Passa ai contenuti principali

la sapienza nei biscotti natalizi

Il post natalizio avrebbe dovuto essere tutto un altro. Poi, come capita sempre nella vita reale, arrivano eventi che ti scombinano i piani. Così il Natale della mia famiglia allargata quest'anno sarà complesso, e per questo ho deciso all'ultimo di pubblicare la ricetta del mio regalo "speciale". 

Ogni anno la tradizione familiare vuole che ci si scambino doni fatti solo con le nostre mani. Si sono viste marmellate e conserve, biscotti e preparati per cioccolata, vini e grappe, burro e panettoni, frutti disidratati e salse dagli aromi strani, ma anche calendari con foto di famiglia, disegni incorniciati, libri di ricette e sciarpe personalizzate, decori per l'albero e presepi di Lego... tutto rigorosamente preparato in casa.

Non svelo quale regalo ho preparato questa volta per i miei cari, resta una cosa di famiglia, ma pubblico volentieri la ricetta di una cosina che ho aggiunto all'ultimo minuto, pensata in sostituzione di un altra leccornia che avrebbe dovuto accompagnare il regalo principale.

Esistono nella tradizione natalizia partenopea dei dolcetti chiamati sosamelli, susamielli o sesamelli e che sono anche magnificamente detti sapienze o biscotti della Sapienza. Il primo nome sembra derivare dal dolce archetipico a cui si ispirò la loro tradizione, a base di semi di sesamo e miele; quello di sapienze dal convento di Santa Maria della Sapienza di Sorrento, le cui monache clarisse li arricchirono con mandorle intere e ne fecero i biscottini preferiti della nobiltà campana.

A parte le inevitabili varianti familiari della ricetta, diversa di casa in casa, si possono distinguere in sostanza tre diverti tipi di sapienze: quelle, appunto, nobili ed eleganti, confezionate con fine farina bianca e canditi e spesso a forma di ciambella, quelle per zampognari, a base di farina grezza e a forma di S, offerte ai suonatori di strada e alle persone di servizio, e quelle del buon cammino, con marmellata di amarene, donate ai frati che giravano di casa in casa per le benedizioni natalizie.

La cosa curiosa  è che tutti e tre, nell'impasto base, utilizzano miele e pisto, una miscela di spezie napoletana curiosamente simile a quella dei biscottini natalizi di tradizione nordica e, ancora, ai profumi spesso abbinati al miele nella pasticceria araba.

Certo non sorprende trovare le spezie ed il miele, prodotti un tempo rari e costosi, in un dolcetto da occasione speciale, soprattutto se si pensa ai fervidi commerci del porto di Napoli ed alle varie nazionalità degli invasori che hanno occupato quei territori nei secoli. E tra i motivi che hanno fatto cadere la mia scelta su questi biscotti c'è anche l'indiretto legame tra estremo nord ed estremo sud che caratterizza il loro aroma e che richiama una caratteristica della mia famiglia.

Un altro motivo è l'apparente insolita magia di questi dolcetti per cui, contrariamente a quello che di solito ci si aspetta, rimangono molto duri se li si chiude in una scatola di latta mentre si ammorbidiscono se li si conserva aperti. E di magia in famiglia abbiamo davvero voglia, in questo Natale troppo mortificato.

Ma ho deciso di fare dono delle sapienze ai miei cari in questo strano Natale anche perché il loro nome sia di sprone a superare il particolare momento con speranza nel futuro. Nutrirci di sapienza ci aiuterà a trovare le giuste soluzioni, a recuperare gli affetti e l'unità come valore principale, a non perdere la visione positiva delle cose a lunga distanza. 

Finora siamo sempre riusciti ad affrontare insieme le avversità, non sarà quest'ultima a vincerci, se avremo la saggezza della speranza. E che le sapienze ce ne facciano dono...



Sapienze natalizie per casa mia

ingredienti per circa 150 pezzi:
800 g di miele millefiori
600 g di farina 00 (più una manciata per le mani)
200 g di farina integrale
200 g di zucchero
200 g di mandorle sgusciate ma non spellate
120 g di canditi misti
50 g di semi di sesamo tostati
1/2 cucchiaino di cannella in polvere
1/2 cucchiaino di pepe bianco appena macinato
1/2 cucchiaino di chiodi di garofano in polvere
1/4 di cucchiaino di noce moscata appena grattugiata

Setacciare la farina con le spezie e versarla in un'ampia ciotola (andrebbe disposta a fontana su una spianatoia ma le prime volte non è semplicissima da gestire...). 

Tagliare i canditi (per tradizione arancia e cedro, io ci ho messo anche amarene) a dadini molti piccoli.

Incorporare lo zucchero alla farina e miscelare, quindi unire mandorle, sesamo e canditi, mescolando bene.

Versare il miele in un tegame e porlo sul fuoco, mescolando ogni tanto, fino a che è diventato molto fluido e comincia appena a sobbollire. Ci vorranno circa 3 minuti.

Versare il miele bollente sulla farina e mescolare energicamente con un cucchiaio di legno prima, con le mani poi, appena il calore lo permette, per ottenere un impasto molto uniforme, il vero segreto della fragranza di questi biscotti.



