Come sa bene chi segue questo blog da tempo, sono stata sempre refrattaria a tutti quei fenomeni commerciali che comprensibilmente ruotano intorno ai blog di cucina e che non ho invece mai sentito particolarmente affini al mio modo di intendere questo spazio.
Dunque sono spesso stata contattata da aziende che mi proponevano citazioni, banner, forniture e anche sponsorizzazioni ed ho lasciato spazio per queste cose a foodblogger più sensibili di me al fascino della visibilità o della monetizzazione dei propri spazi.
Di recente però mi hanno interpellato alcune aziende che, avvicinandomi in modo serio e discreto, mi hanno chiesto di testare alcuni loro prodotti, libera poi di parlarne o meno sul blog, libera pure di parlarle male, libera persino di proporre le mie ricette senza neppure citare l'azienda.
Lo scopo finale infatti per loro era verificare se si trattasse di ingredienti compatibili con lo sviluppo di ricette "etniche", filone che contraddistingue questo blog e che da qualche tempo comincia a suscitare interesse anche presso un pubblico solitamente più tradizionalista.
Mi sono lasciata incuriosire da questo approccio e così ho deciso di utilizzare davvero alcuni dei prodotti propostimi, creando ricette di origine straniera per cui questi ingredienti si rivelavano perfetti ma che non contenessero troppi ingredienti difficili da reperire o dai sapori lontanissimi dal gusto italiano.
Ne è uscito un nuovo tag, che inauguro con la ricetta di oggi: mondo in casa,ovvero gusti etnici (cioè tipici di culture diverse da quella italiana) riproducibili senza la necessità di riempirsi la dispensa di boccette lattine e spezie strane che poi non si sa più come utilizzare.
Ricette fondamentalmente semplici e di stagione in cui, a parte alcuni ingredienti "stranieri" ormai diffusi nel gusto comune e di facilissima reperibilità, come salsa di soia o polvere di curry, per tutto ciò che non è italiano è indicata una possibile sostituzione con prodotti a noi molto conosciuti.
Comincio questa avventura con grande curiosità e a ottobre parto con gli spinaci, che finiscono oggi in una zuppetta in stile giapponese... con interscambi però valtellinesi e campani...
Ohitashi masshuru-mu soba - Spaghettini di grano saraceno in brodo leggero con spinaci e porcini
ingredienti per 4 persone occidentali o per 6 orientali:
200 g di spaghettini soba giapponesi, oppure di fidelini di grano saraceno
500 g di spinaci mondati e lavati
20 g di porcini secchi
1 spicchio di aglio
4 cucchiai di salsa di soia
2 cucchiai di salsa di pesce nuoc-mam, oppure di colatura di alici
1/2 cucchiaio di semi di sesamo tostati
1 cucchiaio di olio di arachidi
sale
Mettere a bagno i funghi in 800 ml di acqua calda fino a che si sono ammorbiditi, strizzarli leggermente e tagliali in pezzi regolari. Filtrare e tenere da parte anche la loro acqua.
Scottare gli spaghettini in abbondante acqua bollente leggermente salata per circa 4 minuti, scolarli al dente e raffreddarli subito sotto l'acqua fredda, quindi tenerli da parte in luogo tiepido.
Mettere in un ampio tegame gli spinaci con l'aglio intero, sbucciato e leggermente schiacciato, e due o tre cucchiai di acqua. Coprire e far cuocere a fuoco medio fino a che gli spinaci si sono ammorbiditi ma sono ancora belli verdi. Levarli dal tegame e salare leggermente.
Nello stesso tegame versare l'olio e rimettere l'aglio degli spinaci; quando comincia a colorire versare nel tegame i funghi con un paio di cucchiai della loro acqua ed un pizzico di sale e cuocere a fiamma vivace fino a che l'acqua si è asciugata ed i funghi sono belli morbidi.
Scaldare nel frattempo a parte l'acqua dei funghi rimasta con la salsa di pesce e la salsa di soia fino a sobbollire (regolando eventualmente a gusto per il sale, ma non dovrebbe servire).
Distribuire gli spaghettini di grano saraceno nelle ciotole individuali, appoggiavi sopra gli spinaci e i funghi, versarvi il brodo bollente, spolverizzare con i semi di sesamo e servire ben caldo.
In Giappone si servirebbe con le sole bacchette, per pescare gli ingredienti e poi sorbire il brodo direttamente dalla tazza. Per commensali occidentali può essere utile anche un cucchiaio...
Dunque sono spesso stata contattata da aziende che mi proponevano citazioni, banner, forniture e anche sponsorizzazioni ed ho lasciato spazio per queste cose a foodblogger più sensibili di me al fascino della visibilità o della monetizzazione dei propri spazi.
Di recente però mi hanno interpellato alcune aziende che, avvicinandomi in modo serio e discreto, mi hanno chiesto di testare alcuni loro prodotti, libera poi di parlarne o meno sul blog, libera pure di parlarle male, libera persino di proporre le mie ricette senza neppure citare l'azienda.
