Passa ai contenuti principali

storia dei carciofi ripieni che fuggirono da una zuppa

Per il minestrone col riso da presentare all'MTC n. 53devo essere sincera, la prima ispirazione in assoluto era stata storica: il biancomangiare, pensando a riso, pollo e mandrole con verdure bianche. Poi ha preso il sopravvento la mia golosità più orientaleggiante, ed ero indecisa tra gnocchetti di riso e congee. Alla fine, tra tentazioni storiche e geogafiche, credo di aver trovato un buon compromesso. Che parte da tutt'altro e guarda con occhi americani a due specialità di tradizione vicine a noi... o quasi.

Non è vero che in America si mangia male: cuochi e massaie statunitensi hanno accolto spunti da infinite etnie e ne hanno fatto dei piatti "tipici" che sono davvero interessanti. Certo, all'atto pratico, ora, non sempre si conosce a fondo la tradizione da cui si ha preso spunto e magari neppure la basi pratiche per una cucina sensata, ma sono dettagli... E poi non è sempre sempre così.

Negli Stati Uniti esiste una crema di verdura chiamata Italian stuffed artichoke soup: "zuppa di carciofi ripieni all'italiana". L'intenzione è buona: si vorrebbe replicare il sapore dei "tipici" carciofi ripieni di salsiccia che per tutti noi Italiani sono un classico uniforme ed assoluto. Insomma: un po' come le fettuccine Alfredo, suppongo.

Purtoppo, però, spesso si tratta di cuori di carciofo surgelati, saltati con burro e cipolla, cotti in brodo di pollo pronto e crema di verdura in lattina (usualmente funghi). Poi si frulla, si unisce panna e si completata con un top di briciole di pane fritte con salsiccia e/o bacon e una bella manciata di striscioline di formaggio parmesan

Di tutto l'ambaradan (sì, lo so, si dice Amba Aradam... ma scorretto rende meglio!) devo dire che mi piace parecchio l'idea americana di ideare una zuppa attorno al sapore dei carciofi ripieni. E avendo in casa carciofi in abbondanza, acquistati durante il mio illuminante giro al mercato ortofrutticolo di cui raccontavo l'altro giorno, quale migliore occasione per seguire quell'ispirazione? Sono golosissima di carciofi!

Però, come dicevo, sono settimane che rincorro una minestra con il riso per questo MTC, quello su zuppe e minestroni con giudice Vittoria di La Cucina PiccoLina, ed ancora non sono riuscita a metterla in atto! Però mi viene in mente, a proposito di riso, anche un altro classico molto apprezzato dagli americ
ani, questa volta di origine levantina: la minestra di riso, pollo e limone. 

Preparata nelle versioni di partenza con pollo vero, verdure fresche e riso buono, cotti il giusto oppure supercotti fino a che si disfano, ed aromatizzate alla fine con succo di limone, non sto a raccontare come vengono interpretate e con che prodotti cucinate in versione yankee-easy.

Le minestre originali, invece, oltre a godere di ingredienti di qualità e di tecniche millenarie, non seguono uno "standard" e, a seconda della stagione, comprendono verdure differenti. Tra cui in questo periodo spesso proprio i carciofi.

Da questi spunti tradizionali, "filtrati" attraverso un occhio lontano e poi "recuperati" in un tentativo di armonizzare ciò che sta agli antipodi, parte la mia idea per la (terza cioè seconda ma... forse... la mia "prima"!) ricetta per l'MTC. Ovvero la ricetta che mi ronza nella mente da giorni ma che nel frattempo "si è fatta bagnare il naso" (lo diceva mio nonno: si è fatta battere sul tempo) da altre due proposte, una a base di cavolo rapa lenticchie e mele e una alle cime di rapa e fagioli caramellati.

Qui i carciofi ripieni sono fuggiti, ma restano le loro componenti: i carciofi, ovviamente, e poi il ripieno e pure la gratinatura... Come?

Con il pollo, che si trasforma nella farcia virtuale dei supposti carciofi ripieni; pensavo prima a degli gnocchetti, ma il pollo cotto è un po' asciutto di suo e preferisco non aggiungere farina. Così, con un pochino di verdura, resta umido e forma delle chicche molto morbide, da rendere appena croccanti all'esterno all'ultimo momento. 

