Passa ai contenuti principali

restare lievi

Sensazione netta di vacanza, grazie ad una manciata di giorni nella casa in riva al mare di una dolcissima ed ospitale amica. Ricambiare con una cena orientale mi sembra il minimo!

Ho al seguito i miei soliti quattro ingredienti giapponesi più qualche altra ghiottoneria asiatica. Un salto dal pescivendolo locale, un'incursione nell'orto del vicino ed esce un menù insolito e curioso. Peccato averlo fotografato al volo con luci di emergenza: nelle immagini non rende affatto l'idea ne' dell'atmosfera ne' dei sapori...

Protagonista un piatto di gnocchi cinesi di riso. Mi chiedo come farò a riprodurlo a casa, dove certamente non riuscirò a trovare questi gamberetti bianchi, piccolissimi, da gustare con tutto il guscio, che qui di solito si usano in frittura. Meraviglioso avere per la testa solo interrogativi tanto lievi.



Gnocchi di riso nippo-liguri in bianco e verde
ingredienti per 4 persone:
250 gr. di gnocchi di riso
2 manciate di gamberetti bianchi col guscio
1 bel calamaro
1 ciuffo di salicornia
1 spicchio di aglio
1 cubetto di zenzero da 1,5 cm.
1 bicchiere di brodo dashi
4 cucchiai di salsa di soia
2 cucchiai di mirin
1 pizzico di zucchero
1 rametto di menta
2 cucchiai di olio di arachidi

Prima della preparazione mettere a mollo gli gnocchi per 12 ore in abbondante acqua fresca, fino a che diventano flessibili ma sono ancora belli sodi. Il resto della ricetta sarà poi velocissima.

Pulire il calamaro e tagliare la sacca ad anelli ed i tentacoli a pezzettini; sciacquare e tamponare i gamberetti; mettere il tutto a marinare per 15 minuti con 2 cucchiai di salsa di soia, il mirin e lo zenzero grattugiato finissimo.

Nel frattempo tagliuzzare la salicornia eliminando le parti dure e sbucciare e schiacciare leggermente l'aglio con la lama del coltello tenuta di piatto.

Scaldare l'olio con l'aglio, versarci la salicornia, padellare un minuto quindi versare 2 o 3 cucchiai di dashi e lasciar ammorbidire qualche minuto.

Unire gamberi e calamari con la loro marinata e saltare 2 minuti, fino a che i calamari sono bianchi.

Unire gli gnocchi ben sciacquati e scolati, il resto del dashi e un pizzico di zucchero e cuocere 5 minuti, fino a che sia i calamari che gli gnocchi sono morbidi.

Unire 2 cucchiai di salsa di soia e una leggera spolverata di menta tritata, mescolare bene e servire.



Uno magari a questo punto si domanda... e il resto del menù? Domanda lieve, risposta semplice:


dadini di tofu in crosta di sesamo con salsina allo zenzero 


e radici di loto stufate alla soia.

I piatti sono serviti tutti in contemporanea, come si usa in Giappone. Sarà perché anche lì si preferisce sedere insieme in compagnia senza che più nessuno si debba alzare? Probabilmente le spiegazioni sono altre, ma stasera ci teniamo leggeri, senza occuparci delle usanze, della storia e nemmeno dei nomi originali delle pietanze.

"Take it easy!, insomma: ci si siede e si chiacchiera e si cena in relax. Poche domande e solo lievi. Il tutto accompagnato da una sottile brezza marina e da una bottiglia di bianco speciale,



nella morbidezza di un'atmosfera sospesa e strana, a lume di candela. Su una terrazza sopra il mare, che di giorno ha questo panorama...



e la sera diviene intima tra sciabordio delle onde, fronde verdi e lumini appesi, come fosse una nicchia completamente fuori dal mondo. 

E' tutto lieve, spontaneo e magico. La compagnia di persone care, il vero segreto, rende una serata speciale completamente perfetta...


Le ricette degli altri piatti? Basta domande. Ci penseremo nei prossimi post. Al momento restiamo così, a cullarci qualche istante ancora nella leggera perfezione di questa microvacanza.

