Hai presente quando apri un blog, non vuoi apparire di persona e, come avatar personale, scegli tra le mille foto scattate del tuo ultimo viaggio quella che più ti sembra possa rappresentarti? E hai presente quando ti chiedono cosa sia quella foto e non hai mai parole per rispondere pienamente?
Ecco, in due righe ho riassunto il mio silenzio, in quasi sei anni di blog, sul senso di quella immagine. Ora apre una mostra alla Palazzina Liberty della Fabbrica del Vapore a Milano che invece spiega per bene di cosa si tratta!
Si inaugura oggi, martedì 14 aprile, alle 18.30 e dura fino al 19 aprile la mostra SEN MILLE THOUSAND - Hiroshima orizuru: new ideas for a social design - Dalle gru origami di Hiroshima: nuove idee per un design sociale
Spiegazione del titolo: La parola "mille" in giapponese, sen, inglese, thousand, ed italiano. Sen è parte del termine senbazuru, che definisce le "catene" di carta colorata composte da mille piccole gru di origami, gli orizuru. Sono omaggi votivi che i fedeli donano ai templi, una forma di omaggio, preghiera ew meditazione tutta nipponica.
Dietro c'è una storia: al termine della Seconda Guerra Mondiale sulle macerie di Hiroshima fu costruito un memoriale che inneggia alla pace. Si dice che una bimba, malata di leucemia a causa delle radiazioni, avesse deciso di confezionare una catena di mille gru, numero portafortuna, che avrebbe permesso ad un suo desiderio di avverarsi se fosse riuscita a portarlo al Peace Memorial Park di Hiroshima.
Purtroppo non riuscì a vedere il suo sogno realizzato. In sua memoria nel parco venne eretta una statua inneggiante alla pace dedicata alle sofferenze di tutti i bambini. Ancora oggi, a decenni di distanza, ogni giorno arrivano visitatori nel parco, dove continuano ad appendere i loro senbazuru e a pregare per la pace.
Ogni anno la direzione deve rimuove tonnellate di catene di orizuru per far posto a quelle nuove, così un'azienda giapponese, la Nissei Sangyo, si occupa di riciclarle (foto dell'invito), riducendo le gru di carta in polpa di cellulosa e un'altra società, la Camino Co Ltd, ricava da quella cellulosa oggetti di design e di uso comune.
La mostra di Milano parla di tutto ciò attraverso un percorso immaginato dal fotografo Yuki Seli, che utilizza tutti questi materiali (catene senzuru di Hiroshima ancora in buone condizioni e materiali derivati dal riciclo di quelle rovinate), oltre ad una installazione video e a degli orizuru confezionati per l'occasione, per creare un ambiente armonioso e ovattato, che coinvolga tutti i sensi, infonda calma e stimoli la riflessione.
Lo scopo non è solo quello di toccare, in occasione del contemporaneo Salone del Mobile di Milano, il tema del riciclo legato al design, quanto quello del ruolo sociale del designer e la sua possibilità, nel caso specifico, di trasmettere attraverso gli oggetti creati anche sentimenti e speranze.
Un ulteriore utilizzo degli orizuru di Hiroshima riciclati, pensato quest'anno in occasione, il 6 agosto, dei settant'anni dallo scoppio della bomba, è quello della produzione di shikishi, i biglietti su cui i Giapponesi sono soliti scrivere messaggi di augurio e preghiere.
Non saranno pronti per essere presenti alla mostra ma gli shikishi rappresentano forse, più di tutto, la vera possibilità per queste gru di carta di riprendere il loro volo di speranza, portando per il mondo la volontà di pace delle migliaia di persone che le hanno confezionate.
Ho pensato per questa occasione di non cucinare niente di tipicamente giapponese ma di prendere una ricetta internazionale ed infonderle un tocco giapponese. Quindi dei biscottini al burro, semplicissimi, ma con un tocco nascosto che, come nella carta riciclata, solo ad una persona attenta e consapevole racconta tutta la storia...
