Passa ai contenuti principali

meze mediterranei di tutto riposo parte 1: falafel, cacik e zaalouk


Avevo accennato casualmente qualche giorno fa ad un pranzo domenicale a tema mediterraneo, che qualcuno insiste per sentirsi raccontare nei dettagli. Eccone qualcuno oggi, ed altri seguiranno, pochi per volta, visto che si trattava di una dozzina di piatti, tre bibite e qualche accompagnamento a completare.

No, non ero impazzita quel giorno! Semplicemente avevo intenzione di godermi la giornata senza lasciare gli ospiti e senza accaldarmi ai fornelli, dunque ho optato per un pranzo a meze, cioè una miscela di "antipasti" tipici di Paesi affacciati sul Mediterraneo.

Avevano tutti un paio di comuni denominatori, oltre alla golosità per una geografia gastronomica che ha il gusto di ignorare le frontiere: tutto era a base di verdure estive e tutto era preparabile in anticipo, per poter spadellare al fresco nelle sere precedenti e poi godersi in totale relax la domenica in compagnia.

Comincio a raccontare il menù da un piatto conosciutissimo, che ho assaggiato  più volte nei locali di street food nei Paesi dove è tipico ma mai preparato veramente in casa (escludendo onestamente la versione realizzata con il preparato confezionato!). Sono i falafel, le arcinote polpette di legumi, preparate di solito con fave in Egitto (dove prendono nome di ta'amiya), con ceci secchi in Israele e con i due legumi misti in Libano. 

Li accompagno con due "insalate", che però possono avere anche funzione di salsa in cui intingere i falafel: un cacik, la versione turca del più famoso tzatziki greco di cetrioli e yogurt, e un fantastico piatto di melanzane stufate, versione leggermente semplificata dello zaalouk marocchino.

Non spendo alte parole e lascio lo spazio alle tre ricette. Le foto sono di rapina, me ne scuso. Arriverà a puntate anche il resto del menù, rassicuro i richiedenti, ma con calma... mediterranea!


Falafel di ceci 
ingredienti per circa 32 polpettine:
240 g di ceci secchi
1 scalogno
1 spicchio di aglio
1 bel ciuffo di prezzemolo (pesato: 17 g!)
2 cucchiaini spezie in polvere per falafel (ovvero un misot di: coriandolo, cumino, pepe nero, cannella, finocchio e maggiorana)
1 cucchiaio di semi di sesamo neri
(1 o 2 uova oppure  1 o 2 cucchiai di farina, se servono)
1 cucchiaino di bicarbonato
1 bella presa di sale
olio di arachidi

Mettere a bagno i ceci per almeno 24 ore ma anche 48 (io 36), quindi sciacquarli bene e versarli nel frullatore.


Unire le foglie del prezzemolo lavate e asciugate, lo scalogno ridotto a rondelle, l’aglio sbucciato a fettine, le spezie e il sale e frullare (il mio è un frullatore piccolo e ho dovuto farlo in 2 volte) fino ad ottenere un impasto bello cremoso. Coprire con pellicola e tenere in frigo coperto ad insaporire per almeno un paio d'ore, ma meglio 6 (io una notte).

Unire il bicarbonato e i semi di sesamo all'impasto e, se non si riesce a compattarlo tanto da formare polpette, unire uovo sbattuto oppure farina. Il mio impasto ha richiesto 2 uova e, non riuscendo a sagomarlo con l'apposito attrezzino in rondelle piatte, ho formato delle polpettine ovoidali.

Scaldare l'olio a circa 180 °C in un tegame dai bordi alti (per non schizzarsi) e friggere poche polpette  per volta un paio di minuti, fino a che sono belle dorate su tutti i lati. 


Scolare su carta assorbente e servire i falafel caldi o a temperatura ambiente e accompagnare con le salse.
...


Cacik turco con il trucco del miele
ingredienti per due persone come insalata, per 6/8 come salsa:
2 bei cetrioli, in tutto circa 650 g, 
180 g di yogurt bianco compatto
1 spicchio di aglio
1 ciuffo di aneto fresco
4 o 5 foglioline di menta fresca
1/2 limone 
½ cucchiaino di miele di acacia
2 cucchiai di olio extravergine
sale
pepe bianco al mulinello

Sbucciare i cetrioli, grattugiarli con la grattugia a fori grossi, salarli e metterli a scolare in un colino  per un paio di ore in frigo. Mettere a scolare in frigo anche lo yogurt, in un altro colino foderato di carta assorbente.

Tritare finissimo o grattugiare l'aglio, tritare una cucchiaiata di aneto e la menta; grattugiare molti finemente la scorza del limone.

