Passa ai contenuti principali

furikake onigiri: un classico giapponese che mi mancava


Cosa mangiano i bambini in Giappone? Le stesse cose degli adulti un po' come da noi. All'atto pratico in Italia, soprattutto quando si mangia fuori casa, molti genitori tendono ad ordinare "menù per bambini" che puntano su piatti semplici e ben conosciuti, tipo pasta al pomodoro o cotoletta panata, certamente graditi ai più piccoli perchè consumati spesso anche a casa.

E in Giappone esiste un equivalente di queste pietanze casalinghe che certamente piace tutti i bambini? Sì: il furikake. Non si tratta di un piatto vero e proprio ma di un condimento che insaporisce il riso bianco,  trasformandolo velocemente in un piatto goloso, semplice e saporito che di solito piace un mondo sia ai bimbi che agli adulti. 

Avevo già preparato un furikake casalingo qui sul blog ma non ne avevo ancora parlato approfonditamente e, fino a che non ho aperto oggi la dispensa, non avevo nemmeno mai realizzato quante varietà pronte ne esistono in commercio!

In Italia se ne trovano poche varianti nei negozi di alimenti orientali (esiste anche un prodotto simile coreano, fatto con alghe aromatizzate e detto doljaban muchim) e se chiedete in un ristorante giapponese un piatto di riso con furikake ve lo servono con un sorriso di condiscendenza, con la stessa tenerezza che si riserverebbe qui ad un adulto che chiedesse per dessert una fetta di pane e marmellata. 

La scorta della mia dispensa, in effetti, arriva direttamente dal Giappone, perchè ho amici in loco che sanno quanto ne sono golosa e me lo portano spesso come omiage (pensierino) nei loro viaggi: al wasabi, al cavolo nero, alla carne alla brace, all'aglio fritto...



...quando non mi portano direttamente gli ingredienti per confezionarmelo in casa a piacere! Qui, ad esempio, miglio tostato, fiori di ciliegio essiccati, polvere di umeboshi, di shiso, di nori...



La storia del furikake è curiosa: un farmacista di Kumamoto a inizio '900 cercava un sistema per incrementare la presenza di calcio nella dieta dei suoi pazienti (in Giappone al tempo non si consumavano latticini). Si inventò una polvere di lische di pesce, insaporita con alghe, sesamo tostato e semi di papavero e la chiamò gohan no tomo, l'amico del riso. L'idea piacque tanto che la ricetta venne acquistata da un industriale e commercializzata.

Stessa sorte toccò alla polvere inventata da un droghiere di Fukushima qualche anno dopo, questa a base di pesce essiccato, alghe e salsa di soia e chiamata kore wa umai (quanto è buono!): venduta inizialmente come spezia di lusso a chi si poteva permettere di mangiare riso bianco tutti i giorni, divenne un alimento base delle truppe giapponesi della prima guerra mondiale fornendo calcio e proteine e nel '48 venne prodotta su larga scala da una grande compagnia, proprio per contenere i danni della malnutrizione.

Nel 1959 i produttori di questo condimento si riunirono in un'associazione e decisero di dare a tutte le varie polveri un unico nome ufficiale: furikake, "da spargere sopra". Le aromatizzazioni oggi sono infinite, solo sul mio tavolo (e non le ho fotografate tutte) ne conto una quindicina. E' divenuto una specialità talmente diffusa che ogni zona si perita di proporre un furikake aromatizzato con ingredienti tipici del luogo ed esistono botteghine specializzate che te ne confezionano di personalizzati.

Oltre a condire il riso bianco è oramai ingrediente caratterizzante del riso, semplice o pressato in  fogge fantasiose, su cui si basano i bento (le lunch box) di grandi e piccini e soprattutto degli onigiri casalinghi. E di onigiri parla la ricetta di oggi... che poi vera ricetta non è! La riassumo in due righe, specificando che quello in foto è un furikake al wasabi, quindi leggermente piccante, con alghe, verdurine in salamoia essiccate e croccantini di kinako (farina di soia tostata).



Onigiri al wasabi furikake 

Semplicissimo: per sei polpette si cuociono 500 g di riso così; una volta pronto, ci si versano sopra sei cucchiai del furikake scelto e si mescola.



