Passa ai contenuti principali

smoothie di frutta e verdura che abbiano un senso: ora si può!


Parlavo l'altro giorno di quanto siano interessanti alcuni incontri con le aziende di produzione alimentare e quanto mi succeda, purtroppo più spesso di quanto vorrei, di non avere poi il tempo di raccontare nel blog tutto quello che ho imparato. Ultimamente mi sono dunque ripromessa di scrivere subito le mie impressioni a caldo rispetto ai meeting più interessanti, rimandando eventualmente di un pochino la pubblicazione dei post completi di foto e/o ricette ma con metà del lavoro eseguito a mente bella lucida.

E' quello che succede con il post di oggi, perchè al workshop organizzato da Alpro, la nota azienda produttrice di alternative vegetali ai latticini, ho partecipato un paio di settimane fa, gustandomi grazie a loro un corso di food pairing tenuto da un esperto degli abbinamenti tra ingredienti. Dove ho scoperto che c'è anche una ragione scientifica se alcuni accostamenti riescono particolarmente graditi al palato!

Ci è stato spiegato che ogni alimento contiene differenti sostanze che gli donano profumo e sapore. Attraverso strumenti appositi, studiosi specializzati riescono ad individuare anche quelle meno percepibili ad un nostro esame organolettico un po' "istintivo". Dette sostanze vengono catalogate in quell'ambito con la loro definizione tecnica: ad esempio le fragole contengono etilottanoato, nome che nella sua durezza tanto mi ricorda, con tanto di brividi, le interrogazioni di chimica organica della scuola superiore!

L'esperto di abbinamenti ci ha tradotto quei paroloni in termini per noi semplici da comprendere: in questo caso etil-quel-che-è diventa agrumato, che al mio cervello suggerisce tutta una gamma di sensazioni solamente piacevoli. Si scopre così, ad esempio, che nella fragola ci sono toni fruttati (ovviamente!) ma anche tostati, erbacei, speziati, mandorlati, il suddetto agrumato e persino, in quantità importanti, aromi "formaggiosi"! (*)



Questi stessi aromi sono ovviamente presenti in combinazioni e quantità diverse in altri alimenti: in forma dominante, ad esempio, troviamo il "formaggioso" nel parmigiano, oppure in modo più latente individuiamo l'agrumato nel basilico.



Ne consegue che ogni alimento ha delle affinità più o meno evidenti con molti altri, a cui oggettivamente si abbinerà più gradevolmente rispetto ad ingredienti con cui non ha nulla in comune, indipendentemente da cosa ne pensino le abitudini del nostro palato personale o delle nostre tradizioni gastronomiche.

Così, appunto, le fragole si abbinano perfettamente non solo con cioccolato o pesche, come già si poteva supporre intuitivamente per le nostre esperienze di base in fatto di percezione degli aromi, o con il basilico (come già mi era capitato di constatare anni fa, anche se attraverso un processo per niente consapevole!), ma addirittura con... le cozze! E qui a breve, non me ne voglia nessuno, scatterà l'esperimento...


Mi sono subito appuntata questi passaggi fondamentali della lezione, ma in questo caso ho rimandato la preparazione di una ricetta "consapevole" non solo ad un momento in cui ne avrei meglio assimilato e sedimentato gli insegnamenti, ma un po' anche per motivi climatici. 

Infatti Alpro, per valorizzare i propri prodotti, nello specifico ha commissionato a questo team di ricerca uno smoothie maker, ovvero un programma semplice e divertente che permette di preparare dei fantastici, golosi e spesso sorprendenti smoothies, lanciandosi grazie ai suggerimenti di questo meraviglioso "strumento per abbinamenti"  negli accostamenti più disparati tra ingredienti.

Ne avevo subito testato l'efficacia al momento, quando partendo da latte di riso ho finito per unire nel mio frullato more, noci e... asparagi (!), che, ovviamente nelle proporzioni suggerite dallo smoothie maker, hanno dato vita ad un vero, inaspettato, inesplicabile capolavoro del gusto.



La foto è terribile (con il cellulare sono un'incapace!) e non rende giustizia al sapore: l'erbaceo fresco degli asparagi, l'asprezza dolce delle more, la cremosa avvolgenza delle noci... Gustosissimo, sorprendente e molto equilibrato: insomma una meraviglia!

