Passa ai contenuti principali

un persistente mood americano con funghi alla birra


Il mood americano fatica ad abbandonarmi. Così, prima di rituffare il blog in Svizzera come mi ero ripromessa, mi ritrovo invece a desiderare famelicamente un hamburger come si deve ed un'abbondante scorta di birra.

Detto fatto: farcisco il frigo di Innis & Gunn, una specialissima birra scozzese molto aromatica che adoro (ve be', scozzese... ma in questo post all'americana contano molto le influente britanniche!), e preparo le "polpette" con carne con manzo tritata al coltello, cipolla grattugiata, due cucchiaiate di birra (ho detto che la adoro... la metterei ovunque!), Tabasco affumicato, Worcester home made, sale e pepe. 

Predispongo dei bei bun al sesamo (io biecamente comprati, ma per farseli a casa tutti i segreti sono qui) da tostare sulla piastra, delle belle foglie di lattuga croccante e delle fette sottili di Appenzeller, interferenza svizzera (!) che sostituisce più che degnamente il formaggio che avrei in verità voluto, un brick cheese del Wisconsin qui introvabile. 

Che mi manca per essere felice? Solo di aggiungere a questo ricco hamburger una di quelle porcate americane che serva indifferentemente da farcitura, da accompagnamento o da salsa, 'che tanto le definizioni non son importanti in questo stile di cucina dal benessere informale... 

Non vedrete fotografato l'hamburger: cucinato e servito al momento su un vassoio davanti alla TV,  non si poteva spezzare quel momento di incanto profondo con un banale intervallo per le foto. E non ho pensato a immortalare la polpetta da cruda... Ci sono però le immagini della porcata aggiuntiva, preparata in anticipo, fotografata con calma e poi riscaldata mentre cuoceva la carne, giusto perchè si restringesse ed insaporisse ancora un pochino...

Questo accompagnamento prende spunto dall'antico mushroom catsup, salsa britannica che sta alle origini del ketchup come lo conosciamo noi: con il tempo i pomodori si sono sostituiti ai funghi come ingrediente principale, ma all'inizio gli Inglesi usavano solo miceti, spezie e aceto, creando una salsa compatta che, tra '700 e '800, serviva anche da base per altre salse classiche. 

In Gran Bretagna e negli Stati Uniti ora esistono alcune marche industriali di mushroom ketchup, un insaporitore liquido e scuro che ricorda più la Worcester e che spesso nemmeno contiene funghi, mentre la sola parola ketchup è rimasta legata alla salsa rossa e cremosa che tutti conosciamo.

Alcuni chef statunitensi, però, soprattutto nell'ambito del fast food di qualità, hanno ripreso l'idea originale, proponendo sotto il nome di mushroom ketchup una salsa a base di pomodoro e aceto ma che contiene anche dei funghi, di solito essiccati perchè il loro aroma risulti più pronunciato e riconoscibile.

A quest'ultima tendenza mi sono ispirata, inventandomi però un "accompagnamento" generico, in cui i funghi restano interi, la sapidità è data dal bacon, l'aromatizzazione non da spezie ma da una birra rossa e l'agrodolce da un pizzico di zucchero di canna e da una cucchiaiata di ketchup vero e proprio. 

Schiaffati a cucchiaiate sopra la lattuga sul panino caldo, prima di impilarci sopra hamburger e formaggio, posso dire che questi funghi colanti hanno contribuito alla piena soddisfazione del palato. Anche la birra che ha accompagnato la cena davanti alla TV ha fatto il suo dovere. Sorso su sorso ha persino opportunamente abbioccato l'essere, rasserenandolo dalle beghe della giornata lavorativa. Ma questa è un'altra storia...


Funghi alla birra, bacon e ketchup

ingredienti per 4 hamburger (o per 2 persone come contorno):
500 g di champignon
80 g di pancetta affumicata
1 piccola cipolla
100 ml di birra aromatica
2 cucchiai di ketchup
1/2 cucchiaino di zucchero di  canna
2 rametti di prezzemolo
sale
pepe nero al mulinello

Pulire i funghi eliminando bene la terra e tagliarli a fettine sottili (se ne ricavano poco più di 300 g). Tritare  finemente la cipolla e ridurre la pancetta a dadini. Tritare grossolanamente le foglie di prezzemolo.

Sciogliere il burro in un tegame e stufarci la cipolla e la pancetta per 3 o 4 minuti a fuoco basso, fino a che la cipolla morbida ed il grasso della pancetta trasparente.

