Passa ai contenuti principali

fragole senza zucchero? una bella sfida

Questo mese la raccolta delle ricette "buone" di Salutiamoci ci racconta quanto siano fantastiche e salutari le fragole, come spiegato nell'apposito post di Nicole su Ricetteveg

Ogni mese il confronto con Salutiamoci mi costringe ad una sfida su qualcuna delle mie cattive abitudini in cucina. Questa volta ho pensato, cosa per me decisamente insolita, di cimentarmi in un dolce. Ma non perché la fragola sia un frutto: raramente mi lascio condizionare da dettagli di questo tipo...

In realtà tutte le ricette salate che mi sono venute in mente con le fragole (e sono state tante, dalle insalate alle zuppette fredde, dal pesce ai cereali) sostanzialmente non sembrava mi presentassero alcuno spunto di ragionamento sulla salubrità della combinazione degli ingredienti...

Ho scelto allora una ricetta indiana, tipica della regione del Gujarat, che si serve solitamente come contorno a piatti piccanti insieme al pane, oppure anche come dessert. Teoricamente dovrebbe essere semplicissima: si fa asciugare dello yogurt fino a compattarlo in una crema quasi solida, lo si aromatizza con zucchero, spezie varie ed eventualmente frutta (comunemente pistacchi o mango) e lo si lascia raffreddare in frigo un'oretta prima di servire.

E invece... prima sfida: tradizionalmente lo zafferano viene sciolto in latte tiepido. Che fare? Secondo inghippo: la frutta di solito è fatta macerare brevemente con dello zucchero perché rilasci l'acqua in eccesso, quindi viene frullata ed unita allo yogurt compattato. 

Qui mi sono dunque dovuta confrontare non solo con un nuovo concetto di "dolcezza" e di "speziatura", ma pure con un sistema alternativo per asciugare la polpa delle fragole... Sostanzialmente: ADORO Salutiamoci!


Shrikhand quasi indiano di fragole con zafferano cardamomo e petali di rosa
ingredienti per 4 persone:
250 gr. di fragole
400 gr. di yogurt naturale compatto (*)
5 pistilli di zafferano
2 bacche di cardamomo
1 cucchiaino di petali di rosa esiccati (oppure freschi, di una rosa non trattata)
2 prugne secche (oppure 1 grosso fico o 3 datteri)
1 cucchiaio di pistacchi sgusciati
1/2 cucchiaio di mandorle sgusciate ma con la pellicina

Versare lo yogurt in un colino foderato con una tela fine, mettere il tutto in un contenitore ermetico di cui il colino non tocchi il fondo, chiudere e lasciar scolare in frigo per almeno 12 ore, ma anche 24, fino ad ottenere una crema molto compatta, tipo un formaggino. 

Tritare molto finemente le fragole (tranne un paio per decorare) ma non frullarle, in modo che mantengano un minimo di consistenza, raccoglierle in un colino fine e mettere anche quello in frigo dentro un contenitore ermetico per un paio di ore.  

Avevo in mente di usare delle prugne secche come doclificante ma mi sono accorta solo all'ultimo di non averne in casa. Ho pensato: fichi secchi... ma mancavano pure quelli! Ho ripiegato su dei datteri; la dolcezza è arrivata lo stesso, ma probabilmente con le prugne il sapore sarebbe rimasto meno "pastoso" e più articolato.

Tritare grossolanamente i datteri o il frutto prescelto, eliminando l'eventuale nocciolo; sbriciolare delicatamente gli stimmi di zafferano ed i petali di rosa; pestare le bacche di cardamomo e liberarle della scorza, quindi riunire tutto in una ciotolina.

Versarvi sopra 2 cucchiai di acqua bollente, coprire e lasciare in infusione almeno un'oretta, fino a che si è tutto gonfiato ed ammorbidito.

Pestare il composto in un mortaio fino ad ottenere una pasta uniforme e profumata

Miscelare a questo punto alla crema di yogurt le fragole ben scolate e la pasta di datteri, mescolare molto bene e tenere in frigo un'ora o due prima di servire, in modo che i sapori possano amalgamarsi alla perfezione.

Nel frattempo tritare grossolanamente mandorle e pistacchi e tostarli trenta secondi in un padellino antiaderente ben caldo, lasciando poi raffreddare.; affettare finemente le fragole tenute da parte.