Con le mani beni inumidite, si formano sei polpette triangolari. Le si serve con un foglietto di alga nori, per poterle prendere agevolmente in mano, e le si mangia a morsi.



Ma, se si è pigrissimi, ci si può semplicemente avventare sul riso condito con un paio di bacchette...



Non resisto, devo scappare a mangiarmeli ! Buon appetito, o meglio: itadakimasu!
  • rivoli affluenti:
  • esiste un libretto fantastico sugli onigiri con condimenti e farciture tutti home made: Reiko Yamada, Everiday Onigiri. 101 Healty, Easy Japanese Riceballs Recipes, Pot Pub. Co, 2014, ISBN 978-4-7808-0204-7
  • me lo sfoglio con occhi golosi mentre divoro da sola 4 onigiri di questi veloci, al furikake. Ok, sarà per la prossima volta... 

Commenti

  1. Davvero interessante! Gli onigiri, dal tempo in cui seguivo i cartoni e i manga in tv, mi hanno sempre affascinato e incuriosito. I tuoi sono bellissimi e devono essere pure buoni!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. il bello è che, se non trovi il furikake sotto casa, puoi prepararteli anche con sapori italiani! Tra un po' ne pubblicherò alcuni esempi

      Elimina
  2. Grazie per questo bel post ... e sorridente (per nessun soggetto ovvio)!

    RispondiElimina

Posta un commento

post più popolari

MTC di settembre 2014: un sacco di riso!

Diceva un vecchio slogan anarchico: "con l'ironia abbatteremo il potere e un sacco di riso lo seppellirà".  A no? Erano risate?! Va be'... per un MTC di questa portata ci si può anche concedere una licenza! Premessa... ... avevo scritto un post lunghissimo per raccontare perché e per come ho scelto questo tema per l'MTChallenge di settembre 2014. Poi l'ho ridotto della metà, lasciando solo alcune note che mi sembravano indispensabili, e l'ho mandato alla Gennaro per un parere.  E lei ha detto che un terzo di quanto le ho mostrato era già troppo! Allora ho ricomposto alcuni dei contenuti in articoli di supporto da pubblicare più avanti ed ho cassato il resto. Qui è rimasto il riassunto della selezione della selezione, ovvero il puro tema dell'MTC. Che, mi spiace, adesso vi tocca leggere per intero! Se scegliere un ingrediente invece che una ricetta tende ad allargare gli orizzonti, questa volta scegliere IL RISO , come capirete, li spalanca fran

a tu per tu con il Fleischkäse svizzero, questo sconosciuto di famiglia

Nel curioso elenco dei cibi svizzeri che hanno caratterizzato la mia infanzia mi rendo conto che, fatto strano, sul blog non ho ancora parlato del  Fleischkäse, una via di mezzo tra un polpettone ed un würstel gigante di cui da bambini venivamo spesso nutriti. Ma un episodio di vita vera me lo ha messo sotto il naso proprio l'altro giorno, ed eccomi qui con il mio reportage storico-familiare. Alcuni Svizzeri, come quelli di casa mia, vivono il   Fleischkäse come un salume, da comprare pronto, intero o affettato sottile in buste, da servire in tavola come fosse prosciutto cotto o da infilare nei panini per merenda con maionese, senape e cipolline sottaceto (Be'... che c'è?! Se mia mamma per evitare che noi figli mangiassimo troppa Nutella la teneva in frigo ad indurire, così era più difficile da spalmare e sul pane se ne metteva di meno, perché stupirsi di quella che lei invece considerava una merenda "sana"?!) Altri amanti del  Fleischkäse  lo compran

una salsa di cipolle svizzera per würstel e per mamme lavoratrici

Lo so: sono rimasta indietro di una puntata! Parlavo di  ricette svizzere  quando un'irrefrenabile tentazione di cibo americano  si è intrufolata in cucina ed ha avuto  la meglio. Riprendo ora il filo con un piatto che ho proposto pochi giorni fa anche alla mia cara mammina svizzera in occasione del suo compleanno: Bratwurst con salsa di cipolle. L'aspetto curioso non sta tanto nel tipo di würstel utilizzato, una salsiccia bianca di vitello il cui nome per alcuni significa "salsiccia di carne spezzettata" e per altri "salsiccia da arrostire". In Germania di solito viene speziata in modo deciso con pepe, noce moscata e/o cumino, mentre in Svizzera il suo sapore è molto più delicato. In Ticino ne esiste una versione mignon, una "collana" di micro-salsiccine detta cipollata  non perchè contenga cipolle ma perchè, appunto, di solito si serve in salsa di cipolle. Ma, a casa della mia mamma lavoratrice senza tempo ne' passione per la cucina,

MTC giugno 2011... verso Oriente!