Unire i funghi, alzare la fiamma, salare leggermente e far consumare la loro acqua;  intanto scaldare la birra e sciogliervi lo zucchero.

Versare la birra nel tgame, far prendere bollore e cuocere una decina di minuti, fino a che i funghi sono morbidi ed il fondo di cottura si è ristretto.

Unire il ketchup, regolare di sale se serve, pepare abbondantemente, spegnere e servire i funghi spolverati di prezzemolo. Nel mio caso ho aggiunto il prezzemolo solo dopo aver riscaldato i funghi, o nell'attesa si sarebbe annerito.


  • rivoli affluenti:
  • una piacevole ricetta di mushroom ketchup contemporaneo è di Carlyn Berghoff, chef titolare di un catering a Chicago, riportata in: Marcel Desaulniers, The Burger Meister, Simon & Shuster, 1993, ISBN 0-671-86538-2

Commenti

  1. Vos partages me plaient beaucoup! C'est super!!!
    voyance gratuite

    RispondiElimina
  2. Beh anche se ogni tanto non mi vedi e maleducatamente anche senza salututo purtroppo per me passo sempre argh!! e ci lascio gli occhi il cuore la pancia ecc ecc. Non sempre sono alla mia portata di esecuzione alle volte troppo complessa e poi, sai, noi siamo sempre solamente in due e quindi non sempre si può fare in quantitativi piccoli :( però qualcosa faccio. Questo si mi piace come ci piace la birra e quelle aromatiche che piacciono a te ma purtroppo qui le varietà da acquisto molto limitate anche se ci sono dei tipi di PUB dove non questa ma alcune ci sono ma bisogna berle li... Grazie cara buona fine settimana.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Edvige, sei gentilissima come al solito e non ti preoccupare: vieni a curiosare qui solo quanto hai il tempo ed il piacere di farlo, io ti apprezzo sempre quando appari!

      Elimina

Posta un commento

post più popolari

MTC di settembre 2014: un sacco di riso!

Diceva un vecchio slogan anarchico: "con l'ironia abbatteremo il potere e un sacco di riso lo seppellirà".  A no? Erano risate?! Va be'... per un MTC di questa portata ci si può anche concedere una licenza! Premessa... ... avevo scritto un post lunghissimo per raccontare perché e per come ho scelto questo tema per l'MTChallenge di settembre 2014. Poi l'ho ridotto della metà, lasciando solo alcune note che mi sembravano indispensabili, e l'ho mandato alla Gennaro per un parere.  E lei ha detto che un terzo di quanto le ho mostrato era già troppo! Allora ho ricomposto alcuni dei contenuti in articoli di supporto da pubblicare più avanti ed ho cassato il resto. Qui è rimasto il riassunto della selezione della selezione, ovvero il puro tema dell'MTC. Che, mi spiace, adesso vi tocca leggere per intero! Se scegliere un ingrediente invece che una ricetta tende ad allargare gli orizzonti, questa volta scegliere IL RISO , come capirete, li spalanca fran

a tu per tu con il Fleischkäse svizzero, questo sconosciuto di famiglia

Nel curioso elenco dei cibi svizzeri che hanno caratterizzato la mia infanzia mi rendo conto che, fatto strano, sul blog non ho ancora parlato del  Fleischkäse, una via di mezzo tra un polpettone ed un würstel gigante di cui da bambini venivamo spesso nutriti. Ma un episodio di vita vera me lo ha messo sotto il naso proprio l'altro giorno, ed eccomi qui con il mio reportage storico-familiare. Alcuni Svizzeri, come quelli di casa mia, vivono il   Fleischkäse come un salume, da comprare pronto, intero o affettato sottile in buste, da servire in tavola come fosse prosciutto cotto o da infilare nei panini per merenda con maionese, senape e cipolline sottaceto (Be'... che c'è?! Se mia mamma per evitare che noi figli mangiassimo troppa Nutella la teneva in frigo ad indurire, così era più difficile da spalmare e sul pane se ne metteva di meno, perché stupirsi di quella che lei invece considerava una merenda "sana"?!) Altri amanti del  Fleischkäse  lo compran