Attenzione a non ustionarsi, che con il miele è facile, e vietato cedere alla tentazione di aggiungere farina ad un impasto che inizialmente risulterà molto appiccicoso ed elastico. Una volta ben miscelato, l'impasto va lasciato riposare un'oretta, in modo che intiepidisca e si compatti, diventando più facile da lavorare.

Con le mani infarinate prendere un pugno  di impasto e formare sulla spianatoia un rotolino spesso come un dito, tagliandolo poi a tronchetti lunghi circa 5 cm.



Formare coi tronchetti una S, appiattirli poi leggermente e disporli su una placca rivestita di carta forno. Con queste dosi ne ho riempite 4. 



Spennellare velocemente le S con acqua fredda (c'è chi usa latte ma a me non interessava ottenere dei biscotti particolarmente dorati) e cuocere a 160 °C in forno ventilato per 15 minuti. I biscotti devono essere appena scuriti e ancora morbidi.

Spostare le sapienze su una griglia a raffreddare fino a che saranno indurite. 



Servire, più morbide o più dure, a seconda di come le si conserva, da intingere in liquore o per accompagnare creme e dolci al cucchiaio. Si conservano comunque per parecchi giorni.


  • rivoli affluenti:
  • la ricetta tradizionale da cui sono partita è contenuta in: Andrea Perrucci, La Cantata dei Pastori. Canzone de lo Capo d'Anno, Il Libro in Piazza, 1993, che ha un'appendice culinaria a cura di Lya Ferretti.
  • la ricetta è la stessa riportata dall'autrice anche in: Piero Serra e Lya Ferretti, Il Grande Libro ella Pasticceria Napoletana, Mondolibri, 2007.

Commenti

  1. Ciao Annalena, e tu di "sapienza" ne sforni tutto l'anno per la gioia, mia e di tutti. Un abbraccio post-Natalizio <3

    RispondiElimina
  2. Visto che non abbiamo avuto modo di farceli prima, ti faccio anche io i miei auguri ritardatari ma sempre validi perché di sapienza ne avremo sempre bisogno. Un bacio

    RispondiElimina
  3. @libera: un abbraccio a te

    @giulietta: e allora...baci sapienti!

    RispondiElimina
  4. Arrivo solo ora, di ritorno dalle mie ferie in famiglia e leggo un post che mi avrebbe fatto bene leggere qualche giorno fa. Ti faccio, a questo punto, gli auguri di un buon anno, ma soprattutto auguro a te e ai tuoi cari di superare questo momento difficile. Abbraci da una non-sapiente :)

    RispondiElimina
  5. @valentina: ricambio gli abbracci. tra non sapienti ci si intende...

    RispondiElimina
  6. Questo blog ha un sacco di cordialità e calda ospitalità
    Grazie mille

    RispondiElimina
  7. E 'veramente un grande e utile informazione. Sono contento che hai condiviso semplicemente questo informazioni utili con noi. Si prega di tenerci informati come questo. Grazie per aver condiviso.

    RispondiElimina

Posta un commento

post più popolari

MTC di settembre 2014: un sacco di riso!

Diceva un vecchio slogan anarchico: "con l'ironia abbatteremo il potere e un sacco di riso lo seppellirà".  A no? Erano risate?! Va be'... per un MTC di questa portata ci si può anche concedere una licenza! Premessa... ... avevo scritto un post lunghissimo per raccontare perché e per come ho scelto questo tema per l'MTChallenge di settembre 2014. Poi l'ho ridotto della metà, lasciando solo alcune note che mi sembravano indispensabili, e l'ho mandato alla Gennaro per un parere.  E lei ha detto che un terzo di quanto le ho mostrato era già troppo! Allora ho ricomposto alcuni dei contenuti in articoli di supporto da pubblicare più avanti ed ho cassato il resto. Qui è rimasto il riassunto della selezione della selezione, ovvero il puro tema dell'MTC. Che, mi spiace, adesso vi tocca leggere per intero! Se scegliere un ingrediente invece che una ricetta tende ad allargare gli orizzonti, questa volta scegliere IL RISO , come capirete, li spalanca fran

a tu per tu con il Fleischkäse svizzero, questo sconosciuto di famiglia

Nel curioso elenco dei cibi svizzeri che hanno caratterizzato la mia infanzia mi rendo conto che, fatto strano, sul blog non ho ancora parlato del  Fleischkäse, una via di mezzo tra un polpettone ed un würstel gigante di cui da bambini venivamo spesso nutriti. Ma un episodio di vita vera me lo ha messo sotto il naso proprio l'altro giorno, ed eccomi qui con il mio reportage storico-familiare. Alcuni Svizzeri, come quelli di casa mia, vivono il   Fleischkäse come un salume, da comprare pronto, intero o affettato sottile in buste, da servire in tavola come fosse prosciutto cotto o da infilare nei panini per merenda con maionese, senape e cipolline sottaceto (Be'... che c'è?! Se mia mamma per evitare che noi figli mangiassimo troppa Nutella la teneva in frigo ad indurire, così era più difficile da spalmare e sul pane se ne metteva di meno, perché stupirsi di quella che lei invece considerava una merenda "sana"?!) Altri amanti del  Fleischkäse  lo compran