Il croccante della presunta gratinatura dei caricofi arriva dal crispy bacon e dalle chips di formaggio (lontana ispirazione al frico, da cui l'utilizzo di formaggio di montagna), in pieno ossequio al gusto americano per i sapori determinati, mentre l'aroma fresco delle chicche di pollo li compensa, sgrassando il palato e restituendo il piatto alla sua parte di ispirazione mediterraneo-levantina. 

Così tra le infinite cotture possibili del riso scelgo quella che secondo me meglio accoglie il matrimonio sublime tra la sapidità di pancetta e formaggio e la freschezza di limone e zenzero. Ma, soprattutto, che per consistenza restituisce un senso alla "croccantezza ammansita" dei carciofi lessati nel brodo, che funzionano da inaspettata parte solida di una minestra dalla superficie cremosa.

E poi porri e cipolle per un tocco di dolcezza, erbette per sostenere il verde di tutto il piatto, sedano perché un buon pollo ed un buon brodo non possono farne a meno. E qualche spezia mediterranea, perché ogni minestra deve raccontare una propria personalità. Tutto qui. 


Minestra di riso ai carciofi ripieni "fuggiti", con chicche di pollo limonose e croccanti saporiti

ingredienti per 4 persone:
650 g di pollo a pezzi
5 carciofi
200 g di erbette (biete)
1 lungo porro
1 piccola cipolla
1 costa di sedano con le foglie
1 limone
100 g di riso originario
100 g di pancetta affumicata
100 ml di latte
50 g di formaggio Asiago 
25 g di pane secco
50 g di pangrattato (meglio panko, ma non ne avevo)
2 cucchiai di vino bianco secco
15 g di zenzero fresco
3 rametti di prezzemolo
5 o 6 semi di coriandolo
1 foglia di alloro
1 chiodo di garofano
pepe nero al mulinello
4 cucchiai di olio extravergine
sale

Pulire i carciofi, tagliarne ogni fiore in 4 spicchi ed i gambi a tocchetti e metterli  man mano a bagno in acqua acidulata con aceto bianco o limone. Spellare il pollo e levare gli eventuali depositi di grasso e rimasugli di interiora. Tritare grossolanamente metà della pancetta e ridurre il resto a dadini.

Pulire il porro e tagliarlo in 3 tocchi; sbucciare la cipolla, inciderla a croce e steccarla con il chiodo di garofano; pulire il sedano e tagliarlo in 3 o 4 pezzi, conservando un paio di foglioline tenere; pelare e schiacciare l'aglio e lo zenzero. Portare a bollore 1,5 lt di acqua.

Scaldare 2 cucchiai di olio in una pentola grande con la pancetta tritata fino a che questa diventa croccante. Levarla dalla pentola e metterla a scolare su carta assorbente; nel suo fondo e rosolare l'aglio, lo zenzero e i rametti interi di prezzemolo per un minuto. 

Unire il pollo e l'alloro e far schiarire le carne su tutti i lati, quindi versare nella pentola i carciofi e i loro gambi ben scolati e insaporire un paio di minuti.

Unire porro, cipolla, sedano e foglioline, le bacche di coriandolo e 3 grani di pepe e irrorare tutto con il vino bianco. Appena è sfumato versare nella pentola l'acqua e farle riprendere il bollore a fuoco vivace.

Salare, coprire, abbassare la fiamma e cuocere 20 minuti, quindi levare i 20 spicchi di carciofo e proseguire la cottura per altri 20 minuti; unire le biete e cuocere altri 5 minuti. 

Scolare pollo e verdure con un ragno, filtrare il brodo, riportarlo a bollore e versarvi il riso. Coprire e cuocere per circa un paio d'ore, rimestando spesso in modo che non attacchi, fino a che il riso si è ridotto in una crema irregolare. Non cedere alla tentazione di frullare per accelerare il processo o diventa tutto colloso.

Nel frattempo separare il pollo dalle verdure cotte, eliminare l'alloro, pesare 50 g di verdure ben strizzate e passare il resto (ma non gli spicchi di carciofo) al passaverdure con fori medi (mi piace che la minestra abbia l'aria rustica); non limitarsi a frullarle o non si eliminano le fibre dei gambi di carciofo e del sedano.