Continuo a pensare che le giudici  titolari  e aggiunte  dell'MTC fossero completamente fuori quando hanno passato a me il testimone e nessuno potrà convincermi del contrario, anche perchè potevano ben immaginare in che gorgo storico-etnico-confusionale avrei trascinato la sfida... ma si sono fidate lo stesso! No, è oggettivo: non possono essere completamente normali... Accertato questo, dichiaro anche di non essermi mai emozionata tanto nello scrivere un post e soprattutto nel proporre una ricetta, sentendo tanti occhi puntati addosso ed il fiato trattenuto di tanti MTC addicted... Ebbene sì, rilassatevi (o disperatevi) pure: come temevate, questa volta si va davvero tutti in Giappone! Niente succede per caso, si sa. Tanto è vero che l'eterno girovagare di Marco Polo (a cui faccio da qualche tempo da vivandiera ) l'ha portato proprio a questo punto del suo viaggio a confrontarsi con  Cipango , il Paese del Sol Levante... Come potevo non cogliere il suggerimento di un s

peperoni farciti alla croata: massaia batte bustina millemila a zero!

Riprendere a parlare di cucina non è facilissimo, soprattutto con il tono scanzonato che avevo in mente per questo post. Mi limiterò all'aspetto "documentaristico" ed umano, che l'umore magari sa beneficiare della concentrazione e della dolcezza richieste da una simile impostazione. Dopo una lunga serie di articoli e ricette a base di riso penso di cambiare direzione dedicandomi ai peperoni bianchi croati che di solito si cucinano ripieni di carne, per scoprire poi che nella farcia è presente riso crudo. Quando si dice il caso... I peperoni bianchi, babura paprika, in Croazia sono reperibili facilmente proprio in questa stagione. Ne ho in frigo tre e decido di prepararli, appunto, come  punjene paprike , ovvero farciti e cotti nel pomodoro, ricetta tipica che con piccole varianti è diffusa anche in altri Paesi limitrofi e che ogni famiglia, ovviamente, prepara secondo i propri criteri. La versione più semplice prevede di profumare carne trita di manzo o m

riso Otello: un nero integral(ista)

Il primo giorno di autunno una ricetta con le ultime verdure estive, che sono ancora buone visto che sembra far più caldo ora che nei mesi trascorsi... Sollecitata da alcuni dubbi posti sulle modalità di cottura del riso integrale e sull'utilizzo di varietà di riso "esotiche", ho pensato di provare le risposte sul campo e chiarire soprattutto le idee a me stessa, la prima che ha tutto ancora da imparare. Così, per prendere due piccioni con una fava, ho scelto un riso sia nero che integrale. No, non famoso ed idolatrato riso Venere, fantastica varietà di nobile origine cinese che, grazie a opportune ibridazioni, ora è coltivato anche in Italia.  Ho pescato  invece una varietà tutta italiana: il riso Otello, che deriva anch'esso da varietà cinesi ma è di concezione e di coltivazione tutta nostrana. Chissà se il  nome è stato ispirato ispirato dal famoso personaggio shakespeariano, dalla sua pelle scura e dalla sua natura piuttosto integral ista... Si utilizz

precisazione:

Per carattere tendo a tenermi in disparte e so che un comportamento simile in rete rema contro la normale volontà di visibilità di un blog che si rispetti: ho ricevuto spesso critiche per questo.
Mi hanno anche fatto notare che non sempre racconto le manifestazioni a cui sono invitata da aziende e che non polemizzo con chi ha utilizzato i miei testi o le mie foto senza citare il mio blog.
Ringrazio con passione chi mi rivolge queste critiche per affetto e chi mi sopporta lo stesso, nonostante non segua i loro consigli!