Passa ai contenuti principali

ceci mandorle e cocco... coerenti!

Sono in tremendo ritardo. Il mese scorso è stato un turbinare di impegni nella vita reale e qui sul blog non sono riuscita a godermi tutto quello che avrei voluto. Tra cui, mancanza fortemente sentita, l'appuntamento mensile con Salutiamoci...

Stavo rischiando di fare la stessa fine anche questo mese ma ho deciso che non me lo sarei mai perdonato... ed eccomi oggi, velocemente e in extremis, a cucinare per questa istruttiva raccolta un piatto che contenga entrambi gli ingredienti dei due mesi in questione. Ne è uscita una ricetta che mi spinge, questa volta, a confrontarmi con il senso della "località" degli ingredienti.

La raccolta di marzo vedeva come protagonisti i ceci, ospitati da Katia di  Pappa&Cicci, mentre aprile è dedicato alle mandorle, accolte da Francesca dei Paciocchi di Francy, entrambi prodotti ovviamente "di stagione". Anche se non esattamente qui, in quella parte della Lombardia prealpina dove vivo e dove non si sono mai viste ne' piante di ceci ne' tantomeno dei mandorli...

A questo punto mi sono detta che una ricetta rispettosa di modalità e ingredienti particolarmente salutari, come quelle ricercate da
Salutiamoci, potesse anche non utilizzare per forza ingredienti autoctoni o freschi, l'importante era che fossero conservati secondo dei criteri di buon senso.

E dunque, bandite lattine e preconfezionati vari, perché non spaziare un po', oltre l'Umbria dei ceci secchi di Todi e la Sicilia delle mandorle sgusciate di Noto che avevo in casa, e guardare cos'altro di goloso, "naturale" e "fuori porta" mi offriva la dispensa? 

Ci ho trovato, oltre a un po' di spezie di varia provenienza, la polvere di cocco, ingrediente diffusissimo in Tailandia dove è stato acquistato dalla persona che me l'ha portato in dono (perchè gli amici sanno bene che i miei souvenir preferiti sono quelli legati alla gastronomia...). 

Si tratta di cocco semplicemente essiccato e polverizzato, perché sia facilmente conservabile e soprattutto se ne possa ricavare, a seconda della necessità, da un latte blando ad una crema molto spessa. 

Le consistenze del cocco nella cucina tailandese sono effettivamente importantissime e su quel mercato esistono, oltre naturalmente ai cocchi interi freschi a vari gradi di maturazione, anche prodotti in lattina, gratuggiati freschi, essiccati e in polvere, dalle caratteristiche molto differenti tra loro. 

A noi, che vediamo solo prodotti thai industriali con al massimo un paio di varianti, certo sembra tutto semplicemente esotico... ma è come se un Tailandese ci venisse a dire che il formato della pasta non ha un'importanza specifica rispetto al sugo che la condisce...

E' così nato un piatto di prodotti "conservati" sì, ma al massimo della loro naturalezza. Che a me dunque sembrano "coerenti"... 

Una ricetta di ispirazione indiana, con ingredienti umbri siciliani e tailandesi, cucinato sulle Prealpi e proposto sulla variegata tavola di Salutiamoci con la grande umiltà di chi continua a vivere questa raccolta come un modo serio di riflettere su ciò che veramente combiniamo in cucina...



Zuppetta speziata di ceci mandorle e cocco

ingredienti per 2 persone:
100 gr. di ceci secchi
40 gr. di mandorle sgusciate con la pellicina
3 cucchiai di polvere di cocco
1 piccola cipolla bianca
1 spicchio di aglio
1 dadino di zenzero fresco grosso come l'aglio
2 foglie di keffir lime
1/2 limone
1 pezzetto di alga kombu
1/2 cucchiaino di curry in polvere
1 bacchettina di cannella da 2 cm.
3 o 4 briciole di peperoncino secco
1/4 di cucchiaino di semi di cumino bianco
2 bacche di cardamomo
1/2 cucchiaino di semi di coriandolo
1 cucchiaio ci coriandolo fresco tritato
1 cucchiaino di nuocmam (o colatura di alici)
1 cucchiaio di olio di arachidi

Ammollare i ceci una notte in acqua fresca, quindi scolarli, sciacquarli, metterli in una pentola con le foglie di keffir, l'alga kombu ed una strisciolina di scorza di limone.

Coprirli di acqua e cuocere coperto per un paio di ore circa, aggiungendo acqua se serve, fino a che i ceci sono morbidi ed il fondo è ridotto ad una crema. 

Scolare i ceci e aromatizzarli con una goccia di nuocmam; eliminare l'alga, il keffir e la scorzetta dal fondo di cottura, misurarne 250 ml. (aggiungendo se serve acqua calda per raggiungere la giusta quantità) e sciogliervi la polvere di cocco.

Mettere da parte qualche mandorla per il decoro e frullare le altre in modo da ottenere una farina grossolana; tritare finemente la cipolla. 

Pestare in un mortaio cardamomo, semi di coriandolo, cannella, cumino e peperoncino fino a ridurli in povere ed unire poi l'aglio, lavorando fino ad ottenere una crema speziata. 

