Invitata a contribuire con qualcosa di mangereccio per un incontro domenicale tra amici in cui ciascuno avrebbe portato qualcosa, mi ritrovavo:
1) una cassetta di carciofi fresca fresca di mercato (merito della stagione)
2) pochissimo tempo per cucinare (niente di nuovo)
3) una grande voglia di cibo giapponese, che non preparavo da troppi giorni (idem come sopra!)
Rendermene conto e provare ad usare i carciofi in chiave giapponese è stato tutt'uno... In Giappone non conoscono i carciofi e non li coltivano ne' li importano, nonostante ne sappiano apprezzare il sapore perché assomiglia a quello del chorogi, un piccolo tubero locale consumato specialmente per Capodanno che ricorda vagamente il nostro topinambour.
Superata l'idea immediata di una tenpura di carciofi (che in fondo senza troppe varianti si incontra alle più disparate latitudini senza andare a scomodare i Giapponesi), ho provato ad interpretare questo ortaggio in chiave yoshoku, cioè a cavallo tra tradizione nipponica ed usi occidentali.
Ma perchè, magari ci si chiede, forzare il trattamento di una "nostra" verdura secondo i gusti e le tecniche di una cultura gastronomica tanto differente? Non solo per i motivi sopra elencati e per puro piacere personale, ma anche perché tre e anni fa come oggi terremoto e tsunami devastavano il Giappone.
Dopo così poco tempo la maggior parte del Paese è stato ricostruito, nonostante siano rimasti strascichi di alcune difficoltà gravi. Parlai del terremoto nel 2011 (in quel post ed in molti altri) quando accadde, poi nel 2012, nel 2013 e lo ricordo anche oggi. Non come un semplice anniversario storico ma come l'occasione di agire in concreto.
Pochi sono i blog a tema giapponese che ricordano questa ricorrenza, a ragione di pudore ed orgoglio. Ancora meno quelli italiani, per motivi più superficiali.
Una volta superata l'emergenza più diretta si tende a non prestare più attenzione ai problemi che non ci toccano direttamente... Allora i bimbi giapponesi rimasti orfani o colpiti da radiazioni sembrano oggi responsabilità altrui ed il Giappone si nomina solo quando si tratta di sushi.
Invece le storie, così come la cucina, oramai non hanno più confini giustificabili e rispettare le tradizioni locali non è alternativo a condividere le conoscenze ed anche le possibili soluzioni alle difficoltà.
Infatti qualcuno tra Italia e Giappone ha continuato a pensarci, in questi tre anni, ai problemi rimasti dopo l'emergenza immediata del terremoto. E almeno un giorno all'anno mi sembra giusto testimoniarlo. E soprattutto ringraziare i volontari di ogni nazionalità che fanno da memoria e da coscienza a tutti noi esseri dall'anima più distratta...
Ātichōku itame - Carciofi saltati con anima giapponese
ingredienti per 8 persone come contorno, per 16 come snack/antipastino:
6 carciofi violetti
1 spicchio di aglio
1 pezzetto di zenzero fresco grande come l'aglio
4 cucchiai di sakè
4 cucchiai di salsa di soia
2 cucchiai di zucchero
2 cucchiai di olio di arachidi
1/2 cucchiaio di olio di sesamo
1/2 cucchiaio di semi di sesamo neri
sachimi togarashi (mix di peperoncino giapponese e spezie)
Mondare i carciofi eliminando le foglie dure più esterne, le punte con le spine e le barbette interne; affettare sottili i carciofi e metterli a bagno in acqua acidulata con aceto di riso a mano a mano che vengono pronti.
Pelare i gambi con un pelapatate, tagliarli a bastoncini sottili ed unirli ai carciofi. Grattugiare finemente l'aglio e lo zenzero pelati.
Scaldare l'olio di arachidi in un ampio tegame o in un wok con aglio e zenzero e, appena cominciano a sfrigolare, unire i carciofi ben scolati, cuocendo a fuoco vivace per 3 o 4 minuti.
Sfumare con il sakè, quindi coprire il tegame e lasciare ammorbidire i carciofi per qualche minuto.
Unire lo zucchero, la salsa di soia e l'olio di sesamo, alzare la fiamma e lasciar assorbire quasi completamente il condimento.
Servire caldo o tiepido distribuendo i carciofi in numero dispari in ciotoline individuali e cospargendo a piacere con il mix di peperoncino giapponese e con i semi di sesamo nero.
1) una cassetta di carciofi fresca fresca di mercato (merito della stagione)
2) pochissimo tempo per cucinare (niente di nuovo)
3) una grande voglia di cibo giapponese, che non preparavo da troppi giorni (idem come sopra!)