  • rivoli affluenti:
...take it easy, take it easy,
don't let the sound of your own weels drive you crazy.
Ligheten up while you still can,
don't even try to understand,
just find a place to make your stand
and take it easy...
  • Eagles, "Take it Easy" in Eagles, 1972.

Commenti

  1. Goditi questi giorni di vacanza, che noi ti aspettiamo qui ^_^
    Un abbraccio

    RispondiElimina
  2. @elisa: grazie! sono rientrata a dire la verità, ma l'umore, con un po' di impegno, al momento riesce abbastanza a restare in ferie (e spero ancora per un po'!)

    RispondiElimina
  3. non ridere.... adesso capisco perche i miei gnochi di riso erano di gomma... (12 ore... ok)

    Aparte questo problema (d'ammollo), concordo con Elisa goditi questi giorni e stai in ammollo fin che puoi, sia in mare o inmersa in quel buon vino... (del sughetto non farmi parlare, ti pregoooo!)


    besos

    RispondiElimina
  4. @mai: puoi accorciare l'ammollo se non hai molto tempo, ma poi devi scottare gli gnocchi in acqua bollente

    RispondiElimina

Posta un commento

post più popolari

MTC di settembre 2014: un sacco di riso!

Diceva un vecchio slogan anarchico: "con l'ironia abbatteremo il potere e un sacco di riso lo seppellirà".  A no? Erano risate?! Va be'... per un MTC di questa portata ci si può anche concedere una licenza! Premessa... ... avevo scritto un post lunghissimo per raccontare perché e per come ho scelto questo tema per l'MTChallenge di settembre 2014. Poi l'ho ridotto della metà, lasciando solo alcune note che mi sembravano indispensabili, e l'ho mandato alla Gennaro per un parere.  E lei ha detto che un terzo di quanto le ho mostrato era già troppo! Allora ho ricomposto alcuni dei contenuti in articoli di supporto da pubblicare più avanti ed ho cassato il resto. Qui è rimasto il riassunto della selezione della selezione, ovvero il puro tema dell'MTC. Che, mi spiace, adesso vi tocca leggere per intero! Se scegliere un ingrediente invece che una ricetta tende ad allargare gli orizzonti, questa volta scegliere IL RISO , come capirete, li spalanca fran

MTC giugno 2011... verso Oriente!

Continuo a pensare che le giudici  titolari  e aggiunte  dell'MTC fossero completamente fuori quando hanno passato a me il testimone e nessuno potrà convincermi del contrario, anche perchè potevano ben immaginare in che gorgo storico-etnico-confusionale avrei trascinato la sfida... ma si sono fidate lo stesso! No, è oggettivo: non possono essere completamente normali... Accertato questo, dichiaro anche di non essermi mai emozionata tanto nello scrivere un post e soprattutto nel proporre una ricetta, sentendo tanti occhi puntati addosso ed il fiato trattenuto di tanti MTC addicted... Ebbene sì, rilassatevi (o disperatevi) pure: come temevate, questa volta si va davvero tutti in Giappone! Niente succede per caso, si sa. Tanto è vero che l'eterno girovagare di Marco Polo (a cui faccio da qualche tempo da vivandiera ) l'ha portato proprio a questo punto del suo viaggio a confrontarsi con  Cipango , il Paese del Sol Levante... Come potevo non cogliere il suggerimento di un s

a tu per tu con il Fleischkäse svizzero, questo sconosciuto di famiglia

Nel curioso elenco dei cibi svizzeri che hanno caratterizzato la mia infanzia mi rendo conto che, fatto strano, sul blog non ho ancora parlato del  Fleischkäse, una via di mezzo tra un polpettone ed un würstel gigante di cui da bambini venivamo spesso nutriti. Ma un episodio di vita vera me lo ha messo sotto il naso proprio l'altro giorno, ed eccomi qui con il mio reportage storico-familiare. Alcuni Svizzeri, come quelli di casa mia, vivono il   Fleischkäse come un salume, da comprare pronto, intero o affettato sottile in buste, da servire in tavola come fosse prosciutto cotto o da infilare nei panini per merenda con maionese, senape e cipolline sottaceto (Be'... che c'è?! Se mia mamma per evitare che noi figli mangiassimo troppa Nutella la teneva in frigo ad indurire, così era più difficile da spalmare e sul pane se ne metteva di meno, perché stupirsi di quella che lei invece considerava una merenda "sana"?!) Altri amanti del  Fleischkäse  lo compran