Unire i cetrioli a yogurt, aglio, erbe e scorzetta, condire con il miele sciolto nell'olio e nel succo del limone spremuto, una grattata decisa di pepe e, se serve, un pizzico di sale. Rimettere in frigo per almeno un'oretta perchè si amalgamino bene i sapori e servire fresco, decorato con un giro di olio e un ciuffetto di erbe e accompagnato da pane pita a triangolini tostati.
...


Zaalouk - Melanzane alla marocchina
ingredienti per 2 - 4 persone come secondo o contorno, per 8 come salsa:
3 melanzane,  c.a 1,1 kg in tutto
450 g di pomodorini
1 limone
1 spicchio di aglio
½ cucchiaio di paprika dolce
80 g di olive (per tradizione nere, io le ho usate verdi)
1 cucchiaio coriandolo tritato
3 cucchiai di olio extravergine
sale

Abbrustolire le melanzane sulla fiamma diretta fino a che la buccia comincia a profumare di affumicato (o, meglio ancora, disporle su una griglia e cuocerle fino a che cominciano ad appassire). 

Ridurle quindi a dadotti e saltarle in padella con olio, paprika e aglio sbucciato per 5 minuti. Intanto tagliare i pomodorini a rondelle. 

Versare i pomodori con la loro acqua alle melanzane, salare, unire circa 80 ml di acqua e cuocere coperto 20-30 minuti, fino a che le verdure sono morbidissime e si disfano. 

Unire il succo e la scorza di ½ limone, le olive e il coriandolo, regolare di sale e spegnere.

Servire tiepido o freddo con l'altro 1/2 limone ridotto a spicchi e qualche oliva per decorare. 


Se si vuole usare definitivamente come salsa lo si può anche frullare.
  • rivoli affluenti:
  • nessun testo in particolare: un po' tutti i libri, tutti i viaggi e tutti i consigli appuntati che mi sono rimasti dentro negli anni.

Commenti

  1. Mi hai conquistata col Cacik, che farò q.p.: ho il periodo del cetriolo :-)

    RispondiElimina
  2. Adoro! Che meraviglia :-) posso auto invitarmi? Buona fine settimana, un caro saluto

    RispondiElimina
  3. Che belli questi pranzi conviviali ricchi di delizie diverse da assaggiare, mi piace questa tradizione tantissimo, chissà perché da noi pur essendo mediterranei non ha attecchito...

    RispondiElimina
  4. @libera: il tocco di miele per avvolgere l'acido è una genialata!

    @elena: tu sai che puoi venire quando vuoi: le porte per te sono sempre aperte!

    @lara: sai che questa è una bellissima domanda? vale la pena d ragionarci davvero sopra seriamente.

    RispondiElimina
  5. Mi piace molto quello che non chiede come mi sono perso il tuo blog

    voyance par mail gratuite

    RispondiElimina

Posta un commento

post più popolari

MTC di settembre 2014: un sacco di riso!

Diceva un vecchio slogan anarchico: "con l'ironia abbatteremo il potere e un sacco di riso lo seppellirà".  A no? Erano risate?! Va be'... per un MTC di questa portata ci si può anche concedere una licenza! Premessa... ... avevo scritto un post lunghissimo per raccontare perché e per come ho scelto questo tema per l'MTChallenge di settembre 2014. Poi l'ho ridotto della metà, lasciando solo alcune note che mi sembravano indispensabili, e l'ho mandato alla Gennaro per un parere.  E lei ha detto che un terzo di quanto le ho mostrato era già troppo! Allora ho ricomposto alcuni dei contenuti in articoli di supporto da pubblicare più avanti ed ho cassato il resto. Qui è rimasto il riassunto della selezione della selezione, ovvero il puro tema dell'MTC. Che, mi spiace, adesso vi tocca leggere per intero! Se scegliere un ingrediente invece che una ricetta tende ad allargare gli orizzonti, questa volta scegliere IL RISO , come capirete, li spalanca fran

a tu per tu con il Fleischkäse svizzero, questo sconosciuto di famiglia

Nel curioso elenco dei cibi svizzeri che hanno caratterizzato la mia infanzia mi rendo conto che, fatto strano, sul blog non ho ancora parlato del  Fleischkäse, una via di mezzo tra un polpettone ed un würstel gigante di cui da bambini venivamo spesso nutriti. Ma un episodio di vita vera me lo ha messo sotto il naso proprio l'altro giorno, ed eccomi qui con il mio reportage storico-familiare. Alcuni Svizzeri, come quelli di casa mia, vivono il   Fleischkäse come un salume, da comprare pronto, intero o affettato sottile in buste, da servire in tavola come fosse prosciutto cotto o da infilare nei panini per merenda con maionese, senape e cipolline sottaceto (Be'... che c'è?! Se mia mamma per evitare che noi figli mangiassimo troppa Nutella la teneva in frigo ad indurire, così era più difficile da spalmare e sul pane se ne metteva di meno, perché stupirsi di quella che lei invece considerava una merenda "sana"?!) Altri amanti del  Fleischkäse  lo compran

