Passa ai contenuti principali

sfogliata di porri italo-francese in cerca di dignità


Non oso parlare di quiche per questa torta salata di porri... sia perché la base qui è una banale pasta sfoglia pronta (nemmeno fatta a mano, per dire, come questa), sia perché una certa concezione francese di quiche l'ho già abbastanza strapazzata qui

Oggi devo per forza vivere alla luce della velocità di preparazione, così lascio perdere la filologia gastronomica ed italianizzo "lievemente" il gusto con "meditatissimi" spunti dal frigo: pecorino, grana e rosmarino entrano in ibrido affiancamento ai porri insieme alle classiche pancetta e panna. 

La quiche lorraine è un'altra cosa, lo so: questa torta salata deve per forza cambiare nome, nonostante provi a restare francese nell'anima. Ma il tempo è risicatissimo, la carne al fuoco (anche se dovrei dire pesce!) per il prossimo post è davvero tanta e quel poco di energie disponibili per la cucina è sostanzialmente in via di esaurimento. 

Ci provo, a parlare francese, ma il miracolo è davvero impossibile: lo chic non arriva, pure la tovaglia per dispetto si stropiccia e per la cena di oggi tocca accontentarsi di una vaga ispirazione d'oltralpe. Puntiamo sul sapore, a sostenere l'illusione che si tratti di un piatto con una sua dignità. Che altro dire, quindi? Be'... vediamo se il francese almeno un pochino funziona: bon appétit! 


Sfogliata rustica di porri e pecorino con pancetta e rosmarino (che fa pure rima) su blanda ispirazione francese

ingredienti per 4-6 persone:
1 rotolo di pasta sfoglia pronta (che almeno sia al burro) da 230 g
4 porri sottili, circa 450  in tutto
1 cipollotto
1 spicchio di aglio
2 uova
125 ml di panna da cucina
60 g di pancetta affumicata
30 g di pecorino grattugiato
30 g di grana grattugiato
1 rametto di rosmarino
2 cucchiai di olio extravergine leggero
sale
pepe nero al mulinello

Ridurre a dadini la pancetta e a rondelle sottili porri e cipollotto. Tritare finemente l'aglio.

Rosolare la pancetta nell'olio caldo con il rametto di rosmarino per un paio di minuti; unire le tre verdure e far insaporire un minuto, quindi salare, coprire, abbassare la fiamma e lasciar stufare piano piano per una mezz'oretta, fino a che sono morbidissime. Se serve unire in cottura un cucchiaio di acqua, ma se il coperchio è ben pesante e non lascia sfuggire il vapore non sarà necessario.

Mentre i porri intiepidiscono accendere il forno ventilato a 180 °C e sbattere le uova con la panna, i formaggi, poco sale e abbondantissimo pepe.

Stendere la sfoglia in uno stampo tondo rivestito di carta forno, bucherellarne in fondo e distribuirvi sopra i porri, eliminando il rametto di rosmarino. Versarvi sopra l'appareil di uova (il tocco francese lo lasciamo qua e là, vah...), ripiegare i bordi della sfoglia sopra il ripieno, mettere in forno e cuocere 10 minuti.

Abbassare poi la temperatura a 160 °C per altri 15 minuti, quindi spegnere e,  senza aprire il forno, lasciar riposare la quiche altri 10-15 minuti.

Servire tiepida o a temperatura ambiente. Ma anche scofanarsela calda, questa sfogliata ibridamente buona, da una certa soddisfazione!

Commenti

  1. Ciao carissima, salvo gli ultimi non sono stata molto presente d'altra parte anche il mio blog è rimasto forzatamente fermo e riprendo al 25 m.c. dovevo rimettermi da una stupida caduta. Buona questa sfogliata. Ultimamente ho ripreso delle vecchie versioni perchè non potendo stare tanto a cucinare con queste sfogliate o simili risolvo anche due cene. La prossima questa e....la sfoglia la compro onestamente non la so fare e manco mi cimento. Buona fine settimana.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma che piacere ritrovarti! Spero ti rimetta presto e senza conseguenze e che ti torni l'energia e la voglia di fare di sempre. Un abbraccio

      Elimina
  2. Tutti i suggerimenti che hai condiviso sono incantevoli !!! Grazie.

    voyance sérieuse gratuite par mail

    RispondiElimina

Posta un commento

post più popolari

MTC di settembre 2014: un sacco di riso!

Diceva un vecchio slogan anarchico: "con l'ironia abbatteremo il potere e un sacco di riso lo seppellirà".  A no? Erano risate?! Va be'... per un MTC di questa portata ci si può anche concedere una licenza! Premessa... ... avevo scritto un post lunghissimo per raccontare perché e per come ho scelto questo tema per l'MTChallenge di settembre 2014. Poi l'ho ridotto della metà, lasciando solo alcune note che mi sembravano indispensabili, e l'ho mandato alla Gennaro per un parere.  E lei ha detto che un terzo di quanto le ho mostrato era già troppo! Allora ho ricomposto alcuni dei contenuti in articoli di supporto da pubblicare più avanti ed ho cassato il resto. Qui è rimasto il riassunto della selezione della selezione, ovvero il puro tema dell'MTC. Che, mi spiace, adesso vi tocca leggere per intero! Se scegliere un ingrediente invece che una ricetta tende ad allargare gli orizzonti, questa volta scegliere IL RISO , come capirete, li spalanca fran