Mettere a bagno il pane nel latte (ho pensato dopo che avrei potuto usare un po' del brodo, invece). Sminuzzare la polpa del pollo eliminando ossa e cartilagini e passarla due volte al tritacarne (se ne ricavano circa 250 g). Tritare finemente il pugno di verdure tenute da parte.

Unire il pane strizzato al pollo macinato, insieme alle verdure tritate, alla pancetta rosolata, alla scorza grattugiata di mezzo limone e 1 cucchiaio del suo succo, a metà dell'Asiago tritato fine, all'uovo leggermente sbattuto.

Condire con sale e abbondante pepe, mescolare bene e formare con l'impasto circa 165 palline piccole come nocciole; rotolarle nel pangrattato. 

Scaldare un ampio tegame antiaderente e disporvi il resto dell'Asiago tagliato in 4 fettine uguali, ben distanziate; cuocere a fiamma alta, in modo che il formaggio prima si sciolga e poi si rapprenda, e voltarlo una volta sola, per ottenere 4 stick croccanti.

Levare il formaggio dal tegame e nel suo fondo rosolare a fuoco vivace la pancetta a dadini, levandola dal tegame quando è croccante.

Aggiungere nel tegame un paio di cucchiai di olio e dorarvi le chicche di pollo, rosolandole su tutti i lati; tenerle in caldo.

Quando il riso è pronto versarvi il passato di verdure e gli spicchi di carciofo (meno uno a testa), regolare di sale e scaldare bene. Tuffare proprio all'ultimo le chicche di pollo nella minestra, tenendone qualcuna per il decoro.

Dividere la minestra in ciotole individuali, spolverizzare con un'abbondante macinata di pepe, decorare con i carciofi e le polpettine rimasti, il bacon croccante e gli stick di formaggio; servire accompagnato con spicchi di limone, da spremere sulla minestra al momento.



Anche con questa ricetta partecipo all'MTC n. 53... e giuro che è l'ultima. per questa volta...
  • rivoli affluenti:
  • esempi delle minestre di riso pollo e limone che nominavo? L'avgolemono greco con il riso "al dente", lo shorba bj djaj iracheno per quello "sciolto" da una lunga cottura.
  • una visione d'insieme di tutte le zuppe e minestre partecipanti? Qui!

Commenti

  1. Tutto qui?!!!! Una lezione di minestre e di cucina al di sopra delle mie possibilità. Da te c'è sempre da imparare (e per imparare a cucinare ed apprezzare la tua cucina ho tutto il tempo che voglio!).
    Nora

    RispondiElimina
  2. Divertente l' idea di ispirarsi a un piatto identificato con la tradizione italiana :-)
    Fatto sta che con questo post e la ricetta degli ossibuchi mi è venuta inevitabilmente voglia di carciofi!

    RispondiElimina
  3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  4. Carciofi: li amo ma non li cucino quasi mai, odio pulirli! Aspetto sempre quelli della mamma! Carciofi ripieni in una zuppa è un'idea gustosissima e originale! Foto bellissime, piatto irresistibile. Quasi quasi domani li compro e me li cucino per cena! Ecco, mi sa che quindi mi toccherà pulirli... ma potrei sempre delegare alla dolce metà...

    RispondiElimina
  5. Tu ne sai a pacchi! Un post come al solito che è una lezione di cucina. Con te mai nulla è scontato! Un bacione.

    RispondiElimina
  6. @nora: la mia porta è aperta... basta che bussi!

    @elena: altro che volia, qui sto diventando carciofo-dipendente!

    @mile: ma dai... basta un paio di guanti di gomma e passa la paura!

    @sabrina: perchè, leggere del broccolo fioraro invece no?!

    RispondiElimina
  7. Wowww!!! secondo me neanche a Narnia hanno visto zuppe di queste tipo! Grande! :))

    RispondiElimina
  8. Che meravigliosa minestra e qui mica scappa nessuno davanti ...te lo dico io......bravissima come sempre ;-)

    RispondiElimina
  9. @ilaria 1: Narnia... ma da dove ti viene?! Grazie assaissimo!

