Passa ai contenuti principali

il kasimir, uno di famiglia

Nelle occasioni importanti la famiglia si ritrova, fondamentalmente a tavola. In Italia è un costume diffuso, come è consuetudine avere alcuni piatti di elezione che per tutti i membri della famiglia rappresentano il sapore concreto della gioia condivisa...

Ma nella mia famiglia la cosa assume una connotazione un po' alternativa. Intanto perché la mamma era svizzera e di suo non particolarmente appassionata alla cucina, e poi perché fino a che ci sono stati i nonni paterni il piatto "di famiglia" della domenica era indiscutibilmente sempre la polenta veneta e quello delle feste comandate il pollo arrosto, e stop.

Risulta dunque strano che, dopo trenta o quarant'anni, i membri della famiglia non solo si ritrovino a tavola con lo stesso slancio e non solo gustino piatti d'elezione piuttosto originali, ma che pure la conversazione sia notevolmente centrata sul cibo!

Mi ha fatto notare questo dettaglio una persona entrata di recente nella cerchia familiare, che si è ritrovata con stupore ai primi di settembre a chiacchierare amenamente per buona parte del pranzo dei menù papabili per le prossime feste natalizie...

Quel che dall'esterno pareva insolito è invece per noi consuetudine. Segno che il cibo non solo ha un potere aggregante e rasserenante anche quando non c'è una tradizione culturale o locale specifica, ma che nel nostro caso ha saputo guadagnarsi un ruolo sia simbolico che concreto con il tempo, divenendo da semplice "accessorio" un vero protagonista delle riunioni familiari.

A prescindere da quanto lo considerassimo importante quarant'anni fa, condividere a parole e a fatti un piatto "speciale" oggi è segno tangibile di una tradizione familiare che si è formata ed ha saputo mettere radici nel cuore delle generazioni.

Ma anche a prescindere da quali piatti poi sono considerati delle vere e proprie golosità per noi. Perché si tratta spesso di ricette che a qualcuno con storie più tradizionali o localizzate potrebbero anche far storcere un po' il naso. D'altronde ognuno è libero di scegliersi miti bislacchi quanto gli pare, no? Come ad esempio il nostro kasimir...

Come dicevo qualche tempo fa, non tutti i piatti "classici" svizzeri sono come uno si aspetterebbe. Qui ad esempio siamo di fronte ad una ricetta di ispirazione vagamente indiana a base di riso frutta e curry, secondo alcuni inventata dallo chef zurighese di una popolare catena svizzera di ristoranti negli anni '50. Secondo altri invece è stato creato da Betti Bossi, una cuoca che in Svizzera è leggenda (come dire Martha Stewart in America o Donna Hay in Australia) ma che nella realtà non è mai esistita, è solo un marchio commerciale...

Come poteva una famiglia allargata e un po' stramba, senza grandi radici gastronomiche ma con cuori curiosi e spaziosi come i nostri non eleggere a proprio mito gastronomico un piatto tanto bislacco e fuori contesto, con una storia altrettanto bislacca?

In Svizzera ovviamente il Riz Kasimir (il cui nome è appropriatamente declinato in tutte le lingue ed i dialetti del Paese ma che per noi è familiarmente solo "il kasimir"), viene preparato da ogni casalinga che si rispetti con l'apposita bustina di salsa in polvere e frutta liofilizzata e con il riso parboiled reperibili in ogni supermercato. E così ha fatto sempre mia mamma fino a che glielo abbiamo permesso.

Nell'evoluzione del gusto familiare però per fortuna le cose maturano ed acquisiscono consapevolezza. Per questo oggi a casa nostra il kasimir è diventato uno di famiglia e lo si prepara nelle grandi occasioni, ma seriamente. Così:


Riso Casimir, Riz Kazimir, anche Riso Casimiro... ma per noi "il kasimir"  

ingredienti per 4 persone:
300 gr. di riso jasmine o basmati
400 gr. di fesa di vitello o petto di pollo (*)
1 cipolla
1 peperone rosso
1 piccolo ananas fresco (io ho usato 250 gr. di polpa, al netto di scorza e torsolo)
2 banane (**)
1 pesca un po' soda
1 mela
2 prugne viola ancora sode
1 grappolino da 100 gr. di uva bianca (circa 25 chicchi)
2 cucchiai di uva passa
1 kiwi
70 gr. di mandorle sgusciate ma non spellate
1/2 cucchiaio di pasta di curry verde (o 1 cucchiaio di curry in polvere)
1 cucchiaino di curcuma (facoltativa, solo se si vuole accentuare il colore giallo della salsa, tipico della versione svizzera...)
3 cucchiai di farina bianca o amido di mais
300 ml. di brodo di pollo
400 ml. di panna da cucina
5 cucchiai di olio di arachidi
3 cucchiai di vino bianco secco
1/2 cucchiaio di aceto bianco o succo di limone
sale

La parte più lunga della ricetta è tagliare tutti gli ingredienti a pezzettini. Volendo si può impostare la salsa di frutta con un giorno di anticipo per completarla poi velocemente prima di andare a tavola con l'aggiunta di carne e riso cotti all'ultimo momento.