a tu per tu con il Fleischkäse svizzero, questo sconosciuto di famiglia

Nel curioso elenco dei cibi svizzeri che hanno caratterizzato la mia infanzia mi rendo conto che, fatto strano, sul blog non ho ancora parlato del  Fleischkäse, una via di mezzo tra un polpettone ed un würstel gigante di cui da bambini venivamo spesso nutriti. Ma un episodio di vita vera me lo ha messo sotto il naso proprio l'altro giorno, ed eccomi qui con il mio reportage storico-familiare. Alcuni Svizzeri, come quelli di casa mia, vivono il   Fleischkäse come un salume, da comprare pronto, intero o affettato sottile in buste, da servire in tavola come fosse prosciutto cotto o da infilare nei panini per merenda con maionese, senape e cipolline sottaceto (Be'... che c'è?! Se mia mamma per evitare che noi figli mangiassimo troppa Nutella la teneva in frigo ad indurire, così era più difficile da spalmare e sul pane se ne metteva di meno, perché stupirsi di quella che lei invece considerava una merenda "sana"?!) Altri amanti del  Fleischkäse  lo compran

una salsa di cipolle svizzera per würstel e per mamme lavoratrici

Lo so: sono rimasta indietro di una puntata! Parlavo di  ricette svizzere  quando un'irrefrenabile tentazione di cibo americano  si è intrufolata in cucina ed ha avuto  la meglio. Riprendo ora il filo con un piatto che ho proposto pochi giorni fa anche alla mia cara mammina svizzera in occasione del suo compleanno: Bratwurst con salsa di cipolle. L'aspetto curioso non sta tanto nel tipo di würstel utilizzato, una salsiccia bianca di vitello il cui nome per alcuni significa "salsiccia di carne spezzettata" e per altri "salsiccia da arrostire". In Germania di solito viene speziata in modo deciso con pepe, noce moscata e/o cumino, mentre in Svizzera il suo sapore è molto più delicato. In Ticino ne esiste una versione mignon, una "collana" di micro-salsiccine detta cipollata  non perchè contenga cipolle ma perchè, appunto, di solito si serve in salsa di cipolle. Ma, a casa della mia mamma lavoratrice senza tempo ne' passione per la cucina,

MTC giugno 2011... verso Oriente!

Continuo a pensare che le giudici  titolari  e aggiunte  dell'MTC fossero completamente fuori quando hanno passato a me il testimone e nessuno potrà convincermi del contrario, anche perchè potevano ben immaginare in che gorgo storico-etnico-confusionale avrei trascinato la sfida... ma si sono fidate lo stesso! No, è oggettivo: non possono essere completamente normali... Accertato questo, dichiaro anche di non essermi mai emozionata tanto nello scrivere un post e soprattutto nel proporre una ricetta, sentendo tanti occhi puntati addosso ed il fiato trattenuto di tanti MTC addicted... Ebbene sì, rilassatevi (o disperatevi) pure: come temevate, questa volta si va davvero tutti in Giappone! Niente succede per caso, si sa. Tanto è vero che l'eterno girovagare di Marco Polo (a cui faccio da qualche tempo da vivandiera ) l'ha portato proprio a questo punto del suo viaggio a confrontarsi con  Cipango , il Paese del Sol Levante... Come potevo non cogliere il suggerimento di un s

peperoni farciti alla croata: massaia batte bustina millemila a zero!

Riprendere a parlare di cucina non è facilissimo, soprattutto con il tono scanzonato che avevo in mente per questo post. Mi limiterò all'aspetto "documentaristico" ed umano, che l'umore magari sa beneficiare della concentrazione e della dolcezza richieste da una simile impostazione. Dopo una lunga serie di articoli e ricette a base di riso penso di cambiare direzione dedicandomi ai peperoni bianchi croati che di solito si cucinano ripieni di carne, per scoprire poi che nella farcia è presente riso crudo. Quando si dice il caso... I peperoni bianchi, babura paprika, in Croazia sono reperibili facilmente proprio in questa stagione. Ne ho in frigo tre e decido di prepararli, appunto, come  punjene paprike , ovvero farciti e cotti nel pomodoro, ricetta tipica che con piccole varianti è diffusa anche in altri Paesi limitrofi e che ogni famiglia, ovviamente, prepara secondo i propri criteri. La versione più semplice prevede di profumare carne trita di manzo o m

riso Otello: un nero integral(ista)

Il primo giorno di autunno una ricetta con le ultime verdure estive, che sono ancora buone visto che sembra far più caldo ora che nei mesi trascorsi... Sollecitata da alcuni dubbi posti sulle modalità di cottura del riso integrale e sull'utilizzo di varietà di riso "esotiche", ho pensato di provare le risposte sul campo e chiarire soprattutto le idee a me stessa, la prima che ha tutto ancora da imparare. Così, per prendere due piccioni con una fava, ho scelto un riso sia nero che integrale. No, non famoso ed idolatrato riso Venere, fantastica varietà di nobile origine cinese che, grazie a opportune ibridazioni, ora è coltivato anche in Italia.  Ho pescato  invece una varietà tutta italiana: il riso Otello, che deriva anch'esso da varietà cinesi ma è di concezione e di coltivazione tutta nostrana. Chissà se il  nome è stato ispirato ispirato dal famoso personaggio shakespeariano, dalla sua pelle scura e dalla sua natura piuttosto integral ista... Si utilizz

precisazione:

Per carattere tendo a tenermi in disparte e so che un comportamento simile in rete rema contro la normale volontà di visibilità di un blog che si rispetti: ho ricevuto spesso critiche per questo.
Mi hanno anche fatto notare che non sempre racconto le manifestazioni a cui sono invitata da aziende e che non polemizzo con chi ha utilizzato i miei testi o le mie foto senza citare il mio blog.
Ringrazio con passione chi mi rivolge queste critiche per affetto e chi mi sopporta lo stesso, nonostante non segua i loro consigli!