una salsa di cipolle svizzera per würstel e per mamme lavoratrici

Lo so: sono rimasta indietro di una puntata! Parlavo di  ricette svizzere  quando un'irrefrenabile tentazione di cibo americano  si è intrufolata in cucina ed ha avuto  la meglio. Riprendo ora il filo con un piatto che ho proposto pochi giorni fa anche alla mia cara mammina svizzera in occasione del suo compleanno: Bratwurst con salsa di cipolle. L'aspetto curioso non sta tanto nel tipo di würstel utilizzato, una salsiccia bianca di vitello il cui nome per alcuni significa "salsiccia di carne spezzettata" e per altri "salsiccia da arrostire". In Germania di solito viene speziata in modo deciso con pepe, noce moscata e/o cumino, mentre in Svizzera il suo sapore è molto più delicato. In Ticino ne esiste una versione mignon, una "collana" di micro-salsiccine detta cipollata  non perchè contenga cipolle ma perchè, appunto, di solito si serve in salsa di cipolle. Ma, a casa della mia mamma lavoratrice senza tempo ne' passione per la cucina,

Milano matsuri: una festa popolare giapponese... sotto casa!

Il 26 maggio nessuno mi cerchi: non ci sarò! Il 26 maggio succederà una cosa bellissima, tanto che non sto più nella pelle dalla voglia che arrivi presto, e trascorrerò l'intera giornata a Milano vivendo un'esperienza giapponese davvero unica. A meno di non abitare in Giappone, intendo, cose così in Italia non si vedono spesso... A Milano tra via Keplero e piazza Carbonari (pochi passi dalle stazioni metrò di Zara o Sondrio) una domenica tutta dedicata alle tradizioni giapponesi. Non le solite che conoscono tutti, tipo sushi o manga, ma proprio quelle popolari, i divertimenti delle persone semplici che affollano una festa di piazza... insomma: un vero e originale matsuri giapponese, con le sue bancarelle, i suoi suoni, i suoi profumi ed i suoi colori! In alcune città d'Italia si sono tenuti degli eventi denominati " matsuri ", ma mai è stata ricostruita la vera atmosfera della sagra di paese giapponese, mai è stata presentata una così vasta gamma di aute

riso Otello: un nero integral(ista)

Il primo giorno di autunno una ricetta con le ultime verdure estive, che sono ancora buone visto che sembra far più caldo ora che nei mesi trascorsi... Sollecitata da alcuni dubbi posti sulle modalità di cottura del riso integrale e sull'utilizzo di varietà di riso "esotiche", ho pensato di provare le risposte sul campo e chiarire soprattutto le idee a me stessa, la prima che ha tutto ancora da imparare. Così, per prendere due piccioni con una fava, ho scelto un riso sia nero che integrale. No, non famoso ed idolatrato riso Venere, fantastica varietà di nobile origine cinese che, grazie a opportune ibridazioni, ora è coltivato anche in Italia.  Ho pescato  invece una varietà tutta italiana: il riso Otello, che deriva anch'esso da varietà cinesi ma è di concezione e di coltivazione tutta nostrana. Chissà se il  nome è stato ispirato ispirato dal famoso personaggio shakespeariano, dalla sua pelle scura e dalla sua natura piuttosto integral ista... Si utilizz

precisazione:

Per carattere tendo a tenermi in disparte e so che un comportamento simile in rete rema contro la normale volontà di visibilità di un blog che si rispetti: ho ricevuto spesso critiche per questo.
Mi hanno anche fatto notare che non sempre racconto le manifestazioni a cui sono invitata da aziende e che non polemizzo con chi ha utilizzato i miei testi o le mie foto senza citare il mio blog.
Ringrazio con passione chi mi rivolge queste critiche per affetto e chi mi sopporta lo stesso, nonostante non segua i loro consigli!