    @ilaria 2: a parte tutto in effetti è buona, lo dice anche un essere che di solito aborre le minestre con il riso...

    RispondiElimina
  10. ok.siamo oltre.
    lo eravamo anche prima, sia chiaro,ma in questa sfida ti sei superata. E come se non bastasse, fai pure delle foto da urlo. Hai rimesso la quarta- e chi ti ferma più?

    RispondiElimina
  11. Io esco dalla lettura dei tuoi post con la sensazione di non sapere ancora un accidenti di niente riguardo alla cucina mondiale. Tu hai una tale visione d'insieme che riesci a scivolare da una cucina all'altra facendo similitudini e paragoni, scambiando ingredienti e cotture e alla fine ottieni un piatto così complesso di sapori consistenze, contenuto, tecniche che mi lascia senza fiato.
    Questa zuppa è molto elaborata, complessa, ricca...... uno spettacolo!

    RispondiElimina
  12. Ciao, una breve nota per dire ti amo il tuo blog, in modo da non privarmi! Grazie per tutto il lavoro svolto e tutto il divertimento che trovo.

    voyance en ligne gratuite ; voyance amour

    RispondiElimina
  13. Hi there

    Very nice post and blog, keep sharing the best content with us, hope to read more interesting articles like this one around here

    take care and regards

    Your follower

    Salvatore from Cataratas do Iguaçu

    RispondiElimina

Posta un commento

post più popolari

MTC di settembre 2014: un sacco di riso!

Diceva un vecchio slogan anarchico: "con l'ironia abbatteremo il potere e un sacco di riso lo seppellirà".  A no? Erano risate?! Va be'... per un MTC di questa portata ci si può anche concedere una licenza! Premessa... ... avevo scritto un post lunghissimo per raccontare perché e per come ho scelto questo tema per l'MTChallenge di settembre 2014. Poi l'ho ridotto della metà, lasciando solo alcune note che mi sembravano indispensabili, e l'ho mandato alla Gennaro per un parere.  E lei ha detto che un terzo di quanto le ho mostrato era già troppo! Allora ho ricomposto alcuni dei contenuti in articoli di supporto da pubblicare più avanti ed ho cassato il resto. Qui è rimasto il riassunto della selezione della selezione, ovvero il puro tema dell'MTC. Che, mi spiace, adesso vi tocca leggere per intero! Se scegliere un ingrediente invece che una ricetta tende ad allargare gli orizzonti, questa volta scegliere IL RISO , come capirete, li spalanca fran

a tu per tu con il Fleischkäse svizzero, questo sconosciuto di famiglia

Nel curioso elenco dei cibi svizzeri che hanno caratterizzato la mia infanzia mi rendo conto che, fatto strano, sul blog non ho ancora parlato del  Fleischkäse, una via di mezzo tra un polpettone ed un würstel gigante di cui da bambini venivamo spesso nutriti. Ma un episodio di vita vera me lo ha messo sotto il naso proprio l'altro giorno, ed eccomi qui con il mio reportage storico-familiare. Alcuni Svizzeri, come quelli di casa mia, vivono il   Fleischkäse come un salume, da comprare pronto, intero o affettato sottile in buste, da servire in tavola come fosse prosciutto cotto o da infilare nei panini per merenda con maionese, senape e cipolline sottaceto (Be'... che c'è?! Se mia mamma per evitare che noi figli mangiassimo troppa Nutella la teneva in frigo ad indurire, così era più difficile da spalmare e sul pane se ne metteva di meno, perché stupirsi di quella che lei invece considerava una merenda "sana"?!) Altri amanti del  Fleischkäse  lo compran

una salsa di cipolle svizzera per würstel e per mamme lavoratrici

Lo so: sono rimasta indietro di una puntata! Parlavo di  ricette svizzere  quando un'irrefrenabile tentazione di cibo americano  si è intrufolata in cucina ed ha avuto  la meglio. Riprendo ora il filo con un piatto che ho proposto pochi giorni fa anche alla mia cara mammina svizzera in occasione del suo compleanno: Bratwurst con salsa di cipolle. L'aspetto curioso non sta tanto nel tipo di würstel utilizzato, una salsiccia bianca di vitello il cui nome per alcuni significa "salsiccia di carne spezzettata" e per altri "salsiccia da arrostire". In Germania di solito viene speziata in modo deciso con pepe, noce moscata e/o cumino, mentre in Svizzera il suo sapore è molto più delicato. In Ticino ne esiste una versione mignon, una "collana" di micro-salsiccine detta cipollata  non perchè contenga cipolle ma perchè, appunto, di solito si serve in salsa di cipolle. Ma, a casa della mia mamma lavoratrice senza tempo ne' passione per la cucina,

MTC giugno 2011... verso Oriente!