una salsa di cipolle svizzera per würstel e per mamme lavoratrici

Lo so: sono rimasta indietro di una puntata! Parlavo di  ricette svizzere  quando un'irrefrenabile tentazione di cibo americano  si è intrufolata in cucina ed ha avuto  la meglio. Riprendo ora il filo con un piatto che ho proposto pochi giorni fa anche alla mia cara mammina svizzera in occasione del suo compleanno: Bratwurst con salsa di cipolle. L'aspetto curioso non sta tanto nel tipo di würstel utilizzato, una salsiccia bianca di vitello il cui nome per alcuni significa "salsiccia di carne spezzettata" e per altri "salsiccia da arrostire". In Germania di solito viene speziata in modo deciso con pepe, noce moscata e/o cumino, mentre in Svizzera il suo sapore è molto più delicato. In Ticino ne esiste una versione mignon, una "collana" di micro-salsiccine detta cipollata  non perchè contenga cipolle ma perchè, appunto, di solito si serve in salsa di cipolle. Ma, a casa della mia mamma lavoratrice senza tempo ne' passione per la cucina,

MTC giugno 2011... verso Oriente!

Continuo a pensare che le giudici  titolari  e aggiunte  dell'MTC fossero completamente fuori quando hanno passato a me il testimone e nessuno potrà convincermi del contrario, anche perchè potevano ben immaginare in che gorgo storico-etnico-confusionale avrei trascinato la sfida... ma si sono fidate lo stesso! No, è oggettivo: non possono essere completamente normali... Accertato questo, dichiaro anche di non essermi mai emozionata tanto nello scrivere un post e soprattutto nel proporre una ricetta, sentendo tanti occhi puntati addosso ed il fiato trattenuto di tanti MTC addicted... Ebbene sì, rilassatevi (o disperatevi) pure: come temevate, questa volta si va davvero tutti in Giappone! Niente succede per caso, si sa. Tanto è vero che l'eterno girovagare di Marco Polo (a cui faccio da qualche tempo da vivandiera ) l'ha portato proprio a questo punto del suo viaggio a confrontarsi con  Cipango , il Paese del Sol Levante... Come potevo non cogliere il suggerimento di un s

peperoni farciti alla croata: massaia batte bustina millemila a zero!

Riprendere a parlare di cucina non è facilissimo, soprattutto con il tono scanzonato che avevo in mente per questo post. Mi limiterò all'aspetto "documentaristico" ed umano, che l'umore magari sa beneficiare della concentrazione e della dolcezza richieste da una simile impostazione. Dopo una lunga serie di articoli e ricette a base di riso penso di cambiare direzione dedicandomi ai peperoni bianchi croati che di solito si cucinano ripieni di carne, per scoprire poi che nella farcia è presente riso crudo. Quando si dice il caso... I peperoni bianchi, babura paprika, in Croazia sono reperibili facilmente proprio in questa stagione. Ne ho in frigo tre e decido di prepararli, appunto, come  punjene paprike , ovvero farciti e cotti nel pomodoro, ricetta tipica che con piccole varianti è diffusa anche in altri Paesi limitrofi e che ogni famiglia, ovviamente, prepara secondo i propri criteri. La versione più semplice prevede di profumare carne trita di manzo o m

riso Otello: un nero integral(ista)

Il primo giorno di autunno una ricetta con le ultime verdure estive, che sono ancora buone visto che sembra far più caldo ora che nei mesi trascorsi... Sollecitata da alcuni dubbi posti sulle modalità di cottura del riso integrale e sull'utilizzo di varietà di riso "esotiche", ho pensato di provare le risposte sul campo e chiarire soprattutto le idee a me stessa, la prima che ha tutto ancora da imparare. Così, per prendere due piccioni con una fava, ho scelto un riso sia nero che integrale. No, non famoso ed idolatrato riso Venere, fantastica varietà di nobile origine cinese che, grazie a opportune ibridazioni, ora è coltivato anche in Italia.  Ho pescato  invece una varietà tutta italiana: il riso Otello, che deriva anch'esso da varietà cinesi ma è di concezione e di coltivazione tutta nostrana. Chissà se il  nome è stato ispirato ispirato dal famoso personaggio shakespeariano, dalla sua pelle scura e dalla sua natura piuttosto integral ista... Si utilizz

precisazione:

Per carattere tendo a tenermi in disparte e so che un comportamento simile in rete rema contro la normale volontà di visibilità di un blog che si rispetti: ho ricevuto spesso critiche per questo.
Mi hanno anche fatto notare che non sempre racconto le manifestazioni a cui sono invitata da aziende e che non polemizzo con chi ha utilizzato i miei testi o le mie foto senza citare il mio blog.
Ringrazio con passione chi mi rivolge queste critiche per affetto e chi mi sopporta lo stesso, nonostante non segua i loro consigli!