Ora che, tra grandinate e nubifragi, il clima sembra essersi ritarato su un mood leggermente più estivo, mi è scattata la necessità assoluta di testare altri abbinamenti inconsueti: nella mia testa bacata dolce e salato non hanno mai avuto netti confini di separazione e poter utilizzare uno strumento che mi confermi nella mia follia non mi sembra vero!

Lungi dalle mie corde, dunque, partire da uno yogurt di soia al cocco con l'intento di creare uno smoothie di sola frutta! Accedo al programma e nella prima schermata... vedo tutti frutti tranne il pomodoro! Mi incuriosirebbe pure, ma in questo momento non ho pomodori in casa. Clicco allora sulla rotellina blu "vedi altri ingredienti" e  proseguo così fino a che incrocio il peperone giallo: ne ho uno in frigo e va d'accordo con lo yogurt di soia al cocco al 19%... perfetto!

Passo al "prossimo step" e, con lo stesso meccanismo, scelgo la patata dolce, che con cocco e peperone si accorda al 16%. Una volta cotta porta dolcezza, immagino, quindi anche se lo smoothie è senza frutta con gli zuccheri sono a posto. Il cocco da avvolgenza, il peperone salinità e ulteriore fresca dolcezza... mi manca un tocco o amaro o pungente, per concludere in bellezza.

Ed ecco che,a supporto della mia follia, allo step successivo mi imbatto nella polvere di cacao, che con il suo 40% di compatibilità con il mix degli aromi precedenti mi conferma di non essere per niente un azzardo! 

Posso ora stampare l'ultima schermata, che mi precisa le dosi. Non si tratta di una ricetta vera e propria, bisogna naturalmente aggiungere un procedimento di buon senso come si fa sempre in cucina, come pure regolare in gusto finale verso il dolce o il salato a proprio piacere. Ma l'aiuto fondamentale nel selezionare gli ingredienti compatibili tra loro e nel proporzionarli è una base di partenza davvero illuminante!

Parto talmente convinta che, solo dopo aver assaggiato con curiosità, fotografato con fretta e infine tracannato con estrema golosità tutto il mio frullato, mi rendo conto che per trasmetterne il gusto favoloso solo attraverso una foto dovrei valorizzarne il colore e corredarlo di decorazioni, per rendere appetibile l'immagine almeno quanto lo è lo smoothie dal vivo.

Per quanto riguarda il colore il giallo e l'arancione di peperone e patata dolce, insieme al testa di moro del cacao, conferiscono alla bibita una sfumatura albicocca molto delicata ed invitante. 

Devo ammettere però che così, nuda e cruda in un bicchiere, senza una fettina di peperone o di patata a citare il contenuto e neppure fogliolina di menta o di coriandolo a ravvivare l'insieme con un tocco verde e fresco, non ho reso per niente giustizia alla bontà di questo smoothie. Che dire? Quando ci ho pensato l'avevo bevuto tutto. Ergo: devo tenere a bada la golosità e cercarmi subito un corso di food styling!



Smoothie al cocco, peperone e patate dolci, con tocco di cacao

ingredienti per 2 persone (o per una sola molto golosa e assetata):
200 g di yogurt vegetale al cocco Alpro 
1/2 peperone giallo
1 patata dolce da circa 130-150 g 
1 cucchiaino scarso di cacao amaro in polvere (3 g)
1 cucchiaino di miele millefiori (o più, a piacere)

Sbucciare il peperone crudo con l'apposita caccavella (che si sostituisce facilmente con un pelapatate), pesarne 70 g e tagliarli a piccoli dadini. 

Sbucciare la patata, tagliarla a tocchetti e cuocerla a vapore senza aggiunte (io ho cotto in totale 350 g di polpa a vapore nel microonde a 900 w per 8 minuti). Lasciarla raffreddare bene e pesarne 70 g. 

Inserire tutti gli ingredienti nel frullatore, azionare per un minuto, poi aggiungere il miele e, a filo circa 100 ml o più di acqua fredda di frigo, per regolare la consistenza dello smoothie che yogurt e patate rendono molto cremosa. 

