Passa ai contenuti principali

perdersi per strada: tortilla in forma di carbonara e pure orientale


Il divieto di fare una carbonara nella sfida sulla tortilla de patatas in versione creativa è diventata subito la mia sfida nella sfida, per la seconda proposta a Mai al settantaduesimo MTC, dopo che ne ho pubblicato una versione quasi classica qualche giorno fa. 

Reinventare la tortilla mettendoci qualcosa di noi è il tema sotteso, ed essendo io vagamente orientata ad Oriente (ma va?!) cerco in quelle lande delle consistenze di patate e di uova che non siano le nostre... e che in qualche modo abbiano, appunto, a che fare con la carbonara!


Con le patate ovviamente arrivano i glass noodles, gli spaghettini coreani a base di amido di patate dolci, bruno-verdastri da crudi e trasparenti da cotti. Li avrei voluti preparare in casa, se non che non ho sotto mano quel paio di trucchi professionali che permettono all'impasto di stare insieme ed al contempo di diventare trasparente quanto viene cotto. 


Il nome coreano di questi noodle, dangmyeon, significa "spaghetti Tang", a ricordare la sofisticata cucina dell'era d'oro dell'impero cinese, quanto la colta dinastia Tang, tra il 600 ed il 900 d.C., tra le altre cose diffuse nei propri domini l'uso di bere tè e favorì la coltivazione del riso al posto del miglio. 

Mi rassegno ad acquistare pasta pronta ma, in onore ai suoi illustri natali, decido di complicarmi la vita condendola in modo relativamente elegante.

Uso per la verità npiak-dangmyeon, ovvero tagliatelle, e le "animo" cromaticamente unendovi patate dolci dalla polpa arancione e altre verdurine verdi e bianche; poi uso anche patate nostrane per la salsa, cercando di ottenere quell'aspetto dorato e "bavoso" (la parola simbolo di questa ultima sfida!) tipico del classico condimento da carbonara ma senza utilizzare le uova. 

Non uso il pecorino tipico della carbonara, così nella salsa metto i profumi umami di un maewon gam ja guk (zuppa di patate coreana speziata), in cui però abbondo di cipolla... che non si dica che ci stiamo dimenticando la tortilla di partenza!

Proseguendo nella inversione di consistenze, affido all'uovo il ruolo croccante che sarebbe del guanciale nella carbonara e della crosta nella tortilla:, affogo nell'olio invece che nell'acqua quello che in sostanza diventa un uovo in camicia con una crosticina dorata. Non mi sto inventando niente: è merito di Michel Roux se vado a rovinarmi la vita con una tecnica così gustosamente assurda!

Bene... ma il guanciale che fine fa?  Ecco, in una interpretazione di uova e patate lontana dalla carbonara ed ancor più dalla tortilla, lo sostituisco con pancetta coppata, che resta un prodotto italiano ma che glasso come fosse maiale cinese per accentuare il filo orientale dell'insieme.

Soprattutto, però, la pancetta serve a "chiudere il cerchio" nel senso circolare del termine: le sue belle fette tonde hanno quella "forma da tortilla" che ne' pasta ne' uovo riescono pienamente a ricordare... tortilla che spero alla fine qui non si sia persa troppo per strada! 



Carbonara di patate alle patate, con uovo in camicia fritta e dischi di pancetta glassata, in omaggio alla tortilla

ingredienti per 4 persone:
300 g di npiak-dangmyeon
4 uova a temperatura ambiente
4 fette di pancetta coppata spesse 3 mm, da c.a 30 g l'una
500 g di patate a pasta gialla
200 g di patata dolce a pasta arancione
1 cipolla dorata
2 cipollini sottili
6 biete da costa, in tutto c.a 300 g
1 zucchina
1 spicchio di aglio
1 pezzo di alga kombu da 7x7 cm
3 rametti di coriandolo
1 peperoncino fresco
1 cucchiaio di zucchero di canna
2 cucchiai di salsa di soia
1 cucchiaino di aekejot (salsa di pesce coreana)
1 cucchiaio di aceto di riso
1/2 cucchiaino di olio di sesamo
olio di arachidi
sale



Preparare il brodo mettendo il 800 ml di acqua fresca 1 cipollotto a pezzi, l'alga kombu, 1 cucchiaio di salsa di soia e la salsa di pesce. Portare a bollore, lasciar cuocere 10-15 minuti a fuco basso, spegnere e filtrare.

Ridurre la cipolla a fette sottili, le patate a pasta gialla a dadini; schiacciare l'aglio e, se si ama il piccante, tagliare il peperoncino a rondelle (io l'ho lasciato intero).

Scaldare 1 cucchiaio di olio di arachidi con 1/2 cucchiaino di olio di sesamo e saltarci la cipolla con l'aglio, il peperoncino e un rametto intero di coriandolo fino a che le cipolle sono appena dorate.