Biscottini dolci con akamiso e kinako
ingredienti per circa 180 pezzi piccoli o 100 grandi:
270 g di farina 00
80 g di farina 0
45 g di amido di mais
10 g di kinako, farina di soia tostata
200 g di burro
200 g di zucchero più 3 cucchiai
40 (70) g di akamiso (miso rosso) 2 cucchiai
1 uovo
2 cucchiai di olio di sesamo
1 cucchiaino di lievito in polvere (2 g circa)
2 cucchiai di semi di sesamo
Portare il burro a temperatura ambiente e ridurlo a pezzettini; setacciare insieme un paio di volte le quattro farine con il lievito.
Lavorare con una frusta (o con la foglia della planetaria) il burro insieme al miso e a 200 g di zucchero fine fino a che risultano cremosi e ben impastati.
Unire l'uovo sbattuto, l'olio di sesamo e poi le farine poco per volta, incorporando bene il tutto. A parte mescolare in un vassoio lo zucchero rimasto con i semi di sesamo.
Dividere il composto in 4 panetti uguali e modellarli in cilindri ben compatti da circa 3 cm di diametro. Rotolarli nello zucchero , avvolgerli in pellicola e lasciar riposare in frigo un paio di ore.
Accendere il forno a 170 °C ventilato. Tagliare ogni rotolo a fettine spesse 5 mm e disporle in teglie rivestite di carta forno. Cuocere per circa 12 minuti e far raffreddare su una gratella.
Si conservano in scatola di latta per qualche giorno. Diminuendo lo zucchero possono diventare degli ottimi biscottini salati da aperitivo.
Ecco, in due righe ho riassunto il mio silenzio, in quasi sei anni di blog, sul senso di quella immagine. Ora apre una mostra alla Palazzina Liberty della Fabbrica del Vapore a Milano che invece spiega per bene di cosa si tratta!
Si inaugura oggi, martedì 14 aprile, alle 18.30 e dura fino al 19 aprile la mostra SEN MILLE THOUSAND - Hiroshima orizuru: new ideas for a social design - Dalle gru origami di Hiroshima: nuove idee per un design sociale
Spiegazione del titolo: La parola "mille" in giapponese, sen, inglese, thousand, ed italiano. Sen è parte del termine senbazuru, che definisce le "catene" di carta colorata composte da mille piccole gru di origami, gli orizuru. Sono omaggi votivi che i fedeli donano ai templi, una forma di omaggio, preghiera ew meditazione tutta nipponica.
Dietro c'è una storia: al termine della Seconda Guerra Mondiale sulle macerie di Hiroshima fu costruito un memoriale che inneggia alla pace. Si dice che una bimba, malata di leucemia a causa delle radiazioni, avesse deciso di confezionare una catena di mille gru, numero portafortuna, che avrebbe permesso ad un suo desiderio di avverarsi se fosse riuscita a portarlo al Peace Memorial Park di Hiroshima.
Purtroppo non riuscì a vedere il suo sogno realizzato. In sua memoria nel parco venne eretta una statua inneggiante alla pace dedicata alle sofferenze di tutti i bambini. Ancora oggi, a decenni di distanza, ogni giorno arrivano visitatori nel parco, dove continuano ad appendere i loro senbazuru e a pregare per la pace.
Ogni anno la direzione deve rimuove tonnellate di catene di orizuru per far posto a quelle nuove, così un'azienda giapponese, la Nissei Sangyo, si occupa di riciclarle (foto dell'invito), riducendo le gru di carta in polpa di cellulosa e un'altra società, la Camino Co Ltd, ricava da quella cellulosa oggetti di design e di uso comune.
