Passa ai contenuti principali

il Giallo della Malvasia: vino e territorio piacentino tra funghi, susine e zucca


Golosissimo spunto, quello del contest Il Giallo della Malvasia lanciato dalla Strada dei Vini e dei Sapori dei Colli Piacentini e dalla Strada Del PO e dei Sapori della Bassa Piacentina, in collaborazione con AIFB e ALMA. E non è la solita sfida con un premio al vincitore e amen, si tratta proprio di un progetto di approfondimento culturale, che inizia nelle modalità di svolgimento del contest e culmina con due giornate di confronti, laboratori, degustazioni, cooking show e speed wine tasting aperte al pubblico ad ingresso gratuito! 



Tutto ciò che serve per scoprire gli aromi segreti tra Po e Appennino aspetta i golosi e i curiosi nei giorni 1 e 2 ottobre alla Corte La Faggiola, in località Gariga di Potenzano (PC), antica struttura agricola in cui sono stati ricavati ristorante didattico, area degustazione, bottega agroalimentare e una sala convegni ispirata ai principi di Giuseppe Verdi "agricoltore innovatore".

Per il pubblico una ghiotta opportunità di conoscenza e divertimento, per i food blogger partecipanti anche due emozionanti sfide. La più intrigante è mettersi in relazione con un vino altamente aromatico come la Malvasia di Candia Aromatica dei Colli Piacentini, spesso conosciuta come vino da dessert ma, nella tradizione piacentina, una vera e propria famiglia di Malvasie dai connotati molto differenti tra loro, adatte alle occasioni più diverse ma con in comune soprattutto l'altissima caratterizzazione degli aromi floreali.

L'altro stimolo è l'impegno nel creare una ricetta che si abbini ad una di quelle Malvasie ed insieme valorizzi sia i prodotti agroalimentari piacentini che la tradizione della cucina locale, tanto è vero che la selezione di alcuni ingredienti tipici, a costituire una sorta di mistery box di partenza, si è basata sul testo La cucina Piacentina. Storia e Ricette del Direttore Generale di Alma Andrea Sinigaglia e dello storico e co-fondatore di Slow Food Marino Marini, approccio fondamentale per capire quanto profonda e capillare sia la cultura gastronomica di tutte le Terre Piacentine.

Sono zone che personalmente ho frequentato poco ma che ho scoperto essere ricche di prodotti straordinari. Quelli proposti in questo caso sono tutti di piccoli produttori locali, non sempre gli stessi per ogni partecipante. A disposizione mia ci sono:

Aglio Bianco Piacentino e Scalogno Piacentino forniti dall'Azienda Agricola Delfanti 
Salsa di pomodoro dell'Azienda Agricola Pizzavacca 
Grana Padano del Caseificio Santa Vittoria
Miele Piacentino di Tarassaco APAP dell'azienda agricola Il Poggio
Zucca Piacentina fornita dalla Società Agricola Graffignana
Susine Tardive dell'Azienda Agricola Maldotti.



E, ovviamente, una bottiglia di Malvasia, nel mio caso cantina Torre Fornello, Malvasia Donna Luigia del 2015. Gli esperti così lo descrivono: "Colore giallo paglierino carico, al naso è intenso e fresco dove il caratteristico profumo della Malvasia si presenta con note di menta, frutto della passione e litchi. E' un vino secco, fresco, aromatico, piacevolmente complesso, lungo e persistente, un vino rotondo e di struttura." 

Per gli abbinamenti in tavola i produttori suggeriscono, tra le altre cose: "accoppiamenti forti come salumi e piatti a base di carni bianche decisi e corposi; verdure grigliate, pasta condita con radicchio rosso o con [...] pesto; crèpes ai funghi [...]; confronti azzardati con pesci di lago, [...] carni particolari; foie gràs; formaggi e pasticceria nostrana. Cibi con curry, cibi speziati [...] e pesce affumicato."

Alla luce di tutte le note storiche della cucina piacentina che mi piaceva curare, a quella dei sapori degli ingredienti messimi a disposizione, e a quella delle caratteristiche organolettiche della mia Malvasia... come nasce la mia ricetta?