Al momento di servire dividere lo shrikhand in coppette individuali e decorare con la frutta secca tostata, le fragole tenute da parte tagliate a fettine e (se ci si ricorda di tenerne da parte un paio e non sono finiti tutti nello shrikhand, come è successo a me), qualche petalo di rosa. 


Se si serve come contorno invece che come dessert, è utile foderare le coppette con dell'insalata a julienne o con una grossa foglia di lattuga prima di versarvi lo shrikhand e usare poche fragole per il decoro... Per i commensali italiani rende più immediata la comprensione dell'utilizzo!

Grazie ancora a Salutiamoci per questo ennesimo stimolo all'informazione ed alla consapevolezza...

PS: l'acqua rilasciata delle fragole poi è diventata una bibita, miscelata con acqua fresca e succo di lime. Buona...!
  • rivoli affluenti:
  • la prima volta che ho incotrato uno shrikhand è stato qui: Priya Wickramasinghe, Carol Selva Rajah, The Food of India, Murdoch Books, 2002, ISBN 1-74045-043-4.

Commenti

  1. grazie a te, Acquaviva!
    questo è proprio lo spirito che Salutiamoci cerca e condivide con grande piacere!

    RispondiElimina
  2. Non so se posso dirlo, ma questa è la ricetta che mi piace di più!!! La copierò di certo, con uno yogurt vegetale :) La inserisco subito nei link!!!! nicole

    RispondiElimina
  3. @roberta: sono così contenta di avere davanti un altro anno per seguirvi! Davvero si impara qualcosa ad ogni passo...

    @nicole: non so se posso dirlo, ma questo è stato l'argomento per me finora più ostico... Però sai quanto era buono?!

    RispondiElimina

Posta un commento

post più popolari

MTC di settembre 2014: un sacco di riso!

Diceva un vecchio slogan anarchico: "con l'ironia abbatteremo il potere e un sacco di riso lo seppellirà".  A no? Erano risate?! Va be'... per un MTC di questa portata ci si può anche concedere una licenza! Premessa... ... avevo scritto un post lunghissimo per raccontare perché e per come ho scelto questo tema per l'MTChallenge di settembre 2014. Poi l'ho ridotto della metà, lasciando solo alcune note che mi sembravano indispensabili, e l'ho mandato alla Gennaro per un parere.  E lei ha detto che un terzo di quanto le ho mostrato era già troppo! Allora ho ricomposto alcuni dei contenuti in articoli di supporto da pubblicare più avanti ed ho cassato il resto. Qui è rimasto il riassunto della selezione della selezione, ovvero il puro tema dell'MTC. Che, mi spiace, adesso vi tocca leggere per intero! Se scegliere un ingrediente invece che una ricetta tende ad allargare gli orizzonti, questa volta scegliere IL RISO , come capirete, li spalanca fran

a tu per tu con il Fleischkäse svizzero, questo sconosciuto di famiglia

Nel curioso elenco dei cibi svizzeri che hanno caratterizzato la mia infanzia mi rendo conto che, fatto strano, sul blog non ho ancora parlato del  Fleischkäse, una via di mezzo tra un polpettone ed un würstel gigante di cui da bambini venivamo spesso nutriti. Ma un episodio di vita vera me lo ha messo sotto il naso proprio l'altro giorno, ed eccomi qui con il mio reportage storico-familiare. Alcuni Svizzeri, come quelli di casa mia, vivono il   Fleischkäse come un salume, da comprare pronto, intero o affettato sottile in buste, da servire in tavola come fosse prosciutto cotto o da infilare nei panini per merenda con maionese, senape e cipolline sottaceto (Be'... che c'è?! Se mia mamma per evitare che noi figli mangiassimo troppa Nutella la teneva in frigo ad indurire, così era più difficile da spalmare e sul pane se ne metteva di meno, perché stupirsi di quella che lei invece considerava una merenda "sana"?!) Altri amanti del  Fleischkäse  lo compran

una salsa di cipolle svizzera per würstel e per mamme lavoratrici

Lo so: sono rimasta indietro di una puntata! Parlavo di  ricette svizzere  quando un'irrefrenabile tentazione di cibo americano  si è intrufolata in cucina ed ha avuto  la meglio. Riprendo ora il filo con un piatto che ho proposto pochi giorni fa anche alla mia cara mammina svizzera in occasione del suo compleanno: Bratwurst con salsa di cipolle. L'aspetto curioso non sta tanto nel tipo di würstel utilizzato, una salsiccia bianca di vitello il cui nome per alcuni significa "salsiccia di carne spezzettata" e per altri "salsiccia da arrostire". In Germania di solito viene speziata in modo deciso con pepe, noce moscata e/o cumino, mentre in Svizzera il suo sapore è molto più delicato. In Ticino ne esiste una versione mignon, una "collana" di micro-salsiccine detta cipollata  non perchè contenga cipolle ma perchè, appunto, di solito si serve in salsa di cipolle. Ma, a casa della mia mamma lavoratrice senza tempo ne' passione per la cucina,