La mostra di Milano parla di tutto ciò attraverso un percorso immaginato dal fotografo Yuki Seli, che utilizza tutti questi materiali (catene senzuru di Hiroshima ancora in buone condizioni e materiali derivati dal riciclo di quelle rovinate), oltre ad una installazione video e a degli orizuru confezionati per l'occasione, per creare un ambiente armonioso e ovattato, che coinvolga tutti i sensi, infonda calma e stimoli la riflessione.
anteprima dell'allestimento: orizuru volanti |
Lo scopo non è solo quello di toccare, in occasione del contemporaneo Salone del Mobile di Milano, il tema del riciclo legato al design, quanto quello del ruolo sociale del designer e la sua possibilità, nel caso specifico, di trasmettere attraverso gli oggetti creati anche sentimenti e speranze.
Un ulteriore utilizzo degli orizuru di Hiroshima riciclati, pensato quest'anno in occasione, il 6 agosto, dei settant'anni dallo scoppio della bomba, è quello della produzione di shikishi, i biglietti su cui i Giapponesi sono soliti scrivere messaggi di augurio e preghiere.
Non saranno pronti per essere presenti alla mostra ma gli shikishi rappresentano forse, più di tutto, la vera possibilità per queste gru di carta di riprendere il loro volo di speranza, portando per il mondo la volontà di pace delle migliaia di persone che le hanno confezionate.
senzuru pronti per l'allestimento della mostra |
Biscottini dolci con akamiso e kinako
ingredienti per circa 180 pezzi piccoli o 100 grandi:
270 g di farina 00
80 g di farina 0
45 g di amido di mais
10 g di kinako, farina di soia tostata
200 g di burro
200 g di zucchero più 3 cucchiai
40 (70) g di akamiso (miso rosso) 2 cucchiai
1 uovo
2 cucchiai di olio di sesamo
1 cucchiaino di lievito in polvere (2 g circa)
2 cucchiai di semi di sesamo
Portare il burro a temperatura ambiente e ridurlo a pezzettini; setacciare insieme un paio di volte le quattro farine con il lievito.
Lavorare con una frusta (o con la foglia della planetaria) il burro insieme al miso e a 200 g di zucchero fine fino a che risultano cremosi e ben impastati.
Unire l'uovo sbattuto, l'olio di sesamo e poi le farine poco per volta, incorporando bene il tutto. A parte mescolare in un vassoio lo zucchero rimasto con i semi di sesamo.
Dividere il composto in 4 panetti uguali e modellarli in cilindri ben compatti da circa 3 cm di diametro. Rotolarli nello zucchero , avvolgerli in pellicola e lasciar riposare in frigo un paio di ore.
Accendere il forno a 170 °C ventilato. Tagliare ogni rotolo a fettine spesse 5 mm e disporle in teglie rivestite di carta forno. Cuocere per circa 12 minuti e far raffreddare su una gratella.
Si conservano in scatola di latta per qualche giorno. Diminuendo lo zucchero possono diventare degli ottimi biscottini salati da aperitivo.
- rivoli affluenti:
- i dettagli della mostra:
- imperdibile, per tutti i bambini che non l'hanno mai letto: Karl Bruckner, Il gran sole di Hiroshima, 1961. La mia edizione dell'infanzia era Bemporad Marzocco, ora disponibile pubblicato da Giunti, ISBN 8809768775. Che sia nato allora il mio amore per il Giappone?
Bellissima iniziativa di un riciclo, carico di significati, speranza e buone intenzioni...e i tuoi biscotti pensati x l'occasione "ci stanno dentro" perfettamente!
RispondiEliminaBellissima l'iniziativa, per i dolci glisso purtroppo, Buona serata
RispondiElimina@ilaria: sì, iniziativa bella davvero. Ed entrare in quel locale tra tutte quelle gru di Hiroshima appese con filo ricavato dalla cellulosa riciclata è stata un'emozione davvero difficile da descrivere...
RispondiElimina@edvige: be', puoi sempre ridurre lo zucchero a una ventina di grammi e prepararteli in versione salata ;-)
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