1) I prodotti piacentini di cui sono storicamente più golosa in partenza sono i salumi, che mi spiaceva non inglobare almeno come citazione.
2)  In questo straordinario mese la stagione ci offre l'opportunità di coniugare i profumi tardo-estivi con quelli più decisamente autunnali, tra cui una risorsa tipica della zona, pienamente di stagione ora e altra mia golosità ancestrale: i funghi!
3) Utilizzare elementi dolci (e qui ho una gamma meravigliosa di susine, zucca e miele) in piatti dalla spiccata sapidità è una delle caratteristiche distintive del mio stile di cucina.
4) Mi piaceva inserire il vino malvasia anche nel piatto, cercando di sfruttarne l'aromaticità e la dolcezza come suggerimento sottile, senza che dominasse, come omaggio alla originale idea di base dell'iniziativa.

Ecco come nasce l'idea di usare dei porcini come base della parte sapida del piatto, costituita da pancetta piacentina dop e grana padano e resa croccante da un altro prodotto tipico del Piacentino, le noci, base però che acquisisce morbidezza, leggerissima acidità e lieve dolcezza dalla "intromissione" delle susine tardive, scelte tra quelle più sode.



A completare la piccola ma decisa nota dolce di una salsa di zucca e scalogno, dove miele di tarassaco e un goccio di Malvasia giocano con il profumo familiare della salvia, la nota aspra e gentile del limone e la punteggiatura decisa del pepe nero, una delle spezie principe nella lavorazione dei salumi piacentini.



E alla fine, tra una cosa e l'altra, il piatto e uscito così...


Porcini alle susine e noci con salsa di zucca e scalogno alla Malvasia 

ingredienti per 4 persone come antipasto, per 2 come portata pincipale:
per i porcini:
4 porcini dalla cappella ampia almeno 8 cm, in tutto circa 400 g
200 g di SUSINE TARDIVE non troppo mature Maldotti
1 spicchio di AGLIO BIANCO PIACENTINO Delfanti
30 g di GRANA PADANO Caseificio Santa Vittoria
30 g di noci sgusciate
30 g di pancetta piacentina in una fetta spessa
1 foglia di alloro
sale
pepe nero al mulinello

per la salsa:
170 g di polpa di ZUCCA PIACENTINA Graffignana (peso al netto della buccia)
1 SCALOGNO PIACENTINO Delfanti
50 ml di MALVASIA DONNA LUIGIA 2015 TORRE FORNELLO
25 g di MIELE PIACENTINO DI TARASSACO APAP il Poggio
1 limone
2 foglie di salvia
3 grani di pepe nero
1/2 cucchiaio di olio extravergine leggero
sale

Per la salsa tagliare la zucca a dadini e tritare finemente lo scalogno. Scaldare l'olio in un tegame, versarci la zucca, lo scalogno, i grani di pepe leggermente schiacciati con una lama pesante e la salvia e far insaporire per un paio di minuti. 

Unire la Malvasia, 50 ml di acqua, il miele e un pizzico di sale e cuocere a fuoco medio per 15 minuti, fino a quando la zucca è talmente morbida da spappolarsi sotto il cucchiaio.

Levare la salvia e frullare la zucca. Versare nella crema 25 ml di succo di limone filtrato, se serve un goccio di acqua per regolarne la consistenza a salsa vellutata, far insaporire sul fuoco un paio di minuti perchè gli aromi si concentrino e spegnere.


Separare le cappelle dei porcini dai gambi e pulirle molto bene con un panno umido, eliminando tutti i residui di terra e scavando leggermente l'attacco del gambo. Mondare i gambi con un pelapatate, pulendo anch'essi molto bene, e tagliarli a fettine.

Tritare grossolanamente la pancetta, grattugiare il grana, snocciolare le susine e tagliarle a pezzetti. Sbucciare l'aglio e schiacciarlo leggermente con una lama pesante in modo che si apra leggermente ma non si spappoli. Tritare grossolanamente le noci.

Scaldare in tegame metà della pancetta a fuoco dolce in modo che il grasso si sciolga; unire l’alloro, l’aglio schiacciato e, dopo un minuto, i gambi dei funghi, facendoli saltare a fuoco vivace per 5 minuti.

Unire le susine, salare leggermente e cuocere altri 5 o 6 minuti, unendo se serve un goccio di acqua, fino a che le susine sono  morbide e lucide. Lasciar intiepidire, unire le noci, il grana e la pancetta rimasta e regolare se serve di sale.

Disporre le cappelle su una teglia rivestita di carta forno con la parte spugnosa in alto, condirle con un pizzico di sale e farcirle con il composto di porcini e susine.