MTC giugno 2011... verso Oriente!

Continuo a pensare che le giudici  titolari  e aggiunte  dell'MTC fossero completamente fuori quando hanno passato a me il testimone e nessuno potrà convincermi del contrario, anche perchè potevano ben immaginare in che gorgo storico-etnico-confusionale avrei trascinato la sfida... ma si sono fidate lo stesso! No, è oggettivo: non possono essere completamente normali... Accertato questo, dichiaro anche di non essermi mai emozionata tanto nello scrivere un post e soprattutto nel proporre una ricetta, sentendo tanti occhi puntati addosso ed il fiato trattenuto di tanti MTC addicted... Ebbene sì, rilassatevi (o disperatevi) pure: come temevate, questa volta si va davvero tutti in Giappone! Niente succede per caso, si sa. Tanto è vero che l'eterno girovagare di Marco Polo (a cui faccio da qualche tempo da vivandiera ) l'ha portato proprio a questo punto del suo viaggio a confrontarsi con  Cipango , il Paese del Sol Levante... Come potevo non cogliere il suggerimento di un s

peperoni farciti alla croata: massaia batte bustina millemila a zero!

Riprendere a parlare di cucina non è facilissimo, soprattutto con il tono scanzonato che avevo in mente per questo post. Mi limiterò all'aspetto "documentaristico" ed umano, che l'umore magari sa beneficiare della concentrazione e della dolcezza richieste da una simile impostazione. Dopo una lunga serie di articoli e ricette a base di riso penso di cambiare direzione dedicandomi ai peperoni bianchi croati che di solito si cucinano ripieni di carne, per scoprire poi che nella farcia è presente riso crudo. Quando si dice il caso... I peperoni bianchi, babura paprika, in Croazia sono reperibili facilmente proprio in questa stagione. Ne ho in frigo tre e decido di prepararli, appunto, come  punjene paprike , ovvero farciti e cotti nel pomodoro, ricetta tipica che con piccole varianti è diffusa anche in altri Paesi limitrofi e che ogni famiglia, ovviamente, prepara secondo i propri criteri. La versione più semplice prevede di profumare carne trita di manzo o m

riso Otello: un nero integral(ista)

Il primo giorno di autunno una ricetta con le ultime verdure estive, che sono ancora buone visto che sembra far più caldo ora che nei mesi trascorsi... Sollecitata da alcuni dubbi posti sulle modalità di cottura del riso integrale e sull'utilizzo di varietà di riso "esotiche", ho pensato di provare le risposte sul campo e chiarire soprattutto le idee a me stessa, la prima che ha tutto ancora da imparare. Così, per prendere due piccioni con una fava, ho scelto un riso sia nero che integrale. No, non famoso ed idolatrato riso Venere, fantastica varietà di nobile origine cinese che, grazie a opportune ibridazioni, ora è coltivato anche in Italia.  Ho pescato  invece una varietà tutta italiana: il riso Otello, che deriva anch'esso da varietà cinesi ma è di concezione e di coltivazione tutta nostrana. Chissà se il  nome è stato ispirato ispirato dal famoso personaggio shakespeariano, dalla sua pelle scura e dalla sua natura piuttosto integral ista... Si utilizz

precisazione:

Per carattere tendo a tenermi in disparte e so che un comportamento simile in rete rema contro la normale volontà di visibilità di un blog che si rispetti: ho ricevuto spesso critiche per questo.
Mi hanno anche fatto notare che non sempre racconto le manifestazioni a cui sono invitata da aziende e che non polemizzo con chi ha utilizzato i miei testi o le mie foto senza citare il mio blog.
Ringrazio con passione chi mi rivolge queste critiche per affetto e chi mi sopporta lo stesso, nonostante non segua i loro consigli!