Lo scopo finale infatti per loro era verificare se si trattasse di ingredienti compatibili con lo sviluppo di ricette "etniche", filone che contraddistingue questo blog e che da qualche tempo comincia a suscitare interesse anche presso un pubblico solitamente più tradizionalista.
Mi sono lasciata incuriosire da questo approccio e così ho deciso di utilizzare davvero alcuni dei prodotti propostimi, creando ricette di origine straniera per cui questi ingredienti si rivelavano perfetti ma che non contenessero troppi ingredienti difficili da reperire o dai sapori lontanissimi dal gusto italiano.
Ne è uscito un nuovo tag, che inauguro con la ricetta di oggi: mondo in casa,ovvero gusti etnici (cioè tipici di culture diverse da quella italiana) riproducibili senza la necessità di riempirsi la dispensa di boccette lattine e spezie strane che poi non si sa più come utilizzare.
Ricette fondamentalmente semplici e di stagione in cui, a parte alcuni ingredienti "stranieri" ormai diffusi nel gusto comune e di facilissima reperibilità, come salsa di soia o polvere di curry, per tutto ciò che non è italiano è indicata una possibile sostituzione con prodotti a noi molto conosciuti.
Comincio questa avventura con grande curiosità e a ottobre parto con gli spinaci, che finiscono oggi in una zuppetta in stile giapponese... con interscambi però valtellinesi e campani...
ingredienti per 4 persone occidentali o per 6 orientali:
200 g di spaghettini soba giapponesi, oppure di fidelini di grano saraceno
500 g di spinaci mondati e lavati
20 g di porcini secchi
1 spicchio di aglio
4 cucchiai di salsa di soia
2 cucchiai di salsa di pesce nuoc-mam, oppure di colatura di alici
1/2 cucchiaio di semi di sesamo tostati
1 cucchiaio di olio di arachidi
sale
Mettere a bagno i funghi in 800 ml di acqua calda fino a che si sono ammorbiditi, strizzarli leggermente e tagliali in pezzi regolari. Filtrare e tenere da parte anche la loro acqua.
Scottare gli spaghettini in abbondante acqua bollente leggermente salata per circa 4 minuti, scolarli al dente e raffreddarli subito sotto l'acqua fredda, quindi tenerli da parte in luogo tiepido.
Mettere in un ampio tegame gli spinaci con l'aglio intero, sbucciato e leggermente schiacciato, e due o tre cucchiai di acqua. Coprire e far cuocere a fuoco medio fino a che gli spinaci si sono ammorbiditi ma sono ancora belli verdi. Levarli dal tegame e salare leggermente.
Nello stesso tegame versare l'olio e rimettere l'aglio degli spinaci; quando comincia a colorire versare nel tegame i funghi con un paio di cucchiai della loro acqua ed un pizzico di sale e cuocere a fiamma vivace fino a che l'acqua si è asciugata ed i funghi sono belli morbidi.
Scaldare nel frattempo a parte l'acqua dei funghi rimasta con la salsa di pesce e la salsa di soia fino a sobbollire (regolando eventualmente a gusto per il sale, ma non dovrebbe servire).
Distribuire gli spaghettini di grano saraceno nelle ciotole individuali, appoggiavi sopra gli spinaci e i funghi, versarvi il brodo bollente, spolverizzare con i semi di sesamo e servire ben caldo.
In Giappone si servirebbe con le sole bacchette, per pescare gli ingredienti e poi sorbire il brodo direttamente dalla tazza. Per commensali occidentali può essere utile anche un cucchiaio...
- rivoli affluenti:
- gli spinaci, già ben puliti e mondati, sono questi di OrtoRomi
- la pasta di grano saraceno giapponese equivale sostanzialmente ai nostri pizzoccheri valtellinesi, ma è più liscia e leggermente meno rustica. Alcuni produttori di pizzoccheri preparano anche degli spaghettini sottili, perfetti per questa preparazione. Verificarne sempre i tempi di cottura.
- esistono vari tipi di salsa di pesce in Oriente, usate prevalentemente nel Sudest Asiatico. Si possono facilmente sostituire con la nostra colatura di alici, ottima quella di Cetara.
Per quanto aperta e curiosa io sia per le preparazioni dei diversi Paesi, gli spaghetti o i loro amici nelle zuppe brodose proprio non mi attraggono...
RispondiEliminaPerò l'idea di questo nuovo tag mi piace...
@virò: una volta ssaggiati capirai... nel frattempo puoi tenere la stessa preparazione asciutta, usando un po' di salsa di soia e salsa di pesce per far saltare gli spaghetti saraceni con le verdure. La ricetta perde un filo di eleganza ma i sapori sono fantastici comunque
RispondiEliminaMooolto golosa, la devo provare :-)
RispondiElimina(non me ne volere, ma quando ho visto la prima foto ho pensato a un alieno affogato. Non devo essere proprio normale....)
@cottadoT: due zampette di Alien che escono dalla zuppa... sei un mito! golosa e semplice, secondo me ti piace
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