Servire con una cannuccia e, cosa che qui manca, con decori a piacere scegliendo colori e profumi belli freschi.


garantisco: è mooooolto più buono di come appare in foto!
Oppure... un momento... no: potrei evitare di allungarlo e servire lo smoothie come una zuppetta dolce fredda! Quindi, se rinuncio all'acqua, basta versare il frullato denso in una ciotola, decorare con un ricciolo di buccia di peperone e una strisciolina di cacao, accostare un cucchiaio ed ecco la seconda interpretazione della ricetta:

Dessert cremoso di patate dolci e peperoni con cocco e cacao

In questo caso il miele non serve: nella versione al cucchiaio i sapori restato belli intensi senza necessità di dolcificare ulteriormente. E con i decori in superficie sfido chiunque a non prenderlo come un dessert di tutto riguardo! 

Però: che magia golosa imparare giocando!


Immagine di rapina dell'assaggio dopo la foto... che si è protratto fino al fondo del bicchiere!
  • rivoli affluenti:
  • quando avevo parlato tempo fa del ruolo disintossicante degli smoothies li avevo proposti sempre mescolando frutta e verdura. Tutto assolutamente da ritestare alla luce di queste nuove conoscenze: non si impara mai abbastanza dai propri (eventuali) errori!
  • * tengo a precisare che usavo il termine "formaggioso" ben prima che uscisse la moda del gergo "petaloso". Checché ne dica la Crusca, non saprei come tradurre altrimenti in un'unica parola cheesy. Qualche idea?

Commenti

  1. niente male questo programmino...grazie per averlo condiviso..

    RispondiElimina
  2. Je suis vraiment fière de vous découvrir, votre blog est vraiment super !
    voyance par mail

    RispondiElimina
  3. @paola: il programma è divertentissimo. E anche molto utile, in effetti, a giudicare dai risultati.

    @rosy: merci

    RispondiElimina
  4. Questo blog ha un sacco di cordialità e calda ospitalità
    grazie mille

    RispondiElimina

Posta un commento

post più popolari

MTC di settembre 2014: un sacco di riso!

Diceva un vecchio slogan anarchico: "con l'ironia abbatteremo il potere e un sacco di riso lo seppellirà".  A no? Erano risate?! Va be'... per un MTC di questa portata ci si può anche concedere una licenza! Premessa... ... avevo scritto un post lunghissimo per raccontare perché e per come ho scelto questo tema per l'MTChallenge di settembre 2014. Poi l'ho ridotto della metà, lasciando solo alcune note che mi sembravano indispensabili, e l'ho mandato alla Gennaro per un parere.  E lei ha detto che un terzo di quanto le ho mostrato era già troppo! Allora ho ricomposto alcuni dei contenuti in articoli di supporto da pubblicare più avanti ed ho cassato il resto. Qui è rimasto il riassunto della selezione della selezione, ovvero il puro tema dell'MTC. Che, mi spiace, adesso vi tocca leggere per intero! Se scegliere un ingrediente invece che una ricetta tende ad allargare gli orizzonti, questa volta scegliere IL RISO , come capirete, li spalanca fran

MTC giugno 2011... verso Oriente!

Continuo a pensare che le giudici  titolari  e aggiunte  dell'MTC fossero completamente fuori quando hanno passato a me il testimone e nessuno potrà convincermi del contrario, anche perchè potevano ben immaginare in che gorgo storico-etnico-confusionale avrei trascinato la sfida... ma si sono fidate lo stesso! No, è oggettivo: non possono essere completamente normali... Accertato questo, dichiaro anche di non essermi mai emozionata tanto nello scrivere un post e soprattutto nel proporre una ricetta, sentendo tanti occhi puntati addosso ed il fiato trattenuto di tanti MTC addicted... Ebbene sì, rilassatevi (o disperatevi) pure: come temevate, questa volta si va davvero tutti in Giappone! Niente succede per caso, si sa. Tanto è vero che l'eterno girovagare di Marco Polo (a cui faccio da qualche tempo da vivandiera ) l'ha portato proprio a questo punto del suo viaggio a confrontarsi con  Cipango , il Paese del Sol Levante... Come potevo non cogliere il suggerimento di un s