Mettere a bagno l'uvetta in un bicchiere di acqua tiepida; tagliare il ciuffo dell'ananas e tenerlo da parte, sbucciare il resto eliminando gli occhioli ed il torsolo e ridurre la polpa a dadini di 1 cm.; tagliare a dadini il peperone; tritare la cipolla; sbucciare e tagliare il kiwi a dadini; lavare bene pesca e prugne e ridurle a dadini senza sbucciarle; tagliare a dadini la mela sbucciata e spruzzarla con qualche goccia di aceto o di limone perché non annerisca. E qui si fermano gli ingredienti per la salsa.

Tagliare in due gli acini di uva fresca ed eliminare i vinaccioli (semini); tagliare a julienne sottile lo zenzero sbucciato; tagliare la carne a fette spesse 5 o 6 mm. e poi ridurle a rettangolini da circa 1,5 x 3 cm.; tagliare in 3 o 4 bastoncini ogni mandorla e poi tostarli velocemente in una padella antiaderente perché si dorino; coprire ogni ingrediente con pellicola e conservare in frigo (tranne le mandorle) fino a salsa terminata.

Scaldare 2 cucchiaio di olio in un ampio tegame e saltarvi la cipolla ed il peperone per 3 o 4 minuti, fino a che la cipolla diventa un pochino trasparente.

Unire due cucchiai di farina e la pasta di curry e tostare per 30 secondi (se si usa la polvere di curry va invece aggiunta dopo, insieme alla curcuma) fino a che si comincia a sentire il profumo delle spezie.

Versare nel tegame ananas, mele, prugne, pesche, kiwi e l'uvetta scolata dall'acqua, salare leggermente, alzare la fiamma e far insaporire bene la frutta per un paio di minuti, quindi levarle un paio di cucchiaiate da usare poi come decorazione. Uva e banana vanno invece unite all'ultimo.

Versare nel tegame il brodo e la panna e abbassare la fiamma, diluire nel liquido la curcuma (ed il curry in polvere) e lasciar restringere fino a che risulta cremosa e non troppo fluida, regolare di sale e spegnere. Se si lascia raffreddare la salsa per usarla il giorno dopo si ispessirà un po', conviene dunque lasciarla un filo più liquida. Ovviamente se non la si utilizza subito va conservata in frigo in un contenitore ermetico.


Una mezz'oretta prima di servire lessare il riso in acqua bollente salata, scolarlo un pochino al dente e ripassarlo velocemente in padella con due cucchiai di olio e metà dei filettini di mandorle e di zenzero, quindi versarlo in uno stampo a ciambella premendolo perchè non rimangano spazi vuoti.

Mettere a scaldare la salsa di frutta in un ampio tegame e nel frattempo scaldare un cucchiaio di olio in un altro tegamino con lo zenzero rimanente.

Saltare la carne nell'olio caldo, salare leggermente e sfumare con il vino bianco, cuocendo fino a che il fondo si è un po' ristretto e la carne si è schiarita da tutti i lati ma è ancora molto morbida.

Versare la carne con il suo fondo di cottura nel tegame della frutta ed unirvi i chicchi di uva fresca e la banana tagliata al momento a rondelle sottili, mescolando per un minuto o due perché tutto si amalgami e si insaporisca.

Rovesciare l'anello di riso su un piatto da portata, mettervi al centro il ciuffo di ananas, decorare la superficie del riso con la frutta tenuta da parte e versare qualche cucchiaiata di salsa tutta intorno, distribuire poi sopra a tutto le mandorle rimaste e servire bel caldo, con il resto della carne in salsa in una ciotola a parte.


Le dosi qui sopra sono per 4 ma in genere lo si prepara per molte più persone. Nel caso della foto iniziale infatti l'ananas era grande ed il piatto per 8-10 commensali.
*La ricetta "originale", cioè quella del ristorante, prevede uno sminuzzato di vitello ma a casa usiamo sempre petto di pollo.
* * La frutta varia in base alla stagione, ma banane, mele, ananas e mandorle ce li mettiamo sempre.
  • rivoli affluenti:
  • che dire?! Se proprio vogliamo mettere una fonte per il kasimir citerei il menù del ristorante che si dice l'abbia inventato...