Cuocere in forno ventilato a 180 °C (o statico a 200 °C) per circa 15 minuti, fino a che le cappelle sono morbide e la farcia leggermente croccante in superficie.

Disporre i porcini nei piatti individuali, disporvi accanto una cucchiaiata di salsa di zucca, irrorare i porcini con un cucchiaino del loro fondo di cottura, spolverizzare il tutto con un macinata di pepe, decorare con una fogliolina di salva e servire, accompagnando con un calice della stessa Malvasia di Candia Aromatica usata nella ricetta.


Con questa ricetta partecipo al contest Il Giallo Della Malvasia, ringraziando i promotori.



Per seguire tutto su facebook  qui e quiper partecipare in diretta ecco come raggiungere La Faggiola. Io ci sarò a prescindere, il progetto è troppo interessante!



(NB: mi scuso per le foto tremende: per circostanze particolari non avevo a disposizione la mia solita attrezzatura e non sono riuscita non dico a comporre immagini decenti, ma nemmeno a scattare foto non mosse. Mi rendo conto che il risultato non è assolutamente all'altezza, un pochino meglio di solito so fare. Sono mortificata e chiedo davvero scusa.)
  • rivoli affluenti:
  • il testo di riferimento: Andrea Sinigaglia, Marino Marini, La cucina Piacentina. Storia e ricette, Orme Editori, 2015, ISBN 9788867101320.

Commenti

  1. Mi sono imbattuto tuo sito da un retweet, così ho interagire e ho messo i commenti quando si tratta di me, e ne vale la pena.

    RispondiElimina

Posta un commento

post più popolari

MTC di settembre 2014: un sacco di riso!

Diceva un vecchio slogan anarchico: "con l'ironia abbatteremo il potere e un sacco di riso lo seppellirà".  A no? Erano risate?! Va be'... per un MTC di questa portata ci si può anche concedere una licenza! Premessa... ... avevo scritto un post lunghissimo per raccontare perché e per come ho scelto questo tema per l'MTChallenge di settembre 2014. Poi l'ho ridotto della metà, lasciando solo alcune note che mi sembravano indispensabili, e l'ho mandato alla Gennaro per un parere.  E lei ha detto che un terzo di quanto le ho mostrato era già troppo! Allora ho ricomposto alcuni dei contenuti in articoli di supporto da pubblicare più avanti ed ho cassato il resto. Qui è rimasto il riassunto della selezione della selezione, ovvero il puro tema dell'MTC. Che, mi spiace, adesso vi tocca leggere per intero! Se scegliere un ingrediente invece che una ricetta tende ad allargare gli orizzonti, questa volta scegliere IL RISO , come capirete, li spalanca fran

a tu per tu con il Fleischkäse svizzero, questo sconosciuto di famiglia

Nel curioso elenco dei cibi svizzeri che hanno caratterizzato la mia infanzia mi rendo conto che, fatto strano, sul blog non ho ancora parlato del  Fleischkäse, una via di mezzo tra un polpettone ed un würstel gigante di cui da bambini venivamo spesso nutriti. Ma un episodio di vita vera me lo ha messo sotto il naso proprio l'altro giorno, ed eccomi qui con il mio reportage storico-familiare. Alcuni Svizzeri, come quelli di casa mia, vivono il   Fleischkäse come un salume, da comprare pronto, intero o affettato sottile in buste, da servire in tavola come fosse prosciutto cotto o da infilare nei panini per merenda con maionese, senape e cipolline sottaceto (Be'... che c'è?! Se mia mamma per evitare che noi figli mangiassimo troppa Nutella la teneva in frigo ad indurire, così era più difficile da spalmare e sul pane se ne metteva di meno, perché stupirsi di quella che lei invece considerava una merenda "sana"?!) Altri amanti del  Fleischkäse  lo compran

una salsa di cipolle svizzera per würstel e per mamme lavoratrici

Lo so: sono rimasta indietro di una puntata! Parlavo di  ricette svizzere  quando un'irrefrenabile tentazione di cibo americano  si è intrufolata in cucina ed ha avuto  la meglio. Riprendo ora il filo con un piatto che ho proposto pochi giorni fa anche alla mia cara mammina svizzera in occasione del suo compleanno: Bratwurst con salsa di cipolle. L'aspetto curioso non sta tanto nel tipo di würstel utilizzato, una salsiccia bianca di vitello il cui nome per alcuni significa "salsiccia di carne spezzettata" e per altri "salsiccia da arrostire". In Germania di solito viene speziata in modo deciso con pepe, noce moscata e/o cumino, mentre in Svizzera il suo sapore è molto più delicato. In Ticino ne esiste una versione mignon, una "collana" di micro-salsiccine detta cipollata  non perchè contenga cipolle ma perchè, appunto, di solito si serve in salsa di cipolle. Ma, a casa della mia mamma lavoratrice senza tempo ne' passione per la cucina,