Unire le patate a dadini e insaporire un paio di minuti, quindi, coprire a filo con il brodo (ne servono circa 600 ml).



Cuocere una ventina di minuti, fino a che le patate sono molto morbide. Frullare (per me eliminando il peperoncino), aggiungere eventualmente qualche altro cucchiaio di brodo per ottenere una consistenza cremosa simile a quella della carbonara condita, e regolare se serve di sale.



Miscelare lo zucchero di canna con l'aceto di riso e 1 cucchiaio di salsa di soia, Scaldare un'ampia padella antiaderente e disporvi la pancetta, cuocendo un paio di minuti per parte fino a che è ben dorata. 

Versarvi la salsa dolce e cuocere un paio di minuti per parte, fino a che la pancetta si è ben glassata da entrambi i lati. Levare dalla padella e disporre su carta da forno appena unta, in modo che lo zucchero non si attacchi. 



Ridurre 3 gambi di bieta a piccole losanghe e tutte le 6 foglie verdi a striscioline; tagliare la patata dolce a bastoncini immergendoli in una ciotola di acqua fredda perché non anneriscano. Ridurre a rondelle il secondo cipollotto e a losanghe la zucchina.

Scaldare 2 cucchiai di olio e saltarci le patate dolci per 5 o 6 minuti, fino a che sono ancora croccanti ma leggermente dorate sugli spigoli. Unire zucchine, cipollotto e gambi di bieta e saltare altri 3 minuti. Aggiungere le foglie di bieta, salare leggermente e saltare altri 2 minuti.


Versare le tagliatelle in abbondate acqua bollente non salata e lasciar sobbollire per 6 o 7 minuti (i tempi in realtà dipendono dal tipo di pasta, possono andare dai 2 ai 10 minuti). Scolare e sciacquare in acqua fredda, poi versare nel tegame delle verdure e far insaporire un paio di minuti.



Scaldare abbondante olio di arachidi in un pentolino dai bordi alti fino a 180 °C (un pezzettino di pane o di patata scende sul fondo e risale subito sfrigolando). Rompere intanto le uova in 4 ciotoline.

Versare delicatamente un uovo in un mestolino che lo contenga a misura, prima immerso nell'olio caldo per qualche secondo. Inserire il mestolo nel pentolino in modo che l'oli lo copra completamente ed aiutarsi con un cucchiaio per riportare sul tuorlo l'albume che tende a spandersi. 

Dopo un minuto rovesciare l'uovo dal mestolo direttamente nell'olio e cuocere un altro minuto, fino a che l'albume esterno comincia a dorare. Scolare con un ragno su carta assorbente e ripetere con le altre uova.



Condire la pasta con salsa di patate e disporla nei piatti individuali. 



Disporvi sopra le fette di pancetta glassata,



deporre al centro l'uovo. Decorare con ciuffetti di coriandolo e servire.



Con questa ricetta di tortilla rivisitata partecipo, fuori gara, all'MTC n. 72.


banner_sfidadelmese_72

  • rivoli affluenti:
  • altre incredibili ispirazioni di uova e patate nelle tortillas di tutti gli sfidanti
  • la spiegazione tecnica per la cottura delle uova passo passo (ma lui non usa il mestolo!) in: Michel Roux, Eggs, Quadrille, 2005, ISBN 978-1-84400-311-2

Commenti

  1. Favoloso il piatto ma ancor di più la spiegazione fuori portata per me Trieste ha ora dei negozi diciamo etnici na sono quasi tutti per l'est e dell'est e qualche orientale che è già presente Cina e ora qualcosa turco indonesiano. ... l uovo mi intriga molto. Brava come sempre ecco perché non hai tempo. ..buona settimana.😚

    RispondiElimina
    Risposte
    1. secondo me, al di fuori del tema della sfida, il piatto funziona bene anche senza salsa di patate, oppure usando pasta normale e verdure di stagione che trovi facilmente. E al posto della salsa di pesce coreana usa colatura di alici o un'acciughina sotto sale ben lavata.

      Elimina
    2. Perfetto ho sempre la colatura di alici a casa e anche le acciughine...da provare ci faccio il pensierino.. Buona serata cara e buona giornata domani spero sia di riposo... ciaooo

      Elimina
  2. Esotica, colorata e molto,molto interessante!

    RispondiElimina
  3. Sono un'appassionata di cucine del mondo e di ... contaminazioni, perciò trovo questa tua intepretazione molto interessante.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. in quanto a contaminazioni qui hai a disposizione un blog intero, praticamente.

      Elimina
  4. Adoro le spezie, quindi adoro la tua ricetta. Complimenti!!