Commenti

  1. Mi piacciono sempre i tuoi post...riflettevo sul fatto che forse la normalità non esiste... in ogni famiglia ci sono stranezze più o meno evidenti..riti e tradizioni che ad occhi estranei potrebbero sembrare bizzarri eppure...
    La ricetta entra a pieno titolo nella mia to do list..
    Un abbraccio
    Ale

    RispondiElimina
  2. Ma a tavola è sempre il massimo parlare di cibo, se no finisci a parlare di malattie o peggio ...di politica!!!

    RispondiElimina
  3. Betti Bossi non esiste? Che delusione... A me piace fare la spesa in Svizzera e trovo un che di esotico, tipico del mondo germanico e che noi non abbiamo, nel modo di usare le spezie e di mescolare i sapori. Il tuo riso mi piace, lo proverò :-)

    RispondiElimina
  4. @ale: tema delicato le stranezze di famiglia! L'importante è che rimanga sano il nucleo centrale, a cui si sa di poter sempre fare riferimento. Al di là di chi entra, di chi esce, di chi è solo di passaggio, di chi nemmeno si accorge di non esserci più...
    Un abbraccio forte a te!

    @enrico: parlare di cibo per me è normale a tavola come in qualsiasi altro luogo e frangente, deviazione evidente... ma quanto meno grave di altre!

    @ muchosperros: anche io mi diverto un sacco a svaligiare i supermercati svizzeri e non è solo una questione di dna, è proprio quella sensazione di "straniero" (e quelle istruzioni scritte in tre lingue di cui l'italiano, quando c'è, è la meno probabile!) Next time cercati la bustina per la salsa kasimir e provala (la trovi con la frutta osenza), l'esperienza una volta nella vita è indispensabile...

    @libera: no no, guarda che sono arrivabilissima!!! Un abbraccio

    RispondiElimina
  5. Mi ispira! un pulao rivisitato in salsa fusion anni '60... lo provo! Brava!!!
    Francesca

    RispondiElimina
  6. @francesca: questo piatto anni '60 lo è sicuramente!

    RispondiElimina
  7. Quoto Libera.A Soho,i ragazzi del sole ti chiamerebbero "fabulash" un epiteto riservato a pochissimi.
    La presentazione super-retro e' deliziosa!
    Un abbraccio.

    RispondiElimina
  8. @edith.pilaff: da te mi prenderei epiteti tutta la vita...

    RispondiElimina
  9. My warm congratulations on your site! It helped and pleased me a lot, especially since all your shares are interesting. Long life to your site. Above all, never be discouraged; your blog is really on top!

    voyance gratuite en ligne

    RispondiElimina

Posta un commento

post più popolari

MTC di settembre 2014: un sacco di riso!

Diceva un vecchio slogan anarchico: "con l'ironia abbatteremo il potere e un sacco di riso lo seppellirà".  A no? Erano risate?! Va be'... per un MTC di questa portata ci si può anche concedere una licenza! Premessa... ... avevo scritto un post lunghissimo per raccontare perché e per come ho scelto questo tema per l'MTChallenge di settembre 2014. Poi l'ho ridotto della metà, lasciando solo alcune note che mi sembravano indispensabili, e l'ho mandato alla Gennaro per un parere.  E lei ha detto che un terzo di quanto le ho mostrato era già troppo! Allora ho ricomposto alcuni dei contenuti in articoli di supporto da pubblicare più avanti ed ho cassato il resto. Qui è rimasto il riassunto della selezione della selezione, ovvero il puro tema dell'MTC. Che, mi spiace, adesso vi tocca leggere per intero! Se scegliere un ingrediente invece che una ricetta tende ad allargare gli orizzonti, questa volta scegliere IL RISO , come capirete, li spalanca fran...

a tu per tu con il Fleischkäse svizzero, questo sconosciuto di famiglia

Nel curioso elenco dei cibi svizzeri che hanno caratterizzato la mia infanzia mi rendo conto che, fatto strano, sul blog non ho ancora parlato del  Fleischkäse, una via di mezzo tra un polpettone ed un würstel gigante di cui da bambini venivamo spesso nutriti. Ma un episodio di vita vera me lo ha messo sotto il naso proprio l'altro giorno, ed eccomi qui con il mio reportage storico-familiare. Alcuni Svizzeri, come quelli di casa mia, vivono il   Fleischkäse come un salume, da comprare pronto, intero o affettato sottile in buste, da servire in tavola come fosse prosciutto cotto o da infilare nei panini per merenda con maionese, senape e cipolline sottaceto (Be'... che c'è?! Se mia mamma per evitare che noi figli mangiassimo troppa Nutella la teneva in frigo ad indurire, così era più difficile da spalmare e sul pane se ne metteva di meno, perché stupirsi di quella che lei invece considerava una merenda "sana"?!) Altri amanti del  Fleischkäse  lo ...