una salsa di cipolle svizzera per würstel e per mamme lavoratrici

Lo so: sono rimasta indietro di una puntata! Parlavo di  ricette svizzere  quando un'irrefrenabile tentazione di cibo americano  si è intrufolata in cucina ed ha avuto  la meglio. Riprendo ora il filo con un piatto che ho proposto pochi giorni fa anche alla mia cara mammina svizzera in occasione del suo compleanno: Bratwurst con salsa di cipolle. L'aspetto curioso non sta tanto nel tipo di würstel utilizzato, una salsiccia bianca di vitello il cui nome per alcuni significa "salsiccia di carne spezzettata" e per altri "salsiccia da arrostire". In Germania di solito viene speziata in modo deciso con pepe, noce moscata e/o cumino, mentre in Svizzera il suo sapore è molto più delicato. In Ticino ne esiste una versione mignon, una "collana" di micro-salsiccine detta cipollata  non perchè contenga cipolle ma perchè, appunto, di solito si serve in salsa di cipolle. Ma, a casa della mia mamma lavoratrice senza tempo ne' passione per la cucina,

MTC giugno 2011... verso Oriente!

Continuo a pensare che le giudici  titolari  e aggiunte  dell'MTC fossero completamente fuori quando hanno passato a me il testimone e nessuno potrà convincermi del contrario, anche perchè potevano ben immaginare in che gorgo storico-etnico-confusionale avrei trascinato la sfida... ma si sono fidate lo stesso! No, è oggettivo: non possono essere completamente normali... Accertato questo, dichiaro anche di non essermi mai emozionata tanto nello scrivere un post e soprattutto nel proporre una ricetta, sentendo tanti occhi puntati addosso ed il fiato trattenuto di tanti MTC addicted... Ebbene sì, rilassatevi (o disperatevi) pure: come temevate, questa volta si va davvero tutti in Giappone! Niente succede per caso, si sa. Tanto è vero che l'eterno girovagare di Marco Polo (a cui faccio da qualche tempo da vivandiera ) l'ha portato proprio a questo punto del suo viaggio a confrontarsi con  Cipango , il Paese del Sol Levante... Come potevo non cogliere il suggerimento di un s

peperoni farciti alla croata: massaia batte bustina millemila a zero!

Riprendere a parlare di cucina non è facilissimo, soprattutto con il tono scanzonato che avevo in mente per questo post. Mi limiterò all'aspetto "documentaristico" ed umano, che l'umore magari sa beneficiare della concentrazione e della dolcezza richieste da una simile impostazione. Dopo una lunga serie di articoli e ricette a base di riso penso di cambiare direzione dedicandomi ai peperoni bianchi croati che di solito si cucinano ripieni di carne, per scoprire poi che nella farcia è presente riso crudo. Quando si dice il caso... I peperoni bianchi, babura paprika, in Croazia sono reperibili facilmente proprio in questa stagione. Ne ho in frigo tre e decido di prepararli, appunto, come  punjene paprike , ovvero farciti e cotti nel pomodoro, ricetta tipica che con piccole varianti è diffusa anche in altri Paesi limitrofi e che ogni famiglia, ovviamente, prepara secondo i propri criteri. La versione più semplice prevede di profumare carne trita di manzo o m

riso Otello: un nero integral(ista)

Il primo giorno di autunno una ricetta con le ultime verdure estive, che sono ancora buone visto che sembra far più caldo ora che nei mesi trascorsi... Sollecitata da alcuni dubbi posti sulle modalità di cottura del riso integrale e sull'utilizzo di varietà di riso "esotiche", ho pensato di provare le risposte sul campo e chiarire soprattutto le idee a me stessa, la prima che ha tutto ancora da imparare. Così, per prendere due piccioni con una fava, ho scelto un riso sia nero che integrale. No, non famoso ed idolatrato riso Venere, fantastica varietà di nobile origine cinese che, grazie a opportune ibridazioni, ora è coltivato anche in Italia.  Ho pescato  invece una varietà tutta italiana: il riso Otello, che deriva anch'esso da varietà cinesi ma è di concezione e di coltivazione tutta nostrana. Chissà se il  nome è stato ispirato ispirato dal famoso personaggio shakespeariano, dalla sua pelle scura e dalla sua natura piuttosto integral ista... Si utilizz

precisazione:

Per carattere tendo a tenermi in disparte e so che un comportamento simile in rete rema contro la normale volontà di visibilità di un blog che si rispetti: ho ricevuto spesso critiche per questo.
Mi hanno anche fatto notare che non sempre racconto le manifestazioni a cui sono invitata da aziende e che non polemizzo con chi ha utilizzato i miei testi o le mie foto senza citare il mio blog.
Ringrazio con passione chi mi rivolge queste critiche per affetto e chi mi sopporta lo stesso, nonostante non segua i loro consigli!