    RispondiElimina
  5. I tuoi post sono dei trattati, ho ancora stampato nel cervello quello sul riso, rimasi a bocca aperta affascinata e questo è altrettanto bello, quella pancetta mi ha fattovenire una grande voglia di assggiarla, proverò ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. e pensa che a me sembrava qui di essermi trattenuta!

      Elimina
  6. Interessante la storia dei noodles, non la conoscevo. Ogni volta che passo da te ne imparo una nuova, grazie!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. In Asia c'è una cultura della pasta interessantissima, mi sa che dovremo cominciare a parl'arte seriamente, prima o poi

      Elimina
  7. Mooooolto interessanti le tue proposte, specialmente la creativa!!
    Ciaoooo

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Io nella tua tortilla cremosa mi sono davvero persa, appena riesco passo a dirti nel dettaglio!

      Elimina
  8. Ecco, io mi ci perdo letteralmente nelle tue foto e nelle tue parole viaggianti che vorrei tu non ti perdessi per trovare la strada verso la mia casa... perchè, prima o poi, sai che ci dovrai arrivare, vero? non ti ha messo la pulce nell'orecchio un uccellino che è appena stato da te? :-)))

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì sì, ma preferisco che mi chiami tu quando sarai tranquilla... così ci perdiamo insieme definitivamente.

      Elimina
  9. Una carbonara versione orientale mi mancava... mi sa che la provo!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. certo, per trovare la carbonara qui dentro bisogna scavare un po' ma...

      Elimina
  10. Io qui mi sono persa.Davvero, c'è un mondo di sapere e di sapori.

    RispondiElimina
  11. "Il divieto di fare una carbonara nella sfida sulla tortilla de patatas in versione creativa è diventata subito la mia sfida nella sfida"... C...O LO SCRIVO A FARE IL REGOLAMENTOOOOO???? :) :) :)
    ..per 'ste trasgressioni qui, mi sa...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. il mio problema fondamentale è che anche quando penso alla carbonara non uso una testa italiana. Dovete curarmi!

      Elimina
  12. io rido perche per fortuna non ci sono più i miei due commenti!!!!!
    a me lo spaghetto coreano fatto con amido di patate mi ha stesso... rima o poi mi rialzo...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. e non sai cosa avevo in mente, avessi avuto tempo di cucinare come piace a me. Ma prima o poi lo faccio. E ti avverto!

      Elimina
  13. È la prima volta che ho appena visitato il tuo sito e lo trovo davvero interessante! Complimenti!

    consultation voyance gratuite

    RispondiElimina

Posta un commento

post più popolari

MTC di settembre 2014: un sacco di riso!

Diceva un vecchio slogan anarchico: "con l'ironia abbatteremo il potere e un sacco di riso lo seppellirà".  A no? Erano risate?! Va be'... per un MTC di questa portata ci si può anche concedere una licenza! Premessa... ... avevo scritto un post lunghissimo per raccontare perché e per come ho scelto questo tema per l'MTChallenge di settembre 2014. Poi l'ho ridotto della metà, lasciando solo alcune note che mi sembravano indispensabili, e l'ho mandato alla Gennaro per un parere.  E lei ha detto che un terzo di quanto le ho mostrato era già troppo! Allora ho ricomposto alcuni dei contenuti in articoli di supporto da pubblicare più avanti ed ho cassato il resto. Qui è rimasto il riassunto della selezione della selezione, ovvero il puro tema dell'MTC. Che, mi spiace, adesso vi tocca leggere per intero! Se scegliere un ingrediente invece che una ricetta tende ad allargare gli orizzonti, questa volta scegliere IL RISO , come capirete, li spalanca fran

a tu per tu con il Fleischkäse svizzero, questo sconosciuto di famiglia

Nel curioso elenco dei cibi svizzeri che hanno caratterizzato la mia infanzia mi rendo conto che, fatto strano, sul blog non ho ancora parlato del  Fleischkäse, una via di mezzo tra un polpettone ed un würstel gigante di cui da bambini venivamo spesso nutriti. Ma un episodio di vita vera me lo ha messo sotto il naso proprio l'altro giorno, ed eccomi qui con il mio reportage storico-familiare. Alcuni Svizzeri, come quelli di casa mia, vivono il   Fleischkäse come un salume, da comprare pronto, intero o affettato sottile in buste, da servire in tavola come fosse prosciutto cotto o da infilare nei panini per merenda con maionese, senape e cipolline sottaceto (Be'... che c'è?! Se mia mamma per evitare che noi figli mangiassimo troppa Nutella la teneva in frigo ad indurire, così era più difficile da spalmare e sul pane se ne metteva di meno, perché stupirsi di quella che lei invece considerava una merenda "sana"?!) Altri amanti del  Fleischkäse  lo compran