a tu per tu con il Fleischkäse svizzero, questo sconosciuto di famiglia

Nel curioso elenco dei cibi svizzeri che hanno caratterizzato la mia infanzia mi rendo conto che, fatto strano, sul blog non ho ancora parlato del  Fleischkäse, una via di mezzo tra un polpettone ed un würstel gigante di cui da bambini venivamo spesso nutriti. Ma un episodio di vita vera me lo ha messo sotto il naso proprio l'altro giorno, ed eccomi qui con il mio reportage storico-familiare. Alcuni Svizzeri, come quelli di casa mia, vivono il   Fleischkäse come un salume, da comprare pronto, intero o affettato sottile in buste, da servire in tavola come fosse prosciutto cotto o da infilare nei panini per merenda con maionese, senape e cipolline sottaceto (Be'... che c'è?! Se mia mamma per evitare che noi figli mangiassimo troppa Nutella la teneva in frigo ad indurire, così era più difficile da spalmare e sul pane se ne metteva di meno, perché stupirsi di quella che lei invece considerava una merenda "sana"?!) Altri amanti del  Fleischkäse  lo compran

una salsa di cipolle svizzera per würstel e per mamme lavoratrici

Lo so: sono rimasta indietro di una puntata! Parlavo di  ricette svizzere  quando un'irrefrenabile tentazione di cibo americano  si è intrufolata in cucina ed ha avuto  la meglio. Riprendo ora il filo con un piatto che ho proposto pochi giorni fa anche alla mia cara mammina svizzera in occasione del suo compleanno: Bratwurst con salsa di cipolle. L'aspetto curioso non sta tanto nel tipo di würstel utilizzato, una salsiccia bianca di vitello il cui nome per alcuni significa "salsiccia di carne spezzettata" e per altri "salsiccia da arrostire". In Germania di solito viene speziata in modo deciso con pepe, noce moscata e/o cumino, mentre in Svizzera il suo sapore è molto più delicato. In Ticino ne esiste una versione mignon, una "collana" di micro-salsiccine detta cipollata  non perchè contenga cipolle ma perchè, appunto, di solito si serve in salsa di cipolle. Ma, a casa della mia mamma lavoratrice senza tempo ne' passione per la cucina,

Milano matsuri: una festa popolare giapponese... sotto casa!

Il 26 maggio nessuno mi cerchi: non ci sarò! Il 26 maggio succederà una cosa bellissima, tanto che non sto più nella pelle dalla voglia che arrivi presto, e trascorrerò l'intera giornata a Milano vivendo un'esperienza giapponese davvero unica. A meno di non abitare in Giappone, intendo, cose così in Italia non si vedono spesso... A Milano tra via Keplero e piazza Carbonari (pochi passi dalle stazioni metrò di Zara o Sondrio) una domenica tutta dedicata alle tradizioni giapponesi. Non le solite che conoscono tutti, tipo sushi o manga, ma proprio quelle popolari, i divertimenti delle persone semplici che affollano una festa di piazza... insomma: un vero e originale matsuri giapponese, con le sue bancarelle, i suoi suoni, i suoi profumi ed i suoi colori! In alcune città d'Italia si sono tenuti degli eventi denominati " matsuri ", ma mai è stata ricostruita la vera atmosfera della sagra di paese giapponese, mai è stata presentata una così vasta gamma di aute

riso Otello: un nero integral(ista)

Il primo giorno di autunno una ricetta con le ultime verdure estive, che sono ancora buone visto che sembra far più caldo ora che nei mesi trascorsi... Sollecitata da alcuni dubbi posti sulle modalità di cottura del riso integrale e sull'utilizzo di varietà di riso "esotiche", ho pensato di provare le risposte sul campo e chiarire soprattutto le idee a me stessa, la prima che ha tutto ancora da imparare. Così, per prendere due piccioni con una fava, ho scelto un riso sia nero che integrale. No, non famoso ed idolatrato riso Venere, fantastica varietà di nobile origine cinese che, grazie a opportune ibridazioni, ora è coltivato anche in Italia.  Ho pescato  invece una varietà tutta italiana: il riso Otello, che deriva anch'esso da varietà cinesi ma è di concezione e di coltivazione tutta nostrana. Chissà se il  nome è stato ispirato ispirato dal famoso personaggio shakespeariano, dalla sua pelle scura e dalla sua natura piuttosto integral ista... Si utilizz

precisazione:

Per carattere tendo a tenermi in disparte e so che un comportamento simile in rete rema contro la normale volontà di visibilità di un blog che si rispetti: ho ricevuto spesso critiche per questo.
Mi hanno anche fatto notare che non sempre racconto le manifestazioni a cui sono invitata da aziende e che non polemizzo con chi ha utilizzato i miei testi o le mie foto senza citare il mio blog.
Ringrazio con passione chi mi rivolge queste critiche per affetto e chi mi sopporta lo stesso, nonostante non segua i loro consigli!