Scaldare l'olio e tostarvi per un minuto la pasta d'aglio, quindi unire la cipolla e lo zenzero, abbassare la fiamma e stufare per un paio di minuti.

Unire la farina di mandorle, alzare leggermente la fiamma perché si insaporisca bene, quindi versare nel tegame i ceci, il curry e la crema di cocco, portare a leggerissimo bollore e cuocere coperto una quindicina di minuti a fiamma bassissima. Si può decidere se mantenere la densità di una zuppetta, come nel mio caso, o alzare la fiamma verso la fine per restringere il fondo e proporre il piatto come contorno.

Aromatizzare con il nuocmam e la maggior parte del coriandolo fresco, mescolare bene, lasciar insaporire ancora qualche istante e spegnere il fuoco.

Servire caldo o tiepido, decorando con le mandorle tenute da parte,  ridotte a filetti o a grossi pezzetti, una spolverata ancora di coriandolo tritato e, a gusto, qualche goccia di succo di limone.



Con questa ricetta partecipo (ok, decisamente in ritardo...) alle raccolte di marzo e aprile 2013 di Salutiamoci...



...spero con le fragole di maggio di arrivare più puntuale!
  • rivoli affluenti:
  • la ricetta prende ispirazione da un korma indiano vegetariano proposto qualche anno fa dalle Cuoche dell'Altro Mondo (questo) e sempre rimasto nel mio cuore.

Commenti

  1. allora, io questa : la metto in elenco, la veganizzo e la copio :-))))) Bravaaaaaaaaaaaaaa

    RispondiElimina
  2. Stupenda! Te la copio di sicuro!
    Anche io penso che sia un momento di riflessione importante ogni mese :)

    RispondiElimina
  3. Sai che appena ho letto il titolo del post il primo pensiero che mi e' passato per la capa e' stato "Korma tailandese"?Anch'io te la copia e so gia' che mi lecchero' i baffi..
    P.S. Ho visto certi libri da Oxfam ed ho pensato immediatamente a te... :)

    RispondiElimina
  4. Trovo questa ricetta davvero interessante. Mi incuriosisce molto assaporare la combinazione degli ingredienti, la polvere di cocco in particolare, su cui ho sempre avuto dubbi (ma si tratta di gusto personale!). Cmq, gusti a parte, viva le tue creazioni, sempre ;-)

    RispondiElimina
  5. @francesca: mi interessa moltissimo la tua versione veganizzata! Segnalamela per cortesia appena la pubblichi...

    @fantasie: è che dopo un po' comincia a viverla proprio dentro, al di là del divertimento del cercare la ricetta adatta... Per questo mi è pesato saltare il turno il mese scorso.

    @edith.pilaff: niente da fare... io DEVO venire a Londra. E SUBITO!

    @Rosalba: pensa che qui trovo facilmente il cocco grattugiato ma non avevo mai incrociato la polvere. ora dovrò darmi da fare per cercarla,a ppena finisce questa prinma scorta originale...

    RispondiElimina

Posta un commento

post più popolari

MTC di settembre 2014: un sacco di riso!

Diceva un vecchio slogan anarchico: "con l'ironia abbatteremo il potere e un sacco di riso lo seppellirà".  A no? Erano risate?! Va be'... per un MTC di questa portata ci si può anche concedere una licenza! Premessa... ... avevo scritto un post lunghissimo per raccontare perché e per come ho scelto questo tema per l'MTChallenge di settembre 2014. Poi l'ho ridotto della metà, lasciando solo alcune note che mi sembravano indispensabili, e l'ho mandato alla Gennaro per un parere.  E lei ha detto che un terzo di quanto le ho mostrato era già troppo! Allora ho ricomposto alcuni dei contenuti in articoli di supporto da pubblicare più avanti ed ho cassato il resto. Qui è rimasto il riassunto della selezione della selezione, ovvero il puro tema dell'MTC. Che, mi spiace, adesso vi tocca leggere per intero! Se scegliere un ingrediente invece che una ricetta tende ad allargare gli orizzonti, questa volta scegliere IL RISO , come capirete, li spalanca fran

MTC giugno 2011... verso Oriente!

Continuo a pensare che le giudici  titolari  e aggiunte  dell'MTC fossero completamente fuori quando hanno passato a me il testimone e nessuno potrà convincermi del contrario, anche perchè potevano ben immaginare in che gorgo storico-etnico-confusionale avrei trascinato la sfida... ma si sono fidate lo stesso! No, è oggettivo: non possono essere completamente normali... Accertato questo, dichiaro anche di non essermi mai emozionata tanto nello scrivere un post e soprattutto nel proporre una ricetta, sentendo tanti occhi puntati addosso ed il fiato trattenuto di tanti MTC addicted... Ebbene sì, rilassatevi (o disperatevi) pure: come temevate, questa volta si va davvero tutti in Giappone! Niente succede per caso, si sa. Tanto è vero che l'eterno girovagare di Marco Polo (a cui faccio da qualche tempo da vivandiera ) l'ha portato proprio a questo punto del suo viaggio a confrontarsi con  Cipango , il Paese del Sol Levante... Come potevo non cogliere il suggerimento di un s

