Interrompo per un momento una curiosa (!) serie di ricette carnivore, mai così lunga nella storia di questo blog, per raccontare la storia di un riciclo.
Mentre tenevo una lezione di street food ghaniano, un paio di settimane fa, mi sono ritrovata a cucinare tre ricette a base di platano, quella che si considera una "banana" africana e che in realtà è originaria dell'Asia, conosciuta anche sembra da Alessandro Magno, portata prima in Africa da commercianti cinesi e arabi e poi da lì in Sudamerica da esploratori Portoghesi.
Per la verità non appartiene nemmeno proprio alla famiglia delle banane, nonostante le assomigli come forma, mentre per il gusto, come spiegavo in quell'occasione, ci si deve attendere dei sapori diversi: quando il platano è acerbo, con la buccia verde e la polpa bianca e molto dura, va consumato per forza cotto perchè in sapore e consistenza assomiglia più che altro ad una patata.
A mano a mano che il platano matura, la buccia e la polpa si fanno gialle ed i suoi amidi si trasformano in zuccheri, rendendola più morbida e dolce. Ma è quando arriva al massimo della maturazione che il suo gusto diventa più simile a quello della banana: la buccia si fa nera, la polpa quasi arancione e talmente morbida e zuccherina che la si potrebbe mangiare con un cucchiaino...
Con la polpa di questi platanos neri qui oggi preparo un dolce. In commercio da noi i platanos così maturi non si trovano, ma non è un problema: basta acquistarli verdi o gialli e lasciarli riposare (o dimenticarseli, come nel mio caso!) in un cestino in cucina per un paio di settimane!
D'altronde sia in Africa che nel Sud-Centroamerica, le zone di maggior consumo di questa bacca (botanicamente parlando...), il cibo è prezioso e si tende a non sprecarlo, quindi esistono molte ricette dedicate all'utilizzo di platanos troppo maturi per essere serviti come si fa di solito, in genere lessati o fritti, come pietanza principale.
Ecco qui l'uso che ho fatto io, in perfetto spirito del "non si butta via nulla", per riciclare i tre platanos rimastimi da quell'incontro, tutti e tre inesorabilmente nerissimi. A giudicare dagli ingredienti, curiosamente (!) la ricetta potrebbe essere maturata, come i platanos (!!!), sia in area di gusto latina che centroafricana...
Mentre tenevo una lezione di street food ghaniano, un paio di settimane fa, mi sono ritrovata a cucinare tre ricette a base di platano, quella che si considera una "banana" africana e che in realtà è originaria dell'Asia, conosciuta anche sembra da Alessandro Magno, portata prima in Africa da commercianti cinesi e arabi e poi da lì in Sudamerica da esploratori Portoghesi.
Per la verità non appartiene nemmeno proprio alla famiglia delle banane, nonostante le assomigli come forma, mentre per il gusto, come spiegavo in quell'occasione, ci si deve attendere dei sapori diversi: quando il platano è acerbo, con la buccia verde e la polpa bianca e molto dura, va consumato per forza cotto perchè in sapore e consistenza assomiglia più che altro ad una patata.
A mano a mano che il platano matura, la buccia e la polpa si fanno gialle ed i suoi amidi si trasformano in zuccheri, rendendola più morbida e dolce. Ma è quando arriva al massimo della maturazione che il suo gusto diventa più simile a quello della banana: la buccia si fa nera, la polpa quasi arancione e talmente morbida e zuccherina che la si potrebbe mangiare con un cucchiaino...
Con la polpa di questi platanos neri qui oggi preparo un dolce. In commercio da noi i platanos così maturi non si trovano, ma non è un problema: basta acquistarli verdi o gialli e lasciarli riposare (o dimenticarseli, come nel mio caso!) in un cestino in cucina per un paio di settimane!
D'altronde sia in Africa che nel Sud-Centroamerica, le zone di maggior consumo di questa bacca (botanicamente parlando...), il cibo è prezioso e si tende a non sprecarlo, quindi esistono molte ricette dedicate all'utilizzo di platanos troppo maturi per essere serviti come si fa di solito, in genere lessati o fritti, come pietanza principale.