Rendermene conto e provare ad usare i carciofi in chiave giapponese è stato tutt'uno... In Giappone non conoscono i carciofi e non li coltivano ne' li importano, nonostante ne sappiano apprezzare il sapore perché assomiglia a quello del chorogi, un piccolo tubero locale consumato specialmente per Capodanno che ricorda vagamente il nostro topinambour.
Superata l'idea immediata di una tenpura di carciofi (che in fondo senza troppe varianti si incontra alle più disparate latitudini senza andare a scomodare i Giapponesi), ho provato ad interpretare questo ortaggio in chiave yoshoku, cioè a cavallo tra tradizione nipponica ed usi occidentali.
Ma perchè, magari ci si chiede, forzare il trattamento di una "nostra" verdura secondo i gusti e le tecniche di una cultura gastronomica tanto differente? Non solo per i motivi sopra elencati e per puro piacere personale, ma anche perché tre e anni fa come oggi terremoto e tsunami devastavano il Giappone.
Dopo così poco tempo la maggior parte del Paese è stato ricostruito, nonostante siano rimasti strascichi di alcune difficoltà gravi. Parlai del terremoto nel 2011 (in quel post ed in molti altri) quando accadde, poi nel 2012, nel 2013 e lo ricordo anche oggi. Non come un semplice anniversario storico ma come l'occasione di agire in concreto.
Pochi sono i blog a tema giapponese che ricordano questa ricorrenza, a ragione di pudore ed orgoglio. Ancora meno quelli italiani, per motivi più superficiali.
Una volta superata l'emergenza più diretta si tende a non prestare più attenzione ai problemi che non ci toccano direttamente... Allora i bimbi giapponesi rimasti orfani o colpiti da radiazioni sembrano oggi responsabilità altrui ed il Giappone si nomina solo quando si tratta di sushi.
Invece le storie, così come la cucina, oramai non hanno più confini giustificabili e rispettare le tradizioni locali non è alternativo a condividere le conoscenze ed anche le possibili soluzioni alle difficoltà.
Infatti qualcuno tra Italia e Giappone ha continuato a pensarci, in questi tre anni, ai problemi rimasti dopo l'emergenza immediata del terremoto. E almeno un giorno all'anno mi sembra giusto testimoniarlo. E soprattutto ringraziare i volontari di ogni nazionalità che fanno da memoria e da coscienza a tutti noi esseri dall'anima più distratta...
Ātichōku itame - Carciofi saltati con anima giapponese
ingredienti per 8 persone come contorno, per 16 come snack/antipastino:
6 carciofi violetti
1 spicchio di aglio
1 pezzetto di zenzero fresco grande come l'aglio
4 cucchiai di sakè
4 cucchiai di salsa di soia
2 cucchiai di zucchero
2 cucchiai di olio di arachidi
1/2 cucchiaio di olio di sesamo
1/2 cucchiaio di semi di sesamo neri
sachimi togarashi (mix di peperoncino giapponese e spezie)
Mondare i carciofi eliminando le foglie dure più esterne, le punte con le spine e le barbette interne; affettare sottili i carciofi e metterli a bagno in acqua acidulata con aceto di riso a mano a mano che vengono pronti.
Pelare i gambi con un pelapatate, tagliarli a bastoncini sottili ed unirli ai carciofi. Grattugiare finemente l'aglio e lo zenzero pelati.
Scaldare l'olio di arachidi in un ampio tegame o in un wok con aglio e zenzero e, appena cominciano a sfrigolare, unire i carciofi ben scolati, cuocendo a fuoco vivace per 3 o 4 minuti.
Sfumare con il sakè, quindi coprire il tegame e lasciare ammorbidire i carciofi per qualche minuto.
Unire lo zucchero, la salsa di soia e l'olio di sesamo, alzare la fiamma e lasciar assorbire quasi completamente il condimento.
Servire caldo o tiepido distribuendo i carciofi in numero dispari in ciotoline individuali e cospargendo a piacere con il mix di peperoncino giapponese e con i semi di sesamo nero.
- rivoli affluenti:
- il link per sapere di più di Orto dei Sogni edizione 2014
- non sono la prima ad avere avuto questa bella idea... Una ricetta di carciofi alla giapponese è contenuta in: Graziana Canova Tura, Il Giappone in cucina. Nuova edizione riveduta e ampliata, Ponte alle Grazie, 2006, ISBN 88-7928-804-0
- curiosità sul chorogi, detto anche "carciofo giapponese": qui
Eu muitas vezes parar em seu site que eu realmente aprecio isso me permite escapar e pensar em outras coisas .... Que felicidade ! obrigado
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