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conta il gesto...

Giovanna vuole fare una sorpresa a Claudio. Ogni sera lo vede rientrare stanco e preoccupato e ogni sera ricacciare tutto dietro un sorriso affettuoso e una frase scherzosa. E ogni sera lei si rasserena al suono della porta che si apre, a quel suo rituale di chinarsi a baciarla mentre leva la cravatta, per poi indossare il grembiule ed infilarsi in cucina a prepararle la cena.  

Lei non ha mai saputo cucinare, per la verità, ma è sempre stata golosa ed orgogliosa dei manicaretti del marito. Ha tentato all'inizio di farsi insegnare ma niente... in tutte le cose pratiche Giovanna è sempre stata  una totale imbranata!

Per fortuna il suo lavoro di insegnante di lettere non ha mai richiesto particolari abilità manuali, quindi anche ora che le sue giornate trascorrono in casa sulla sedia a rotelle Giovanna non si sente particolarmente limitata in gesti che già prima compiva raramente, ed è invece molto felice di continuare ad occuparsi di letteratura, materia che la appassiona da una vita.

A lei piacciono poco i cambiamenti, d'altro canto. O meglio: si adegua senza problemi alle modifiche forzate dagli eventi ma quando tocca a lei la responsabilità di una scelta raramente decide di staccarsi dalle certezze acquisite o di abbracciare nuove passioni.

Come con Claudio, di fatto. Quella con lui è la storia di un amore antico e persistente, nato sui banchi delle superiori e cresciuto insieme alle loro vite, mai disturbato dalla tentazione di qualche possibile alternativa. 

E Giovanna vorrebbe celebrarlo con qualcosa di speciale, perché nonostante lo sconvolgimento della malattia tra loro è tutto rimasto profondamente uguale e lei sa quanta forza ci metta Claudio ogni giorno perché sia davvero così.

A lei piacerebbe cucinare per lui. Ovvio, sa benissimo che le sue mani non sono in grado di eseguire quel che la sua testa sta elaborando da qualche giorno, ma quel che conta è il gesto. Sì, va be'... nel senso che conta il pensiero... mannaggia Giovanna, sempre a guardare la precisione delle parole!

Ed il suo gesto sarebbe una ricetta un po' pazza, che da quando le è venuta in mente non vede l'ora di sperimentare: cuocere un pollo nel tè! Chissà che ne penserà Claudio, così tradizionale nei suo modo di cucinare... E chissà come prenderà questa invasione di territorio, questa volontà di condivisione di intenzioni e di invenzioni anche nella sua inviolabile cucina...

Studia un po' il suo progetto segreto, Giovanna, ne parla complice con la signora che le porta sempre la spesa a domicilio e quella sera, una sera qualsiasi senza ricorrenze particolari, al rientro di Claudio si fa trovare in cucina con la tavola apparecchiata bene, un grembiulino a quadri blu legato in vita ed un pollo sul piano di lavoro...

Claudio divertitissimo si mette subito all'opera: segue alla lettera le indicazioni di Giovanna senza nemmeno commentare quel che magari al suo occhio esperto non sembra ortodosso, esegue ogni gesto esattamente come chiede lei, apprezza la precisione di istruzioni che si rivelano studiate e ristudiate e propone solo una cosa fuori programma: gustarsi il tempo della marinatura della carne sorseggiando insieme un leggero aperitivo. Chi se ne importa se questa sera ceneranno un pochino più tardi...

Il pollo inaspettatamente riesce squisito. Magia di un lavoro a quattro mani... Be', ok, non proprio... (uffa Giovanna, con queste parole precise!)... Magia di un lavoro a due cuori...


Inaspettato pollo al tè verde, summac e pomodori secchi
ingredienti per 2 persone:
600 gr. circa di pollo a pezzi
1 cucchiaio di tè verde (qui con scagliette di mango essiccato)
4 falde di pomodori secchi sottolio
1/4 di mela
1/2 cipolla
1 cucchiaino di summac (*)
2 cucchiai di olio
sale

Portare a leggero bollore circa 700 ml. di acqua, versarvi il tè, metà del summac e la mela a dadi piccolissimi e lasciare in infusione fino a che diventa tiepido.