una salsa di cipolle svizzera per würstel e per mamme lavoratrici

Lo so: sono rimasta indietro di una puntata! Parlavo di  ricette svizzere  quando un'irrefrenabile tentazione di cibo americano  si è intrufolata in cucina ed ha avuto  la meglio. Riprendo ora il filo con un piatto che ho proposto pochi giorni fa anche alla mia cara mammina svizzera in occasione del suo compleanno: Bratwurst con salsa di cipolle. L'aspetto curioso non sta tanto nel tipo di würstel utilizzato, una salsiccia bianca di vitello il cui nome per alcuni significa "salsiccia di carne spezzettata" e per altri "salsiccia da arrostire". In Germania di solito viene speziata in modo deciso con pepe, noce moscata e/o cumino, mentre in Svizzera il suo sapore è molto più delicato. In Ticino ne esiste una versione mignon, una "collana" di micro-salsiccine detta cipollata  non perchè contenga cipolle ma perchè, appunto, di solito si serve in salsa di cipolle. Ma, a casa della mia mamma lavoratrice senza tempo ne' passione per la cucina,

MTC giugno 2011... verso Oriente!

Continuo a pensare che le giudici  titolari  e aggiunte  dell'MTC fossero completamente fuori quando hanno passato a me il testimone e nessuno potrà convincermi del contrario, anche perchè potevano ben immaginare in che gorgo storico-etnico-confusionale avrei trascinato la sfida... ma si sono fidate lo stesso! No, è oggettivo: non possono essere completamente normali... Accertato questo, dichiaro anche di non essermi mai emozionata tanto nello scrivere un post e soprattutto nel proporre una ricetta, sentendo tanti occhi puntati addosso ed il fiato trattenuto di tanti MTC addicted... Ebbene sì, rilassatevi (o disperatevi) pure: come temevate, questa volta si va davvero tutti in Giappone! Niente succede per caso, si sa. Tanto è vero che l'eterno girovagare di Marco Polo (a cui faccio da qualche tempo da vivandiera ) l'ha portato proprio a questo punto del suo viaggio a confrontarsi con  Cipango , il Paese del Sol Levante... Come potevo non cogliere il suggerimento di un s

peperoni farciti alla croata: massaia batte bustina millemila a zero!

Riprendere a parlare di cucina non è facilissimo, soprattutto con il tono scanzonato che avevo in mente per questo post. Mi limiterò all'aspetto "documentaristico" ed umano, che l'umore magari sa beneficiare della concentrazione e della dolcezza richieste da una simile impostazione. Dopo una lunga serie di articoli e ricette a base di riso penso di cambiare direzione dedicandomi ai peperoni bianchi croati che di solito si cucinano ripieni di carne, per scoprire poi che nella farcia è presente riso crudo. Quando si dice il caso... I peperoni bianchi, babura paprika, in Croazia sono reperibili facilmente proprio in questa stagione. Ne ho in frigo tre e decido di prepararli, appunto, come  punjene paprike , ovvero farciti e cotti nel pomodoro, ricetta tipica che con piccole varianti è diffusa anche in altri Paesi limitrofi e che ogni famiglia, ovviamente, prepara secondo i propri criteri. La versione più semplice prevede di profumare carne trita di manzo o m

riso Otello: un nero integral(ista)

Il primo giorno di autunno una ricetta con le ultime verdure estive, che sono ancora buone visto che sembra far più caldo ora che nei mesi trascorsi... Sollecitata da alcuni dubbi posti sulle modalità di cottura del riso integrale e sull'utilizzo di varietà di riso "esotiche", ho pensato di provare le risposte sul campo e chiarire soprattutto le idee a me stessa, la prima che ha tutto ancora da imparare. Così, per prendere due piccioni con una fava, ho scelto un riso sia nero che integrale. No, non famoso ed idolatrato riso Venere, fantastica varietà di nobile origine cinese che, grazie a opportune ibridazioni, ora è coltivato anche in Italia.  Ho pescato  invece una varietà tutta italiana: il riso Otello, che deriva anch'esso da varietà cinesi ma è di concezione e di coltivazione tutta nostrana. Chissà se il  nome è stato ispirato ispirato dal famoso personaggio shakespeariano, dalla sua pelle scura e dalla sua natura piuttosto integral ista... Si utilizz

precisazione:

Per carattere tendo a tenermi in disparte e so che un comportamento simile in rete rema contro la normale volontà di visibilità di un blog che si rispetti: ho ricevuto spesso critiche per questo.
Mi hanno anche fatto notare che non sempre racconto le manifestazioni a cui sono invitata da aziende e che non polemizzo con chi ha utilizzato i miei testi o le mie foto senza citare il mio blog.
Ringrazio con passione chi mi rivolge queste critiche per affetto e chi mi sopporta lo stesso, nonostante non segua i loro consigli!