Continuo a pensare che le giudici  titolari  e aggiunte  dell'MTC fossero completamente fuori quando hanno passato a me il testimone e nessuno potrà convincermi del contrario, anche perchè potevano ben immaginare in che gorgo storico-etnico-confusionale avrei trascinato la sfida... ma si sono fidate lo stesso! No, è oggettivo: non possono essere completamente normali... Accertato questo, dichiaro anche di non essermi mai emozionata tanto nello scrivere un post e soprattutto nel proporre una ricetta, sentendo tanti occhi puntati addosso ed il fiato trattenuto di tanti MTC addicted... Ebbene sì, rilassatevi (o disperatevi) pure: come temevate, questa volta si va davvero tutti in Giappone! Niente succede per caso, si sa. Tanto è vero che l'eterno girovagare di Marco Polo (a cui faccio da qualche tempo da vivandiera ) l'ha portato proprio a questo punto del suo viaggio a confrontarsi con  Cipango , il Paese del Sol Levante... Come potevo non cogliere il suggerimento di un s

peperoni farciti alla croata: massaia batte bustina millemila a zero!

Riprendere a parlare di cucina non è facilissimo, soprattutto con il tono scanzonato che avevo in mente per questo post. Mi limiterò all'aspetto "documentaristico" ed umano, che l'umore magari sa beneficiare della concentrazione e della dolcezza richieste da una simile impostazione. Dopo una lunga serie di articoli e ricette a base di riso penso di cambiare direzione dedicandomi ai peperoni bianchi croati che di solito si cucinano ripieni di carne, per scoprire poi che nella farcia è presente riso crudo. Quando si dice il caso... I peperoni bianchi, babura paprika, in Croazia sono reperibili facilmente proprio in questa stagione. Ne ho in frigo tre e decido di prepararli, appunto, come  punjene paprike , ovvero farciti e cotti nel pomodoro, ricetta tipica che con piccole varianti è diffusa anche in altri Paesi limitrofi e che ogni famiglia, ovviamente, prepara secondo i propri criteri. La versione più semplice prevede di profumare carne trita di manzo o m

riso Otello: un nero integral(ista)

Il primo giorno di autunno una ricetta con le ultime verdure estive, che sono ancora buone visto che sembra far più caldo ora che nei mesi trascorsi... Sollecitata da alcuni dubbi posti sulle modalità di cottura del riso integrale e sull'utilizzo di varietà di riso "esotiche", ho pensato di provare le risposte sul campo e chiarire soprattutto le idee a me stessa, la prima che ha tutto ancora da imparare. Così, per prendere due piccioni con una fava, ho scelto un riso sia nero che integrale. No, non famoso ed idolatrato riso Venere, fantastica varietà di nobile origine cinese che, grazie a opportune ibridazioni, ora è coltivato anche in Italia.  Ho pescato  invece una varietà tutta italiana: il riso Otello, che deriva anch'esso da varietà cinesi ma è di concezione e di coltivazione tutta nostrana. Chissà se il  nome è stato ispirato ispirato dal famoso personaggio shakespeariano, dalla sua pelle scura e dalla sua natura piuttosto integral ista... Si utilizz

precisazione:

Per carattere tendo a tenermi in disparte e so che un comportamento simile in rete rema contro la normale volontà di visibilità di un blog che si rispetti: ho ricevuto spesso critiche per questo.
Mi hanno anche fatto notare che non sempre racconto le manifestazioni a cui sono invitata da aziende e che non polemizzo con chi ha utilizzato i miei testi o le mie foto senza citare il mio blog.
Ringrazio con passione chi mi rivolge queste critiche per affetto e chi mi sopporta lo stesso, nonostante non segua i loro consigli!