una salsa di cipolle svizzera per würstel e per mamme lavoratrici

Lo so: sono rimasta indietro di una puntata! Parlavo di  ricette svizzere  quando un'irrefrenabile tentazione di cibo americano  si è intrufolata in cucina ed ha avuto  la meglio. Riprendo ora il filo con un piatto che ho proposto pochi giorni fa anche alla mia cara mammina svizzera in occasione del suo compleanno: Bratwurst con salsa di cipolle. L'aspetto curioso non sta tanto nel tipo di würstel utilizzato, una salsiccia bianca di vitello il cui nome per alcuni significa "salsiccia di carne spezzettata" e per altri "salsiccia da arrostire". In Germania di solito viene speziata in modo deciso con pepe, noce moscata e/o cumino, mentre in Svizzera il suo sapore è molto più delicato. In Ticino ne esiste una versione mignon, una "collana" di micro-salsiccine detta cipollata  non perchè contenga cipolle ma perchè, appunto, di solito si serve in salsa di cipolle. Ma, a casa della mia mamma lavoratrice senza tempo ne' passione per la cucina,

MTC giugno 2011... verso Oriente!

Continuo a pensare che le giudici  titolari  e aggiunte  dell'MTC fossero completamente fuori quando hanno passato a me il testimone e nessuno potrà convincermi del contrario, anche perchè potevano ben immaginare in che gorgo storico-etnico-confusionale avrei trascinato la sfida... ma si sono fidate lo stesso! No, è oggettivo: non possono essere completamente normali... Accertato questo, dichiaro anche di non essermi mai emozionata tanto nello scrivere un post e soprattutto nel proporre una ricetta, sentendo tanti occhi puntati addosso ed il fiato trattenuto di tanti MTC addicted... Ebbene sì, rilassatevi (o disperatevi) pure: come temevate, questa volta si va davvero tutti in Giappone! Niente succede per caso, si sa. Tanto è vero che l'eterno girovagare di Marco Polo (a cui faccio da qualche tempo da vivandiera ) l'ha portato proprio a questo punto del suo viaggio a confrontarsi con  Cipango , il Paese del Sol Levante... Come potevo non cogliere il suggerimento di un s

peperoni farciti alla croata: massaia batte bustina millemila a zero!

Riprendere a parlare di cucina non è facilissimo, soprattutto con il tono scanzonato che avevo in mente per questo post. Mi limiterò all'aspetto "documentaristico" ed umano, che l'umore magari sa beneficiare della concentrazione e della dolcezza richieste da una simile impostazione. Dopo una lunga serie di articoli e ricette a base di riso penso di cambiare direzione dedicandomi ai peperoni bianchi croati che di solito si cucinano ripieni di carne, per scoprire poi che nella farcia è presente riso crudo. Quando si dice il caso... I peperoni bianchi, babura paprika, in Croazia sono reperibili facilmente proprio in questa stagione. Ne ho in frigo tre e decido di prepararli, appunto, come  punjene paprike , ovvero farciti e cotti nel pomodoro, ricetta tipica che con piccole varianti è diffusa anche in altri Paesi limitrofi e che ogni famiglia, ovviamente, prepara secondo i propri criteri. La versione più semplice prevede di profumare carne trita di manzo o m

riso Otello: un nero integral(ista)

Il primo giorno di autunno una ricetta con le ultime verdure estive, che sono ancora buone visto che sembra far più caldo ora che nei mesi trascorsi... Sollecitata da alcuni dubbi posti sulle modalità di cottura del riso integrale e sull'utilizzo di varietà di riso "esotiche", ho pensato di provare le risposte sul campo e chiarire soprattutto le idee a me stessa, la prima che ha tutto ancora da imparare. Così, per prendere due piccioni con una fava, ho scelto un riso sia nero che integrale. No, non famoso ed idolatrato riso Venere, fantastica varietà di nobile origine cinese che, grazie a opportune ibridazioni, ora è coltivato anche in Italia.  Ho pescato  invece una varietà tutta italiana: il riso Otello, che deriva anch'esso da varietà cinesi ma è di concezione e di coltivazione tutta nostrana. Chissà se il  nome è stato ispirato ispirato dal famoso personaggio shakespeariano, dalla sua pelle scura e dalla sua natura piuttosto integral ista... Si utilizz

precisazione:

Per carattere tendo a tenermi in disparte e so che un comportamento simile in rete rema contro la normale volontà di visibilità di un blog che si rispetti: ho ricevuto spesso critiche per questo.
Mi hanno anche fatto notare che non sempre racconto le manifestazioni a cui sono invitata da aziende e che non polemizzo con chi ha utilizzato i miei testi o le mie foto senza citare il mio blog.
Ringrazio con passione chi mi rivolge queste critiche per affetto e chi mi sopporta lo stesso, nonostante non segua i loro consigli!