una salsa di cipolle svizzera per würstel e per mamme lavoratrici

Lo so: sono rimasta indietro di una puntata! Parlavo di  ricette svizzere  quando un'irrefrenabile tentazione di cibo americano  si è intrufolata in cucina ed ha avuto  la meglio. Riprendo ora il filo con un piatto che ho proposto pochi giorni fa anche alla mia cara mammina svizzera in occasione del suo compleanno: Bratwurst con salsa di cipolle. L'aspetto curioso non sta tanto nel tipo di würstel utilizzato, una salsiccia bianca di vitello il cui nome per alcuni significa "salsiccia di carne spezzettata" e per altri "salsiccia da arrostire". In Germania di solito viene speziata in modo deciso con pepe, noce moscata e/o cumino, mentre in Svizzera il suo sapore è molto più delicato. In Ticino ne esiste una versione mignon, una "collana" di micro-salsiccine detta cipollata  non perchè contenga cipolle ma perchè, appunto, di solito si serve in salsa di cipolle. Ma, a casa della mia mamma lavoratrice senza tempo ne' passione per la cucina,...

MTC giugno 2011... verso Oriente!

Continuo a pensare che le giudici  titolari  e aggiunte  dell'MTC fossero completamente fuori quando hanno passato a me il testimone e nessuno potrà convincermi del contrario, anche perchè potevano ben immaginare in che gorgo storico-etnico-confusionale avrei trascinato la sfida... ma si sono fidate lo stesso! No, è oggettivo: non possono essere completamente normali... Accertato questo, dichiaro anche di non essermi mai emozionata tanto nello scrivere un post e soprattutto nel proporre una ricetta, sentendo tanti occhi puntati addosso ed il fiato trattenuto di tanti MTC addicted... Ebbene sì, rilassatevi (o disperatevi) pure: come temevate, questa volta si va davvero tutti in Giappone! Niente succede per caso, si sa. Tanto è vero che l'eterno girovagare di Marco Polo (a cui faccio da qualche tempo da vivandiera ) l'ha portato proprio a questo punto del suo viaggio a confrontarsi con  Cipango , il Paese del Sol Levante... Come potevo non cogliere il suggerimento ...

peperoni farciti alla croata: massaia batte bustina millemila a zero!

Riprendere a parlare di cucina non è facilissimo, soprattutto con il tono scanzonato che avevo in mente per questo post. Mi limiterò all'aspetto "documentaristico" ed umano, che l'umore magari sa beneficiare della concentrazione e della dolcezza richieste da una simile impostazione. Dopo una lunga serie di articoli e ricette a base di riso penso di cambiare direzione dedicandomi ai peperoni bianchi croati che di solito si cucinano ripieni di carne, per scoprire poi che nella farcia è presente riso crudo. Quando si dice il caso... I peperoni bianchi, babura paprika, in Croazia sono reperibili facilmente proprio in questa stagione. Ne ho in frigo tre e decido di prepararli, appunto, come  punjene paprike , ovvero farciti e cotti nel pomodoro, ricetta tipica che con piccole varianti è diffusa anche in altri Paesi limitrofi e che ogni famiglia, ovviamente, prepara secondo i propri criteri. La versione più semplice prevede di profumare carne trita di manzo o m...

riso Otello: un nero integral(ista)

Il primo giorno di autunno una ricetta con le ultime verdure estive, che sono ancora buone visto che sembra far più caldo ora che nei mesi trascorsi... Sollecitata da alcuni dubbi posti sulle modalità di cottura del riso integrale e sull'utilizzo di varietà di riso "esotiche", ho pensato di provare le risposte sul campo e chiarire soprattutto le idee a me stessa, la prima che ha tutto ancora da imparare. Così, per prendere due piccioni con una fava, ho scelto un riso sia nero che integrale. No, non famoso ed idolatrato riso Venere, fantastica varietà di nobile origine cinese che, grazie a opportune ibridazioni, ora è coltivato anche in Italia.  Ho pescato  invece una varietà tutta italiana: il riso Otello, che deriva anch'esso da varietà cinesi ma è di concezione e di coltivazione tutta nostrana. Chissà se il  nome è stato ispirato ispirato dal famoso personaggio shakespeariano, dalla sua pelle scura e dalla sua natura piuttosto integral ista... Si utilizz...

precisazione:

Per carattere tendo a tenermi in disparte e so che un comportamento simile in rete rema contro la normale volontà di visibilità di un blog che si rispetti: ho ricevuto spesso critiche per questo.
Mi hanno anche fatto notare che non sempre racconto le manifestazioni a cui sono invitata da aziende e che non polemizzo con chi ha utilizzato i miei testi o le mie foto senza citare il mio blog.
Ringrazio con passione chi mi rivolge queste critiche per affetto e chi mi sopporta lo stesso, nonostante non segua i loro consigli!