a tu per tu con il Fleischkäse svizzero, questo sconosciuto di famiglia

Nel curioso elenco dei cibi svizzeri che hanno caratterizzato la mia infanzia mi rendo conto che, fatto strano, sul blog non ho ancora parlato del  Fleischkäse, una via di mezzo tra un polpettone ed un würstel gigante di cui da bambini venivamo spesso nutriti. Ma un episodio di vita vera me lo ha messo sotto il naso proprio l'altro giorno, ed eccomi qui con il mio reportage storico-familiare. Alcuni Svizzeri, come quelli di casa mia, vivono il   Fleischkäse come un salume, da comprare pronto, intero o affettato sottile in buste, da servire in tavola come fosse prosciutto cotto o da infilare nei panini per merenda con maionese, senape e cipolline sottaceto (Be'... che c'è?! Se mia mamma per evitare che noi figli mangiassimo troppa Nutella la teneva in frigo ad indurire, così era più difficile da spalmare e sul pane se ne metteva di meno, perché stupirsi di quella che lei invece considerava una merenda "sana"?!) Altri amanti del  Fleischkäse  lo compran

una salsa di cipolle svizzera per würstel e per mamme lavoratrici

Lo so: sono rimasta indietro di una puntata! Parlavo di  ricette svizzere  quando un'irrefrenabile tentazione di cibo americano  si è intrufolata in cucina ed ha avuto  la meglio. Riprendo ora il filo con un piatto che ho proposto pochi giorni fa anche alla mia cara mammina svizzera in occasione del suo compleanno: Bratwurst con salsa di cipolle. L'aspetto curioso non sta tanto nel tipo di würstel utilizzato, una salsiccia bianca di vitello il cui nome per alcuni significa "salsiccia di carne spezzettata" e per altri "salsiccia da arrostire". In Germania di solito viene speziata in modo deciso con pepe, noce moscata e/o cumino, mentre in Svizzera il suo sapore è molto più delicato. In Ticino ne esiste una versione mignon, una "collana" di micro-salsiccine detta cipollata  non perchè contenga cipolle ma perchè, appunto, di solito si serve in salsa di cipolle. Ma, a casa della mia mamma lavoratrice senza tempo ne' passione per la cucina,

Milano matsuri: una festa popolare giapponese... sotto casa!

Il 26 maggio nessuno mi cerchi: non ci sarò! Il 26 maggio succederà una cosa bellissima, tanto che non sto più nella pelle dalla voglia che arrivi presto, e trascorrerò l'intera giornata a Milano vivendo un'esperienza giapponese davvero unica. A meno di non abitare in Giappone, intendo, cose così in Italia non si vedono spesso... A Milano tra via Keplero e piazza Carbonari (pochi passi dalle stazioni metrò di Zara o Sondrio) una domenica tutta dedicata alle tradizioni giapponesi. Non le solite che conoscono tutti, tipo sushi o manga, ma proprio quelle popolari, i divertimenti delle persone semplici che affollano una festa di piazza... insomma: un vero e originale matsuri giapponese, con le sue bancarelle, i suoi suoni, i suoi profumi ed i suoi colori! In alcune città d'Italia si sono tenuti degli eventi denominati " matsuri ", ma mai è stata ricostruita la vera atmosfera della sagra di paese giapponese, mai è stata presentata una così vasta gamma di aute

riso Otello: un nero integral(ista)

Il primo giorno di autunno una ricetta con le ultime verdure estive, che sono ancora buone visto che sembra far più caldo ora che nei mesi trascorsi... Sollecitata da alcuni dubbi posti sulle modalità di cottura del riso integrale e sull'utilizzo di varietà di riso "esotiche", ho pensato di provare le risposte sul campo e chiarire soprattutto le idee a me stessa, la prima che ha tutto ancora da imparare. Così, per prendere due piccioni con una fava, ho scelto un riso sia nero che integrale. No, non famoso ed idolatrato riso Venere, fantastica varietà di nobile origine cinese che, grazie a opportune ibridazioni, ora è coltivato anche in Italia.  Ho pescato  invece una varietà tutta italiana: il riso Otello, che deriva anch'esso da varietà cinesi ma è di concezione e di coltivazione tutta nostrana. Chissà se il  nome è stato ispirato ispirato dal famoso personaggio shakespeariano, dalla sua pelle scura e dalla sua natura piuttosto integral ista... Si utilizz

precisazione:

Per carattere tendo a tenermi in disparte e so che un comportamento simile in rete rema contro la normale volontà di visibilità di un blog che si rispetti: ho ricevuto spesso critiche per questo.
Mi hanno anche fatto notare che non sempre racconto le manifestazioni a cui sono invitata da aziende e che non polemizzo con chi ha utilizzato i miei testi o le mie foto senza citare il mio blog.
Ringrazio con passione chi mi rivolge queste critiche per affetto e chi mi sopporta lo stesso, nonostante non segua i loro consigli!