche nella cucina della madre. I suoi bambini intorno, fuori dalla finestra la notte fresca ed il frinire dei grilli. Il marito di là, con pareti ed amici, alla veglia. La porta è aperta ma il sussurro delle preghiere si sente appena.
La madre le sorride da una vecchia foto infilata nella vetrina della credenza: loro due nell'orto, lei piccola che mostra con orgoglio un enorme pomodoro, la mamma che glielo prende dalle mani con amore e gli occhi emozionati di felicità. Diana sorride al ricordo e mentre frullano le pesche cotte racconta ai suoi figli la storia di quel pomodoro gigante. Un po' si commuove. Ognuno ha il proprio modo di pregare.
Gelato di pesche e mandorle al profumo di rum
per una vaschetta da 6-8 porzioni:
3 o 4 pesche e/o pesche noci (nettarine) belle mature, per un totale di circa 450/480 gr.
2 cucchiai di crema di mandorle
2 cucchiai di mandorle a lamelle
1 uovo e 1 tuorlo (*)
250 ml. di latte
250 ml. di panna fresca
100 gr. di zucchero semolato
1/2 cucchiaio di succo di lime
2 cucchiai di rum
2 gocce di essenza di vaniglia
foglioline di menta per decorare
Scaldare il latte spegnendo prima che prenda il bollore e nel frattempo sbattere le uova con lo zucchero rimasto fino a che sono ben chiare e spumose.
Versare un goccio del latte caldo nelle uova rimestando continuamente, poi un altro goccio, poi unirvelo tutto a filo, sempre mescolando, fino a che si sono perfettamente incorporati.
Mettere la miscela su fuoco bassissimo e cuocere, sempre rimestando con un cucchiaio di legno, fino a che comincia ad addensarsi e vela il dorso del cucchiaio.
Trasferire il tegame in una ciotola piena di acqua ghiacciata e mescolare dal basso all'altro perché la crema perda velocemente calore, quindi lasciarla raffreddare completamente e riporla in frigo coperta per almeno un paio di ore (più riposa meglio è. Io l'ho preparata con un giorno di anticipo).
Tagliare le pesche a pezzettoni (si otterranno circa 400-450 gr. di polpa) e saltarle velocemente in un tegame con 1 cucchiaio e 1/2 di zucchero ed il succo di lime fino a quando si sono ammorbidite, circa 3 o 4 minuti, quindi sfumare con il rum.
Abbassare poi la fiamma e lasciar cuocere piano, fino a che le pesche sono belle asciutte e si disfano sotto la pressione del cucchiaio.
Eliminare per quanto possibile le bucce e frullare il resto, facendo poi raffreddare e riponendo in frigo per almeno un paio di ore. Anche questo composto deve essere ben freddo al momento dell'utilizzo.
(Le pesche si possono sbucciare anche prima della cottura per abbreviare il lavoro ma saltando la sola polpa si otterrà un gelato decisamente più pallido. Se si vuole un gelato meno rustico meglio omogeneizzare le pesche o passare il frullato allo staccio, in modo da evitare possibili filamenti di polpa nel gelato.)
Mettere in freezer per una mezz'oretta il contenitore che conterrà il gelato (il mio è di alluminio). Nel frattempo sciogliere la crema di mandorle e l'essenza di vaniglia nella panna.
Tostare velocemente i filetti di mandorla a secco in un tegame antiaderente levando dalla padella appena le mandorle cominciano a dorarsi, tenerne da parte un cucchiaio e pestare finemente l'altro, unendo anch'esso alla panna.
Miscelare la crema di uova, la purea di pesche e la panna aromatizzata in modo che sia tutto ben amalgamato, versare nel contenitore freddo, coprire bene e mettere in freezer per 1 ora e 1/2.
Estrarre il contenitore dal freezer e mescolare bene il composto con una frusta; ripetere l'operazione per 3 o 4 volte di seguito, ad intervalli sempre di un'ora e mezza, fino a quando si sarà un po' consolidato ed avrà la consistenza cremosa del gelato.
Servire decorato con le mandorle tostate rimaste e qualche fogliolina di menta,
oppure conservare in freezer coperto a filo con carta forno perché non si formino cristalli in superficie. Il gelato di frutta tende a formare dei micro-cristalli di ghiaccio all'interno, meglio quindi consumare nell'arco di un paio di giorni per non perderne la texture cremosa, passando il contenitore in frigo per una mezz'ora prima di servire in modo che si ammorbidisca.
(* avrei voluto un gelato più cremoso; non so se ha un senso ma la prossima volta proverò ad utilizzare tre tuorli)
- rivoli affluenti:
- ovviamente il "trattato" sul gelato per me è solo ed unicamente quello della Mapi, qui, venuto alla luce grazie all'MTC del luglio scorso.
che bellissimo racconto! E che buono deve essere questo gelato.
RispondiEliminaSono d'accordissimo sull'unico e meraviglioso trattato sul gelato... E questo gelato avrebbe vinto la sfida se lo avessi postato in tempo... solo solo per il meraviglioso racconto che ci hai fatto! :*
RispondiElimina@gloria: troppo gentile, soprattutto con i fantastici gelati che sai inventarti tu! Quello all'alloro sarà il mio prossimo!
RispondiElimina@stefania: e io sono d'accordissimo con te sull'amicizia per una persona speciale...
Bello il tuo racconto, e la ricetta si vede che è preparata con amore :)
RispondiElimina@supercaliveggie: grazie, credo sia un denominatore comune ad entrambe
RispondiEliminammmhhh!!! deve essere golosissimo ti ho conosciuta per caso e ne sono felice da oggi hai una fans in più a presto rosa
RispondiEliminahttp://kreattiva.blogspot.it
@rosa: grazie,gentilissima!
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