Ecco qui l'uso che ho fatto io, in perfetto spirito del "non si butta via nulla", per riciclare i tre platanos rimastimi da quell'incontro, tutti e tre inesorabilmente nerissimi. A giudicare dagli ingredienti, curiosamente (!) la ricetta potrebbe essere maturata, come i platanos (!!!), sia in area di gusto latina che centroafricana...
Torta speziata di platanos maturi con datteri, uvetta e noci
ingredienti per la torta:
ingredienti per la torta:
3 platanos molto maturi, (c.a 600 g interi, 400 g polpa netta)
200 g di farina 0 (più un cucchiaio per lo stampo)
200 g di zucchero di canna
100 g di burro (più una nocina per lo stampo)
2 uova
30 g di uvetta
5 datteri (i miei 30 g c.a con il nocciolo)
10 g di cacao amaro
8 g di lievito per dolci
1 cucchiaino di estratto di vaniglia
1 presa di cannella in polvere
1 pizzichino di peperoncino in polvere (facoltativo)
1 pizzichino di peperoncino in polvere (facoltativo)
noce moscata
sale
per la salsa:
200 g di yogurt bianco
1/2 limone
1 cucchiaio di zucchero di canna
per la salsa:
200 g di yogurt bianco
1/2 limone
1 cucchiaio di zucchero di canna
Tagliare il burro a pezzetti e lasciarlo ammorbidire; intanto setacciare la farina con il lievito, il cacao, la cannella, il peperoncino per chi vuole, e una grattata di noce moscata.
Lavorare a lungo il burro con lo zucchero con una frusta. Quando hanno formato una crema liscia e spumosa unire le uova, incorporandone uno per volta, e poi un pizzico di sale e l'estratto di vaniglia.
Schiacciare la polpa dei platanos con una forchetta fino a che formano una poltiglia uniforme e unirli al composto; amalgamare bene e poi incorporare la farina facendola scendere a pioggia mentre si continua a mescolare.
Tagliare i datteri a dadini grandi come l'uvetta e spezzettare grossolanamente le noci. Unire datteri noci e uvetta al composto e mescolare bene.
Versare il composto, che sarà abbastanza sodo, in uno stampo a ciambella da 22 cm imburrato e infarinato; cuocere a 180 °C in forno ventilato per 45-50 minuti.
Sfornare quando uno stecchino infilato nella torta esce asciutto e lasciar raffreddare prima di sformare.
Per accompagnare sciogliere lo zucchero di canna nel succo di mezzo limone e miscelarlo allo yogurt; unire la scorza di limone grattugiata finissima e servire in una ciotola al centro del dolce o a cucchiaiate con la torta a fette.
Per accompagnare sciogliere lo zucchero di canna nel succo di mezzo limone e miscelarlo allo yogurt; unire la scorza di limone grattugiata finissima e servire in una ciotola al centro del dolce o a cucchiaiate con la torta a fette.
- rivoli affluenti:
- la lezione di street food africano? Questa...
- ... E queste le ricette con i tre tipi di platano:
Platano lo conosco, almeno qualcosa, l'ho fatto fritto buonissimo. Prendo nota ciaooo.
RispondiEliminaIl platano dovrei trovarlo (anch'io mangiato soltanto fritto) m'incuriosisce provarlo in questa versione xkè pur ricordandomi il banana bread c'è anche questa aggiunta golosa di altra frutta secca!! quindi copia incolla della ricetta...Fatto :)
RispondiElimina@edvige: ogni tanto ci vuole qualcosa di semplice, no?
RispondiElimina@ilaria: sì, una sorta di banana bread versione latinoafricana...
E 'veramente un grande e utile pezzo di informazione. Sono contento che hai condiviso semplicemente questo informazioni utili con noi. Si prega di tenerci informati in questo modo. Grazie per aver condiviso.
RispondiEliminaObrigado por os bons conselhos ... é muito agradável de ler você ... e ...... instrutivo.
RispondiEliminaGrazie della ricetta, a breve mi metterò all'opera.
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