Fiammeggiare il pollo, tagliarlo a pezzi, sciacquarlo, asciugarlo bene, disporlo in una teglia insieme a 1 falda di pomodoro tritata, un cucchiaio di olio e un pizzico di sale e coprire appena con il tè, lasciando poi marinare coperto fuori dal frigo per almeno un paio di ore.

Tritare grossolanamente la cipolla con il resto dei pomodori secchi e farli appassire in un cucchiaio di olio con il resto del summac.

Unire il pollo sgocciolato, alzare la fiamma e rosolare bene su tutti i lati.

Filtrare il liquido della marinata e versare nel tegame le foglie di tè e gli aromi che sono rimasti nel colino, facendo insaporire bene il tutto.

Se serve salare, versare nel tegame un mestolo di tè filtrato e cuocere poi il pollo semicoperto per circa 50 minuti, rimestando di tanto in tanto ed aggiungendo altro tè sei il fondo si ritira molto.

Gli ultimi 5 minuti scoprire, alzare la fiamma e lasciar dorare bene il pollo e restringere il fondo ad una salsina bruna, quindi servire, eventualmente accompagnato da riso bianco oppure patate a vapore.

Più buono ancora se si gusta indossando un grembiulino a quadretti blu...


(* il summac è una spezia dall'aroma leggermente acidulo che può essere eventualmente sostituita con succo di limone: un cucchiaino nella marinatura ed un cucchiaio pieno a fine cottura del pollo, poco prima di spegnere)

  • rivoli affluenti:
  • questo piatto, improbabile quanto buonissimo, è davvero il desiderio di una persona che l'ha inventato e non l'ha cucinato

Commenti

  1. Voglia di esserci o almeno di sbirciare e gioire di questa preziosa e rara complicità!

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  2. infatti verrebbe voglia di saperne di più: come le venne in mente? (potenza della letteratura).

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  3. Tutte le volte che mi riavvicino a questo blog...tutte le sante volte sono costretto a venir a patti con la mia insufficiente capacità di 'comprendere' nel senso più ampio possibile, il che mi fa sentire piccolo...riesco ad uscirne solo facendo battute cretine sul tipo di cucina molto distante dalla mia (anche) il che non è un alibi ma anche quello un sintomo chiaro di sconfitta intellettuale e gastronomica. Te possino..

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  4. Oddio, mi hai fatto piangere ... quanto amore in questa storia ...
    voglio provare anch'io il pollo di Giovanna

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  5. Eh, l'amore è sempre l'ingrediente più importante, se manca tutto diventerebbe insipido e banale. Brava come sempre.

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  6. @fabiana: ... ma tu ci sei sempre!

    @artemisia: ho sempre pensato che leggere apre la mente...

    @giulietta: io più che curiosa ero scettica... ma funziona!

    @gambetto... e pensare che chi ha ideato questa ricetta è pure di origini napoletane...

    @valentina: salta fuori che il pollo è buono davvero, indipendentemente da come è nato!

    @enrico: concordo con te, ovviamente. Come sempre.

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  7. L'amore in cucina è indispensabile! non riuscirebbe niente
    Buona giornata

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  8. @patrizia&monica: già... come per tutte le altre cose...

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  9. I racconti brevi mi mettono ansia: la mia inguaribile curiosità mi crea il desiderio di sapere il pre ed il post.

    Dunque tu potresti fare una buona azione e, tra qualche post, tra una spezia e un'alga, inserire un seguito a questo racconto...

    P.S. Ma perchè le parole da inserire per dimostrare di non essere un robot e lasciare un commento in questo fiume sono sempre più complicate e sfocate? O sono io che devo cambiare gli occhiali?!

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  10. @virò: diciamo che se vieni qui ti racconto il seguito della storia dal vivo mentre ci mangiamo il pollo e non hai neppure bisogno di usare gli occhiali...

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