MTC giugno 2011... verso Oriente!

Continuo a pensare che le giudici  titolari  e aggiunte  dell'MTC fossero completamente fuori quando hanno passato a me il testimone e nessuno potrà convincermi del contrario, anche perchè potevano ben immaginare in che gorgo storico-etnico-confusionale avrei trascinato la sfida... ma si sono fidate lo stesso! No, è oggettivo: non possono essere completamente normali... Accertato questo, dichiaro anche di non essermi mai emozionata tanto nello scrivere un post e soprattutto nel proporre una ricetta, sentendo tanti occhi puntati addosso ed il fiato trattenuto di tanti MTC addicted... Ebbene sì, rilassatevi (o disperatevi) pure: come temevate, questa volta si va davvero tutti in Giappone! Niente succede per caso, si sa. Tanto è vero che l'eterno girovagare di Marco Polo (a cui faccio da qualche tempo da vivandiera ) l'ha portato proprio a questo punto del suo viaggio a confrontarsi con  Cipango , il Paese del Sol Levante... Come potevo non cogliere il suggerimento di un s

peperoni farciti alla croata: massaia batte bustina millemila a zero!

Riprendere a parlare di cucina non è facilissimo, soprattutto con il tono scanzonato che avevo in mente per questo post. Mi limiterò all'aspetto "documentaristico" ed umano, che l'umore magari sa beneficiare della concentrazione e della dolcezza richieste da una simile impostazione. Dopo una lunga serie di articoli e ricette a base di riso penso di cambiare direzione dedicandomi ai peperoni bianchi croati che di solito si cucinano ripieni di carne, per scoprire poi che nella farcia è presente riso crudo. Quando si dice il caso... I peperoni bianchi, babura paprika, in Croazia sono reperibili facilmente proprio in questa stagione. Ne ho in frigo tre e decido di prepararli, appunto, come  punjene paprike , ovvero farciti e cotti nel pomodoro, ricetta tipica che con piccole varianti è diffusa anche in altri Paesi limitrofi e che ogni famiglia, ovviamente, prepara secondo i propri criteri. La versione più semplice prevede di profumare carne trita di manzo o m

riso Otello: un nero integral(ista)

Il primo giorno di autunno una ricetta con le ultime verdure estive, che sono ancora buone visto che sembra far più caldo ora che nei mesi trascorsi... Sollecitata da alcuni dubbi posti sulle modalità di cottura del riso integrale e sull'utilizzo di varietà di riso "esotiche", ho pensato di provare le risposte sul campo e chiarire soprattutto le idee a me stessa, la prima che ha tutto ancora da imparare. Così, per prendere due piccioni con una fava, ho scelto un riso sia nero che integrale. No, non famoso ed idolatrato riso Venere, fantastica varietà di nobile origine cinese che, grazie a opportune ibridazioni, ora è coltivato anche in Italia.  Ho pescato  invece una varietà tutta italiana: il riso Otello, che deriva anch'esso da varietà cinesi ma è di concezione e di coltivazione tutta nostrana. Chissà se il  nome è stato ispirato ispirato dal famoso personaggio shakespeariano, dalla sua pelle scura e dalla sua natura piuttosto integral ista... Si utilizz

precisazione:

Per carattere tendo a tenermi in disparte e so che un comportamento simile in rete rema contro la normale volontà di visibilità di un blog che si rispetti: ho ricevuto spesso critiche per questo.
Mi hanno anche fatto notare che non sempre racconto le manifestazioni a cui sono invitata da aziende e che non polemizzo con chi ha utilizzato i miei testi o le mie foto senza citare il mio blog.
Ringrazio con passione chi mi rivolge queste critiche per affetto e chi mi sopporta lo stesso, nonostante non segua i loro consigli!