Ci eravamo lasciati, qualche post fa, quando si parlava di arrosticini di pecora, con un interrogativo: "cosa appare a fianco degli spiedini? Lo scopriremo nella prossima puntata!"
La puntata è questa, in cui racconto la mia ennesima versione di insalata di patate alla giapponese, che in questo caso, alleggerita nei condimenti vista la presenza del salmoriglio nel piatto finale, risulta più vicina ad un purè che simile ad un'insalata russa, come è di solito, e ben si presta a fungere da insolito contorno freddo per un piatto caldo.
Nel blog, lo so bene, ho già proposto tante volte l'insalata di patate giapponese... ma quando un piatto è buono, versatile, preparabile in anticipo e, cosa non secondaria per me, di anima orientale, come si fa a dirgli di no?
In questa preparazione tipicamente yoshoku (cioè nata in Giappone relativamente di recente, contaminata da ispirazioni o ingredienti occidentali), i golosi nipponici infilano sempre prosciutto o altri affettati di origine europea. Questa volta però, per seguire un po' anche le mie frequentazioni personali del momento, ne propongo (finalmente!) una versione tutta vegetariana.
Altra particolarità è il misto di batatas, le patate dolci, e di patate classiche, connubio che conferisce al piatto sfumature di sapore e di colore un pochino diverse dal solito. E se la presentazione della ricetta inizia con un modo di dire, "lo scopriremo alla prossima puntata", allo stesso modo termina: "Provare per credere!"
Satsuma-imo to yamaimo sarata - Insalata di patate miste alla giapponese
per 8 persone:
650 g di batatas a pasta arancione
650 g di patate a pasta gialla
200 g di edamame sgranati (io surgelati)
100 g di mais cotto (peso sgocciolato)
2 carote
2 cipollini
6 cetriolini agrodolci
10 g di zenzero fresco
4 rametti di prezzemolo
4 cucchiai aceto da sushi (che si prepara così)
3 cucchiai di maionese, meglio se giapponese
3 cucchiai di aceto bianco
2 cucchiai di semi di sesamo
1 cucchiaio di salsa di soia
1 cucchiaio di sake
1 cucchiaino di sansho in polvere (pepe giapponese)
sale
Sbucciare e ridurre entrambi ti tipi di patate a dadini di 1,5 cm, mettendole a bagno in acqua con 1 cucchiaio di aceto a mano a mano che vengono pronte.
Scolarle bene, disporle in una larga padella che le contenga in un solo strato, coprirle a filo di acqua fresca, unire un pizzico di sale, portare a bollore e cuocere 10 minuti.
Intanto tagliare le carote a dadini piccoli come il mais e, se si usano quelli surgelati, sciacquare gli edamame per levare tutti i residui di ghiaccio.
Scolarle bene, disporle in una larga padella che le contenga in un solo strato, coprirle a filo di acqua fresca, unire un pizzico di sale, portare a bollore e cuocere 10 minuti.
Intanto tagliare le carote a dadini piccoli come il mais e, se si usano quelli surgelati, sciacquare gli edamame per levare tutti i residui di ghiaccio.
Levare le patate dall'acqua con un mestolo forato, passarle allo schiacciapatate (tranne un paio di cucchiaiate) e condirle con 2 cucchiai di aceto, il sakè, la salsa di soia, la maionese, lo zenzero grattugiato molto fine, e una grattata di pepe.
Riportare a bollore il brodo delle patate e versarvi carote, edamame e mais, cuocendo a fuoco basso per 7-8 minuti. Scolare tutto e raffreddare sotto acqua corrente.
Riportare a bollore il brodo delle patate e versarvi carote, edamame e mais, cuocendo a fuoco basso per 7-8 minuti. Scolare tutto e raffreddare sotto acqua corrente.
Ridurre cetriolini e cipollini a rondelle e unirli alle patate insieme al tris di verdure lessate, ai dadini di patate cotte tenuti da parte ed al prezzemolo tritato. Mescolare bene, regolare di sale e pepe se serve, coprire e tenere in frigo almeno un paio di ore (ma si conserva perfettamente anche per 24), in modo che i sapori si amalgamino.
Poco prima di servire spolverare con i semi di sesamo, leggermente tostati per un minuto in un tegame antiaderente.
A seconda del contesto si può servire sia con bacchette, come qui, che con posate occidentali, come accaduto quando faceva da contorno agli arrosticini.
NB: non buttare il brodo di cottura delle verdure: il suo aroma risulta particolarmente dolce e può essere usato per conferire un sapore molto originale a un risotto, ad una minestra o a uno stufato.
rivoli affluenti:
le altre mie versioni di insalata di patate giapponese sul blog: una tradizionale, una al melone, una ai sottaceti e una con mele e pomodori, una di patate dolci e pane di segale... se continuo così dovrò pensare ad un tag specifico!
per un piatto gluten free utilizzare salsa tamari al posto della soia classica.
Poco prima di servire spolverare con i semi di sesamo, leggermente tostati per un minuto in un tegame antiaderente.
A seconda del contesto si può servire sia con bacchette, come qui, che con posate occidentali, come accaduto quando faceva da contorno agli arrosticini.
NB: non buttare il brodo di cottura delle verdure: il suo aroma risulta particolarmente dolce e può essere usato per conferire un sapore molto originale a un risotto, ad una minestra o a uno stufato.
Sai che la batatas non le ho più provate dopo che da piccolo (4 anni) ad una festa per bambini al consolato americano me le hanno presentate e ricordo che per non mangiarle mi sono messa a piangere. Ma questa volta le voglio provare. Grazie e buona serata.
RispondiEliminaEdvige... tanto viene buona anche se usi tutte patate "normali".
EliminaLe patate arancione sono con me da sempre e anche se all'inizio ho faticato a trovarle qua in Italia adesso sono obunque, o quasi; perciò mi sa che questa la provo anche, ormai sono addicta a queste insalate giaponesi, e indovina chi è la colpevole!??
RispondiEliminabesos
come io sono addicted di tortilla... chissà per colpa di chi. Evidentemente, tra le varie cose che abbiamo in comune c'è anche una particolare sensibilità alle ricette con patate!
EliminaYour blog is superb, what a great idea!
RispondiEliminavoyance par mail gratuit
Questo è il primo Ho appena visitato il vostro sito e lo trovo davvero interessante! Complimenti!
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