In tema di Expo e di confronti tra differenti cucine nazionali, non ho potuto fare a meno di innamorarmi della storia della cucina coreana, che la narrazione curata e curiosa del loro padiglione mi ha invogliato ad approfondire.
E, come al solito, si scopre che ogni Paese ha più anime, che spesso la tradizione attuale deriva sia da usanze popolari che dalla cucina di corte, e che a legarle, oltre a regionalità e stagionalità, è un filo comune di gusto e sapienza che rende sia le une che le altre un unico patrimonio gastronomico inconfondibilmente attribuibile alla cultura di quel Paese.
Per il cibo coreano di primo acchito potrebbe sembrare che il piccante sia l'indice di questa unità. Ma non è vero. Nonostante la ricetta che propongo oggi contenga gochujang (o kochujang).
Si tratta di una pasta di peperoncino molto aromatica e decisamente umami, ottenuta con lunghissima fermentazione di riso e fagioli di soia in peperoncino e sale, oltre ad ingredienti che ogni famiglia (e ora ogni azienda produttrice) unisce in base alla propria ricetta segreta.
Quello che caratterizza in realtà la ricetta di oggi non è il gusto piccante di questa pasta (gusto assente in verità da molti piatti coreani), ma la sua fermentazione: in questo senso non esiste quasi ricetta in Corea che non abbia almeno un ingrediente ottenuto per fermentazione.
Il piatto di oggi è sostanzialmente inventato attorno ad una scodella di freschissime rigaglie di pollo che non sapevo come utilizzare, data la necessità di mitigarne leggermente il gusto, poco gradito in famiglia. Ho pensato subito ai tang, gli stufati coreani, che con i loro aromi ricchi e gustosi avrebbero potuto decisamente fare al caso mio!
Di solito i tang sono molto sugosi e si servono accompagnati da riso bianco, ma mi è venuta in mente al volo un'alternativa: ci avrei potuto condire dei memil guksu, tagliolini di grano saraceno coreani diffusissimi nelle zone montane e molto apprezzati per calde zuppe invernali.
Diciamo che anche qui clima freddo e montagne non mancano. Così, avendo già inventato di sana pianta l'idea dello stufatino ed avendolo ripensato poi a ragout... dai noodle coreani ai pizzoccheri il passo è stato breve! Detta così può sembrare pura perversione ma i fatti dimostrano il contrario: spazzato da tutti in un attimo, si è alla fine rivelato un piatto lombardo-coreano con un suo decisissimo perchè!
E, come al solito, si scopre che ogni Paese ha più anime, che spesso la tradizione attuale deriva sia da usanze popolari che dalla cucina di corte, e che a legarle, oltre a regionalità e stagionalità, è un filo comune di gusto e sapienza che rende sia le une che le altre un unico patrimonio gastronomico inconfondibilmente attribuibile alla cultura di quel Paese.
Per il cibo coreano di primo acchito potrebbe sembrare che il piccante sia l'indice di questa unità. Ma non è vero. Nonostante la ricetta che propongo oggi contenga gochujang (o kochujang).
Si tratta di una pasta di peperoncino molto aromatica e decisamente umami, ottenuta con lunghissima fermentazione di riso e fagioli di soia in peperoncino e sale, oltre ad ingredienti che ogni famiglia (e ora ogni azienda produttrice) unisce in base alla propria ricetta segreta.
Quello che caratterizza in realtà la ricetta di oggi non è il gusto piccante di questa pasta (gusto assente in verità da molti piatti coreani), ma la sua fermentazione: in questo senso non esiste quasi ricetta in Corea che non abbia almeno un ingrediente ottenuto per fermentazione.
Il piatto di oggi è sostanzialmente inventato attorno ad una scodella di freschissime rigaglie di pollo che non sapevo come utilizzare, data la necessità di mitigarne leggermente il gusto, poco gradito in famiglia. Ho pensato subito ai tang, gli stufati coreani, che con i loro aromi ricchi e gustosi avrebbero potuto decisamente fare al caso mio!
Di solito i tang sono molto sugosi e si servono accompagnati da riso bianco, ma mi è venuta in mente al volo un'alternativa: ci avrei potuto condire dei memil guksu, tagliolini di grano saraceno coreani diffusissimi nelle zone montane e molto apprezzati per calde zuppe invernali.
Diciamo che anche qui clima freddo e montagne non mancano. Così, avendo già inventato di sana pianta l'idea dello stufatino ed avendolo ripensato poi a ragout... dai noodle coreani ai pizzoccheri il passo è stato breve! Detta così può sembrare pura perversione ma i fatti dimostrano il contrario: spazzato da tutti in un attimo, si è alla fine rivelato un piatto lombardo-coreano con un suo decisissimo perchè!
Pizzoccheri "alla coreana" con ragout piccante di rigaglie di pollo
ingredienti per 4-6 persone:
400 g di pizzoccheri secchi
300 g tra cuori, fegatini e durelli di pollo
250 g di trita di maiale
1 cipolla
2 spicchi di aglio
60 ml di vino di riso
2 cucchiai di aceto di riso (o di mele)
2 o 3 cucchiai di salsa di soia
1 cucchiaio di coriandolo tritato
1 cucchiaio di semi di sesamo tostati
1 cucchiaino di gochujang *
1 cucchiaino di miele
4 cucchiai di olio di sesamo
sale
Lavare bene fegatini, i durelli e i cuori, eliminare il sangue e tamponarli; mondarli di nervature, grasso e amenità varie e tagliarli a fettine sottili o tritarli grossolanamente.
Mescolare l'aceto con 2 cucchiai di salsa di soia, il miele e la pasta piccante in modo che il miele si sciolga perfettamente. Il gusto coreano prevederebbe 4 o 5 volte la quantità di piccante qui indicata, che per il mio palato invece basta e avanza...
Tritare cipolla e aglio e stufarli nell'olio di sesamo a fuoco basso fino a che la cipolla è trasparente.
Unire le rigaglie e la carne trita, alzare il fuoco e saltare per qualche minuto, fino a che è tutto ben cotto e dorato.
Sfumare con il vino di riso, lasciar evaporare bene ed unire la miscela degli altri ingredienti, mescolando bene.
Abbassare il fuoco e cuocere una decina di minuti, fino a che il fondo si è asciugato e la carne è insaporita in modo uniforme, regolandone se serve la sapidità con eventualmente qualche altra goccia di salsa di soia.
Nel frattempo portare a bollore abbondante acqua, salare e cuocerci i pizzoccheri per circa 12 minuti.
Scolare i pizzoccheri al dente, versarli nel tegame della carne e padellare per un paio di minuti, in modo che si insaporiscano bene.
Spolverizzare con il coriandolo tritato, mescolare, cospargere con i semi di sesamo e servire bel caldo.
* Il gokuchjang è sostituibile con harissa, tabasco o pasta di peperoncino calabrese, anche se il gusto finale risulterà un po' diverso.
- rivoli affluenti:
- che dire?! Forse meglio tacere. Non c'è comunque al momento un testo decente di cucina coreana sul mio scaffale. Me lo devo assolutamente procurare...
Quanto amo questo genere di "contaminazioni", sei incantevole, come sempre :-)
RispondiEliminaChe meraviglia deve essere..l'inverno è lungo e prima o poi la proverò. .anche con semplici tagliatelle fresche all uovo
RispondiEliminabella l'idea di usare i pizzoccheri...contaminazioni golose!! :))
RispondiElimina@llibera: bentornata farfallina
RispondiElimina@elemoon: oh che bello, quancuno che non teme le rigaglie e gli esperimenti! Fammi sapere assolutamente come va!
@ilaria: se avessi fatto io i pizzoccheri (che qui invece sono quelli cnfezionati del Moro di Chiavenna) probabilmente avrei osato anche un tocco orientale nell'impasto, magari il coriandolo tritato... Sarà per la prossima volta
Per evitare di disperarmi ho deciso di immaginare che questo post si intitoli "Pasta di grano saraceno con ragout coreano"...altrimenti mi fa lo stesso effetto della pizza brasiliana con l'ananas o degli spaghetti con la marmellata di albicocche: in sostanza nun jea posso fa'!
RispondiElimina@virò: la prossima volta dopo lessati li taglierò a striscioline, così magari riesci a sopravvivere...
RispondiEliminaCarissima mi hai regalato una bellissima ricetta. Devo dire che del pollo non mi piace quasi niente a parte le cosce rigorosamente panate e fritte oppure fettibe sottili di petto allo stesso modo. Le rigaglio si per il cuore i durelli ma il fegato....però stavolta voglio provare è una ricetta che considero regalo e quindi s'a da fare.
RispondiEliminaCiaooo bella un abbraccio e buona serata.
@edvige: un regalo per il tuo compleanno... e se i fegatini non ti piacciono omettili: il ragout è ottimo anche senza!
RispondiEliminaHai completato diversi punti simpatica. Ho fatto una ricerca sul tema e ho trovato la maggior parte delle persone avrà la stessa opinione con il tuo blog.
RispondiEliminaEu descobri seu blog e eu estou muito interessado em todos esses recursos
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